Valeria
Empoli e Matteo Nocera, grandissimi veri eroi, determinati e motivati dalle
mille risorse concludendo la gara di corsa a piedi della durata di 24 ore a
circuito, nonostante condizioni meteo avverse dimostrando il loro valore di
atleta.
Di seguito approfondiamo la loro conoscenza attraverso
risposte ad alcune mie domande di un po’ di tempo fa.
Qual è stato il tuo percorso per diventare un Atleta?
Valeria: “Ho iniziato ad
avvicinarmi a questo sport praticando le gare di corsa campestre con la scuola,
ed è proprio li che ho scoperto la mia passione per la corsa.”
Matteo: “Come tutti i bambini un semplice
avviamento allo sport da parte dei genitori accompagnato sicuramente da una mia
passione innata...che poi man mano visto i risultati è divenuta sempre più una
cosa seria ... un lavoro...”
Funziona
così, qualcuno ti fa scoprire uno sport, di solito i genitori, o l’insegnante
di educazione fisica, se c’è passione, si continua, si è disposti ad allenarsi
ed a continuare a fare sport. Poi se ti accorgi di essere un talento, aumenta
la motivazione e scatta la voglia di fare sempre meglio e andare sempre oltre.
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Quali sono i fattori che hanno contribuito al tuo benessere
o alla tua performance?
Valeria: “I fattori che hanno contribuito sono stati: la tenacia, la passione e il sacrificio che
mi permettono di continuare ad allenarmi giorno dopo giorno.”
Matteo:
“Al mio benessere ha contribuito solo lo sport, l’amore per lo sport... poi
chiaramente le soddisfazioni nel vedere le persone care, la famiglia, i
genitori su tutti soddisfatti e felici per i risultati ottenuti.”
Lo
sport ti permette di sperimentare
benessere se c’è passione per quello che fai, se sperimenti la performance, se
le persone che ti circondano ti sostengono nella tua passione e fanno il tifo
per te.
Nello sport chi ha contribuito al tuo benessere o alla tua
performance?
Valeria: “Sicuramente (vista anche la mia giovane età) l’appoggio
della mia famiglia è stato ed è molto
importante.”
Matteo: “Il mio primo allenatore e i miei
genitori su tutti...”
Dietro
ogni atleta è importante la presenza di persone che sostengono e coccolano, che
allenano, che si occupano degli aspetti da potenziare o incrementare o da
cambiare.
Qual
è una tua esperienza che ti possa dare la convinzione che ce la puoi fare?
Valeria: “L’esperienza che mi ha
dato la convinzione che ce la potevo fare è stata sicuramente riuscire a
portare a termine (anche positivamente) la mia prima sei ore di corsa
partecipando senza aver mai corso una distanza superiore alla mezza maratona.”
Matteo:
“Il fatto di aver battuto atleti che ancora oggi sono stati tra i migliori al
mondo e la consapevolezza che ogni qual volta mi sono allenato con decisione
alla fine in gare importanti sono arrivato sempre tra i primi.”
Il
vero campione si vede fin da subito che riesce a fare cose eccezionale
nonostante il poco allenamento o una preparazione non adeguato, il talento è un
buon punto di partenza poi bisogna metterci allenamento mirato e adeguato,
passione, testa per arrivare al successo e alla vera performance. Poi tuto
diventa più facile, riuscire in qualcosa incrementa l’autoefficacia, aumenta la
convinzione che se veramente la vuoi una cosa la ottieni, sai che ti devi
impegnare veramente e lo fai sapendo che riuscirai, otterrai le tue
soddisfazioni.
Cosa
pensano i tuoi famigliari ed amici della tua attività sportiva?
Valeria: “Inizialmente pensavano
che ero troppo esagerata e fissata a dedicare gran parte del mio tempo e delle
mie giornate alla corsa; ora però soprattutto per i miei genitori è una grande
soddisfazione vedermi gareggiare e questo per me è veramente tutto!”
Matteo: “Sanno che posso stupirli ancora... in
fondo... anche se molte volte è difficile starmi dietro.”
Ti
va di descrivere un episodio curioso o divertente della tua attività sportiva?
Valeria: “Durante una gara Trail
sono caduta accidentalmente dentro un fiume e mi sono completamente fatta un
bagno in acqua gelata!”
Matteo:
“La mia prima gara; Rivisondoli 1988 avevo 11 anni e non ero allenato né mai
avevo partecipato ad una gara di ciclismo (facevo atletica leggera). Beh
partecipai ad una cronoscalata con una bmx molto più grande della mia altezza e
molto molto pesante... soprattutto in salita... gli altri bimbi ovviamente
correvano e avevano bici da corsa... a me mancavano anche i freni... ma era
tutta in salita non ne avevo bisogno...! Vinsi per distacco. Da lì iniziò una
piccola storia sportiva che va ancora avanti.”
Cosa
hai scoperto del tuo carattere nel praticare sport?
Valeria: “Sicuramente praticare
questo sport è stato molto utile per scoprire dei lati che fin ora non
conoscevo come quello di essere molto testarda e determinata nel portare a
termine ogni competizione o allenamento ma anche molto concentrata nei momenti
di difficoltà o di crisi dove le gambe ti dicono di fermarti.”
Matteo:
“Che mi piace andare in fondo alle cose. Oppure non le faccio proprio.”
Entrambi in quest’ultima gara hanno dimostrato di essere testardi e
determinati nelportare a termine la loro lunga competizione di 24 ore ma anche
molto concentrati nei momenti di difficoltà e crisi che è normale ci sinao
durante una lunghissima gara di 24 ore dove le gambe ti dicono di fermarti ed entrambi hanno dimostrato di andare in
fondo alle cose continuando a correre fino alla 24^ ora.
Sono importanti scoperte quelle che si fanno attraverso la pratica
dell’ultramaratona, ti accorgi di riuscire in imprese e sfide considerate
razionalmente impossibili, ma con
l’impegno, convinzione, determinazione riesci a portare a termine e superare
eventuali crisi o difficoltà durante il percorso approfondendo la ricchezza
delle tue risorse personali ma rispettando sempre i tuoi limiti.
Quali
sono le tue capacità, risorse, caratteristiche, qualità che hai dimostrato di
possedere? Valeria: “Gareggiando ho
sicuramente scoperto di possedere tanta forza di volontà e tanta determinazione
queste sono le due caratteristiche che posso dire mi contraddistinguono.”
Matteo:
“Credo decisone. Essere caparbio quando vuoi raggiungere a tutti i costi un
obiettivo.”
Che
significa per te partecipare ad una gara sportiva?
Valeria: “Partecipare ad una
competizione sportiva è molto importante per due motivi: ti permette di
misurarti e confrontarti con altri atleti di diverso livello (e questo credo
che sia fondamentale se si vuole migliorare le proprie prestazioni); infatti è
fin troppo facile non mettersi mai a
confronto con altri e correre solo con se stessi, così si vince sempre! L’altro
motivo è che la gara è il “banco” di prova per mettere in pratica tutti i
sacrifici fatti durante gli allenamenti e la preparazione. Senza sottovalutare
tutte le emozioni e l’adrenalina che la gara ti trasmette.”
Matteo:
“Finalizzare alla vittoria.”
Importante è l’esperienza che si fa in gara accanto ad altri atleti che
portano in gara i loro pensieri, sensazioni, emozioni, preoccupazioni, gioia e
tutti insieme per condividere fatica, per avanzare metro dopo metro, chilometro
dopo chilometro sempre avanti fino al traguardo, per misurarsi con se stessi e
con gli altri, anche con tanto cuore e tanta passione.
Quali
sono o sono state le sensazioni che sperimenti facendo sport: pregara, in gara, post gara?
Valeria: “Mi
ritengo una persona molto emotiva ma soprattutto una persona che sente molto la
gara soprattutto il pre gara (non riesco a star ferma, mi allaccio di continuo
le scarpe, studio gli avversari) poi una volta partita a correre tutto ciò
sparisce e mi diverto!”
Matteo:
“Fatica. Tanta fatica...”
Quali
sono le difficoltà, i rischi, a cosa devi fare attenzione nel tuoo sport?
Valeria: “Sicuramente i rischi più comuni per un atleta sono
gli infortuni.”
Matteo:
“Stare bene fisicamente. L’alimentazione. Il riposo.”
Per
diventare campione e per consolidare la posizione di leader nello sport è
importante considerare non solo il duro e costante allenamento fisico ma
diventano importanti anche l’alimentazione sana e calibrata soprattutto in gara
e diventa ugualmente importante il sapersi gestire, i riposi, i recuperi.
Quali condizioni fisiche o ambientali ti hanno indotto a
fare una prestazione non ottimale?
Valeria: “Il vento è la condizione ambientale che più non
sopporto e che spesso influisce negativamente anche sulla prestazione sportiva.”
Matteo: “Quasi nulla, mi adatto. Cerco di
superarle considerando tutto come un avversario da battere prima mentalmente e
poi con l’applicazione fisica.”
Il
primo avversario da battere è se stessi, a volte ci si sente insicuri, non si
crede sufficientemente in se stessi, si pensa che l’obiettivo sia
irraggiungibile, ed allora il primo lavoro da fare è mentale, vedersi
vincitore, sconfiggere le credenze negative, e poi la strada diventa più
percorribile.
Cosa ti ha fatto mollare o cosa ti fa continuare a fare
sport?
Valeria: “Fin ora nulla mi ha fatto mollare; ciò che mi
spinge a continuare è vedere la soddisfazione delle persone che mi circondano
nel vedermi gareggiare.”
Matteo: “Mollare, si alcune vicissitudini della
vita... continuare? Mia moglie i miei figli e il mio papà.”
Belle
parole, in effetti non basta il talento e non basta l’allenamento, diventa
importante il supporto di persone di riferimento quali famiglia e amici, un’energia
speciale che al momento del bisogno esce fuori inaspettatamente per risolvere
situazioni difficili, disagi e crisi, crederci sempre.
Quale
può essere un messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarsi allo sport?
Valeria: “E’ difficile far passare
un messaggio per i giovani; infatti io mi rendo conto (essendo anch’io giovane)
che ci sono sempre meno giovani che si avvicinano allo sport in generale e
questo perché sport significa sacrificio quindi rinuncia. Io credo invece che
non è così certo, è vero si deve rinunciare a qualcosa se si vuole far sport
però le emozioni e le sensazioni forti che ti trasmette non ha eguali.”
Matteo: “E’ molto personale. Non so. Deve
partire fa te. Poi possiamo parlarne.”
Bella testimonianza, vero, l’eventuale sacrificio viene ripagato con le
soddisfazioni, l’entusiasmo, l’esperienza da soli o in compagnia e con il
sostegno di chi ti sta vicino.
Ritieni
utile la figura dello psicologo dello sport? Per quali aspetti e fasi
dell’attività sportiva?
Valeria: “Credo che la figura dello
psicologo sportivo (anche se non ne sono
mai fin ora venuta a conoscenza) sia una figura molto importante e utile per
uno sportivo; soprattutto nella fase di preparazione alle gare o in alcune fasi
di ‘calo’ psicologico che ogni atleta incorre durante la propria carriera
sportiva. La figura dello psicologo si può sicuramente inserire positivamente
per aiutare l’atleta a migliorare le proprie prestazioni sportive e superare le
difficoltà.”
Matteo: “No. Lo psicologo di te stesso sei tu.”
Quali
sono i sogni che hai realizzato e quali quelli da realizzare?
Valeria: “Il sogno più bello che ho
realizzato sicuramente è riuscire a correre perché dopo il brutto infortunio al
piede i medici mi avevano detto che sicuramente non tornavo più a correre e
invece la mia testardaggine mi ha fatto continuare e non arrendermi! Per il
futuro spero di continuare a correre e togliermi delle soddisfazioni
soprattutto nell’ambito delle lunghe distanze
che mi stanno veramente piacendo.”
Matteo: “Da ragazzo ho vinto alcune gare a cui
tenevo molto. Ma è passato tanto tempo. Da realizzare? Quest’anno sto lavorando
sulla distanza...il sogno è conquistarmi un posto nella nazionale assoluti di
ultramaratona e arrivare il più avanti possibile alla 100 km del Passatore per
tanti ottimi motivi. Prima o poi qualcuno dovrà vincere e non si chiamerà più
Calcaterra.”
Non
si finisce mai di sognare, importante ricordare le esperienza di riuscita, ma è
altrettanto importante puntare sempre più in alto. Pianificare e programmare
obiettivi sempre sfidanti e difficili ma raggiungibili come stanno facendo Valeria
e Matteo. Nel frattempo si sono tolti tantissime soddisfazioni nelle gare di
lunghe distanze vincendone tante e confermandosi veri campioni di fatica,
amicizia e di umiltà.
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