Matteo SIMONE
A volte la vita mette a dura prova, fa incontrare problemi e ostacoli, situazioni difficili da gestire, affrontare e superare, poi succede di iniziare a praticare sport e tutto cambia, si sperimentano altre modalità di stare al modo, altre modalità per sperimentare benessere, fatica e sofferenza, gioie e soddisfazioni.
Di seguito Zagara e Vincenzo raccontano le loro esperienze di
vita e di sport rispondendo ad alcune mie domande di un po’ di tempo fa.
Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta?
Zagara:
“Ho iniziato con 3 amiche, ci chiamavamo
quelle delle 5.50 perché le 5.50 era l'orario che ci davamo all'alba per
scendere e poi incontrarci per allenarci. Poi piano piano la corsa mi ha preso
sempre più. Non uscivo con il Garmin, non sapevo neanche che fosse, ma so che a
volte rientravo dopo 3 ore.
Più correvo e più ero felice...sicché un amico mi
invitò ad iscrivermi ad una società per poi correre la mia prima gara: la
Garibaldina 19km con il passaggio sui Ponti della Valle dove ad attendere c'era
l'inno di Mameli. Brividi e commozione. Il mio debutto con il mio primo
pettorale fu stupendo.”
Vincenzo:
“Il mio percorso è cominciato così, avevo
un’edicola che ho chiuso per fallimento e mi sono trovato senza lavoro.
Mangiavo sempre, fumavo e non ero mai stanco, così decisi di andare a camminare
un po' di mattina presto. Da lì ho conosciuto tantissimi amici che mi hanno
portato a iscrivermi ad una società e a partecipare a gare. Sono stato per più
di due anni senza lavoro e posso dire la corsa mi ha aiutato tantissimo a
sopravvivere, a volte mi domando, chissà se non cominciavo a correre che fine
avrei fatto.”
Cosa
spinge un gruppo di persone a incontrarsi per allenarsi? La voglia di evadere
dalla quotidianità ordinaria, dalle mura domestiche, dalla comoda poltrona
davanti alla TV, la voglia di guadagnarsi una doccia ristorativa. Lo sport
rimette al mondo in modo diverso, da una parte fa faticare, da un'altra parte
fa divertire condividendo situazioni bizzarre e particolari, uno spazio e un
tempo per evadere dai pensieri e situazioni pressanti, un modo per ricaricarsi.
Zagara:
“Sensazioni pre-gara, gioia di vedere gli amici; in gara parlo, rido e sbuffo, ahahah; dopo, felicità allo stato brado.”
Vincenzo:
“La mattina mi piace uscire presto e ascoltare il
silenzio mattutino, mi ricarica per la giornata che affronterò.”
Questo
è il bello dello sport e della corsa in particolare, provare sensazioni ed
emozioni, sperimentare, uscire a ore insolite e notare che effetto fa vedere i colori dell’alba, il fresco della mattina, il silenzio e altro.
Cosa hai scoperto del tuo carattere nel praticare sport?
Zagara:
“Praticando sport ho capito che sono forte.”
Vincenzo:
“Ho scoperto che con la testa si può arrivare
dovunque e i dolori che possono comparire durante una gara o un allenamento
vanno risolti di testa.”
A
volte i dolori possono essere sabotatori, ce li cerchiamo noi perché forse
siamo indecisi, negativi, svogliati e attendiamo un dolore per poterci fermare
e in questo caso potrebbe essere utile un lavoro mentale per cercare di mettere
a confronto nostre polarità opposte per trovare un compromesso, un accordo per
continuare la nostra esperienza sportiva fino al traguardo. Altre volte il
dolore può indicarci una vera sofferenza e allora si è forti se ci si ferma, se
si è troppo ostinati si continua senza considerare i messaggi di aiuto del
corpo.
Ricordi un’esperienza che ti può dare la convinzione che ce la puoi
fare?
Zagara:
“La paura di perdere mia figlia mi ha fatto capire
che io ce la potrò sempre fare.”
Vincenzo:
“L'esperienza che mi ha dato forza è stato
affrontare la Nove Colli e il Passatore in 7 giorni, queste due gare mi hanno
cambiato totalmente la vita. Non sono mai stato un ansioso per natura, ma la vita
non è mai stata semplice e facile con me. Ho imparato
che il bello arriva prima o poi.”
Le esperienze passate di riuscita aiutano ad aver fiducia in noi stessi,
incrementano l’autoefficacia, nel caso di Vincenzo aver fatto due gare
consecutive a distanza di una settimana e cioè 2002,4km e 100km per un totale
di 302,4 km danno fiducia nel futuro di riuscire ad alzare l’asticella, di
essere fiduciosi nell’andare avanti nello sforzo e nella fatica un passo alla
volta.
Ritieni utile lo psicologo dello sport? Per quali aspetti e in quali
fasi?
Zagara:
“Lo psicologo è utile, ti motiva, e fa uscire la
passione che forse alcuni ancora non sanno di avere.”
Vincenzo:
“Mio fratello prima del 'Passatore' mi fece leggere
una frase del libro 'Resisto dunque sono', penso che alcune frasi dette da
persone competenti aiutino molto.”
In gare di endurance può essere importante il confronto con uno psicologo per gestire diversi aspetti quali l’insicurezza, la gestione dell’ansia di prestazione, superare infortuni e sconfitte, gestire la pretesa di riconfermarsi o il fine carriera.
Prossimi obiettivi? Sogni realizzati e da realizzare??
Zagara: “I miei obiettivi tanti, fino a fare un giorno da sola il giro del
mondo, perché quando la vita ti vuole portare via la tua unica forza e ragione
del vivere, ovvero tua figlia...niente più può farti male, nemmeno girare con
le proprie gambe il mondo. L’obiettivo raggiunto che corro contro ogni se e
ogni ma”.
Vincenzo:
“I sogni da realizzare sono tanti, ma purtroppo li
decido man mano, ma non in base alla condizione fisica, perché se non faccio un
ultramaratona a settimana, mi faccio dei lunghi da 40/50 km nei weekend e poi
tutte le mattine mi alzo alle 3 e per le 3.30 già sto per strada a correre, per
le 7 a casa e poi pronto per affrontare una giornata di lavoro, perché alla
fine non corro solo per gareggiare,
corro perché ne ho voglia e a volte anche una corsa fatta da solo può
valere, come emozioni e sensazioni più di una gara”.
Un’intervista a Vincenzo è riportata nel libro La 100km del Passatore. Una gara fra coraggio e resilienza.
La 100km del Passatore. Una gara fra coraggio e resilienza: Cosa significa correre una gara di 100km? Quali meccanismi psicologici aiutano ad allenarsi e gareggiare con coraggio e resilienza?
È un libro che racconta di atleti di livello nazionale e internazionale ma anche di atleti che hanno la passione della corsa di lunga distanza e la lettura delle interviste aiuta a vedere con occhi diversi questa pratica sportiva, una pratica da avvicinarsi con cautela, attenzione, preparazione.
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