sabato 3 giugno 2017

Omar Atzori, Passatore 2017: La mia prima ultra a 3 cifre, il meglio deve ancora venire

 

I sogni si possono realizzare se veramente lo vogliamo e crediamo in noi stessi, un po’ per volta si può costruire quello che vogliamo, con buone prassi, buoni allenamenti, pensieri positivi, buone amicizie, stile di vita sana.

Omar racconta il coronamento di un suo sogno a tre cifre rispondendo ad alcune mie domande.
Ciao Omar, gara di 100km del Passatore, cosa significa per te?La realizzazione di uno dei tanti sogni. La mia prima ultra a 3 cifre. Significa avere consapevolezza di se. Amo correre e mi pongo obbiettivi sfidanti ma non impossibili. Vado per gradi. Era il momento giusto per mettermi alla prova su questa distanza. È stata un'esperienza meravigliosa.”

Se fai le cose come si deve, senza improvvisare, curando il più possibile più aspetti possibili, non può che essere meravigliosa l’esperienza.
Hai avuto particolari problemi, difficoltà, momenti critici?Nel finale di gara ho sofferto un po' per i crampi muscolari, con l'esperienza acquisita so come comportarmi. Non insisto con la corsa. Alterno momenti di camminata svelta alla corsa. Inutile agitarsi, mi concentro per superare il momento di crisi pensando cose positive. Siamo partiti da Firenze con un gran caldo, tramontato il sole la temperatura è scesa rapidamente. Sono felice di non aver avuto altri problemi a parte quelli descritti .  Molti hanno sofferto di nausea ed ipotermia. In questi casi andare avanti non è semplice.”

E’ un’esperienza comune riportata da tanti altri atleti, la fatica prolungata e il grande caldo possono compromettere la salute e la prestazione, importante è porre le dovute accortezza e i migliori rimedi per evitare e prevenire prima il più possibile e poi cercare di allievare il più possibile eventuali dolori, sofferenza, l'esperienza insegna.

Come decidi obiettivi e strategie di gara, team, famiglia, amici, figure professionali?Premetto che non sono un professionista e corro per pura passione. Non posso però limitarmi a situazioni di comfort, ho bisogno di mettermi alla prova. Fisso un obbiettivo sfidante e mi preparo per raggiungerlo. Nel complesso sono abbastanza metodico nella preparazione, ma se ho un'opportunità improvvisa che possa regalarmi emozioni, non ci penso su, parto per la tangente, vivo il momento per poi ritarare il programma che mi ero prefissato. Viva la vita. Decido io cosa è meglio per me in autonomia. Spesso le gare le condivido con gli amici del mio gruppo la Podistica Valmisa.”

Anche se non si è professionisti è bene fare le cose con accuratezza e facendosi aiutare da qualcuno più esperto o farsi supportare o sostenere da amici di squadra, curare l’aspetto nutrizionale e mentale anche è importante. 
Con l’esperienza è cambiato  il tuo modo di allenarti?Spostando i limiti è necessario fare degli aggiustamenti. Non esistono tabelle che tengono se non sai ascoltarti. L'esperienza deve portare proprio a questo alla consapevolezza di se. Per ora sono riuscito a raggiungere tutti gli obiettivi che mi sono prefissato, con la consapevolezza che "lavorando" in un certo modo posso sempre migliorare. Divertendomi ovviamente. La fatica è il mezzo per andarmi a prendere i sogni, per chi non corre è difficile capire questa cosa, pazienza.”

Belle parole quelle di Omar, si può sognare ma devi faticare per raggiungere i tuoi sogni, ma si tratta di una fatica che non pesa perché è trainata da una forte passione.
Curi la preparazione mentale?Ero un pistaiolo con preferenza per i salti in estensione. Sono stato un discreto saltatore in lungo da circa 7 metri. Perché questa premessa. Perché per una specialità tecnica è fondamentale visualizzare mentalmente il gesto tecnico in ogni suo dettaglio. Si vedono spesso gli atleti ad occhi chiusi ripassare il loro salto. Lo facevo anch'io. Ho trasferito questa visualizzazione di me  anche nelle gare lunghe. Mi vedo correre cerco le sensazioni il giusto gesto tecnico, mi vedo anche al traguardo, ne vivo anche le emozioni. Così è stato anche per il Passatore. Al traguardo è stato quello che volevo. Certo non sempre va come desideri ma per me è un modo per sentirmi più deciso e sicuro.”

La preparazione mentale ti dà una marcia in più, ti fa simulare per esempio situazioni da affrontare che poi nella realtà riesci a gestire meglio con la consapevolezza migliore sia delle tue capacità che dei tuoi limiti.
Quali sono le sensazioni sperimentate prima, durante e dopo la gara?È stato un lungo susseguirsi di emozioni e sensazioni, alcune già provate alcune totalmente nuove.
Prima: la consueta euforia della partenza, mi viene la pelle d'oca ed il cuore inizia a battere più forte. Che siano 100 metri o 100 km non fa differenza. 
Durante: quando la stanchezza e i crampi hanno cominciato a mettermi alla prova ho pensato a mia moglie. Mentre io preparavo il Passatore lei combatteva il suo carcinoma al seno. Abbiamo lottato in modo differente e continueremo a farlo. La sua forza è stata la mia forza. Ringrazio a tal proposito la nostra amica comune Mary che sta combattendo per lo stesso problema. Mi è stata  vicina mi ha ascoltato nei momenti più difficili. Persona e runner fantastica. Ho pensato ai miei familiari, a mio figlio, all'amico Corrado Mazzetti che da poco ci ha lasciati. Era li con me. Ed ancora due cari amici Tommaso, Claudio anche loro mi hanno fatto tifo da lassù. Era un desiderio di Tommaso fare il Passatore. Non ha fatto in tempo, simbolicamente il mio traguardo è stato il suo. Non conoscevo questo dettaglio, grazie Libero per avermelo confidato. Ho corso di notte in solitudine per lunghi tratti ma come si è potuto capire non ero solo affatto. In questo modo cerco le risorse giuste e impegno la mia mente la distraggo pensando alle cose a cui tengo di più.
Dopo: braccia al cielo, ce l'ho fatta. Ho pianto di gioia, il cuore è diventato leggero. Orgoglioso di me, felice per chi mi ama e mi sostiene, felice per gli amici che erano li al traguardo ad aspettare il mio arrivo. Mi risulta difficile  esprimere tutto a parole. La corsa è un mondo fantastico.”

Vero la corsa è un mondo fantastico, aiuta a superare, aiuta a crescere, aiuta ad affrontare gare nello sport e gare nella vita, è l’esperienza comune di tanti altri runner ed ultrarunner, come il carissimo Corrado Mazzetti sempre presente tra di noi e la simpaticissima, coraggiosissima e resiliente Mary Moor, oramai testimonial di tante gare e sostegno di tanti runner e familiari.
Hai un tuo idolo, modello di riferimento, ti ispiri a qualcuno?Stimo molte persone professionisti e non. Da ognuno cerco di prendere il meglio con il semplice intento attraverso il confronto continuo di migliorare me stesso. Anche  dalle esperienze altrui impari molto. Ti invio una foto a testimonianza dell'effetto Passatore. Io e mia moglie il giorno dopo. Camminata-Corsetta insieme a goderci la bellezza della vita.

Non si finisce mai di imparare sia dalle persone più esperte e colte ma anche dalle persone più semplici e umili.
C’è una parola o una frase detta da qualcuno che ti aiuta a crederci ed impegnarti?Il meglio deve ancora venire cit. Corrado Mazzetti.”

Vero bisogna sempre pensare a un domani migliore, da una parte dobbiamo essere speranzosi e positivi dall’altra parte noi stessi ci dobbiamo impegnare perché ciò avvenga.

Un’intervista a Omar è riportata nel mio libro La 100km del Passatore. Una gara fra coraggio e resilienza.
La 100km del Passatore. Una gara fra coraggio e resilienza: Cosa significa correre una gara di 100km? Quali meccanismi psicologici aiutano ad allenarsi e gareggiare con coraggio e resilienza? La 100km del Passatore è una classica e famosa gara di corsa a piedi da Firenze a Faenza. Lo stesso autore ha partecipato a questa gara sperimentandosi e comprendendo cosa significa fare sport per tante ore, andando incontro a crisi da superare, mettendo in atto strategie per andare avanti e portare a termine la competizione. È un libro che racconta di atleti di livello nazionale e internazionale ma anche di atleti che hanno la passione della corsa di lunga distanza e la lettura delle interviste aiuta a vedere con occhi diversi questa pratica sportiva, una pratica da avvicinarsi con cautela, attenzione, preparazione. 
Sono trattati aspetti della psicologia dello sport quali lo sviluppo della consapevolezza delle proprie capacità e limiti; il grande e importante lavoro della definizione oculata degli obiettivi chiari, difficili, sfidanti ma raggiungibili; il lavoro dell'autoefficacia, il graduale fare affidamento su se stesso.
 
380-4337230 - 21163@tiscali.it
Psicologo, Psicoterapeuta
Autore di libri psicologia e sport

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