mercoledì 21 giugno 2017

Alexander Rabensteiner vince l’Ultra Trail Via degli Dei 131k e La Mozart 100


 
Bella doppietta di Alexander, due vittorie prestigiose in due gare di Ultra Trail, il 2 giugno Alexander vince la prima edizione dell’Ultra Trail Via degli Dei, gara di corsa a piedi di 125 chilometri con un dislivello positivo di 5.100 metri da Bologna a Fiesole.

Dopo due settimane Alexander vince anche La Mozart 100, gara di 105 km e 4700 metri di dislivello positivo, con il tempo di 10h26’ precedendo il gallese Harry Jones e l’ungherese Csaba Nemeth, tra le donne la vincitrice è Cecilia Flori in 12h03’ che precede Simona Morbelli e l’australiana Kath Caty.

Di seguito Alexander ci racconta delle sue ultime due gare rispondendo ad alcune mie domande.

Ciao, com'è andata? Soddisfatto? “Benissimo direi, due gare in due settimane non le avevo mai fatte - non pensavo che in Austria alla gara del Ultra Trail World Tour potessi fare questo risultato - sia come tempo realizzato e come piazzamento.”

Avuto problemi, difficoltà? “Nella prima gara potevo gestire il ritmo di gara avendo un vantaggio di circa 1/2 mezz'ora a metà gara. Nella seconda gara (Mozart100) il ritmo sin dall'inizio era altissimo e non ero certo di arrivare in fondo.”

Sensazioni, emozioni? “Contentissimo per i due risultati.”

Prossimi obiettivi, sogni realizzati o da realizzare? “Prossimo obiettivo grande sicuramente è fare una bella gara al Tor de Geants.”

Hai scoperto qualcosa di stesso? “Sì, mi sono reso conto che una buona parte è "solo" questione mentale, senza quella non si ottengono questi risultati.”

Gara di trail cosa significa per te? “Direi che è il mio sport preferito perchè ogni gara ha la sua caratteristica e storia.”

Come decidi obiettivi e strategie di gara, team, famiglia, amici, figure professionali? “Le gare le decido con la famiglia, se è possibile mi accompagnano. Alla partenza di ogni gara ho in testa sempre una strategia ma purtroppo in gara tante volte è meglio essere flessibile.”

Sarebbe meglio sapere e immaginare quello che si può aspettare in una gara lunga e impegnativa, ma è proprio il momento della gara quello dove si è davvero nel momento in cui bisogna agire e decidere la condotta di gare in base alle sensazioni e circostanze del momento.

Con l’esperienza è cambiato  il tuo modo di allenarti? “L'allenamento faccio più o meno come gli anni passati però con l'esperienza riesco a gestirmi molto meglio in gara.”

Curi la preparazione mentale? “Non faccio nessuna preparazione specifica mentale, però so che quando la situazione diventa dura con la mente riesco a proseguire e fare passare la crisi.”

Hai un tuo idolo, ti ispiri a qualcuno? “Al momento ammiro gli atleti americani perchè loro sembrano sempre molto spensierati però dopo in gara riescono a dare il massimo.”

Approfondiamo ancora la conoscenza di Alexander attraverso risposte a un mio questionario di alcuni anni fa.

Cosa significa per te essere ultramaratoneta? “Mi piace andare al limite delle mie possibilità.”

Qual è stato il tuo percorso per diventare un ultramaratoneta? “Ho iniziato con una maratona, volevo vedere se riuscivo a stare sotto le 3 ore, poi sono passato per il triathlon e l’ironman, ho quindi capito che le lunghe distanze sono la mia specialità.”

E’ una questione di consapevolezza, sperimentarsi, passione e motivazione, lo sport porta a conoscerti, a capire possibilità, potenzialità, talento e anche permette di sfidare te stesso e gli altri, avvicinandoti il più possibile al limite che può essere sempre spostato più in là, apprendendo dall’esperienza, conoscendosi meglio e migliorando sempre gli aspetti eventualmente critici.

Cosa ti motiva ad essere ultramaratoneta? “Mi piace lo sport in generale e con questa disciplina riesco ad allenarmi in montagna, altra mia grande passione.”

La montagna e la passione sono ingredienti che nutrono la persona, non ci si nutre solo di cibo e bevande ma anche di passione, hobby, esperienze di successo e competenza e lo sport di endurance così come i l multisport ti permette di sperimentare sensazioni forti e intense, ti fa mettere alla prova in allenamenti e gare apprezzando sempre la fatica e il riuscire in quello che ci si prefigge.

Cosa ti spinge a continuare ad essere ultramaratoneta? “La passione.”

La passione ti permette di muovere montagne, di fare cose incredibili, di trovare tempi e mezzi per allenarsi e gareggiare nelle condizioni più ostili e difficili.

Hai sperimentato l’esperienza del limite nelle tue gare? “In tutte le gare sono vicino al limite.”

Vincere due gare ultratrail di circa 100km l’una con dislivelli di circa 5.000 metri positivo significa stressare muscoli e organi, significa testare il proprio fisico e la propria mente, ma ciò è possibile se si fa un percorso iniziato da anni di gare e allenamenti sempre più sostenuti con l’aiuto dell’aspetto mentale e nutrizionale, muscoli e fisico si nutrono con cibo e aspetti mentali quali positività, fiducia, autoefficacia, resilienza, umorismo.

Quali i meccanismi psicologici ritieni ti aiutano a partecipare a gare estreme? “Arrivare al traguardo ti fa dimenticare la fatica.”

La fatica non è per sempre e non è bloccante, la fatica si può trasportare fino al traguardo, basta aver fiducia e pensare che tutto passa, che si è preparati per farlo, per faticare, per accogliere la fatica e ospitarla fino al traguardo, dopo si può godere di quanto riuscito, per quello che si è sperimentato, per quello che si è riuscito a fare con tutte le sensazioni esperite.

Quale è stata la tua gara più estrema o più difficile?  “Adamello Ultra Trail 2014.”

C’è una gara estremi che non faresti mai?  “Yukon Arcitc Ultra – soffro troppo il freddo.”

Cosa ti spinge a spostare in avanti i limiti fisici? “La soddisfazione di migliorare me stesso.”

Il cercare di migliorarsi ti fa stare al mondo con interesse, ti fa essere sempre un ragazzo che vuole imparare, che vuole conoscere, cercare di far meglio apprendendo dall’esperienza, senza arrendersi in partenza, con apertura mentale alle novità, al cambiamento.

Cosa pensano i tuoi famigliari ed amici della tua partecipazione a gare estreme? “All’inizio erano un po’ preoccupati, ma poi, capendo la mia passione, sono orgogliosi e contenti dei miei risultati e mi danno anche il sostegno necessario.”

Il sostegno dei familiari diventa una marci in più, ti dà più serenità nelle cose che fai.

Che significa per te partecipare ad una gara estrema? “Confrontarmi con altri atleti.”

Cosa hai scoperto del tuo carattere nel diventare ultramaratoneta? “Ho scoperto che oltre al fisico ho anche “la testa” per superare i momenti di crisi.”

Se potessi tornare indietro cosa faresti? O non faresti? “Inizierei 10 anni prima a fare gare trail.”

Usi farmaci, integratori? Per quale motivo? “Uso solo integratori per ovvi motivi.”

Hai un sogno nel cassetto? “Mi sarebbe piaciuto diventare professionista ma sono consapevole che ormai sono troppo vecchio.”

E’ in uscita il libro Maratoneti e ultrarunner. Aspetti psicologici di una sfida, edizioni-psiconline.
https://www.edizioni-psiconline.it/anteprime/maratoneti-e-ultrarunner-aspetti-psicologici-di-una-sfida.html

 
Matteo SIMONE
www.psicologiadellosport.net/eventi.htm
http://www.ibs.it/libri/simone+matteo/libri+di+matteo+simone.html

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