Sono sempre andato avanti
un passo alla volta e non ho mai mollato
Foto di Sandro Marconi |
Il Passatore è una gara di corsa a piedi della distanza di 100 km con partenza il sabato alle ore 15,00 e arrivo a Faenza, tempo massimo di gara 20 ore.
Luigi Pecora, “Pol. Dil. Santa Lucia”, nel 2016 ha esordito alla 50 km di Romagna e alla 100 km del Passatore e per 4 anni consecutivi ha partecipato a entrambe le gare migliorandosi di 1 ora sulla gara di 50 km e di più di 2 ore sulla gara di 100 km ottenendo i seguenti Personal Best nel 2019: 50 km di Romagna 3h37'12" e 100 km del Passatore 8h19'18".
Di seguito Luigi racconta la sua esperienza di atleta rispondendo ad alcune mie domande.
Come è cambiato nel tempo il tuo approccio allo sport? “Sono sempre stato sportivo e amante della sfida personale, e lo sport è sempre stato un modo per mettermi alla prova. Capendo sempre meglio ed entrando sempre più a fondo nella disciplina che pratico, mi piace anche misurarmi con gli altri, sono abbastanza competitivo, e ciò mi porta a un sempre maggior impegno, per poter ottenere risultati, mantenendo però di base la passione per lo sport e il divertimento”.
Il vero sport che vogliamo è quello che va
a braccetto con benessere e performance. Solo performance non va bene perché
rischia di diventare un’ossessione, qualcosa da ottenere a tutti i costi anche
a discapito del benessere personale, familiare, relazionale. È importante fare le cose prima per piacere, motivazione e forte passione e poi anche
per vincere contro sé stessi e contro gli altri.
Ti sei sentito campione nello sport almeno
un giorno della tua vita? “Penso che sentirsi campione, non
sia solo una questione di tempi, risultati o trofei, secondo me il campione è
quella persona che è apprezzata da tutti per la sua umiltà, per il suo
comportamento, colui che sa indicare e aiutare gli altri, che sa festeggiare le
vittorie degli altri come fossero le sue. Io non credo di essere ancora
all’altezza di un ‘ruolo’ così, ma lascio la sentenza agli altri “
Bellissima questa testimonianza, campioni
si è prima nella vita quotidiana e poi nello sport, campioni è chi sa stare
vicino a tutti, chi sa festeggiare per propri e altrui meriti e risultati,
colui che non tiene tutto per sé ma condivide esperienze, vittorie,
insegnamenti, fatica, momenti felici e tristi.
Cosa o chi ha contribuito alla tua
performance o al tuo benessere? “Beh, sono sempre
stato autodidatta, e ho sempre migliorato con la sola determinazione, ma da
quando ho intrapreso il percorso con la IUTA, e di conseguenza con il mio Coach
Paolo Bravi, sicuramente le performance e il mio benessere sono migliorate
tantissimo.
Mi sta aiutando molto, ovviamente a livello di preparazione
atletica, ma anche aiutandomi a capire sempre meglio come organizzare le
settimane, le gare, portandomi a una sempre maggiore consapevolezza anche di me
stesso…anche se però tante volte lo faccio anche impazzire”.
Luigi sembra essere in una botte di ferro,
coccolato e aiutato da una grande associazione sportiva di endurance qual è la
IUTA (Associazione Italiana di Ultramaratona e Trail) e seguito da un grande
atleta, capitano, ultrarunner della nazionale italiana che sa bene cosa
significa faticare, superare crisi, ottenere risultati con duro impegno,
passione, volontà e determinazione.
Più volte e da più anni seguo le vicende del Capitano Paolo Bravi e riporto di seguito alcuni link di alcuni articoli con sue interviste.
La gara della tua vita dove hai sperimentato le emozioni più belle?
“Non c’è dubbio che a livello emotivo la mia prima 100km del Passatore,
abbia un posto indimenticabile nel mio cuore. Venivo dall’essere un
Cicloamatore, e decisi in soli 6 mesi di preparare il Passatore, arrivai in
lacrime e quello fu il segnale che la corsa per me era pura emozione, non ho
più smesso, e l’arrivo del 2019, è stato sportivamente uno dei traguardi più
importanti (per ora) direi quindi che il Passatore è la gara della mia vita”.
In effetti la 100 km del Passatore è una grande
impresa che può spaventare ma fa anche piangere spesso per la soddisfazione di
avercela fatta, ma altre volte per i dolori o le crisi lungo il percorso. Ecco
perché è bene allenarsi bene e non sottovalutare nessun aspetto,
dall’alimentazione all’allenamento fisico e mentale e anche il vestiario per
poter affrontare qualsiasi clima atmosferico considerato che si parte in tardi
primavera e a volte la temperatura è alta e si può gareggiare anche di notte a
un’altitudine di circa 1.000 metri e a volte lì su c’è la neve che attende gli
atleti.
La tua gara o situazione sportiva più
difficile? “Indubbiante la caduta subita nel maggio 2015,
quando durante una randonnée in bici, al 287º km un tasso, mi è sbucato davanti
mentre ero in discesa. Non riuscendo a frenare in tempo l’ho investito e sono
stato scaraventato a terra a oltre 60km/h. Trauma cranico, gomito rotto,
clavicola fratturata e numerose escoriazioni, e soprattutto più di un mese e
mezzo di convalescenza e fuori dalle competizioni. Un brutto momento, ma poco
dopo sono ripartito ancora più determinato.”
I brutti momenti si mettono in conto sia
nello sport che nella vita quotidiana, ma non possiamo sottrarci all’esperienza
ricca e intensa della vita che regala momenti densi di sensazioni ed emozioni molto
gradevoli e pertanto bisogna accettare l’accaduto, apprendere dall’esperienza e
riprendere a seguire sogni e mete gradualmente e con le risorse residue.
Una tua esperienza che ti possa dare la
convinzione che ce la puoi fare? “Ho avuto in realtà
tanti momenti in cui ho pensato di non farcela, di non riuscire e non arrivare,
poi però sono sempre andato avanti un passo alla volta e non ho mai mollato,
riuscendo sempre. Magari a volte ne sono uscito ammaccato e con qualche
cicatrice, ma sono quelle stesse cicatrici ad aiutarmi a ricordare quei momenti
e a farmi dire che se ce l’ho fatta quella volta, ce la posso ancora fare.”
Momenti brutti si affrontano e si superano
e ciò aiuta a incrementare fiducia e resilienza ed essere disposti ad andare sempre
oltre con la consapevolezza di essere disposti ad aspettarsi qualsiasi cosa
senza timore ma con coraggio e con tanta preparazione fisica e mentale.
Un episodio curioso o divertente della tua
attività sportiva? “Forse quello che ormai è diventato un
mio must, cioè per far ridere le ragazze e ragazzi dei ristori, soprattutto
nelle ultramaratone, dove mi fermo per bere o mangiare e chiedo loro ‘dove
trovo la fermata del tram?’ Oppure ‘mi chiamate un taxi?’, a volte pensano sia
serio (forse per via della mia faccia stanca) e io mi diverto tantissimo a
vedere le loro facce stranite e incredule, poi quando capiscono, scoppia la
risata generale, li saluto e riparto. Alcune volte invece passando i traguardi
intermedi, grido ‘Ho vinto’ è un modo di stemperare le tensioni e far
sorridere chi è lì attorno”.
Questo sembra essere un buon approccio
alla gara estrema dimostrando che la fatica può essere alleviata da un po’ di
umorismo e anche dimostrando a chi ci osserva che siamo persone normali.
Le sensazioni che sperimenti facendo
sport? “Massima libertà, spensieratezza, divertimento,
fatica, realizzazione personale, concentrazione, allegria… sono tante le
sensazioni, e ognuna di loro ha fasi diverse in ogni allenamento o gara. E sono
molte di loro il vero e personale motivo per cui ancora corro”.
Interessante e utile soprattutto a chi
crede che gli atleti siano persone masochiste che fanno sport prolungato e
faticoso per sentire dolore e sofferenza. Invece è esperienza di tanti il senso
di libertà, benessere, nonostante la fatica ma con l’obiettivo di fare un
grande e lungo viaggio sportivo fino al traguardo godendosi il lungo percorso.
A cosa devi fare attenzione nel tuo sport?
Quali sono le difficoltà e i rischi? “Bisogna stare
attenti a non esagerare, bisogna essere bravi a capire i segnali del proprio
corpo, per non rischiare di andare incontro a infortuni che potrebbero
compromettere tutta o parte della stagione.
Alcune volte, soprattutto quando ci
si sente in forma, si tende a voler fare di più del dovuto, andando più forte,
o facendo più km, ma se non si è bravi a capire quando è il momento e quando
no, si rischia di vanificare quello stato di forma, e arrivare ‘spompati’ a
quello che era il vero obiettivo. In questo faccio ancora impazzire il
Coach...hehe”.
Nella vita, nella pratica dello sport e
soprattutto nello sport di endurance bisogna sapersi gestire ed essere attenti
e oculati. La chiave del benessere e del successo è non esagerare e saper
attendere l’occasione propizia della gara per dare il massimo e dimostrare a sé
stessi e agli altri il proprio valore. Ogni tanto è bene riposare e recuperare
energie, soprattutto una settimana prima dei grandi eventi.
Cosa ti fa continuare a fare sport? “Lo
sport in sé mi fa continuare, per me è una passione, che mi porto dietro da
sempre, anche mio Padre ha fatto e fa tanti sport, magari non è mai stato un
praticante a livello agonistico, ma mi ha trasmesso una grande passione, che ho
cercato di interpretare sempre al meglio, mettendoci il massimo impegno.”
Come hai superato crisi, difficoltà,
infortuni? “Una frase, o meglio una metafora mi sono sempre
ripetuto, nello sport come nella vita privata, raffiguro i problemi, le
difficoltà o gli infortuni, come una montagna da scalare, e mi ripeto
continuamente che sempre dopo la salita, qualsiasi sia la montagna, anche la
più alta, dopo la vetta c’è sempre una discesa. Bisogna sempre avere forza e determinazione
di superare la montagna, il problema, per poter poi lasciarsi andare alla
discesa”.
In effetti più si fa esperienza e più si
apprende dall’esperienza che sia facile o difficile si diventa più maturi,
esperti, responsabili e anche saggi. Si impara ad affrontare qualsiasi cosa da
un punto di vista più coraggioso e risolutivo.
Un messaggio rivolto ai ragazzi per
avvicinarsi allo sport? “Sicuramente di metterci il
cuore, divertirsi, e amare lo sport, che oltre a essere un ottimo modo di
mantenere il fisico, è una bellissima scuola di vita, insegnando a superare le
difficoltà. Una volta un amico disse che in bici, quando in salita, la gamba
inizia a bruciare, è quello il momento di iniziare a spingere. Mai
arrendersi, e questo lo sport lo può insegnare”.
Lo sport e soprattutto le salite e la
fatica insegna ad andare a prendersi con forza e coraggio ciò che si vuole
stringendo i denti e con tanta fiducia di potercela fare. Salite e fatica
diventano amiche dell’atleta perché si possono addomesticare credendoci,
insistendo e non mollando.
Familiari e amici cosa dicono circa il tuo
sport? “In questo sono estremamente fortunato, la mia
Famiglia, a partire da mia Moglie Elena, sono i miei primi tifosi e
sostenitori, mi seguono ovunque e festeggiano a volte anche più di me. Mi è
capitato di uscire da una gara, anche se con un ottimo piazzamento, ma con
qualche minuto in più rispetto agli obiettivi, io da competitivo ero felice ma
allo stesso tempo deluso, loro nel frattempo erano a festeggiare e brindare. Che
dire sono la mia vera forza per andare avanti”.
A volte è importante distrarsi dal crono e
dal risultato e focalizzarsi sull’esperienza che comunque è piacevole e intensa
e a ciò aiutano familiari, amici e fan che apprezzano l’impegno e il coraggio.
Cosa hai scoperto di te stesso nel
praticare attività fisica? “Ho sempre avuto una scarsa
autostima e consapevolezza di me stesso, ma col tempo, impegno e
determinazione, ho raggiunto ottimi risultati, capendo che se voglio ce la posso
fare, l’importante è solo volerlo e credere di più in me stessi”.
Bisogna mettere in conto che non si può
ottenere tutto e subito ma è importante fare le cose con criterio e gradualità
e passo dopo passo si ottengo risultati graditi e preziosi come ha dimostrato Luigi nelle 4 edizioni di 2 gare importanti come la 50 km di Romagna e la 100
km del Passatore dove ora si classifica tra le prime posizioni credendoci,
impegnandosi e avvalendosi di un coach specialista della distanza e ancora nel
giro della nazionale di ultramaratona.
Ritieni utile lo psicologo dello sport?
Per quali aspetti e in quali fasi? “Credo che alcune
volte può essere anche utile, se si è insicuri, ansiosi o caratterialmente
fragili, queste problematiche si possono rispecchiare anche sulla attività
sportiva. Credo che se la testa non sta bene, non starà bene neanche il corpo e
di conseguenza neanche la performance, rischiando anche l’infortunio. In questo
molte volte è il proprio coach a svolgere un lavoro anche a livello
psicologico, interpretando e capendo meglio gli stati d’animo dell’atleta e
indirizzarlo nel modo giusto all’allenamento”.
In effetti con lo psicologo si può fare un
grande lavoro sull’incremento dell’autoefficacia e la gestione di momenti
stressanti o di tensione, per continuare a credere non solo di potercela fare
ma di ottenere risultati impensabili con strategie e metodi mentali che fanno
risparmiare energie fisiche e non fanno abbandonare il campo di gara.
Sogni realizzati e da realizzare? “Un
sogno realizzato era quello del podio Faentini alla 100km del Passatore,
obiettivo fissato dopo la prima partecipazione, e raggiunto dopo 4 anni la
scorsa edizione, piazzandomi al 1º posto (da Faentino ha un significato
enorme). Da realizzare tanti, ma in primis, poter un giorno vestire i colori
della nazionale, sarebbe per me un enorme onore.”
Intanto i miglioramenti ci sono anno dopo
anno, è un percorso duro ma percorribile con l’aiuto di persone qualificate si
può pensare a un avvicinamento ai colori della nazionale.
Una parola o frase che ti aiuta per andare
avanti in situazioni difficili? “Non ho una vera e
propria frase o parola, ma sicuramente ogni tanto, in momenti di sconforto, che
siano in gara o nella vita privata, mi ripeto che mollare non serve a nulla, e
che ogni difficoltà se ci si rimbocca le maniche, può essere superata”.
Concordo bisogna essere sempre fiduciosi
di trovare una soluzione o una via d’uscita, di poter riprendere e continuare
ad andare avanti verso mete e sogni.
Come ti vedi a 50 anni? “Con
qualche capello bianco in più, e qualche ruga, ma con la stessa voglia di
adesso di andare avanti e dare tutto me stesso per quello a cui tengo. Ciao
Matteo, grazie per il tuo interesse che mi rende onorato, è stato bello
rispondere al tuo questionario”.
Ringrazio Luigi per la sua disponibilità a
raccontare di sé e gli auguro che il meglio debba ancora venire.
Un’intervista a Luigi è riportata nel mio libro “La 100km del
Passatore. Una gara fra coraggio e resilienza”, Edizioni Psiconline.
La 100km del Passatore. Una gara fra coraggio e resilienza: Cosa
significa correre una gara di 100km? Quali meccanismi psicologici aiutano ad
allenarsi e gareggiare con coraggio e resilienza? La 100km del Passatore è una
classica e famosa gara di corsa a piedi da Firenze a Faenza.
È un libro che racconta di atleti di livello nazionale e
internazionale ma anche di atleti che hanno la passione della corsa di lunga
distanza e la lettura delle interviste aiuta a vedere con occhi diversi questa
pratica sportiva, una pratica da avvicinarsi con cautela, attenzione,
preparazione. Sono trattati aspetti della psicologia dello sport quali lo
sviluppo della consapevolezza delle proprie capacità e limiti; il grande e
importante lavoro della definizione oculata degli obiettivi chiari, difficili,
sfidanti ma raggiungibili; il lavoro dell'autoefficacia, il graduale fare
affidamento su se stesso.
Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
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