Psicologo, Psicoterapeuta
A partire da oggi costruisci un piano per il tuo futuro, ora che c’è più consapevolezza crea un calendario per raggiungere il tuo obiettivo, buona fortuna, goditi il tuo viaggio.
Sviluppare Consapevolezza, percorso di
autoconsapevolezza che possa agevolare la progressione nei sotto elencati stadi
teorizzati con il modello transteoretico Di Clemente e Prochaska: fase
precontemplativa, fase contemplativa, azione, mantenimento, uscita dal problema.
Nella fase precontemplativa, i soggetti non sono
consapevoli o interessati alle conseguenze del proprio
comportamento nocivo e quindi non esprimono alcuna intenzione di cambiare
nell’immediato futuro.
Nella fase contemplativa
si trovano le persone che dichiarano di aver pensato di cambiare il
comportamento ma senza assumersi ancora impegni precisi verso una modifica.
La fase di azione: il soggetto si convince di essere capace di cambiare e si impegna nel modificare il proprio comportamento per un certo periodo. (Paolo: «Per quanto riguarda la mia dieta, ti informo che, grazie ai tuoi preziosi consigli, in queste due settimane ho raggiunto i miei primi "piccoli" obiettivi: «Ho perso un chilo e settecento grammi.»)
La fase di azione: il soggetto si convince di essere capace di cambiare e si impegna nel modificare il proprio comportamento per un certo periodo. (Paolo: «Per quanto riguarda la mia dieta, ti informo che, grazie ai tuoi preziosi consigli, in queste due settimane ho raggiunto i miei primi "piccoli" obiettivi: «Ho perso un chilo e settecento grammi.»)
Quando l’azione si
mantiene per un tempo superiore, si dice che la persona ha raggiunto lo stadio
del mantenimento.
Di seguito alcune
testimonianze di atleti che attraverso lo sport sono riusciti a raggiungere
obiettivi nella vita e nello sport scoprendo risorse personali nascoste,
Di seguito, l’ultramaratoneta Lara La Pera illustra la sua esperienza
invitando le persone a mettersi in movimento: Quale può essere un messaggio
rivolto ai ragazzi per avvicinarsi al tuo sport? “La vita è movimento, non è staticità. La vita è luce, aria, è il cuore
che batte, è avere un obiettivo e lottare per raggiungerlo facendo anche grandi
sacrifici. La vita non è ipnotizzarsi su quei dannati smartphone…quella è una
vita finta, virtuale. Arriveranno a quarant’anni che avranno messo milioni di
“mi piace” su facebook e non sapranno mai cosa sono le emozioni vere. Quando a
13 anni giocando una partita di campionato a pallanuoto, ho segnato il mio
primo gol, ho provato un’emozione che mi è rimasta appiccicata all’anima e che
probabilmente ha contribuito a fare di me quella che sono oggi. Avevo fatto
tanti sacrifici per guadagnarmi quel posto da titolare ed ero pure riuscita a
contribuire alla vittoria della mia squadra, era un motivo per continuare con lo
stesso impegno, anzi di più, perché mettere la palla in rete mi piaceva da
morire.”
Lara con i suoi racconti mi aiuta a spiegare una delle quattro fonti
dell’autoefficacia che consiste nelle precedenti esperienze di successo, nel
caso suo è il suo primo gol all’età di 13 anni, questa è un’esperienza che non
va mai dimenticata, sempre tenuta a memoria, ogni tanto bisogna chiudere gli
occhi e visualizzare quell’esperienza e sentire in questo momento le sensazioni
sperimentate, infatti le sensazioni sperimentate in occasioni di successo rappresentano
la seconda fonte di autoefficacia.
Interessante la testimonianza dell’ultrarunner Vincenzo Santillo: Qual
è stato il tuo percorso nella pratica dell’attività fisica? “Il mio percorso è cominciato così, avevo un edicola che ho chiuso per
fallimento e mi sono trovato senza lavoro. Mangiavo sempre, fumavo e non ero
mai stanco, così decisi di andare a camminare un po' di mattina presto. Da lì
ho conosciuto tantissimi amici che mi hanno portato a iscrivermi ad una società
e a partecipare a gare. Sono stato per più di due anni senza lavoro e posso
dire la corsa mi ha aiutato tantissimo a sopravvivere, a volte mi domando,
chissà se non cominciavo a correre che fine avrei fatto.”
A volte lo sport ti rimette al mondo, ti
fa risperimentare entusiasmo e vitalità. Succede ad esempio che la corsa
permette di sentirti utile e capace, dà un senso a una vita che sta attraversando
un periodo difficile.
Anche Filippo Poponesi ha iniziato per non ingrassare, di seguito, la
sua esperienza: Qual è stato il tuo percorso per diventare un
ultramaratoneta? “Ho iniziato dedicandomi alla
corsa per diletto, per non ingrassare, ed anche un po’ come mezzo di
allenamento per poter praticare altri sport. Poi un amico mi ha convinto ad
iscrivermi ad una Società sportiva, quella cui continuo ad appartenere e cioè
l’Atletica Avis Perugia, iniziando a partecipare a piccole gare da 5 e 10 km
per poi passare alle mezze maratone ed alle maratone. Poi, un giorno, ho deciso
di partecipare ad un ultramaratona che si corre qui in Umbria (io sono di
Perugia) chiamata “Strasimeno”, cioè il giro del lago omonimo (60 km), gara
organizzata dalla mia Società insieme ad altre due società umbre. Da quel
momento ho continuato a spingermi sempre oltre e quindi ho allungato le
distanze correndo in sequenza il Passatore (100 km), la Nove Colli Running (202
km), la Spartathlon (247 km) e, nel mezzo, gare a tempo da 6/8/12/24 ore, fino
ad arrivare ad una 6 giorni in cui ho percorso 611 KM.”
A volte abbiamo delle potenzialità che non conosciamo come Marco
Antonio Zaragoza che inizia a correre e scopre di essere portato per le lunghe
distanze di corsa, studente del dottorato in Scienze biochimiche dell'Universidad
Nacional Autónoma de México (UNAM) è riuscito a realizzare un nuovo record
messicano di ultra-distanza di 208,9 km per 24 ore di corsa nel Campionato del
Mondo tenutosi a Belfast, in Irlanda Nord.
Di seguito, racconta il suo percorso: Qual è stato il tuo percorso per diventare un atleta? “Ho iniziato per la salute, per perdere peso. E a poco a poco ho scoperto di avere molta resistenza, e poi mi sono iscritto ad alcune maratone e più tardi alle ultra maratone. E ora mi esibisco meglio in ultramarathon di oltre 160 km.”
Di seguito, racconta il suo percorso: Qual è stato il tuo percorso per diventare un atleta? “Ho iniziato per la salute, per perdere peso. E a poco a poco ho scoperto di avere molta resistenza, e poi mi sono iscritto ad alcune maratone e più tardi alle ultra maratone. E ora mi esibisco meglio in ultramarathon di oltre 160 km.”
Lo sport che ti fa incontrare persone,
culture e mondi, di seguito l’esperienza di Francesco Longo, l’ho conosciuto al
parco di Tor tre teste correndo all’alba o di sera a inizio o a fine giornata
lavorativa, sempre veloce e contento, di seguito ci racconta la sua passione
per la corsa:
Qual è stato il tuo
percorso nella pratica dell’attività fisica? “Circa 6 anni fa pesavo 80 kg e avevo la pressione un po' alta, il mio
cardiologo mi disse di fare attività fisica. Grazie a delle eccezionali persone
che ho conosciuto al parco che effettuavano running mi hanno aiutato ad amare e
praticare questo sport. Posso affermare che questo sport ha cambiato il mio
modo di vivere e le mie abitudini.”
Lo sport insegna che si può fare tutto con
impegno, passione, motivazione, determinazione, tenacia, insegna che per ogni
problema c’è almeno una soluzione, tocca solo trovarla con un approccio
positivo, senza buttarsi giù e senza rinunciare, ma essendo pazienti e
fiduciosi, di seguito un messaggio dell’ultramaratoneta Zagara:
Quale può essere un messaggio rivolto ai ragazzi
per avvicinarsi allo sport? “Che lo sport è vita, i ragazzi devono
avvicinarsi per avere una vita migliore in tutti sensi per affrontare con
grinta e ottimismo o come dico io con il sorriso ogni avversità. Lo sport ti fa
diventare un uomo migliore.”
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