lunedì 5 giugno 2017

Francesco Sebastiani, 100km Passatore: Senza la testa non si va da nessuna parte

Matteo Simone 
 

Il Passatore, una gara di 100km di corsa a piedi con partenza da Firenze ed arrivo a Faenza attraversando a metà strada il Passo della Colla, con altitudine di quasi 1.000 metri, il che comporta correre in salita per diversi chilometri arrivando in sera inoltrata a metà gara e quindi cambio abbigliamento per diversa temperatura climatica con più freddo.

Di seguito Francesco (ASD Track & Field Master Gross) racconta la sua esperienza e le sue impressioni rispondendo al alcune mie domande.
Ciao, se ti va di rispondere, cosa significa per te la gara di 100km del Passatore, ?Ben volentieri ed onorato rispondo. Avevo già fatto sei Ultra quest'anno, ma il Passatore era l'obbiettivo primario che mi ero posto quando ho deciso due anni fa di ricominciare a correre dopo 15 anni di inattività totale. Cosa significa? Era la mia personale "Olimpiade", sapevo che se avessi superato questa prova dopo il mondo Ultramaratona lo avrei vissuto con altro spirito. Le altre Ultra erano di "preparazione", una sorta di "mental training "... il Passatore era la mia Sfida con me stesso.

Bella prova da superare, chi supera il passatore può davvero definirsi ultramaratona per aver portato a termine una gara della distanza due volte e mezza quella della classica maratona.
Hai avuto particolari problemi, difficoltà, momenti critici?Fino al 68esimo km tutto bene, avevo visto il percorso in macchina e sapevo i punti più ostici della Colla e li ho affrontati bene. Uscito da Marradi ho avuto problemi allo stomaco, probabilmente ho risentito dello sbalzo termico. Camminato fino al 70esimo dove c'era il ristoro, ho "perso" tempo a risistemarmi mentalmente prima e poi da un punto di vista nutrizionale. So di aver perso del tempo in ottica risultato finale ma mi è servito per arrivare in fondo alla gara. Dal 30esimo km ho corso senza GPS causa problema alla batteria, forse questo poteva limitarmi ed invece mi è servito ad ascoltarmi meglio.”

Se durante la maratona il muro può avvenire tra i 32 e i 36km nella 100km possono capitare crisi verso il 60-70km, per esempio nella gara del passatore alla fine della lunga discesa dopo il Passo della Colla, ma si può trovare il modo e la soluzione per proseguire fino al traguardo anche se non si riesce più a fare il tempo prefissato, nelle gare ultra è importante portarle a termine, avere la certificazione di finisher che significa che io c’ero e ce l’ho fatta.
Come decidi obiettivi e strategie di gara?Quest'anno è il primo anno che affronto le Ultramaratone, l'anno scorso feci la 24h a Putignano per goliardia (un matto insomma), le gare prima del Passatore sono state tutte improntati a mo' di lunghi in vista del Passatore. Non è facile fare allenamenti di 40/50km da soli e allora ho usato alcune gare in tal senso.”

Il 9 luglio 2016, Francesco ha corso la “24H Run&Go Festival, corsa su strada, totalizzando 101,340 km. Vinse Nicolangelo D’Avanzo 187.060 km, precedendo Michele Debenedictis 183,190 km e Fabio Costi 179,054 km. TRa le donne, vinse Luisa Zecchino (quarta assoluta) 177,122 km, precedendo Maria Ilaria Fossati 172,810 km e Angela Latorre 158,796 km. 
Con l’esperienza è cambiato il tuo modo di allenarti?Ho talmente tanto da imparare che ad ogni gara ascolto gli altri partecipanti "rubando" aneddoti. Il bello del mondo Ultramaratona è che è costituito da bellissime persone, umili che se chiedi non negano il loro apporto di esperienze. Da loro ho solo che da imparare. Ovviamente poi vado avanti e aggiusto il tiro negli allenamenti. Prossimo Passatore sicuramente lo preparerò in maniera differente.”
Curi la preparazione mentale?La preparazione mentale la seguo durante gli allenamenti, sempre. Cosa fondamentale, per me più del 51% in una ultramaratona è la testa, hai voglia ad avere gambe se non si usa la testa.”
Coccole e autoprotezione hanno posto nella tua preparazione o nel post gara?Prima e dopo la gara mi "isolo " in me stesso. Una sorta di lunga e profonda riflessione con me stesso. Prima della gara "ripasso" mentalmente cosa andrò a fare, dopo è più una severa critica con me stesso.”
Quali sensazioni sperimenti prima, durante e dopo la gara? "Sensazioni pre Passatore: ansia, timore di deludermi ma voglia al tempo stesso di partire per mettermi in gioco. Durante mi è balenato tutto ciò che ho fatto per arrivare a Firenze ed essere alla partenza di questa gara. Ripensavo a dove ero due anni prima e rivedevo con "curiosità" un ragazzo di quasi 97kg che si era "perso"... ora era lì a correre il Passatore, e mi sentivo soddisfatto. Dopo l'arrivo mi sono girato guardando il traguardo ormai superato ed una lacrima è scesa. Mi sono detto "bravo" ma poi ho cominciato a rosicare dentro per via del tempo fatto, e su cosa posso migliorare.”

Belle le parole di Francesco, prima c’è sempre il rischio che ti assale il dubbio, ce la farò, se non riuscirò, soffrirò, mi capiterà qualcosa, durante si pensa da dove si è partiti, si pensa alla strada fatta fino a quel momento, da dove si è partiti come persona di quasi 1oochili e il bel percorso fatto.
Hai un tuo idolo, un modello di riferimento? Ti ispiri a qualcuno?
Idoli: Calcaterra, indubbiamente, ma tante altre persone che corrono le Ultra, un Michele Debenedictis, un Marcello Spreafico tanto per fare qualche nome persone umili che in gara ti salutano, coi loro risultati potrebbero guardarmi dall'alto in basso ed invece sono proprio "belle dentro". Persone che corrono con il sorriso, questo è la bellezza degli ultramaratoneti. A Brisighella sono stato ripreso da Debenedictis, uno che insomma veniva da Milano/Sanremo e Nove Colli in un mese nemmeno, lo saluto al ristoro, lui riparte mi dà una pacca sulla spalla e mi dice "dai forza", a me, novello ultramaratoneta come fai allora a non guardarlo con rispetto una persona così?

Belle queste testimonianze di persone lavoratori che faticano per arrivare al traguardo, che si ispirano a persone e atleti umili e modesti, senza superbia, senza arroganza, sempre pronti ad ascoltarti, a darti un consiglio, come il Re Giorgio Calcaterra che ormai si studierà sui libri di storia tra i banchi di scuola.
Una parola o una frase che ti aiuta a crederci e impegnarti?Una frase che mi rimbomba dentro la mente durante una Ultra e che viene fuori nei momenti di crisi è un semplice 'dai eh, testa'. Mi serve per fare "punto della situazione" e superare la crisi. Tanto senza la testa non si va da nessuna parte.”

Un’intervista a Francesco è riportata nel mio libro La 100km del Passatore. Una gara fra coraggio e resilienza.  
La 100km del Passatore. Una gara fra coraggio e resilienza: Cosa significa correre una gara di 100km? Quali meccanismi psicologici aiutano ad allenarsi e gareggiare con coraggio e resilienza? La 100km del Passatore è una classica e famosa gara di corsa a piedi da Firenze a Faenza. 
È un libro che racconta di atleti di livello nazionale e internazionale ma anche di atleti che hanno la passione della corsa di lunga distanza e la lettura delle interviste aiuta a vedere con occhi diversi questa pratica sportiva, una pratica da avvicinarsi con cautela, attenzione, preparazione. 
Sono trattati aspetti della psicologia dello sport quali lo sviluppo della consapevolezza delle proprie capacità e limiti; il grande e importante lavoro della definizione oculata degli obiettivi chiari, difficili, sfidanti ma raggiungibili; il lavoro dell'autoefficacia, il graduale fare affidamento su se stesso. 

Matteo SIMONE 
380-4337230 - 21163@tiscali.it 
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR 

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