mercoledì 14 giugno 2017

Matteo Pigoni ed Estelita Santin Fernandez vincono la Dolomiti Extreme Trail 54 km


La gara maschile di 54 chilometri della Dolomiti Extreme Trail 2017, è stata vinta da Matteo Pigoni in 6h11’ che ha preceduto Fabrizio Puntel 6h49’ ed Enrico Bonati 7h16’, mentre la gara femminile è stata vinta dalla Spagnola Estelita Santin Fernandez in 8h04’ precedendo di un solo secondo Roberta Balcon 8h05’, terza Elisabetta Mazzocco 8h28’.
Di seguito approfondiamo la conoscenza di Matteo Pigoni e Estelita Santin Fernandez, vincitori maschile e femminile della 54km, attraverso alcune risposte a mie domande post gara.
Ciao, com'è andata? Avuto problemi, difficoltà? Sensazioni, emozioni?
Matteo: “Per me è andata benissimo...sono molto soddisfatto. L’unico problema/difficoltà è stato il territorio...non ho corso tanto ultimamente sulle Dolomiti quindi dovevo stare molto attento. Sensazioni positive, il fisico sta bene, emozioni? Tante...quando corro su questi sentieri ci lascio il cuore.”
Estelita: “Incredibile i paesaggi, la gente, il percorso, organizzazione: 10.”

Questo è lo sport che vogliamo, non solo competizione pura, forza e resistenza, ma anche sentire e ascoltare il cuore, sentire la gara sulla pelle, emozionarsi attraverso il gesto sportivo a contatto con la natura, fatica ma con sentimento.
Come decidi obiettivi e strategie di gara, team, famiglia, amici, figure professionali?
Matteo: “Decido sempre strada facendo...sono socio in un azienda di impianti elettrici, quindi i miei allenamenti sono proporzionali al lavoro che abbiamo.”
Estelita: “C’è sempre un gruppo di amici. Visualizziamo il percorso insieme e poi io corro. Per le sensazioni in questa gara mi sono trovata bene. Il tempo era perfetto, non freddo, non calore, nessuna tempesta, nessun pioggia, perfetto per me.”

Tanti sono gli ingredienti per il benessere e la performance, al primo posto c’è il gruppo di amici che sostiene, supporta, consiglia, accoglie, poi diventa importante documentarsi sulla gara da fare, sull’eventuale percorso, difficoltà, vedersi il tracciato sarebbe meglio, provane una parte ancora meglio, inoltre diventa importante la tanta cura di sé, integrazione a sufficienza prima e durante la dura prova, soprattutto spiluccare spesso solidi e abbeverarsi spesso.
Con l’esperienza è cambiato il tuo modo di allenarti?
Matteo: “Certamente...da quando ho cominciato a praticare questa disciplina è cambiato tutto, arrivando poi da sport agonistici è proprio un modo diverso di pensare allo sport.”
Estelita: “Non molto. Le domeniche saliamo in montagna per correre e altri due giorni della settimana ci alleniamo per una sessione di 45 minuti ogni giorno non molto intenso. Così non abbiamo infortuni che è molto importante.”

Il trail diventa una filosofia di vita, il contatto con la natura, viaggi e competizioni da far conciliare, conoscenza del territorio e delle persone che siano atleti, familiari o popolazione locale.
Curi la preparazione mentale? In che modo?
Matteo: “No, non ho mai affrontato questo discorso.”
Estelita: “Sono sempre molto positiva. La montagna mi affascina.”
Hai un idolo, modello di riferimento, ti ispiri a qualcuno?
Matteo: “No, seguo parecchie imprese di atleti ma secondo me ognuno è fatto a modo suo...quindi io vivo nel mio mondo...senza seguire altri.”
Estelita: “Killian Jornet e Luis Alberto Hernándo.”

Certi idoli sono internazionali per le imprese che sono riusciti a fare, altri sono nazionali o semplici amici.
C’è una parola o una frase detta da qualcuno che ti aiuta a crederci ed impegnarti?
Matteo: “Sinceramente tutte le volte che sono in crisi ripenso a quello che mi diceva mio Papà quando ero piccolo...così delle volte mi riprendo.”
Estelita: “Se si vuole si può!”

E’ sempre una grande passione ed elevata motivazione a costituire i motori che spingono un atleta a impegnarsi e a eccellere con gran coraggio e fiducia in sé.
Prossimi obiettivi, sogni realizzati o da realizzare?
Matteo: “Prossimo obbiettivo Cortina trail...sogni? Un giorno mi piacerebbe finire il Tor, speriamo.”
Estelita: “Obiettivi: gara di tre giorni a Riano (Leon, Spagna) Riano trail run e Trasvaldeonica (Posada de Valdeon, Picos de Europa, Spagna).”

Importante è la consapevolezza dei propri bisogni ed esigenze, stabilire propri obiettivi e mete e darsi da fare per raggiungere propri sogni.
Il Tor è un sogno che Matteo rincorre da qualche anno, interessanti le sue risposte di alcuni anni fa che riporto di seguito.
Quale è stata la tua gara più estrema o più difficile? “La più estrema il mezzalama, gara di scialpinismo che si svolge da Gressoney a Cervinia passando per il LISKAM e il CASTORE, chi conosce questi posti sa cosa vuol dire, la più difficile il TOR DE GEANTS, gara che non sono riuscito a finire ma che mi ha aperto la mente ad altre sofferenze…”
Ti va di raccontare un aneddoto? “Quando mi sono ritirato al TOR la mia famiglia c’è rimasta male, soprattutto il bimbo piccolo…dopo parecchi mesi, per la festa del papà mi ha fatto un biglietto con scritto ‘spero che quest’anno riesci a finire il TOR’.”
Hai un sogno nel cassetto? “Finire il TOR…come vuole il bimbo.”

Nella vita si hanno delle priorità, bisogna sapersi dividere tra lavoro, famiglia e passione, lo sport diventa una valvola di sfogo e svago, un qualcosa che ti rende felice, che ti mette alla prova, che ti permette di sperimentare, ma è importante avere i piedi per terra e considerare l’importanza del posto di lavoro da mantenere saldo per continuare a coltivare degnamente la propria passione e continuare ad avere una vita familiare dignitosa, così come diventano importanti le coccole fatte o ricevute, importante diventa la presenza nei confronti degli altri.
Per approfondimenti sul mondo degli ultrarunner è possibile consultare il libro "Ultramaratoneti e gare estreme". Di prossima uscita il libro Maratoneti e ultrarunner. Aspetti psicologici di una sfida.

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