venerdì 9 giugno 2017

Michele Belnome: La Nove Colli Running conquistata in poco più di 30 ore


Lo sport ti rimette al mondo, di seguito Michele ci racconta la sua esperienza da obeso e sedentario ad atleta delle lunghe distanze, se vuoi puoi e il meglio deve ancora venire, di seguito approfondiamo la sua conoscenza attraverso risposte a un mio questionario.

Come va? Qual è stato il tuo percorso come atleta? “Tutto bene. Tutto è cominciato quindici anni fa. Ero prossimo ai 34 anni, pesavo circa 93 kg, mangiavo tanto, cioè ero il classico tipo casa-lavoro-famiglia. Un giorno, durante le ore di lavoro, dovetti salire un bel po’ di scale; all’improvviso il fiatone, cercavo aria per riprendermi. Quell’episodio fece scattare in me la molla, dovevo fare qualcosa perché a 34 anni non era possibile essermi ridotto in quelle condizioni. Cominciai a correre (si fa per dire) 2-3-5-7 fino ad arrivare a 10 km, imparai a correre tutti i giorni. 
Mi iscrissi presso la società podistica del mio paese (Mola di Bari) partecipando a numerose gare della Corripuglia. Nel 2012 avvenne il salto di qualità, ma non perché voluto, partecipai senza ambizione a una 6 ore, di cui non conoscevo l’esistenza, percorrendo poco più di 54 km. Da allora è stato un susseguirsi di 6 ore, maratone, 100 km, 24 ore e pochi giorni fa 202,400 km cioè la Nove Colli Running (il sogno di ogni ultramaratoneta) conquistata in poco più di 30 ore.”

Si fa sempre in tempo a prendere in mano le redini della propria vita, ad accorgersi di quello che si fa e come lo si fa e decidere se apportare piccoli cambiamenti o fare finta di niente e continuare ad essere in una fase precontemplativa dove non mi accorgo di niente o contemplativa dove so che mi devo attivae in qualche modo ma aspetto ancora un po’ prima di passare all’azione.
Come decidi obiettivi e strategie di gara? "Non so se è strategia di gara, so soltanto che devo pensare a solo correre, non curandomi degli altri, ascoltando il mio corpo, il mio passo, attento a non spingere, ma soprattutto autogestione che a mio avviso è il principale punto di forza di ogni atleta. Non devi emulare ma devi essere sostanzialmente te stesso.”
Com’è il tuo modo di allenarti? “Non faccio ripetute, faccio tre uscite settimanali percorrendo lunghe distanze che possono oscillare dai 25 ai 35-40 km. Non bado alla velocità perché cerco essenzialmente la resistenza, il passo, ma su tutti la connessione della mia testa, perché è quella che rende possibile l’impossibile e che mi consentirà di affrontare tanti chilometri. E’ il mio modo di essere ultramaratoneta.

La testa è che decide dove portarti, il resto segue, bisogna allenare la testa a volere, a crederci e il corpo ad obbedire, a godere, ma meglio sarebbe un sano equilibrio, volere senza pretendere, osare senza strafare, senza fretta, un passo alla volta, rispettando limiti con la consapevolezza delle proprie capacità si fanno grandi passi e si ottengono traguardi ambiti e realizzazione di sogni.
Curi la preparazione mentale? In che modo? Tantissimo. Essenzialmente lo scopo che voglio raggiungere, la Nove Colli Running è testimonianza di ciò che ho voluto a tutti i costi. Volevo riuscirci a tutti i costi, giungere al traguardo e conquistare quella medaglia dal peso di 750g era tutto per me. La notte le condizioni climatiche sono peggiorate con tanta pioggia, vento e scarsa visibilità. Non mai pensato un attimo di abbandonare, tanto comunque, come spesso dico, a un inizio c’è sempre la fine.”

E’ quello che si apprende praticando l’ultramaratona o comunque lo sport di endurance, crisi vengono come il freddo, la pioggia che ti procura preoccupazione ma se vuoi riesci a trovare un modo per ripararti, per riscaldarti, per trovare energie sufficienti e occorrenti per avanzare.
Qual è una tua esperienza che ti dà la convinzione che ce la puoi fare? “Ho prestato servizio nel Battaglione San Marco e ti posso garantire che di esperienza ne ho fatta: barbettone, corda doppia da 30 m in elicottero, corsa di 50 km (con anfibi, mimetica, zaino riempito di effetti personali nonché un sacca di sabbia, fucile ed elmetto). Dal punto di vista podistico, la 100 km del Passatore, edizione 2013, quella è l’esperienza che mi ha fatto capire che nulla può impedirmi di raggiungere il mio obiettivo. Sappiamo benissimo che la gara si svolge l’ultimo sabato di maggio, quindi caldo, partendo da Firenze per arrivare a Faenza. Bene, in quell’anno tutto era tranne che una giornata quasi estiva. C’erano 5°C, vento, pioggia e temporali cioè era quella situazione che ti avrebbe spinto ad abbandonare la gara. Partii e la portai a termine.

C’ero anch’io il 2013 e presi tant’acqua e tanto freddo ma portai a termine anch’io la mia prima 100km affrontando crisi.
Quali sono le sensazioni sperimentate in precedenti esperienze di successo? “L’autostima, sicuro di poter affrontare qualsiasi problema con razionalità.”
C’è una parola o una frase detta da qualcuno che ti aiuta a crederci ed impegnarti?
”Ho trovato questo pensiero nel gruppo Facebook “Il meglio deve ancora venire” mi ci ritrovo in pieno: ‘Non esistono obiettivi impossibili da raggiungere, tutte le cose sono difficili prima di diventare facili. Esistono obiettivi molto ambiziosi ma se si creano circostanze idonee e se esistono le giuste potenzialità, non esistono obiettivi impossibili. Ci sono dei blocchi, quelli nella nostra mente e noi sappiamo come rimuoverli, oppure ci sono alibi, quelli che nascono dalla pigrizia, dalla incapacità di vedere in grande, dalle paure, dai pregiudizi. Anche questo tutti noi lo sappiamo bene e se domani dovessero, anche per un solo momento, penetrare nei nostri pensieri, sappiamo come cacciarli’.”

Corrado Mazzetti ha creato questo gruppo Facebook come sostegno e supporto a tanti runner e no solo, nel mio libro Ultramaratoneti e gare estreme riporto a pagina 90 un’intervista a Corrado dove racconta le sue tante vicissitudini e come si è sempre rialzato mostrandosi molto resiliente.
Quali sono i rapporti con gli organizzatori e gli altri atleti? Ho ottimi di amicizia con Pasquale Giuliani organizzatore dell’Ultramaratona del Gargano nonché della 2^ edizione della 100 Km del Gargano, dove nella precedente edizione ci siamo conosciuti. Con gli altri atleti i rapporti sono fantastici, ci intendiamo a vista d’occhio. L’umiltà è quella forza che rende uniti e con i piedi per terra.”

La partecipazione a gare permette di fare tante conoscenze, io stesso conobbi Michele in occasione della 1^ edizione della 100 Km del Gargano, una gara spettacolare in un parco spettacolare con vista mare tra i tornanti di Vieste e Peschici.
Quale risultato individuale e di squadra hai ottenuto fino a questo momento?Quest’anno ho portato a termine la Nove Colli Running e dopo una settimana il mio 5° 100 km del Passatore consecutivo. Come risultato di squadra stiamo lottando per arrivare almeno tra le prime dieci squadre del GP Iuta 2017 Ultramaratona.”

Pugliesi e squadre pugliesi sempre più proiettate nell’ultramaratona con piazzamenti prestigiosi sia a livello individuale che di squadre e anche come organizzazione di gare di lunga distanza.
Quali sono i fattori che contribuiscono alla performance? Fiducia in me stesso, l’affetto della mia società 'ASD Sei Sport di Monopoli', l’incoraggiamento dei miei compagni di squadra e dei miei amici e la serenità.”
Qual è stata la gara della tua vita?Senza ombra di dubbio la Nove Colli Running corsa quest’anno, il mio esordio in una 202,400 km. Affrontare quelle salite e discese, la notte affrontando un diluvio pazzesco che ha decimato gli atleti per ipotermia o perché la testa-convinzione è venuta a mancare.”

Vero lo riconosco, io stesso ho dovuto abbandonare la gara il 2015 al 57° km per pioggia e freddo, mi sono mostrato un po’ fragilino ma comunque avevo in mente l’obiettivo Iron Elbaman, riuscito a concluderlo alla mia prima gara di triathlon, bisogna avere sempre un piano B.
Un episodio curioso o divertente nella pratica dello sport? Alla maratona di Milano di quest’anno è successo che proprio in prossimità dell’arrivo invece di imboccare il corridoio dei maratoneti ho imboccato quello degli staffettisti. Dopo aver percorso un centinato di metri sono stato costretto a tornare indietro, non potevo fare altrimenti, pazienza.
Quali sensazioni sperimenti facendo sport (pre-gara, in gara, post-gara)? Fascino, incognita, ignoto, pace e benessere.
A cosa devi fare attenzione? "All'approccio alla gara, a non pretendere di più cioè ad andare oltre le mie capacità.”
Cosa ti fa continuare a fare sport? “Sicuramente per la salute, per il benessere del mio corpo e soprattutto inquadrare determinate situazioni con un ottica diversa. Riflettere prima di agire cioè essere meno impulsivo.
Come hai superato eventuali crisi? “Con pazienza, riflessione, metodologia.”
Un messaggio per invitare a fare sport? “Fare sport significa avere rispetto del prossimo e rispetto delle regole. Il fine si raggiunge lavorando in gruppo, altruismo ma soprattutto facendo emergere l’umiltà.”
Sogni realizzati e da realizzare? “Correre, correre, correre e continuare a correre, correre e correre.

Michele è menzionato nel libro “Maratoneti e Ultrarunner. Aspetti psicologici di una sfida”, edito da Edizioni Psiconline. 

Un'intervista a Michele è riportata nel libro "Il piacere di correre oltre" (Il piacere di correre oltre dal punto di vista di uno psicologo dello sport).  

Sport & benessere 15 | ed. novembre 2022.  

https://www.prospettivaeditrice.it/libro/il-piacere-di-correre-oltre-il-piacere-di-correre-oltre-dal-punto-di-vista-di-uno-psicologo-dello-sport/  

In linea di massima, la passione della corsa permette alle persone di mettersi alla prova, di condurre un sano stile di vita, di salire su un treno fatto di fatica e gioie, di relazioni, di mete e obiettivi da costruire, di situazioni da sperimentare. Bisogna sviluppare consapevolezza delle proprie risorse e capacità, ma anche dei propri limiti: è necessario consolidare questi concetti per mantenere un buon equilibrio. Nel nuovo libro di Matteo Simone Il piacere di correre oltre, l’autore riprende la sua consuetudine di parlarci di sport soprattutto attraverso il dialogo con gli atleti.  

Leggere il testo di Matteo Simone ci permette di conoscere alcune dinamiche psicologiche che forse ignoriamo o per lo meno di cui non siamo consapevoli. L’autore nota che ciascuno di noi, se lo vuole, può riuscire a raggiungere i propri obiettivi nello sport come nella vita, e così diventano più addomesticabili e gestibili, la fatica e la paura; al contempo si rafforza la mente, si eleva l’autoefficacia personale e si sviluppa la resilienza. 


Matteo SIMONE

380-4337230 - 21163@tiscali.it

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