Ho sempre dato tutto per ottenere il massimo in quello che faccio
Matteo Simone
Matteo Simone
Psicologo,
Psicoterapeuta
Foto di Sandro Marconi (Scrotofoto) |
Tra le donne ha vinto Maria Ilaria Fossati
in 24h13'52" che ha preceduto l’italo-polacca Emilia Aleksandra Kotkowiak 26h57'35"
e l’italo-albanese Mirela Hilaj 27h 51' 54".
Di seguito Paolo Bravi descrive le sue impressione rispondendo ad alcune mie domande.
Eri consapevole che avresti potuto vincere? "E’ partito tutto per scherzo. Luca, uno dei miei amici di allenamento, amici nella vita perché per noi la corsa è vita, mi ha spinto in questa esperienza però poi dal momento dell’iscrizione allo start il pensiero è cambiato.
Foto di Sandro Marconi (Scrotofoto) |
In effetti non si inventa niente
soprattutto se si tratta di ultramaratone e in particolare la Nove Colli Running che prevede un
percorso lungo di 202,4km attraversando 9 irti e lunghi colli dove bisogna
essere allenati e preparati non solo fisicamente ma anche mentalmente dal punto
di vista della fiducia in sé, della condotta di gara oculata per far sì che le
energie a disposizione non vadano disperse con troppo anticipo ma durino fino
alla fine della lunga gara.
Come è
andata? Criticità, difficoltà, crisi? “Sto
piano piano metabolizzando la gara e analizzando questo viaggio sulle mie gambe
lungo circa 20 ore. Direi che è andata bene, per carità le difficoltà ci sono
ma appunto si chiamano difficoltà, si possono e si devono superare. Dei momenti
di crisi fisica, mentale, energetica ci sono ma si superano …sono difficoltà
non impossibilità!”
Sono tanti le fasi che attraversa un
campione, un vincente soprattutto di gare estreme, soprattutto quando si sta
fuori dal giro dei vincenti da un po’ di tempo e fa piacere ritornare a
respirare l’aria del successo. Tante fasi che vanno dall’incredulità, gioia,
emozione intensa a volte anche regressione, si piange come bambini, vengono in
mente tante immagini, tanti episodi e poi si ripercorre tutto l’accaduto nei
momenti e giorni successivi di giorno e di notte così come succede per i traumi
fisici e mentali.
Soddisfatto della
prestazione del tuo allievo? “Luca è
una grande persona, umile…si fida ciecamente dei miei consigli, è stato
bravissimo, ha corso la seconda parte veramente forte…Ero pronto anche
all’articolo …l’allievo supera il maestro ma finché riesco mi piace rimandare
tale situazione…anche per me questo è uno stimolo…per battere il maestro è
l’allievo che deve andare più forte del maestro no il maestro più piano
dell’allievo.”
Doppia veste per Paolo alla Nove
Colli, da atleta e da allenatore, con il pensiero della sua prestazione e di
quella del suo allievo che avrebbe anche potuto raggiungerlo e tagliare il
traguardo con il suo maestro. Insomma una storia di allievo che si nutre
dell’esempio del maestro che sul campo mostra come andare a prendersi una
vittoria.
Eri più preoccupato per te o
per il tuo allievo? “Da allenatore si
è più preoccupati degli allievi che di se stessi…io percepisco le mie
sensazioni ma non riuscirò mai a percepire quelle dei miei allievi…il Mister
soffre di più! Chiedevo spesso informazioni ai miei amici, Laura la moglie di
Luca mi veniva spesso a incoraggiare lungo il percorso e mi portava i suoi
saluti e io facevo altrettanto. A un certo punto mi avevano detto che stava
male … ero sicuro che Luca a quel punto della gara non si sarebbe arreso…e infatti è ripartito alla grande.”
Grande compito con relativa
apprensione per l’allenatore, ancora forte atleta, Paolo Bravi, gestire la sua
gara e interessarsi della gara del suo allievo monitorando due situazioni ma
andando avanti sempre con l’obiettivo di esprimersi al meglio tentando il colpo
grosso della vittoria.
Cosa racconti ai
ragazzi che segui dopo questa vittoria? “Una grande esperienza. Mi piace condividere tutto ciò con i nostri
amici il nostro gruppo…questa esperienza non è la mia o la mia e di Luca ma di
tutti noi…E’ il nostro modo di essere…condividiamo gli allenamenti, ci
aiutiamo, ci prendiamo in giro, ci facciamo compagnia negli allenamenti. Quante
volte tra noi abbiamo detto…voglio fare questo, voglio fare quello, un giorno
se riesco faccio, provo… poi magari non si fa …invece questa volta l’abbiamo
fatto …volere è potere! L’idea ‘scellerata’, perché far correre al proprio
fisico 202km è in sè un’idea scellerata, si può concretizzare.”
Una bella prova di forza fisica e mentale di una copia allenatore atleta che tornano a casa entrambi vincenti e soddisfatti per trasmettere ad amici e conoscenti che l’ultramaratona oramai non è più qualcosa di sconsiderato e di sconsigliato ma che si può preparare così come si prepara una maratona e quindi sono disponibili sul campo anche allenatori disposti a consigliare un progetto di allenamento preparazione per obiettivi sfidanti ma non impossibili.
Che sapore
ha questa vittoria? Che significato ha per te? “Ha un significato importante … nello sport cosi come nella vita non
bisogna mai smettere di sognare. Oltre a mancarmi l’adrenalina della
competizione, mi mancava un qualche cosa di strano…era come se non percepivo più
dove era quella famosa asticella, dove era il mio vero limite. E’ come se la
vittoria mi faccia superare i miei limiti, se supero i miei limiti vinco. Ogni
volta che alzo l’asticella o ogni volta che imparo qualcosa di nuovo allora sto
vincendo. Certo per superare i propri limiti, bisogna essere disposti ad
impegnarsi, a mettersi in discussione e a credere moltissimo in se stessi. Devi
quindi essere disposto a combattere sfide importanti e devi anche essere
disposto a perdere. Ma una volta superato un mio limite mi sento una persona
migliore, aumento l’autostima e sono caricato di nuovo entusiasmo e passione.”
Interessante e ricca testimonianza
dove emerge cosa c’è nella mente dell’ultrarunner, soprattutto di un atleta che
ha sperimentato presenze in nazionale in competizioni internazionali e per lo
più con la responsabilità di capitano della squadra Italia. Nella mente dell’atleta
ci possono essere sabotatori che possono suggerire di mollare, di dare spazio
agli altri emergenti più giovani, di dedicarsi ad altro, ma a volte l’atleta
sente che può dare qualcos’altro di importante e si mette in gioco con
consapevolezza, impegno, fiducia e determinazione ottenendo cose non del tutto
scontante e quasi inaspettate come vincere una gara ultra con un crono
importante.
Quali sono ora tue mete,
direzioni, obiettivi? “Adesso è un
‘bel problema’ … mi sembra di essere tornato bambino…con quella voglia di
fare…di correre di pensare alla prossima…di divertirmi…si correre in fondo mi
diverte ancora come quando ero bambino…. Sarà brutto dirlo ma io non ho mai
visto un bambino che si diverte perdendo.”
Bisogna sempre comprendere cosa si
può fare partendo dal momento presente con nuove consapevolezze per prendere
sempre direzioni consone alle nostre capacità, passioni e motivazioni per
arrivare dove vogliamo con fiducia e impegno.
Interviste a Paolo e Luca sono riportate nel libro "Il piacere di correre oltre".
Sport & benessere 15 | ed. novembre 2022.
Paolo Bravi è
menzionato nel libro “Maratoneti e Ultrarunner. Aspetti psicologici
di una sfida”, edito da Edizioni Psiconline.
Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
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