Essendo cieco totale, più che stare attento io, devono stare attente le mie guide
Se si vuole si riesce a fare tante cose, importante è decidere obiettivi e mete, studiarle a tavolino e pianificare il percorso per arrivarci nel miglior modo possibile.
Fare da guida a un atleta non vedente o
ipovedente è un’esperienza e un’opportunità unica e arricchente, bisogna
proporsi, bisogna sperimentarsi, bisogna essere scelti per fidarsi e affidarsi.
Di seguito approfondiamo la conoscenza di Loris
attraverso risposte ad alcune mie domande.
In
che modo lo sport ha contribuito al tuo benessere? “Lo
sport mi ha dato nuovi stimoli e opportunità.”
Nel
tuo sport quali sono le difficoltà e i rischi? A cosa devi fare attenzione? “Essendo
cieco totale, più che stare attento io, devono stare attente le mie guide, anche
se devi comunque fare sempre attenzione ai rumori che ti circondano.”
Diventa importante nello sport,
soprattutto per Loris, affidarsi e fidarsi, farsi guidare da qualcun altro, da
un altro atleta guida che condivide le sensazioni dello sport, che comprendono
sia benessere che performance.
Lo sport rimette al mondo.
Quali condizioni fisiche o ambientali ti hanno indotto a fare
una prestazione non ottimale? “L'eccessivo caldo o percorso
non adatto ad atleti disabili.”
Cosa
e quali persone hanno contribuito al tuo benessere nello sport o alla tua
performance? “Atleti guida sicuramente e il mio
preparatore atletico.”
Atleti guida diventano angeli di atleti
non vedenti o ipovedenti, ti guidano, ti portano, si occupano di te, sono
apprensivi, fanno attenzione, non possono distrarsi.
La gara della tua vita dove hai sperimentato le emozioni più belle? “Ogni
gara è un'emozione unica però l'emozione più forte è stata quando ho fatto il
pacer alla maratona dell'Alzheimer.”
Avere la responsabilità della prestazione
di un altro atleta può comportare una sensazione di ansia, di insicurezza, si
tratta di far bene per l’altro, di non poter fallire, ma se c’è cuore, se c’è
passione, se c’è motivazione, non ti preoccupi, ti metti scarpe e completino e
dai il massimo di te per l’altro, per condurre l’altro all’arrivo nel tempo
prefissato.
Quali meccanismi psicologici ti aiutano nello sport? “La
volontà di raggiungere l'obiettivo e di non mollare mai.”
Questo è lo sport che vogliamo,
prefissarsi una meta, un obiettivo e impegnarsi, allenarsi duramente, crederci
e non mollare.
Familiari e amici cosa dicono circa il tuo sport? “Ne
sono positivamente entusiasti ed alle volte anche increduli quando pensano alla
quantità di km che faccio ogni settimana.”
Familiari e amici non possono che essere
contenti della scoperta di un nuovo mondo dedicato allo sport performante che
fa sperimentare benessere e sensazioni impagabili.
Un episodio curioso o divertente della tua attività sportiva? “Le
prime volte che correvo, ancora nessuno mi conosceva, alcuni arrivando da
dietro vedevano il cordino che mi lega all'atleta guida e si affiancavano
chiedendo: "... ma siete gay? …" o domande simili, il divertimento
stava nel cercare sempre la risposta migliore.”
Ora sono in aumento atleti non vedenti e
ipovedenti che corrono accanto a guide atleti, le persone si stupiscono sempre
di meno, certo resta l’incredulità.
Cosa
hai scoperto di te stesso nel praticare attività fisica? “Che
ho forza e volontà da vendere.”
Quali
sensazioni sperimenti nello sport (allenamento, pre-gara,
gara, post-gara)? “L'emozione della partenza, l'adrenalina
che ti sale in gara, la soddisfazione all'arrivo qualunque sia il risultato.”
Ho visto Loris in occasione
della Spring Run a Ferrara dove lui era testimonial, l’ho visto riscaldarsi con
la guida, fare gli allunghi, sempre disponibile e gentile a farsi fotografare
con amici che glielo chiedevano, e poi alla partenza ascoltare le indicazioni
della sua guida atleta concludendo la gara di 7km a 3.50’ al km.
Quale
è stata la tua gara più difficile? “La Rimini - San Marino
con 3 pendenze oltre il 20% (d'altronde il primo non vedente a farla ancora
mancava).”
Loris è uno tosto che ama osare un po’ per
volta, per aprire nuove strade e nuovi percorsi, per tracciare la strada ad
altri.
Hai
rischiato di incorrere nel doping? Un messaggio per
sconsigliare il doping? "Assolutamente non ci ho mai pensato,
il duro lavoro, il sacrificio e bei piatti di pasta asciutta sono il miglior
doping del mondo".
Riesci
a immaginare una vita senza sport? “Assolutamente no.”
Come
hai gestito eventuali crisi, sconfitte, infortuni? “Nel
modo più semplice possibile, ritenendole come opportunità per migliorarmi.”
Potrebbe essere utile lo psicologo dello sport? In che modo e in quali
fasi? “Si potrebbe essere utile, soprattutto nei giorni
pre-gara dove tutti i dubbi ti assalgono.”
Quale
messaggio vuoi rivolgere ai ragazzi per farli avvicinare a questo sport? “Preferisco
considerare tutti gli sport come un mezzo di aggregazione, contatto con il
mondo esterno, acquisizione di regole e soprattutto un modo di socializzare
alternativo ai social.”
Sogni realizzati? “Aver inaspettatamente vinto i Campionati italiani di mezza maratona e maratona paralimpica.”
Domenica 5 marzo 2017, a Oristano si sono svolti i Campionati Italiani di Mezza Maratona e Loris Natale Cappanna si è aggiudicato il titolo tricolore, categoria T11, in 1h25’36”, accompagnato dall’atleta guida Matteo Batani e dall’altra guida Andrea Onofri come riserva.
Domenica 2 aprile 2017, a Roma si sono svolti i Campionati Italiani Paralimpici di Maratona e Loris Cappanna si aggiudica il titolo italiano paralimpico nella categoria T11, accompagnato dagli “atleti guida”, Cesar Radic, Andrea Onofri e Matteo Battani, chiudendo in 3h13’.
Affidarsi e fidarsi, è quello che si può
sperimentare nello sport, è quello che si sperimenta correndo e camminando con
gli atleti con disabilità visiva.
Un’intervista a Loris è riportata nel libro “Triathlon e Ironman. La psicologia del triatleta”, Prospettiva Editrice, Civitavecchia, settembre 2019.
Gli atleti vanno alla ricerca di sensazioni positive e di benessere, ed alla ricerca della sfida, per verificare quanto si è capaci a perpetrare uno sforzo nel tempo.
Gli atleti considerano l’importanza del fattore mentale, affermando che non basta solamente l’allenamento fisico, ma è opportuno sviluppare anche aspetti mentali, quali la caparbietà, la tenacia, la determinazione e questi aspetti poi saranno utili anche per la vita quotidiana; infatti, essi permetteranno di saper gestire e affrontare determinate situazioni considerate difficili.
Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
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