Marius A. Mocanu
Da
dove partire… partirei dalla mia convinzione che per provare delle emozioni una
volta nella vita una Maratona si deve fare.
Nel
2016 mi sono iscritto alla maratona di Torino la quale ho finito con un tempo
per me ottimo.
Nel
pacco gara ho trovato il volantino della 100km: “LA 100km DELLE
ALPI”, leggendo il volantino mi
sono detto: “questa è la gara che voglio fare a tutti i costi”.
Mi
sono informato meglio sulla gara e ho iniziato piano piano ad allenarmi,
aspettando con ansia il momento della gara il 7 – 8 ottobre 2017 ( sapevo che
la gara si svolgeva il 2 weekend di ottobre).
Sabato
7 ottobre dopo tanta fatica negli allenamenti, con qualche problemino al piede
circa 2 settimane prima mi presento con tanto entusiasmo ai nastri di partenza,
Posso dire che la sera prima ero tranquillo, sono riuscito a dormire bene, mi
sono alzato come al solito prima della sveglia, come si può dire ero “carico”.
Alla partenza c’erano tanti atleti che si preparavano si mettevano creme, bandane, sistemavano borracce negli zaini ecc… io ero emozionato però non vedevo l’ora che fossero le 10 per partire.
Alla partenza c’erano tanti atleti che si preparavano si mettevano creme, bandane, sistemavano borracce negli zaini ecc… io ero emozionato però non vedevo l’ora che fossero le 10 per partire.
E
finalmente si parte, il ritmo era molto sostenuto per i miei calcoli ( i
calcoli che fai a tavolino non sono quelli della gara), però in fondo è un
ritmo buono e mi faccio coinvolgere dalla gente, inizio a parlare con qualcuno,
la prima persona che ho conosciuto è stato Cristian Bosio un signore che fa
trail (era anche per lui la prima volta su questa distanza).
Raggiungo
un altro gruppetto di persone che correvano e chiacchieravano, li inizio ad
attaccare bottone con loro ed è li che conosco Matteo Simone psicologo dello
sport di Roma.
Inizio
a raccontare che questa gara per me è la prima, che avevo fatto l’anno
precedente la maratona, racconto un po i miei allenamenti, mentre lui mi
confessa che ha fatto più ultramaratone e persino l’IRONMAN. Io gli dico che se
sapessi nuotare meglio mi piacerebbe provarlo a fare (ahahah… non ho nemmeno
iniziato sta 100km e penso già a una gara ancora più estrema).
I
km passano, i punti di ristoro anche ed
io insieme a Matteo andiamo avanti verso il traguardo (SI insieme, perché ci
aspettavamo se dovevamo fare i bisogni fisiologici).
I
km passavano ed io guardavo l’orologio per capire la velocità media che era
elevata rispetto a quanto avessi previsto, ma ciò non mi pesava perché ero in
ottima compagnia.
Destino
ha voluto dividerci al 20° km circa Matteo doveva andare in bagno assolutamente
(ci sono sempre gli imprevisti), quindi io non mi potevo fermare allungo ed
allora ho continuato la mia corsa in solitaria.
I
km passavano ed io non ero stanco, pensavo a metà gara di soffrire, di
arrancare, invece no, ero tranquillo. Prima di Alice Superiore la strada
iniziava a essere in salita, ma io piano piano macinavo km, iniziavo a superare
qualcuno che era partito più forte di me. Il mio obbiettivo era 1 solo finire
la gara, arrivare a Foglizzo.
Arrivato
ad Alice Superiore la strada iniziava ad essere tutta in discesa e li mi ha
raggiunto Devis un ragazzo di Nizza Monferrato, appassionato di maratone da
qualche anno (ne faceva 3 – 4 maratone all’anno), anche per lui era la prima
gara lunghissima, la prima 100km. Con lui ho fatto tutta la discesa fino al 60°
- 65° km, poi lui aveva un passo decisamente migliore del mio, aveva leve molto
lunghe e un’ottima fluidità nei movimenti. La cosa che mi ha colpito di Devis è
stato il fatto che lui correva senza orologio, non si interessava mai del
tempo, della velocità. Mi ha confessato che lui si allena molto a sensazione e
che da quando a iniziato ad allenarsi senza orologio i suoi tempi sono
migliorati.
Io
continuo a macinare km in solitaria, mi passano svariati pensieri per la testa,
penso agli allenamenti durante le vacanze, penso ai miei genitori, alla mia
ragazza che pensa a me, penso a cosa avrei fatto io in questa giornata se non
fossi qui a correre, penso a quelli che prima di fare la gara mi hanno dato del
pazzo, magari fra di loro ci sono i gufi che sperano che io mi ritiri, però
questo non succederà ma…. Tanto ho 20h per finire 100km….
A
Loranzè ho avuto un piccolo momento di crisi “ mentale “ perché ero in mezzo ad
una strada circondata da campi di mais e il punto di ristoro non lo si vedeva, arrivato finalmente al punto di
ristoro ho chiesto al signore che gestiva il punto di ristoro “ come mai fosse
cosi lontano questo punto di ristoro?” , il quale mi rispose: “ che lui si era
messo all’inizio paese, solo che il sindaco avrebbe intimato di spostarsi da li
perché ci doveva essere una festa del paese”. Archiviato anche questo ristoro
continuavo a macinare km in vista del traguardo, però ad una velocità molto
ridotta.
Poco
prima del ristoro del 75°km ho iniziato ad avvertire crampi agli adduttori, fra
me e me dicevo : “ mi fermo un po di più a questo ristoro, faccio stretching e
riparto alla grande”, invece non è successo così perché appena mi sono fermato
i crampi sono aumentati. Ho iniziato a camminare ( tanto avrei fatto lo stesso
un buon tempo… mi mancavano solo 25km e c’era ancora la luce fuori… il primo
era già arrivato.
Qui
mi si avvicina camminando, però molto più sciolto di me (io camminavo quasi
come se mi fossi fatto la cacca addosso, a gambe larghe) Fabrizio Pavone un
ultrarunner di Potenza che mi chiese: “ se poteva camminare con me” , al quale
gli risposi: “ di SI” (meglio camminare in compagnia che soli). Mentre
camminavamo 2 – 3 atleti ci hanno superato, ma niente paura il traguardo è
sempre più vicino. Fabrizio mi racconta che lui per i primi 20km è in testa
alla gara ( ho guardato i passaggio al 16km, era davvero mostruoso per me,
potevo compararlo con i maratoneti di colore, loro viaggiano), ma una fatalità,
una disattenzione ha portato ad un suo infortunio alla caviglia. Dopo qualche
km ci diamo come obbiettivo di fare 1km correndo e 1 camminando, dettavo io i
tempi e distanze, però i km corri diventavano meno rispetto a quelli camminati
perché i crampi erano tremendi.
Ai
ristori ci fermavamo 1 massimo 2 minuti, li era Fabrizio che dettava i tempi,
io mi fermavo e scherzavo con le persone presenti ai ristori. Prima del ultimo
ristoro a Caluso 92°km iniziavo ad avere
freddo, ma ho iniziato a marciare durante la camminata per riscaldare la parte
alta.
A Caluso pesavo ci aspettassero con l’ERBA
LUCE (il famoso vino di Caluso), però ci hanno detto che era l’ultimo ristoro
prima del traguardo.
Tra
Caluso e Foglizzo era tutto buio, il lago era piatto, non si sentiva nessun
rumore, non passavano più nemmeno un macchina, io dico a Fabrizio : “ mi sto
addormentando camminando” (ahahaha…non ho mai avuto una sensazione del genere,
addormentarsi mentre cammini), il mio primo orologio GPS si era scaricato, ora
andava l’altro. Insieme a Fabrizio decidiamo di iniziare a corricchiare e ad un
tratto vedo un lampione e inizio a stringere i denti ed aumentare il ritmo, mi
avvicino ad un cartello dove c’era scritto:
“FOGLIZZO” (il mio traguardo penso io), però non ero ancora arrivato al
traguardo ( anche perché si doveva arrivare al castello). Io correvo sempre più
veloce al che Fabrizio mi disse: “di andare più lenti” , io gli risposi: “andiamo cosi che andiamo bene, arriviamo al traguardo e poi riposiamo”.
In
fine tra le vie di Foglizzo vediamo il castello ed il traguardo, decidemmo di
varcare il traguardo insieme.
Ho
visto i miei genitori che mi aspettavano al traguardo, il fotografo che voleva
immortalare il momento (Ringrazio Michele Scandurra per le belle foto), non so
tutt’ora come descrivere il momento.
Successivamente
mi sono fatto la doccia, ho stuzzicato 2 cose (la pasta era finita e avrei
dovuto aspettare un po di tempo prima che fosse pronta) e sono tornato a casa.
Oggi
a distanza di mesi da questo traguardo non realizzo ancora che sono stato io a
fare 100km in 11h14’34”. WOW
Un
dispiacere è quello di avere una gara così bella qui a Torino, però avere pochi
iscritti, magari un giorno sarà come la 100km Del Passatore (come iscrizione).
Grazie
a Giro d’Italia Run che è stato molto efficace tramite mail a tutte le mie
richieste ed esigenze e grazie a tutti voi atleti ultrarunner.
Marius A. Mocanu
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