Matteo Simone
Di Gioia Giuseppe, A.S.D. Running Academy Lucera conclude la maratona di Firenze in 03:29:08, real time 03:25:24.
Quando fai il tuo dovere negli allenamenti,
nella preparazione per qualcosa di importante puoi presentarti il giorno
dell’evento alla partenza contento, soddisfatto, sicuro e determinato per
quello che hai fatto e poi quello che viene viene si porta a casa sempre una
ricca esperienza come è solito fare nell’ambiente degli ultrarunner.
Di
seguito Giuseppe rcconta la sua esperienza rispondendo ad alcune mie domande
prima della maratona di Firenze.
Ti senti pronto?
“La sensazione è quella di essere pronti come si è sempre all'erta perché
imprevisti possono esserci sempre. Comunque dopo 3 mesi di preparazione ormai
sono carico.”
Sensazioni, emozioni, pensieri prima, della gara? “Le sensazioni che ho sono quelle che
mi accompagnano ogni vigilia, certo da un lato c'è una sorta di stanchezza
mentale per i carichi di lavoro, che poi svanisce nel pre-gara (com'è normale),
però le emozioni che si provano quando fai parte di grandi eventi è impagabile,
e la cosa che amo sono proprio i preparativi che vivo come una sorta di rituale.”
Quali saranno le strategie di gara? “Non ho una strategia in particolare
anche perché in queste gare è importante rimanere concentrati dall'inizio e non
sfasare in nessun punto come non saltare i ristori e alla fine ciò che conta è
come si arriva al fatidico 36 km.”
Vero
la gara è lunga bisogna sapersi gestire chilometro per chilometro, attenti a
ciò che si sente e come si sta in gara, valutando volta per volta se l’andatura
è quella giusta da poter tenere fino alla fine.
Ti consigli con un team: famiglia, amici, figure professionali? “Sicuramente mia moglie è la mia
motivazione e aiuto principale, ma i consigli e gli allenamenti del mio Coach
Antonio Di Gioia sono essenziali perché è lui che mi conosce dal lato sportivo
e sono le uniche persone di cui mi fido al 100%.”
Bello
e importante avere figure di riferimento soprattutto se si tratta di una
moglie accanto che ti sostiene e ti supporta e un allenatore di fiducia che sa
darti le giuste direttive conoscendoti bene e avendoti seguito nel lungo
percorso di allenamenti e di test verso la maratona.
E’ cambiato nel tempo il tuo modo di preparati a gare importanti? “Nel tempo certo sono cambiati i preparativi e la cura maniacale dei dettagli, c'è anche la Consapevolezza che gli imprevisti ti possono scombinare i piani fatti, e quindi devi mettere in conto tutto per non trovarti spiazzato, parlo di tutto dall'abbigliamento all' alimentazione basti pensare che ho sempre con me la colazione "solita" per esempio perché è essenziale usare ciò a cui si è abituati.”
Giuseppe
è uno che le cose le vuole fare bene, non vuole trascurare niente, s che non è
importante solo l’allenamento fisico ma anche quello nutrizionale, il vestiario
e l’allenamento mentale pertanto si confronta con atleti più esperti e altri
professionisti del settore dello sport sia direttamente sia documentandosi su
libri e articoli.
Utilizzi una preparazione mentale pre-gara? “La preparazione mentale è un fattore
molto importante se non il principale a cui attingo, cerco molto la
tranquillità specialmente nei giorni precedenti, la mattina sto sperimentando
una playlist musicale che mi da una carica particolare, perché la musica ha un n
potere incredibile. E poi ci sono i 'ricordi belli', quelli che nei
momenti di crisi ti portano al traguardo senza i quali sarebbe veramente dura.”
Diventa
importante allenarsi a ricordare i momenti belli e di riuscita in modo da
incrementare l’autoefficacia soprattutto nei momenti bui, dove eventuali
sabotatori interni possono suggerirti di fermarti o ti dicono che non vai bene,
che non ce la farai,. C’è bisogno di allenarsi mentalmente a tirare fuori
allenatori interni nel caso di bisogno che ti dicono le cose che vuoi sentirti
dire proprio in quel momento e cioè che ce la puoi fare, che ce l’hai fatta
altre volte, che dipende da te.
Coccole e autoprotezione hanno posto nel pre-gara? “Sinceramente non ho mai messo in conto
delle fasi di auto protezione o coccole, solo per mancanza di tempo in quanto
il lavoro mi assorbe totalmente fino al giorno pre-gara e poi appena
metabolizzata la gara si pensa già al prossimo traguardo.”
Nella
fase del ciclo del contatto che comprendere la consapevolezza dei propri
bisogni ed esigenze, il mobilitare le energie per soddisfare propri bisogni ed
esigenze, nel godere di quello che si è riuscito a fare, e la fase successiva
del ritiro e del recupero, pare che Giuseppe salti quest’ultima fase importante
e passi direttamente a quella della soddisfazione di nuovi bisogni senza
aspettare più di tanto.
Ricordi un’esperienza che ti dà la convinzione di potercela fare?
“L'esperienza più vicina nei miei ricordi è molto vicina in linea temporale,
settembre Ultramaratona delle Fiabe, affrontata senza neanche un allenamento
lungo o specifico, ma solo con un grande atteggiamento mentale. Chiusa in
grande e con un bel risultato. Da quel momento ho avuto la certezza che tutto
passa dalla mente e se c'è quella, ce la puoi fare!”
Un
bell’insegnamento appreso in gara, direttamente sul campo, con l’esperienza
diretta, non mettersi mai limiti, se vuoi puoi farcela con tanta convinzione
superando ostacoli e barriere.
Una parola o una frase detta da qualcuno che ti aiuta ad affrontare
la prossima gara?
“Le uniche frasi che mi hanno sempre accompagnato sono gli incoraggiamenti
della mia famiglia e del mio Coach, e la carica che deriva dalla propria
autostima.”
Tre
componenti a favore di Giuseppe: la sua famiglia, il suo coach e ancora più
importante se stesso. Da soli diventa più difficile.
Un messaggio rivolto agli organizzatori della prossima
gara?
“Ciò che credo sia importante trasmettere agli organizzatori è che se una
persona raggiunge determinati traguardi è anche e soprattutto grazie ai loro
sacrifici. E quindi è doveroso un grande grazie.”
Queste
sono belle parole ed è importante considerare l’impegno che ci mettono gli organizzatori
e che sempre non può andare tutto bene nonostante tutto.
Un’intervista a Giuseppe è riportata nel mio
libro La 100km del Passatore. Una gara fra coraggio e resilienza.
La 100km del Passatore. Una gara fra coraggio
e resilienza: Cosa significa correre una gara di 100km? Quali meccanismi
psicologici aiutano ad allenarsi e gareggiare con coraggio e resilienza? La
100km del Passatore è una classica e famosa gara di corsa a piedi da Firenze a
Faenza.
È un libro che racconta di atleti di livello nazionale e
internazionale ma anche di atleti che hanno la passione della corsa di lunga
distanza e la lettura delle interviste aiuta a vedere con occhi diversi questa
pratica sportiva, una pratica da avvicinarsi con cautela, attenzione,
preparazione. Sono trattati aspetti della psicologia dello sport quali lo
sviluppo della consapevolezza delle proprie capacità e limiti; il grande e
importante lavoro della definizione oculata degli obiettivi chiari, difficili,
sfidanti ma raggiungibili; il lavoro dell'autoefficacia, il graduale fare
affidamento su se stesso.
Psicologo, Psicoterapeuta,
Terapeuta EMDR
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