Matteo Simone
A volte la vita ti mette a dura prova, ti fa incontrare problemi e ostacoli, situazioni difficili da gestire, affrontare e superare, poi succede che incontri lo sport e tutto cambia, sperimenti altri modi di essere al modo, altre modalità di sperimentare benessere, fatica, gioie.
Da una parte fatica e sofferenza e dall’altra parte gioie e
soddisfazioni. Così’ diventa un modo per vivere intenso e piacevole.
Di
seguito, Zagara racconta le sue esperienze di vita e di sport rispondendo ad
alcune mie domande.
Ti sei sentita campionessa nello sport almeno un giorno della tua vita? “Campionessa mai, né nello sport, né nella vita.”
Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta? “Ho iniziato con 3 amiche, ci
chiamavamo quelle delle 5.50 perché le 5.50 era l'orario che ci davamo all'alba
per scendere e poi incontrarci per allenarci. Poi piano piano la corsa mi ha
preso sempre più. Non uscivo con il Garmin, non sapevo neanche che fosse, ma so
che a volte rientravo dopo 3 ore. Più correvo e più ero felice...sicché un
amico mi invitò ad iscrivermi ad una società per poi correre la mia prima gara:
la Garibaldina 19km con il passaggio sui Ponti della Valle dove ad attendere
c'era l'inno di Mameli. Brividi e commozione. Il mio debutto circa 6 anni fa con
il mio primo pettorale fu stupendo.”
Cosa
spinge un gruppo di persone a incontrarsi per allenarsi?
La voglia di evadere
dalla quotidianità ordinaria, dalle mura domestiche, dalla comoda poltrona
davanti alla TV, la voglia di guadagnarsi una doccia ristorativa.
Lo sport rimette al mondo in modo diverso, da una parte fa faticare, da un'altra
parte fa divertire condividendo situazioni bizzarre e particolari, si torna
ragazzi senza pensieri, uno spazio e un tempo per evadere dai pensieri e situazioni
pressanti, un modo per ricaricarsi.
Quali fattori contribuiscono al tuo benessere e performance?
“Beh la soddisfazione di mostrare a me stessa che da sola, io e le
mie gambe potevamo andare ovunque. Libertà e indipendenza.”
Nello sport chi ha contribuito al tuo benessere e/o performance?
“Non devo niente
a nessuno, anzi forse a Dio che 3 anni fa stava portandosi con se mia
figlia...e io ho detto: 'Ma cosa hai capito' e la corsa mi dava la forza...più era dura e più io ero forte.”
La gara della tua vita dove hai sperimentato le emozioni
più belle?
“Sicuramente la maratona di Roma: Io, arrivata al 41esimo, mi sono baciata e ho
detto: ‘Nanni hai visto e ancora ne farai di strada’.”
Quale tua esperienza ti può dare la convinzione di potercela fare? “La
paura di perdere mia figlia mi ha fatto capire che io ce la potrò sempre fare.”
Un episodio curioso o divertente della tua attività
sportiva?
“L'episodio più curioso è che prima per la strada gli uomini ti facevano i
complimenti ora ti vogliono buttare sotto. Scherzo, tanti...uno che mi viene in
mente è mio padre che mi andava cercando per non farmi correre...una donna non
deve farlo. E io invece andavo e andrò per sempre finché né avrò forza.”
Quali sensazioni sperimenti facendo sport (pre-gara, gara,
post-gara?
“Sensazioni: pre-gara: gioia di vedere gli amici, gara parlo, rido e sbuffo Ahahah, dopo felicità allo stato brado.”
Quali sono le difficoltà e i rischi? A cosa devi prestare attenzione nel tuo
sport?
“Difficoltà: trovare il tempo per allenarmi, far cadere ancora quei tabù che le
donne devono fare le casalinghe e mamme e basta. I rischi per quanto mi
riguarda sono legati all'alimentazione infatti purtroppo non ho un buon
rapporto con il cibo fin da bambina. Infatti mi infortunai, mi venne la
pubalgia e per me fu tragico non correre per tanti mesi. Alimentarsi bene e non
esagerare negli allenamenti è fondamentale.”
Bisogna
lavorarci soprattutto al sud con la cultura che vuole la donna sempre a casa
per prendersi cura della casa e della famiglia, ora si tratta di promuovere il
benessere di ogni individuo, di pensare che ognuno ha delle passioni da
coltivare, i suoi tempi, i suoi spazi al di là di una vita familiare e
lavorativa, si può conciliare tutto con attenzione.
Come hai superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni? “Gli infortuni li supero con la forza
interiore e un equilibrio interno che ti fa dire a tutto c'è una soluzione. L'ottimismo
è fondamentale.”
Un messaggio rivolto ai ragazzi per farli avvicinare allo
sport?
“Lo sport è vita, i ragazzi devono avvicinarsi per avere una vita migliore
in tutti sensi, per affrontare con grinta e ottimismo, o come dico io con il
sorriso, ogni avversità. Lo sport ti fa diventare un uomo migliore.”
Lo
sport insegna che si può fare tutto con impegno, passione, motivazione,
determinazione, tenacia; insegna che a ogni problema c’è almeno una soluzione,
tocca solo trovarla con un approccio positivo, senza buttarsi giù e senza
rinunciare ma essendo pazienti e fiduciosi.
C’è stato il rischio di incorrere nel doping? Un
messaggio per sconsigliarne l’uso? “Doping mai. Che semplicemente
vince chi è un talento, chi fatica e suda, che nella vita niente e nessuno ti
regala le cose facili, bisogna conquistare. Chi si dopo non è un perdente ma un
debole che non crede in se stesso.”
Familiari e amici cosa dicono circa il tuo sport? “Mio padre mi inseguiva, mio marito è
diventato ex, i miei amici mi chiamano folle, i miei amici runner sono i miei
amici.”
E’
stata molto dura per Zagara, ma appare abbastanza resiliente, fin’ora se l’è
sempre cavata, è andata incontro ai suoi sogni, libera e felice in buona
compagnia dei suoi amici runner.
Hai mai pensato per infortuni o altro di smettere di essere atleta? “Per infortuni si può smettere ma
comunque restare nell'ambiente per trasmettere la mia passione agli altri, anche
di accompagnare i vecchietti a passeggiare.”
Ritieni utile lo psicologo dello sport? Per quali aspetti
e in quali fasi?
“Lo psicologo è utile, ti motiva e fa uscire la passione che forse alcuni ancora
non sanno di avere.”
Prossimi obiettivi? Sogni realizzati? “I miei obiettivi tanti, il prossimo la
100km, fino a fare un giorno da sola il giro del mondo, perché quando la vita
ti vuole portare via la tua unica forza e ragione del vivere, ovvero tua figlia...niente
più può farti male, nemmeno girare con le proprie gambe il mondo.
L’obiettivo
raggiunto che corro contro ogni se e ogni ma. Sto uscendo alle 4.30 di notte, sola
tu e la tua vita che ti passa davanti come in un film. Sai nei lunghi da sola
ti ritrovi a ridere ma a volte anche a piangere, però quando guardi il Garmin e
vedi 4 ore t'illumini di immenso.”
A
volte eventi traumatici ti rendono più forte, se sei resiliente avviene una
sorta di crescita post traumatica, affronti la vita diversamente, ti senti più
forte e sicuro, hai il controllo della tua vita.
Quale è stata la tua gara più difficile? “La 'coast to cost' troppo dura ma troppo
mentalmente debilitata io ...da allora ho allontanato le persone negative. È
comunque la coast to coast la gara più bella..l'ho rifatta altre 2 volte.”
Le
gare più dure diventano le gare più belle, i ricordi sono più forte, le grandi
sfide lasciano ricordi forti, intensi e positivi, più grande è la lotta e più
grande è il trionfo.
E
anche quest’anno Zagara non poteva mancare alla "Coas to Coast", contentissima,
felicissima, freschissima Zagara, senza segni di fatica, sembrava essere uscita
da un centro benessere e questo è il mondo bizzarro degli ultrarunner, la
fatica terapeutica che rimette in senso, in realtà ha partecipato ad una
durissima ultramaratona, di seguito la sua dichiarazione post gara:
“Quella costa laggiù io l'ho percorsa tutta da Sorrento a Positano per 54km
in 5 ore e 52 minuti. Matteo Simone io ti ringrazio sempre perché riesci ad
ascoltare cosa c'è "dentro " di noi. Ultrarunner lo ripeto si nasce
non lo si diventa. Se non credi in te stesso e nella tua forza mentale non puoi
fare nemmeno un metro. Non tutti riescono a far uscire il meglio di sé dalle
cose negative. Anzi molti si abbattono o si fanno abbattere. Io non ho paura,
mi ripetevo. Io ce la farò! Io sotto la pioggia che voleva spaventarmi cantavo.
Ed ora mi preparo alla prossima sfida.”
La
resilienza trasforma persone e li rende più forti sia dal punto di vista
mentale che fisico. Questo è lo sport che vogliamo, uniti nella condivisione di
esperienze fatte di gioie e dolori; lo sport che rende felici e resilienti condividendo
fatica, gioie e dolori.
Resilienti
sono tutti coloro che salgono sul treno dell'attività fisica mettendosi in
gioco e uscendo fuori dalla zona di troppo confort collezionando esperienze
positive. La
resilienza permette la ripresa dopo un evento traumatico, dopo un infortunio,
dopo una sconfitta.
La
persona resiliente possiede propensione a ricercare strategie creative di
fronte alle difficoltà.
Segnalo il libro Maratoneti
e ultrarunner. Aspetti psicologici di una sfida.https://www.edizioni-psiconline.it/anteprime/maratoneti-e-ultrarunner-aspetti-psicologici-di-una-sfida.html
Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
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