Matteo SIMONE
Antonio Catallo, U.S. Foggia Atl. Leggera (classe 1999), è stato un atleta mezzofondista.
Di
seguito le sue migliori prestazioni 3000 siepi 8'58"84 Trieste; 3000 m 8'29"3
Foggia; 1500 m 3'53"59 Bari; 800 m 1'52"65 Chieti Scalo; 5000 m 14'56"65
Agropoli; 400 m 53"9 Foggia.
Di
seguito, Antonio racconta la sua esperienza di atleta rispondendo ad alcune mie
domande.Ti sei sentito campione nello sport o sempre un comune sportivo? “Non mi sono mai sentito un vero e
proprio campione, anche se nemmeno uno sportivo comune. Diciamo soltanto un
buon atleta.”
Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta? C’è un altro
sport che vorresti praticare? “Ho giocato a calcio fino a 4 anni fa,
giocavo a centrocampo, ma oltre a dei buoni polmoni me la cavavo anche con i
piedi. Ho iniziato a correre grazie ai giochi sportivi studenteschi anche se
all' inizio ero scettico all'idea. Mi piacerebbe un sacco fare salto in alto ma
purtroppo ho provato e non riesco un granché.”
Hai dovuto scegliere nella tua vita di lasciare uno sport a causa della scuola o lavoro? “No, non sono mai stato influenzato dalla scuola.”
Hai dovuto scegliere nella tua vita di lasciare uno sport a causa della scuola o lavoro? “No, non sono mai stato influenzato dalla scuola.”
In seguito alla tua esperienza che consiglio daresti a
coloro che devono fare scelte importanti nello sport? “Grazie alla mia esperienza ho imparato
che ogni sport è bello a modo suo. Il calcio è divertente e si gioca in
squadre, nell'atletica sei solo ma ti regala delle soddisfazioni immense.”
Come ha contribuito lo sport al tuo benessere e quali fattori hanno
contribuito alla tua performance? “Lo sport sicuramente insegna a vivere
con uno stile di vita sano. Il presupposto essenziale per la performance è
semplicemente non pensarci troppo dando a ogni cosa il suo giusto tempo (nel
caso dell'atletica le due ore di allenamento quotidiano) e non facendo
diventare il risultato un'ossessione.”
Riesci a immaginare una vita senza sport? “In questo momento decisamente no,
quando mi capita di stare fermo per qualche giorno a causa di un infortunio
divento nervoso e ho voglia di riprendere subito. Certamente però dopo i trent’anni
diventa difficile fare sport e in particolare ad alti livelli.”
Quale alimentazione segui prima, durante e dopo una gara? Usi farmaci,
integratori? Per quale motivo? “Prima di una gara cerco di non variare
le mie abitudini alimentari, di solito pasta e pomodoro e un pezzo di
parmigiano a pranzo e una mela un'oretta prima. Dopo la gara se è andata bene
mi concedo qualche porcheria ad esempio pizza o kebab. Uso un integratore di
sali minerali e vitamine perché me l’ha consigliato un nutrizionista.”
Scelta
vincente non si cambia, soprattutto se è consigliata e consolidata, dopo la
gara qualche eccesso o stravizio non guasta, diventa una coccola per il palato.
Chi ha contribuito al tuo benessere nello sport o alla tua performance? “Sicuramente il mio allenatore e la
determinazione prima di una gara.”
Un
po’ di dotazione personale e talento bisogna averlo per diventare campioni o
comunque eccellere, poi il resto lo fa l’allenatore che ti indirizza, ti
allena, ti conosce, sa quali possono essere le tue potenzialità e come
proseguire nel percorso del benessere e della performance, un passo alla volta,
sperimentando sempre più autoefficacia.
La gara della tua vita, dove hai dato il meglio di te o hai sperimentato le emozioni più belle? “Fino a ora i Campionati Italiani Assoluti di Trieste dove ho fatto il personale sui 3000 siepi di 8'58". vincere
la mia serie è stato stupendo e ancora di più arrivare a quel tempo che avevo
tanto sperato prima di allora.”
Bravo,
fino a ora, perché bisogna crederci sempre che il meglio deve ancora venire
considerando anche la giovane età.
Il 2 luglio 2017 si sono svolti i Campionati Italiani Individuali Assoluti su Pista, organizzati dal CR FIDAL Friuli-Venezia Giulia – Trieste e per quanto riguarda i 3000 siepi, Antonio Catallo (FG202 U.S. Foggia Atl. Leggera) ha vinto la sua serie in 8’58”84 precedendo Giovanni Gatto (TN109 U.S. Quercia Trentigrana 8’59”43 e Nicolò Olivo (VR761 Atl. Insieme New Foods VR) 9’01”92.
Il Campione Italiano è stato Ala Zoghlami (PA001 A.S.D. C.U.S. Palermo) in 8’36”.42, precedendo Ahmed Abdelwahed (MC001 C.U.S. Camericno A.S.D.) 8’36”73 e Giuseppe Gerratana (RM053 C.S. Aeronautica Militare) 8’41”59.
Nel complesso Antonio Catallo si classifica in decima posizione assoluta e primo categoria JM, guadagnandosi una convocazione in nazionale ai Campionati Europei Junior di Grosseto.
Quale tua esperienza ti può dare la convinzione di potercela fare nello sport o nella vita? “Sicuramente l’esperienza degli Europei
u20 di quest’anno mi ha insegnato tanto soprattutto a crederci fino all'ultimo
visto che la convocazione è arrivata dopo una stagione andata un po' così e
così.”
Se
lavori bene, se dimostri di valere, prima o poi arriva la chiamata, sullo sport
non s’inventa niente i valori degli atleti si conoscono, la notizia gira e
arriva alle persone giuste, importanti e decisive, si tratta di numeri da fare
e da rispettare, di prestazioni da mettere in campo.
L’esperienza
internazionale è un valore aggiunto soprattutto per i giovani atleti, per i
giovani talenti che si confronta con altri atleti con diverse modalità di
interpretare la gara, con diverse modalità di prepararsi alla gara, di
interagire con il proprio allenatore, con il proprio staff, si impara tanto.
Cosa pensano familiari e amici della tua attività sportiva?
Come è cambiata la tua vita? “I miei familiari e i miei amici sono
entusiasti e orgogliosi che un loro parente/amico faccia sport a livelli
discreti. La mia vita non è cambiata poi tanto visto che vivo sempre a casa e
frequento ancora la scuola.”
Ti va di descrivere un episodio curioso o divertente della tua attività
sportiva?
“Sì, l'anno scorso sono andato in viaggio d'istruzione con la mia scuola a
Venezia per quattro giorni nei quali non mi sono allenato ho dormito
pochissimo. Il giorno dopo ho corso di mattina i 1000 in 2'27"7 rimanendo
sbalordito per il fatto che fossi arrivato a quella maniera alla gara.”
Soprattutto
quando si è giovani e la mente è libera e sgombra si riescono a fare cose
strepitose, il fisico risponde benissimo, soprattutto non si ha ancora la
percezione totale di quello che si è in grado di fare, l’atleta con l’allenatore
possono scolpire corpo e obiettivi sempre più ambiziosi.
Cosa hai scoperto del tuo carattere nel diventare atleta? Quali meccanismi psicologici ti aiutano nello sport? “Nella vita sono di solito molto
spregiudicato e non programmo nulla, l'atletica mi ha sicuramente insegnato a
essere più metodico e a rispettare quello che mi impongo come gli allenamenti.”
Ogni
cosa ha bisogno di caratteristiche, qualità, capacità, metodo, lo sport
necessita di metodo, passione, attenzione, impegno, determinazione,
consapevolezza.
Quali capacità, risorse, caratteristiche, qualità che hai
dimostrato di possedere?
“Come risorsa ho nella corsa la falcata molto ampia, che, tuttavia, è a volte
il mio punto debole, soprattutto nelle volate e negli sprint finali.”
Intanto
questa è una consapevolezza che poi ci si può lavorare su e cercare di
rimediare con opportuni allenamenti specifici e mirati finalizzati allo sprint
per sorprendere sempre se stessi e gli altri.
Che significa per te partecipare a una gara? Hai sperimentato
l’esperienza del limite nelle tue gare? “Significa prima di tutto confrontarmi
con me stesso prima che con gli altri. Credo di averla sperimentata in quelle
gare alla fine delle quali so di aver dato più del possibile e in cui non posso
rimproverarmi niente. È una sensazione molto positiva che spinge a spostare quel
limite ancora un po' più in là.”
Un
buon adattamento alle esperienze performanti spostare sempre più in la l’asticella,
crederci sempre di più, lavorare sempre con convinzione e dedizione.
Quali sensazioni sperimenti facendo sport:
pre-gara, in gara, post-gara? “Vivo il pre-gara con molta ansia e
faccio attenzione veramente a tutto per arrivare in condizioni ottimali. In
gara poi, si sa, dopo la sparo non si pensa a nulla e il resto viene da sé se
deve arrivare. Il post-gara è decisamente la parte più goliardica, preferisco
di solito uscire con gli amici e fare tardi la sera, soprattutto se la gara è
andata bene.”
Importante
è conoscersi e comprendere che l’ansia del pre-gara poi non è né bloccante né disfunzionale
ma è qualcosa che come viene così se ne va, quindi accoglierla e lasciarla
andare, la cosa più importante poi diventa il flow che si sperimenta in gara,
quella sensazione che tutto fila liscio, tutto scorre come vogliamo fino all’arrivo,
tenendo sotto controllo noi stessi e l’avversario.
Quali sono i tuoi pensieri? “Quando le cose vanno bene è facile
pensare che tutti i sacrifici e la preparazione non siano stati vani. Il
problema è quando i risultati non arrivano pur avendo seminato tanto. È
importante però rimanere sereni e continuare sulla propria strada se siamo
convinti che è quella giusta.”
Antonio
nonostante la giovane età ha già acquisito abbastanza esperienza in campo
nazionale e internazionale e sembra reggere bene eventuali difficoltà o crisi.,
sembra avere un buon approccio alla gara e al risultato qualsiasi esso sia.
La tua gara più difficile? “La gara più difficile è stata per me
il Campionato Italiano 2017 di 1500. Non ero arrivato in forma per una serie di
motivi e pur avendo dato tutto e aver sofferto tanto in gara ho ottenuto un
quinto posto e un tempo che non mi hanno soddisfatto nemmeno lontanamente.”
Una gara che ritieni non poter mai riuscire a portare a termine? "Una gara che so di non poter portare a termine attualmente è sicuramente una maratona, ma c'è tempo per provare anche quella".
Ora
non è il momento per la maratona, la strada è lunga, meglio concentrarsi su
quello che sembra essere una grande potenzialità al momento Poi si vedrà con il
tempo tutto cambia.
Quali sono le difficoltà nella tua disciplina? Quali condizioni fisiche o ambientali ti hanno indotto a fare una prestazione non
ottimale?
“Le difficoltà possono essere le condizioni meteorologiche in quelle gare dove
si corre per il tempo. È ovvio che in una gara dove conta vincere le difficoltà
sono identiche per tutti. Riguardo quelle fisiche, arrivare magari
"acciaccato" o febbricitante a una gara aumenta ovviamente il rischio
di non concluderla o farlo ma in maniera negativa.”
Cosa ti ha fatto mollare o cosa ti fa continuare a fare sport? Come hai
superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni? “In questo momento so vivendo un
periodo difficile a causa di una leggera seppur fastidiosissima infiammazione a
un tendine d'Achille. Sono 20 giorni che non mi alleno regolarmente, tuttavia
in questo come in altri casi l'importante è seguire i consigli dell'allenatore
e dei medici e cercare di tornare più forte di prima. Adesso non sto pensando
di lasciare l'atletica, anche perché la vedo ancora come un gioco e mi vedo
come un dilettante. In futuro vedremo.”
Molto
chiaro, in questi casi c’è bisogno di avere vicino persone che ti comprendono,
che ti consigliano, che soprattutto non ti abbandonano.
Ti è capitato di avere la sensazione che ti cascasse il modo addosso? Come
sei riuscito a continuare?
“Nell'aprile di quest'anno pur venendo da un invernata di allenamenti sentivo
di non essere più quello di qualche mese prima, ho fatto un test del lattato
(che per il mezzofondista è importantissimo) ed è andato malissimo. Sembrava
davvero che mi fosse cascato il mondo addosso, almeno dal punto di vista
sportivo. Per uscire da questa situazione non ho fatto altro che continuare ad
allenarmi poco (o meglio, il giusto) e bene come sono solito fare e si è
addrizzato tutto.”
Bisogna
essere pazienti e accogliere quello che c’è, poi piano piano da soli o con l’aiuto
di altri le cose si possono risolvere e riprender con più entusiasmo, grinta e
nuove energie.
Un tuo messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarli ad
uno sport di fatica, impegno, sofferenze? “Io inizialmente praticavo uno sport
molto più popolare, il calcio. I motivi che possono spingere un ragazzo/a a
fare atletica sono sicuramente le soddisfazioni smisurate che si ottengono e il
riuscire ad avere successo solo con i propri mezzi e assumendosi le proprie
responsabilità, cosa che non accade nel calcio. Dulcis in fundo, ci sono un
sacco di belle ragazze che fanno atletica che un maschietto che va a scuola
calcio non potrà mai conoscere.”
Interessante
questa risposta, fare sport per rimorchiare, un ottimo spot. Da diffondere.
C’è stato il rischio di incorrere nel doping nella tua carriera
sportiva?
“Nella mia breve carriera non mi sono mai trovato in queste situazioni anche
perché sono ancora giovane, tuttavia sono sicuro di allontanare questo pericolo
sia perché è sbagliato eticamente ma il doping danneggia anche il corpo umano a
lungo andare.”
Parole
sante, il doping diventa un cancro per se stessi, per lo sport e per l’intera
società.
Un messaggio per sconsigliare l’uso del doping? “Direi semplicemente che l'obiettivo
dello sport è arrivare a toccare i propri limiti per superarli ma solo con le
proprie potenzialità e con sacrifici, cosa che non avrebbe senso con il doping
perché tocchiamo il limiti degli steroidi anabolizzanti o dell'eritropoietina e
non di noi stessi.”
Certo
perché prendere in giro se stessi e gli altri, alla lunga si pagano conseguenze
gravi.
Ritieni utile la figura dello psicologo dello sport? Per quali aspetti
e fasi dell’attività sportiva? “La figura dello psicologo può essere
importante credo solo nelle fasi più intense della vita di un atleta, quelle in
cui gli allenamenti cominciano a diventare tanti, forse troppi e non si reggono
non tanto fisicamente, ma soprattutto mentalmente.”
Se potessi tornare indietro cosa faresti o non faresti? “Credo nulla, e anche se ci fosse
qualcosa che mi fa avere rimpianti è inutile pensarci, bisogna guardare avanti
e non perché è una frase fatta o è bello da dire ma perché quel che fatto è
fatto.”
Quali sogni hai realizzato e quali quelli da realizzare? “Un sogno che ho realizzato è stato
vestire la maglia azzurra agli Europei U20 quest’anno e U18 l’anno scorso.
Quello da realizzare ancora è vincere una medaglia internazionale con questa
maglia.”
Un ottimo
percorso per Antonio fin ora, l’augurio è di continuare a vestire la maglia
azzurra nei prossimi anni e continuare a fare i suoi best performance nelle
varie distanze che predilige.
Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
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