Sogni da realizzare? Riuscire a completare i 490 km della Filippide Run!
Matteo SIMONE
Dal
24 al 28 novembre 2022 ha avuto luogo la 7^ Authentic Philippides Run Atene
Sparta Atene (ASA) 490km.
Il
vincitore è stato il polacco Lukasz Sagan che ha concluso la gara in 2 giorni 17h22’14”,
precedendo l’ungherese Peter Toldi (2 giorni 20h36’01”) e il brasiliano Rodrigo
Freeman Lopez (3 giorni 6h56’42”).
Tra
le donne ha vinto l’italiana Francesca Ferraro (Emozioni Sport Team), classe 1991,
classificata 6^ assoluta, concludendo la gara in 3 giorni 16h07’55”, precedendo
l’uruguaniana (classe 1961) Silvia Grisel Amodio Navas (4 giorni 5h36’51”.
Dei
45 atleti sula linea di partenza solo 18 sono riusciti a concludere la gara nel
tempo massimo previsto di 104 ore. Tra i partenti non arrivati c’era anche William
da Roit e di seguito approfondiamo la sua esperienza attraverso risposte ad
alcune mie domande.
Cosa ti ha spinto a partecipare a
una gara estrema di 490km, Atene Sparta Atene? Durante
la Spartathlon del 2017, a numerosi incroci sul percorso, ho notato
un'indicazione in strada simile a quella che indicava la direzione verso
Sparta, girata però, in senso contrario verso Atene. Ho chiesto info e mi hanno subito
detto che quelle erano le frecce della Filippide Run... Atene, Sparta, Atene.
Quindi c'era gente che era in grado di toccare la Statua di Re Leonida, girarsi
e ripercorrendo lo stesso percorso ritornare ad Atene? Come il messaggero
Filippide 2.500 anni fa? Nel 2018 mi sono iscritto e dopo 40 ore di pioggia e
neve sono arrivato a Sparta, contento e letteralmente sfinito mi sono fermato
li. Ho voluto ritentare lo scorso novembre.
Gli
ultrarunner sono atleti che non mollano, non si spaventano e vogliono
persistere nel portare avanti progetti e sogni provando e riprovando in modo
diverso.
Criticità? Problemi? difficoltà? Il
clima era perfetto, sia di giorno che di notte, condizioni ideali.
Quali allenamenti ti sono mancati
per portarla a termine? Cosa ti ha ostacolato? cosa avresti dovuto fare? Quest'anno
ho avuto problemi a un ginocchio già dall'inverno dopo che ho disputato la
Vasaloppet storica, in Svezia, con sci da fondo e abbigliamento di cento anni
fa. 90 km duri e affascinanti che hanno però lasciato il segno.
Già dalla
primavera avevo deciso di dividere gli allenamenti lunghi della domenica in due
sessioni giornaliere così da limitare il dolore o il fastidio al ginocchio,
soluzione che mi ha permesso di allenarmi abbastanza bene con regolarità. Ma
col senno di poi, per me è stato un limite. Io devo riuscire a correre almeno
per 60/70 km consecutivamente per acquisire la forza necessaria per affrontare
una distanza così impegnativa. La scelta di spezzare un allenamento così
importante è stata sbagliata.
Il
12 febbraio 2022, William Da Roit ha partecipato in Svezia alla “Jubileumsvasan”,
edizione celebrativa del centenario della Vasaloppet, manifestazione di sci di
fondo di 90 chilometri che ricalca la prima edizione storica del 1922.
Vasaloppet
significa la gara di Vasa, e ricorda la fuga del giovane nobile Gustavo Vasa
dalle truppe del re Danese Cristiano II nel 1520. I partecipanti erano solo
139, lo stesso numero che si presentò al via alla prima edizione indossando
attrezzatura e abbigliamento risalente agli anni ’20, senza attrezzature
moderne.
Per
portare a termine grandi imprese c’è bisogno di un grande periodo di lavoro e
possibilmente integrità nel fisico e nella mente, se qualcosa cede diventa più
difficile l’impresa già durissima e considerata estrema, pertanto si può
provare senza pretese facendo esperienza e acquisendo più confidenza nel
poterla rifare una prossima volta.
Cosa pensano familiari e amici della
tua partecipazione a questa gara estrema? Ti dirò che ormai
familiari e amici si sono abituati a sentirmi parlare di gare con un
chilometraggio così importante.
La
famiglia se ne fa una ragione, sa che l’ultrarunner ha in mente le imprese più
assurde e porta avanti una quotidianità fatta di equilibri tra lavoro, famiglia
e allenamenti duri e prolungati.
Un episodio curioso o divertente
prima, durante e dopo la gara? Alla partenza ci è
stato dato in dotazione un dispositivo a ultrasuoni per ovviare al problema dei
cani randagi che ti seguono specialmente nelle zone più isolate. Durante la
prima notte mi sono trovato da solo a correre accompagnato dall'ululato dei
lupi, ho chiesto poi a un check point se l'aggeggio era efficace anche con
loro… mi hanno risposto probabilmente sì. Ecco, mi è rimasto il dubbio…
Gare
già considerate estreme per la difficoltà della lunghezza chilometrica a cui si
aggiungono esperienze che possono impaurire come gli ululati che a leggerli
fanno sorridere ma a viverli potrebbero causare anche terrore.
Che significa per te questo ritiro?
Cosa porti a casa e cosa lasci lì? L'essere arrivato in
ritardo al controllo dei 193 km purtroppo mi lascia con l'amaro in bocca. Il
dolore insopportabile al ginocchio mi ha azzoppato sia fisicamente che
mentalmente. In queste gare un problema si amplifica non si risolve.
Probabilmente bisogna anche essere fortunati, il fisico deve reggere.
Queste
gare potrebbero lasciare il segno sia positivamente ce negativamente ma se si
spacchetta l’esperienza si possono trare insegnamenti molto utili e più
conoscenza di se stessi nell’affrontare situazioni.
Quali sensazioni hai sperimentato
prima, durante e dopo la gara? Questa gara mi regala
tante emozioni, il luogo pieno di storia e leggende mi affascina da sempre ed
essere uno dei runners che corre su un itinerario che ha fatto la storia mi
riempie di orgoglio. In questi anni di corse verso Sparta ho anche avuto la
fortuna di trovare amici greci, persone splendide che prima, durante e dopo ti
aiutano sempre! Poi i concorrenti, guerrieri e guerriere speciali e i team che
li seguono sono il valore aggiunto di questo tipo di gare.
Gare
durissime ma tantissimo emozionanti in condivisione con altri atleti
ultrarunner considerati guerrieri che possono avere l’opportunità di essere
assistiti da un paio di componenti della loro crew durante il lunghissimo
percorso resiliente fino al traguardo. Quali abilità, fisiche e mentali,
bisogna allenare per tale gara? Un messaggio per avvicinare atleti a gare di
490km? Chi vuole avvicinarsi a distanze così
importanti deve essere cosciente che dovrà allenarsi come non ha mai fatto
nella vita, non dovrà avere paura di niente e non dovrà fermarsi mai!
Conosco
una persona che ha in mente tale gara e sta seguendo un piano di allenamenti d
gare che possano avvicinarlo al compimento di tale sogno e quindi gli saranno
utili racconti, esperienze e consigli di atleti che ci sono passati.
Cosa hai scoperto di te stesso in
questa esperienza?
Anche in questa esperienza ho avuto la
conferma che ero nel posto giusto, è questa la mia dimensione.
Nonostante
tutto, nonostante i dolori al ginocchio, nonostante gli ululati terrorizzanti
dei lupi, nonostante il ritiro William sa che quello che fa lo va con il cuore
e con tutta la passione che ci mette pertanto comunque vada è una bella e
intensa esperienza da portare a casa e condividere con amici e familiari tra
curiosità, stupore, divertimento. Prossimi obiettivi? In giugno la Runiceland gara di Trail a tappe
in Islanda.
Bellissimi
e interessanti gli obiettivi di William solamente nel leggerli figuriamoci nel
metterli in pratica, spero di incontrare William e di correre un po’ con lui.
Sogni da realizzare Il mio sogno? Ne
ho ancora tanti, uno sicuramente è riuscire a completare i 490 km della
Filippide Run!
William
non molla e noi seguiremo le sue gesta facendo il tifo per lui.
William è menzionato nel libro: Maratoneti e ultrarunner. Aspetti psicologici di una sfida, Edizioni Psiconline, Francavilla al Mare (CH), giugno 2019.
Gli atleti sentono di valere, di avere forza mentale, di saper prendere decisioni, di sentirsi leader, in sostanza aumenta l’autoefficacia personale nell’ambito sportivo, si sentono riconosciuti dagli altri, scoprono di possedere capacità insospettate: l’ultracorsa diventa una palestra di vita.
Si impara a valutare che per ogni problema c’è almeno una soluzione; tale soluzione ti porterà al traguardo finale, ti permetterà di superare gli imprevisti e tollerare le sofferenze.
Matteo SIMONE
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