sabato 16 dicembre 2017

Maddalena Lanzilotti: La prima 24h, non pensavo di poter fare tanti km

Matteo SIMONE 

Il mondo delle ultramaratone appare bizzarro, sorprendente, fantastico e a volte meraviglioso, si incontrano persone che si mettono in gioco partecipando a gare di lunga durata, si condivide fatica e gioia, ristori e arrivi.

Di seguito. Maddalena racconta la sua prima esperienza ad una gara di corsa della durata di 24 ore a circuito, rispondendo ad alcune mie domande.
Ciao Maddalena, che sapore ti ha lasciato questa 24 ore? Avuto problemi, criticità? “Per me era la prima 24h, mi ha lasciato sicuramente una grande soddisfazione in quanto non pensavo di poter fare tanti km. Non ho avuto problemi particolari, ho gestito il tutto fin dal primo km e il mio fisico ha risposto pienamente.”
Cosa lasci e cosa porti a casa? “Sicuramente porto un’esperienza unica e per me molto importante che mi ha dato la consapevolezza di poter affrontare chiaramente il prossimo anno gare simili.
Hai conosciuto altri atleti? Curiosità? Sorprese?Sì, conosciuto Fausto Parigi con cui ho scambiato due chiacchiere e che ringrazio per avermi dato qualche consiglio durante il percorso, ne farò tesoro. Altro compagno, che ringrazio, con cui abbiamo condiviso tanti, tanti, tanti km durante la 24h è Paolo De Bernardi, ci siamo trovati, avevamo lo stesso passo, tutti e due alla 1^ esperienza nella 24h, ci siamo aiutati a vicenda, abbiamo riso, parlato e cantato durante la notte, specialmente  abbiamo condiviso i ristori e tagliato il traguardo della nostra prima 24h ore insieme. Un ringraziamento particolare anche a Marinella Satta che durante il percorso mi incitava.”
Quali sono ora tue mete, direzioni, obiettivi?Sicuramente per il 2018 ho degli obiettivi che però scaramanticamente preferisco non divulgare e magari ne parleremo nei prossimi mesi.

Si torna a casa con sempre più consapevolezze, pronti a prendere nuove direzioni per raggiungere nuove e mete e obiettivi e cercare sempre di trasformare songi in realtà impegnandosi a fondo, credendoci tanto e sempre con passione, con il cuore, il corpo e la testa e con un team che ti sostiene, incoraggia e supporta.
C'è un alimento particolare che hai assunto in gara?
Alimento che maggiormente ho assunto in gara? Sicuramente zenzero, papaya e sali minerali. E, comunque, ogni tanto introducevo qualcosa, alternando tra salato e dolce, per non far insorgere la nausea.”

Interessanti questi alimenti, ognuno ha i suoi alimenti in base all’esperienza e ai consigli ricevuti.
Quale è stata la sosta maggiore nelle 24ore?Fin da subito avevo deciso di sostare non appena avrei fatto le 12 ore di gara e quindi metà della gara, e così è stato, quindi cena veloce con riso, parmigiano e passato di verdure. Poi toilette e telefonata a mio marito per avvertirlo che stavo bene ed ero felicissima perché avevo appena fatto 100km sotto le 12 ore, per me quello era già un trionfo.”

E in effetti posso capire Maddalena che considero fortissima, io stesso sulla 100km ho 12h10’ di personale, quindi lei fortissima considerato che aveva da correre per altre 12 ore. Le donne sempre più performanti, resistenti e resilienti soprattutto nello sport di endurance, a volte superano gli uomini, diventano vincitori assoluti.
Come ti prendi cura di te ora dopo una gara di 24 ore di corsa?
Per me è stata la prima volta, così ho preferito prendermi una settimana di riposo dalla corsa; solo lavoro, casa e lunghe camminate con la mia cagnolina Neve. Poi ho cercato di integrare con ferro, vitamine e legumi in quanto, di tanto in tanto, la mia salute ne ha bisogno perché i loro valori calano.”

E certo questo sport diventa usurante e ti svuota serbatoi e valori, importante ogni tanto la giusta reintegrazione, il giusto risposte recupero, le giuste distrazioni, e le opportune coccole e autoprotezioni.
Cosa hai raccontato a casa, al lavoro, agli amici dopo la gara di 24 ore di corsa? Al lavoro in genere non tratto l’argomento mentre a casa e agli amici ho cercato, tramite i miei racconti, di trasferire a loro le emozioni da me provate! Grazie di cuore Matteo!

E già, chiamateli pure masochisti, in realtà le sensazioni sono strane e diverse ma comunque molto uniche e ricche, emozioni particolari e uniche che ti fanno star bene per giorni e giorni.
Un’intervista a Maddalena è riportata nel libro La 100km del Passatore. Una gara fra coraggio e resilienza.  
La 100km del Passatore. Una gara fra coraggio e resilienza: Cosa significa correre una gara di 100km? Quali meccanismi psicologici aiutano ad allenarsi e gareggiare con coraggio e resilienza? La 100km del Passatore è una classica e famosa gara di corsa a piedi da Firenze a Faenza.  
È un libro che racconta di atleti di livello nazionale e internazionale ma anche di atleti che hanno la passione della corsa di lunga distanza e la lettura delle interviste aiuta a vedere con occhi diversi questa pratica sportiva, una pratica da avvicinarsi con cautela, attenzione, preparazione.
Sono trattati aspetti della psicologia dello sport quali lo sviluppo della consapevolezza delle proprie capacità e limiti; il grande e importante lavoro della definizione oculata degli obiettivi chiari, difficili, sfidanti ma raggiungibili; il lavoro dell'autoefficacia, il graduale fare affidamento su se stesso.
 

Matteo SIMONE 
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR 
21163@tiscali.it +393804337230 

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