Un’efficace comunicazione per la
promozione della salute non può basarsi su un passaggio unidirezionale di
informazioni standardizzate, di norme comportamentali dettate dall’esperto.
La comunicazione dovrebbe avere un approccio
partecipativo, dovrebbe considerare la persona a cui si riferisce senza
giudicarla ma rivolgendosi con attenzione e con rispetto, la comunicazione non
dovrebbe essere offensiva ma empatica, senza terrorizzare, altrimenti le
persone evitano a priori di ascoltare l’informazione e continuano per la
propria strada.
La Carta di Ottawa dell’Organizzazione
mondiale della sanità nel 1986, ha definito il concetto di “promozione della
salute” come il processo che consente alle persone di esercitare un maggiore
controllo sulla propria salute e di migliorarla. Ma molte persone non riescono
a prendersi cura attivamente della propria salute, alcune persone sottovalutano
le conseguenze di alcuni comportamenti che danneggiano la salute, alcuni non
hanno una reale percezione della propria salute.
In questi casi è necessaria una comunicazione
efficacia in grado non solo di informare le persone sugli stili di vita che
apportano benessere o comunque che non creino benessere, ma la comunicazione
efficace dovrebbe motivare le persone a considerare l’importanza della propria
salute per un diretto interesse personale, per l’interesse delle persone a cui
si sta vicino o si condivide un affetto, un amore, un’amicizia ed anche
motivare le persone a prendere in considerazione un minimo cambiamento nel
proprio stile di vita, nelle proprie abitudini ad iniziare nel porre
l’attenzione in quello che si fa, a come lo si fa, con quale modalità, con
quale frequenza, con quale intensità in modo da rendersene pienamente
consapevoli e decidere se è veramente quello che si vuole o è qualcosa che si
fa per mera abitudine, quasi per pigrizia.