“Ho iniziato a visualizzare nel 1978. La mia visualizzazione è stata perfezionata sempre di più col passare degli anni.
Questo è ciò che veramente mi ha dato il
record del mondo e le medaglie olimpiche. Mi vedo nuotare in gara prima della
gara reale ….. Circa 15 minuti prima della gara ho sempre visualizzato la
gara nella mia mente e "vedo" come andrà. Vedo dove sono tutti gli
altri, e poi mi concentro su di me. Non mi preoccupa nessun altro. Penso alla
mia propria gara e a nient’altro .... Stai realmente nuotando la gara. Nella
mia mente … mi sento in acqua. "(Nuotatore olimpico di successo) (1)
Liggett e Hamada, fanno una
distinzione tra imagery mentale ed imagery cinestesica. L'imagery mentale
consiste nel vedersi da soli eseguire la prestazione, nel caso degli atleti,
come se si stesse guardando un film o un video della loro stessa prestazione.
Nell'imagery cinestesica, l'immaginazione diventa più intensa o più profonda,
l'atleta sente realmente il movimento nei muscoli e sperimenta le emozioni
della performance; rispetto a quella mentale, l'imagery cinestesica è più
efficace a causa degli impulsi, confrontabili a quelli dell'evento reale, che
vanno ai muscoli.
Frester chiama Allenamento
ideomotorio (Ai) "tutte quelle forme di esercitazione nelle quali si ha
un'auto-rappresentazione mentale, sistematicamente ripetuta, e cosciente dell'azione
motoria che deve essere appresa, perfezionata, stabilizzata o precisata, senza
che si abbia un'esecuzione reale”.
Il funzionamento dell'Ai si basa sul fenomeno ideomotorio, noto anche come effetto Carpenter. Già nel 1873 il fisiologo inglese William Carpenter (1813-1885) dimostrò che la semplice percezione o rappresentazione mentale di atti motori può condurre a reazioni muscolari, immaginare un movimento determina una stimolazione, seppure molto lieve, dei muscoli interessati dall'attività immaginativa Questo fenomeno è stato chiamato ‘effetto Carpenter’ o ‘legge ideomotoria’.
Il risultato sarebbe un
rinforzo, un consolidamento della traccia mnestica nella memoria del movimento,
il che faciliterebbe la successiva esecuzione concreta. L'atleta dovrebbe non solo guardare se stesso mentre esegue
l'esercizio, ma dovrebbe sentirsi quanto più possibile; più è vivida l'imagery,
più la prestazione aumenta. Per avere un'imagery efficace nello sport,
l'immagine deve essere colorata, realistica, e coinvolgere le emozioni
appropriate; l’imagery (sia visiva, che uditiva, che motoria) attiva molte aree
corticali simili a quelle attivate quando percepiamo realmente un oggetto, una
figura, un suono o eseguiamo un movimento.
Fare in modo che la persona
immagini l’intera prestazione dall’inizio alla fine facendo attenzione a
sentire l’intero corpo, le sensazioni muscolari mentre fa questo, muovendosi
all’interno dell’esperienza il più vividamente possibile e se c’è qualche
distrazione suggerirgli che la può mettere in un contenitore e riprenderla in
un secondo momento.
Una di queste tecniche è nota
come “posto sicuro” e comporta la visualizzazione di una posizione reale
o immaginaria che porta forti associazioni di relax. E’ un esercizio di
visualizzazione per trasportare la persona da una situazione stressante in un
luogo di pace e tranquillità: “chiudi gli
occhi e respira profondamente; concentrati sul tuo respiro ed ascolta i battiti
del cuore, in pochi secondi, immaginerai il tuo luogo preferito di relax: un fiume,
una spiaggia, un prato; ora immagina di vedere il tuo posto sicuro da un
balcone e vi è una scalinata di 10 gradini; ora inizia a scendere le scale e a
ogni gradino diventi sempre più calmo, più rilassato; ogni gradino ti porta
sempre più in profondità nel tuo meraviglioso luogo di relax e man mano che si
scendono lentamente le scale riscontri un senso sempre più profondo di
rilassamento in tutto il corpo; nel tuo luogo di relax, prenditi il tempo di
immergerti nei panorami intorno a te, senti gli odori ed ascolta i suoni della
musica preferita in sottofondo; sentiti sprofondare in uno stato sempre più
profondo di rilassamento; mentre sei rilassato, regalati alcuni suggerimenti
positivi e benefici, ad esempio, per aumentare la fiducia in te stesso, raggiungendo
prestazioni di picco, o padronanza di una competenza specifica dello sport”.
Attraverso la visualizzazione
possiamo permetterci di più rispetto al reale:
1 possiamo visualizzare il nostro
posto sicuro dove possiamo rifugiarci all’occorrenza;
2 possiamo provare a cambiare;
quello che rischiamo non è reale ma solo immaginario e può darci un’idea;
3 possiamo fare un viaggio
immaginativo alla ricerca di nuove risorse che ci occorrono per una nuova vita.
(1) Terry
Orlick, John Partington, Mental Links to Excellence, The Sport
Psychologist, 1988, 2, 105-130.
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
380-4337230 - 21163@tiscali.it
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