giovedì 14 dicembre 2017

Luca Cagnati: Fare sport (qualsiasi) è la migliore palestra di vita


Lo sport non è tutto nella vita, ma può diventare una fetta importante, una componente importante che a volte fa da trampolino nella vita, dà le basi e le fondamenta per vivere meglio la quotidianità e anche la difficoltà soprattutto se si tratta di sport di endurance o comunque complessi dove bisogna mettere in campo non solo qualità fisiche ma anche mentali e di management di se stessi e dell’ambiente circostante, una vera e propria scuola di addestramento alla vita e a superare imprevisti, crisi, difficoltà.

Di seguito, Luca racconta la sua esperienza e le sue impressioni rispondendo ad alcune mie domande.
Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita?Più che campione nello sport, mi sono sentito realizzato, o felice per un risultato raggiunto, penso che essere campione nello sport ma non nella vita di tutti i giorni non sia una cosa che ti fa sentire realizzato, ci vogliono entrambe le cose.”
Come hai scelto il tuo sport? Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta?Ho scelto il mio sport perché mi piace praticarlo, ma son appassionato anche di altri sport di resistenza, non solo del mio. Ho iniziato a 7 anni a gareggiare nello sci e nella corsa, ed ora sono ancora qua che gareggio. Il mio percorso è venuto da se, per passione e divertimento. Quando non mi divertirò più smetterò.
Nello sport quali fattori o persone hanno contribuito al tuo benessere o performance?I fattori principali son stati i risultati, e le amicizie che ho trovato nell’ambiente sportivo.

La passione diventa un buon motore per far sport, un buon punto di partenza, poi si può sperimentare altro come il contatto con l’aria aperta e con la natura a volte unica e incontaminata; poi se si scopre di valere, di essere competitivo, di primeggiare, il resto viene da solo e basta curare un po’ di più gli aspetti utili a migliorare la performance e continuare a dedicarsi con passione, intenzione, dedizione.
Quali meccanismi psicologici ritieni abbiano contribuito, nello sport, al benessere o performance?Sicuramente la determinazione nell’essere costante negli allenamenti, ma ci sono anche dei meccanismi che ti bloccano o impediscono di fare quello che vorresti come la tensione per i risultati o i periodi "no".”
Qual è stata la gara dove hai sperimentato le emozioni più belle?Ce ne sono tante, non necessariamente una vittoria, solitamente quelle in cui c'è stato il tifo più forte o l’atmosfera più bella.”
La tua gara più difficile?Anche qui più di una, quelle in cui non riesci a dare quello che vorresti.”
Un’esperienza che ti può dare la convinzione di potercela fare nello sport o nella vita?Le esperienze in cui arriva un risultato inaspettato, ti danno la consapevolezza che puoi raggiungere quello che vuoi.”
Un episodio curioso o divertente della tua attività sportiva?Nella mia prima gara a 7 anni in partenza caddi e mi ruppi un braccio, ripartii e arrivai comunque sesto. La settimana dopo con il braccio ingessato arrivai sul podio.
Quali sensazioni sperimenti facendo sport (pre-gara, gara, post-gara)?Nel pre-gara sempre tensione, tanta. In gara sensazioni sempre diverse: "oggi sto bene", “oggi non vado avanti", "adesso mi fermo", nel post gara quasi sempre consapevole di aver potuto dar di più. È difficile che sia veramente soddisfatto dopo una gara.”

Bella e importante testimonianza da parte di Luca, per far capire che ognuno vive lo sport a modo suo, con le sue tensioni e preoccupazioni, con le sue soddisfazioni e insoddisfazioni, dagli ultimi ai primi, siamo tutti sullo stesso treno dello sport.
Ognuno si impegna, fa un percorso, si mette in gioco, si testa in allenamento e in gara, poi certo vincitori sono pochi e lì c’è di mezzo prima di tutto il talento e poi gli altri aspetti che costruiscono la performance e da non sottovalutare l’aspetto mentale che stabilizza la persona soprattutto in gara, che ti rende consapevole di quello che stai facendo e come far meglio e superare soprattutto i blocchi mentali che ti vogliono ostacolare o eventuali sabotatori mentali che ti remano contro.
Quali sono le difficolta e i rischi? A cosa devi fare attenzione nel tuo sport?Le difficoltà e i rischi sono tanti. Dal rischio di infortuni alla difficoltà nell’allenarsi in certe condizioni metereologiche. Bisogna stare attenti a mille fattori che possono far la differenza come l’alimentazione e il recupero, oppure il rischio di overtraining.”
Quali condizioni fisiche o ambientali ti hanno indotto a fare una prestazione non ottimale?Le condizioni in cui ho fatte brutte performance son quelle in cui avevo carenza di ferro. Condizioni ambientali nessuna, le condizioni sono sempre le stesse per tutti in gara. Si gareggia contro gli altri o contro te stesso ma mai contro il meteo.”
Cosa ti fa continuare a fare sport?Fare sport mi piace e mi fa stare bene, se non mi alleno per un po’ di tempo, sento che mi manca qualcosa.  Le gare sono un‘altra cosa, non lo considero un bisogno primario.”
Come hai superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni?Con la determinazione di non mollare, crisi momenti difficili o infortuni fanno parte della vita di tutti gli atleti, prima o poi capitano a tutti.”
Un messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarli allo sport?Fare sport (qualsiasi) è la migliore palestra di vita per crescere anche nella vita, non si può vivere e crescere solo di smartphone e social network, quando non c’erano era meglio, penso si apprezzassero di più le cose semplici. Ora la nostra vita è una vita virtuale.  Non sarebbe male tornare indietro di 20 anni.”

Vero, molti preferiscono la vita comoda e ricca di confort, preferiscono non rischiare di sporcarsi, sudare, cadere. Molti non si vogliono esporre, non vogliono rischiare di mettersi in gioco, di fallire, di sbagliare, di perdere.
C’è stato il rischio di incorrere nel doping? Un messaggio per sconsigliarne l’uso? Nel mio caso no, non ho mai fatto uso di sostanze proibite, né mi  hanno mai  proposto di  farlo ma chi dice che in certi  sport "minori" non esiste il  doping è un ipocrita secondo me, il fenomeno del  doping c'è in tutti  gli  sport, dal primo all'ultimo, in tutte le categorie di atleti, dall'amatore al  professionista. Il mio  messaggio  per sconsigliare il doping è: doparsi  fa male alla salute, perché è come drogarsi, ma soprattutto sei un perdente, un imbroglione, uno scorretto.

Purtroppo c’è sempre qualcuno che confonde lo sport con potere e soldi, o qualcuno che può avere una personalità fragile e cascare nell’illusione che il doping possa essere un aiutino a costo zero dal punto di vista del benessere fisico e mentale, chi ci casca poi conosce il prezzo che ha pagato in termini di salute e di visibilità oscurata dalla sua condotta disdicevole.
Familiari e amici cosa dicono circa il tuo sport?I miei familiari mi hanno sempre incentivato e seguito nel mio  sport, cosi  come i  miei amici, anche se tante volte mi  fanno notare che dal mio  sport ho anche preso  delle "fregature", che se avessi  preso  altre strade sportive  la mia vita sarebbe stata più facile, e questo  a volte lo penso  anch’io  con  qualche rimpianto.”

La vita non è facile per nessuno, non è lineare, non è scontate bisogna assumersi dei rischi e delle responsabilità, bisogna avere delle intenzioni, passioni, prendere decisioni e scegliendo fare delle rinunce, nello sport come nella vita dalla scelte scolastiche a quelle lavorative a quelle familiari.
Cosa hai scoperto di te stesso nel praticare attività fisica?Ho  scoperto che le mie performance dipendono quasi sempre dal mio stato emotivo e non da quello  fisico. Quante gare o  anche stagioni  ho  buttato  a causa della testa e non delle gambe.”

E questo è vero, si può fare tutto il dovuto, tutti i compiti a casa, tutta la preparazione utile, importante e indispensabile di questo mondo ma poi in gara entrano in gioco tanti altri aspetti e incognite, non gareggia solo la parte fisica, ma anche quella mentale, emotiva, affettiva, tante sensazioni ed emozioni che combattono tra di loro che cerca di comunicare e di darsi spazio l’uno con l’altro trovando ogni volta il giusto accordo e cercando di fare il massimo per venirne fuori nel miglio modo possibile.
Riesci a immaginare una vita senza sport?Riesco  a immaginare una vita senza competizioni, ma senza praticare sport, quello no.
Hai mai pensato per infortuni o altro di smettere di essere atleta?Certo, più di una volta e sempre per i miei stati  emotivi, ma alla fine non ho mai  mollato.

L’esperienza aiuta a sviluppare consapevolezza, a conoscersi sempre di più, ad accettare se stessi anche se non totalmente; momento per momento valutare cosa è meglio per se stessi e per il proprio team.
Se potessi tornare indietro cosa faresti o non faresti?Tornassi indietro punterei di più nello sci  nordico e non nell'atletica perché forse ora sarei professionista. Però se non avessi fatto atletica non avrei  conosciuto la mia attuale  ragazza, quindi non è stata proprio una sconfitta la mia.”

Questa è una bella e coraggiosa dichiarazione, c’è sempre un rovescio della medaglia, da una parte c’è il professionismo dall’altra c’è l’amore per qualcosa, a volte vince il romanticismo a volte vince la performance, entrambe non guastano.
Ritieni utile la figura dello psicologo dello sport? Per quali aspetti e in quali fasi?Penso che la psicologia nello sport sia importante nei casi come il mio, dove lo stato emotivo a volte non ti permette di  raggiungere i  risultati  voluti. Parlare con una persona che può aiutarti a migliorare  penso sia una cosa valida e da fare.”

A volte c’è necessità di mettere un po’ di cose a posto, di organizzarsi, sistemare pensieri, sensazioni ed emozioni, provare ad ascoltare tutto, a dare il giusto valore a tutto, ma gestendoli nei momenti opportuni e con la calma e l’attenzione necessaria, attraverso metodi e tecniche che possono essere di attivazione ottimale, di focalizzazione e attenzione per esempio.
Prossimi obiettivi? Sogni realizzati e da realizzare?Il prossimo  obiettivo è quello di fare il lavoro che voglio, il Vigile del  Fuoco come mio papà ed è anche il mio sogno per ora, speroanzi  devo  realizzarlo.  I sogni realizzati fan parte del passato, quindi adesso bisogna guardare avanti e pensare a quello  che verrà.”

Uno sguardo al presente, uno al passato e uno al futuro sarebbe l’ottimale, i sogni realizzati restano come base e fondamenta di una personalità che ha dimostrato di essere valido e capace; esperienze di successo, benessere e competenza dimostrata aiutano a sentirsi più sicuri e fiduciosi, incrementano l’autoefficacia nel dedicarsi ad altre mete e obiettivi sia nello sport che in ambito lavorativo o relazionale.
Interviste a Luca sono riportate nei libri: 
Sogni olimpici Aspetti, metodi e strumenti mentali di competenza dello psicologo per trasformare il sogno olimpico in realtà”. Presentazione: Isabel Fernandez. Prefazione di: Sonia De Leonardis.  
https://www.aracneeditrice.eu/it/pubblicazioni/sogni-olimpici-matteo-simone-9791259943088.html   

Correre con la mente. Perché correre? Come iniziare? Superare le avversità, raggiungere obiettivi, realizzare sogni”, Matteo Simone, pubblicato da Progetto Cultura.

Psicologo clinico, Psicoterapeuta Gestalt
380-4337230 - 21163@tiscali.it
http://www.ibs.it/libri/simone+matteo/libri+di+matteo+simone.html

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