A volte correndo,
principalmente in trail, mi vengono i brividi per l’emozione
Matteo Simone
Lo sport è una grande opportunità per tutti soprattutto di benessere individuale nonostante la fatica.
Le sensazioni
e le emozioni che si sperimentano sono intense e preziose. Di seguito Elisa, dell’Emme
Running Team, racconta la sua esperienza rispondendo ad alcune mie domande.
Qual è stato il tuo percorso nella
pratica dell'attività fisica? “Ho sempre
praticato sport fin dai 4 anni di età: ginnastica artistica, nuoto, pallavolo
per 15 anni e ho anche allenato 2 squadre di ragazzine. A 32 anni ho iniziato a
correre, dopo due mesi ho fatto la mia prima mezza maratona, dopo un anno la
mia prima maratona e dopo 2 la mia prima 100 km”.
La
gara della tua vita dove hai sperimentato le 6 più belle?
“100 km di Asolo, Maratona di new York,
Cortina trail”.
Che dire, sembra che Elisa, ultimamente,
abbia fatto passi da gigante, certo l’appetito vien mangiando, se lo sport
piace non si abbandona si può cambiare disciplina e approdando alla corsa i
chilometri diventano come ciliegie, uno tira l’altro.
Nello sport cosa e chi contribuisce al tuo benessere e/o performance? “Il mio compagno è
molto attento e preparato e mi consiglia sull’alimentazione e sugli
allenamenti, e sul recupero dopo ogni gara o ogni allenamento”.
È importante essere cauti e fare le cose
fatte bene, allenamenti e gare sì ma anche recuperi e riposo e soprattutto
un’alimentazione adeguata e mirata soprattutto se si aumentano i chilometri di
allenamento e gara.Quale esperienza ti da la
convinzione che ce la puoi fare?
“La 100 km di Asolo, una gara che ho fatto nel 2017, 100 km con 2800 mt d+,
una delle 100 km più dure d'Europa finita in 12 ore e mezza”.
Bella la 100km di Asolo, c’ero anch’io
nel 2017, esperienza molto intensa con i primi 50 km di salita e poi dopo si
può scegliere se continuare o fermarsi su in cima, ma dopo essersi rifocillati
si può tornare di corsa soprattutto la prima parte in discesa e poi si può
gestire soprattutto meglio in compagnia.
Cosa pensano familiari e amici della tua
attività sportiva? “I miei genitori non appoggiano
molto la corsa perché si preoccupano per le mie imprese estreme, il mio
compagno mia figlia e i miei amici invece mi appoggiano e sono felici per me”.
Esperienze che fortificano, fanno tirare
fuori coraggio e forza per andare avanti a concludere imprese sempre più
difficili ma non impossibili, applicandosi con pazienza, fiducia e resilienza.
Un episodio curioso o divertente della tua attività sportiva? “In verità ogni volta che esco a correre mi diverto, ma gli episodi più divertenti capitano quando corriamo d’inverno post lavoro di sera con il buio e scaldiamo il grappa cantando per paura dei lupi e cinghiali”.
Un episodio curioso o divertente della tua attività sportiva? “In verità ogni volta che esco a correre mi diverto, ma gli episodi più divertenti capitano quando corriamo d’inverno post lavoro di sera con il buio e scaldiamo il grappa cantando per paura dei lupi e cinghiali”.
Molto interessanti queste esperienze in
compagnia non ordinarie ma comunque immagino il clima che si respira faticando
e cantando in compagnia dove si ammazza qualsiasi tensione della giornata.
Quali capacità, caratteristiche, qualità possiedi nella pratica del tuo sport? “Resistente,
veloce, resiliente e tenace. In parole povere dura a morire”.
Questa è la consapevolezza degli
ultrarunner, niente paura, si può fare tutto, fino alla fine superando
qualsiasi ostacolo o crisi.
Che significa per te praticare sport? “Significa vivere...quando pratico sport mi
sento bene, nonostante la fatica, un benessere fisico e mentale indescrivibile”.
Infatti, la fatica diventa relativa,
sicuramente non è un problema ma conferma la voglia di sperimentare una vita
sfidante e attivante che comprova proprie capacità e possibilità di gestire,
affrontare, risolvere situazioni e momenti anche critici.
Quali sensazioni sperimenti facendo
sport? “A volte correndo, principalmente in trail, mi
vengono i brividi per l’emozione, ho un senso di profonda libertà”.
Davvero un’interessante testimonianza
che trasmetto il senso di fare sport immersi nella natura senza tensione né
aggressività ma con la voglia di sentirsi liberi e a proprio agio nonostante la
fatica.
A cosa devi prestare attenzione nel tuo
sport? Quali sono le difficoltà e i rischi? “È molto
pericolosa la discesa, correndo in montagna è facile inciampare, cadere e farsi
davvero tanto male, spesso i sentieri sono stretti ed esposti”.
Certo in montagna non si scherza, soprattutto in discesa, occhi aperti senza distrazione, osservazione al sentiero e a tutto ciò che ci circonda per apprezzare e per salvaguardarsi.
Certo in montagna non si scherza, soprattutto in discesa, occhi aperti senza distrazione, osservazione al sentiero e a tutto ciò che ci circonda per apprezzare e per salvaguardarsi.
Quale
è stata la tua situazione sportiva più difficile?
“Ho corso con tutte le condizioni
atmosferiche esistenti, ho un problema alle mani e con il freddo si ghiacciano
e non le muovo, spesso in inverno incorro in questa situazione, per me
difficile perché non riesco ad utilizzarle per cambiarmi gli indumenti o per
mangiare in caso di necessità”.
Quali condizioni ti ostacolano nella
pratica dell'attività fisica? “Soffro di vertigini
e spesso chiedo quanto esposti siano i sentieri prima di una gara o una corsa
in compagnia. Soffro anche della sindrome di Raynaud alle mani, molto limitante”.
Elisa sembra essere molto consapevole
delle proprie possibilità e limiti ma non evita l’esperienza arricchente di
sentieri in montagna.
Hai rischiato di mollare?
Cosa ti fa continuare a fare attività fisica? “Non ho mai rischiato
di mollare perché amo correre perché è uno sfogo e affronto la vita in maniera
positiva continuando a correre, è un modo per conoscere nuove persone,
rapportarsi con la gente facendo qualcosa di ‘sano’".
In effetti la corsa, soprattutto in
condizioni difficili praticando l’ultracorsa o corsa in montagna, fortifica,
libera la mente da preoccupazioni e problemi e aiuta ad affrontare la vita
quotidiana considerando che tutto è risolvibile soprattutto in buona compagnia.
Ritieni utile lo psicologo nel tuo
sport? Per quali aspetti e in quali fasi? “Probabilmente
per una preparazione mentale prima di qualche gara importante potrebbe essere
utile”.
Come
hai superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni?
“Con la pazienza e la certezza che con la
forza di volontà si può superare quasi tutto. La mia 100 km l’ho corsa con un
menisco crepato, scoperto 8 mesi prima della gara, quando dovevo iniziare a
prepararmi. Mi sono ripetuta che nulla è impossibile basta volerlo veramente”.
Più dura è la lotta e più glorioso è il
trionfo, questa sembra essere l’approccio di tanti ultrarunner che non evitano
qualsiasi esperienza ma si avventurano per far fronte a qualsiasi criticità o
difficoltà che può essere sempre gestita e superata con pazienza, studio e
accortezza.
Un
messaggio per avvicinare i ragazzi allo sport?
“Lo sport è amicizia, è unione e
felicità, è salute e benessere mentale, al giorno d’oggi abbiamo veramente
bisogno di tutto questo”.
Lo sport può essere considerata una
coccola che la persona fa per se stesso, una terapia efficace per il corpo e la
mente, un’opportunità per sperimentare benessere insieme ad altri amici
condividendo passioni, fatiche, risultati, traguardi.
Un
messaggio per le donne del mondo? “Non siamo meno degli uomini, ho iniziato camminando, facevo 3 km e ne
correvo mezzo, spesso mi sento dire ‘io non sono capace di correre’ tutti siamo
capaci di correre o fare sport, l’importante è volerlo. E non abbattersi alle
prime difficoltà perché solo dopo averle superate potrai guardarti indietro e
sentirti più forte, quindi: 'Avanti sempre!'”.
Concordo con Elisa, bisogna andare sempre avanti nello
sport e nella vita, non ci abbattiamo, non ci arrendiamo, studiamo, capiamo e
organizziamoci per star bene, per far meglio, per vivere al meglio.
Cosa
hai scoperto di te stessa nel praticare sport?
“Che so essere sicura di me stessa e che
so di poter contare su me stessa, cosa che per molto tempo non credevo di
riuscire a fare”.
Interessante questa testimonianza di
apprendimento e di fortificarsi grazie alla palestra dello sport, soprattutto
sport di fatica prolungata come le ultramaratone, dove si può fermarsi e
cascare tante volte ma sempre con la voglia di rialzarsi e ripartire.
Hai
un riferimento? Ti ispiri a qualcuno? “No, non ho mai avuto nessun idolo o riferimento perché credo che ognuno
sia bravo a modo proprio e per questo non voglio essere come nessuno, voglio
solo impegnarmi con me stessa”.
C'è
una parola o frasecfrase ti aiuta a crederci e impegnarti? “Vince chi resta! Fino alla fine”.
In certe gare di ultramaratona davvero
vince chi resta fin gioco fino alla fine, c’è bisogno di una forte motivazione,
un’attenzione a tanti dettagli che influiscono sia sul benessere che sula
performance dell’atleta, tutto può servire per durare nel tempo.
Prossimi
obiettivi e sogni da realizzare? “Vorrei rifare una 100 km, magari su trail”.
Bello faticare per arrivare, per
raggiungere traguardi, per superare muri e barriere e ancora meglio se si fa in
sentieri naturali, questa sembra essere l’esperienza di tanti amanti dello
sport e della montagna.
Come
ti vedi a 50 anni? “In
mezzo alle montagne, in mezzo alla natura, a volte con lo zaino in spalla
semplicemente camminando da un rifugio all’altro”.
Certo se non avessimo tanti
condizionamenti da quando veniamo al mondo potremmo davvero essere liberi di
vivere senza una strada già predefinita ma con la possibilità di seguire
sentieri alternativi.
Quanto
credi in te stessa? “Sportivamente
parlando, abbastanza”.
Come
hai scelto la tua squadra e che intenzioni hai?
“Per il calore che mi dà, è come essere
in una grande famiglia, credo sia la squadra migliore del mondo!”.
Bello questo elogio alla propria
squadra, infatti far parte di una squadra significa essere coccolati, tutelati,
protetti per star bene e cercare di fare grandi cose insieme.
Psicologo,
Psicoterapeuta
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