Tutta ‘colpa’ del mio amico
inseparabile ormai da anni Luca Verducci
Matteo SIMONE
Si è svolta a Cesenatico la 22^ edizione della Nove Colli Running, ultramaratona della distanza di 202,4km con partenza il 18 maggio alle ore 12.00 con tempo massimo di percorrenza di 30 ore, quindi termine gara ore 18.00 di domenica 19 maggio 2019.
Una gara per pochi temerari,
totale iscritti 172, partiti 133, arrivati 79 di cui 2 atleti fuori tempo
massimo.
La gara è stata vinta da Paolo Bravi 19h42'09"
che ha preceduto Matteo Grassi 20h40'19" e Luca Verducci 21h16'16"
allenato dallo stesso Paolo Bravi. Tra le donne vince Maria Ilaria Fossati in 24h13'52"
che precede l’italo-polacca Emilia Aleksandra Kotkowiak 26h57'35" e l’italo-albanese
Mirela Hilaj 27h 51' 54".
Di seguito approfondiamo la conoscenza di Paolo Bravi attraverso risposte ad alcune domande di un po’ di tempo fa.
Di seguito approfondiamo la conoscenza di Paolo Bravi attraverso risposte ad alcune domande di un po’ di tempo fa.
Come mai questa gara? “Tutta ‘colpa’ del mio amico inseparabile ormai da anni Luca Verducci. A fine gennaio gli ho chiesto per quale Maratona si voleva preparare e lui mi ha risposto … preferisco fare la 9 colli...non potevo farlo allenare da solo…quindi abbiamo intrapreso insieme un cammino o meglio tanti km di corsa insieme .”
Il vero maestro è quello che scende in
campo, è davvero una fortuna avere un allenatore che ti accompagna alle gare.
Lo stimolo è reciproco, il maestro si diverte a gareggiare e poi l’appetito
vien correndo, ci si ricorda di essere un campione e perché non cercare di fare
bene anche questa volta cercando di salire sul podio? E visto che ci siamo
perché non proviamo a vincere questa gara? Ogni gara è una scoperta delle
proprie capacità e possibilità.
Segui gli atleti della nazionale? Ci sono
giovani promettenti? “Seguo alcuni
atleti che hanno già fatto parte della Nazionale Italiana di 100Km e che
aspirano ancora a vestire la maglia azzurra e altri più giovani che la
Nazionale è un loro obbiettivo e/o un loro sogno nel cassetto. Sono orgoglioso
e contento di fare questo, un confronto continuo con gli atleti è motivo di
crescita ed esperienza come tecnico per me e mi fanno vivere le emozioni come se
fossi io a correre.”
In effetti abbiamo a che fare con un
grande campione dell’ultramaratona che oltre a indossare più volte la maglia
azzurra è stato per tre volte consecutive capitano di una grande Squadra Italia
di ultramaratona, pertanto ha acquisito tanta esperienza in campo
internazionale come atleta, come capitano e non ultimo come allenatore.
Può meritatamente continuare a essere un riferimento per tanti atleti che
vogliono portare a compimento il loro sogno perché no di entrare nel giro della
nazionale impegnandosi a dovere e dimostrando di avere oltre al talento la
determinazione, la grinta, le gambe ma soprattutto una mentalità vincente non
solo individuale ma anche di squadra rispettando ogni componente della squadra
azzurra oltre a dimostrare di valere meritatamente la convocazione.
Cosa è cambiato in te nel tempo? “Diciamo che attualmente faccio fatica a
raggiungere il massimo dello sforzo, e questo accade da dopo il mondiale di
100km in Spagna del novembre 2016…è come se la spina che mi collegava con
quella voglia di soffrire si sia staccata (chiaramente parlo di sofferenza …ma
di una sofferenza bella che non ha nulla a che vedere con le persone che
soffrono realmente). Forse questa cosa non è che accade dopo del Mondiale …ma
sarei quasi in grado di collocarla proprio in un momento preciso di quel
Mondiale al 72°km. Ricordo perfettamente la posizione nel percorso, le
sensazioni, il cielo nuvolo, quel leggero brivido in corpo, in quel mondiale,
in quel momento è successo qualcosa che non so spiegare, da quel momento
qualcosa in me è cambiato. Poi nei mesi successivi nella ricerca di riprendermi
ho avuto problemi di ernia al disco che mi hanno portato all’intervento …poi la
ripresa, ma quella situazione interiore non è più cambiata.”
L’ultramaratona è una disciplina molto
faticosa e a volte può essere massacrante e usurante per il fisco, faticosa
anche mentalmente, a volte può lasciare il segno ma se si è riusciti ad
eccellere significa che si è sperimentati la gioia e il dolore, si è
attraversato momenti di soddisfazioni e vincite e anche crisi gestite e
superate, quindi l’atleta sa riconoscere quando ci sono le motivazioni e la
spinta a far bene e impegnarsi per crederci ancora oppure è il momento di
mollare e viver il momento presente come qualcosa diverso dalla performance ma
comunque dedicandosi allo sport con passione e impegno dedicandosi agli altri e
trasmettendo il meglio che si è sperimentato.
La mente dell’atleta ha bisogno di
ricaricarsi con buone prestazioni che diventano test importanti e rispolverano
l’autoefficacia percepita, facendo sperimentare all’atleta quelle sensazioni
positive e quell’entusiasmo che diventano motore per continuare a fare bene e
ripartire sempre.
Cosa dicono di te a
casa, al lavoro, gli amici? “A
casa…mia mamma e mia moglie Lucia sono ormai rassegnate alla mia passione, anzi
mia moglie ora ha iniziato a correre e non va neanche piano, il mio piccolo mi
vorrebbe sempre seguire, mio babbo mi ha sempre seguito fin da quando avevo 5
anni. Al lavoro e gli amici sono
curiosi e mi fanno molte domande.”
Questo è lo sport che vogliamo, uno sport
dove la famiglia è partecipe e si sente coinvolta, dove tutti corrono a
osservare e ad applaudire le imprese del proprio caro che per i genitori resta
sempre il ragazzo che procura gioia ai genitori con le sue imprese sportive,
per la moglie c’è un po’ di ambivalenza, da una parte si viene criticati che in
testa c’è sempre lo sport e si pensa più a quello che a fare la spesa, e per i
figli c’è una trasmissione di valori, ideali, fatica che fa crescere in un
ambiente fuori la zona di confort per diventare maturi e responsabili.
Come sostieni e consigli gli atleti? “Cerco di seguirli dedicandogli più tempo
possibile, essere sempre presente magari con un messaggino per capire come
stanno e come vanno. Consiglio sempre di essere perseveranti, tenaci e di
essere leali, devono divertirsi ed avere passione in quello che fanno.”
Gli atleti non hanno bisogno solo di
tabelle ma di tanta presenza, di riferimenti, di feedback, di capire cosa
stanno facendo, hanno bisogno di conferme, di motivazioni, di non essere
giudicati, pressati.
Cosa vedi davanti a
te? “Anche se gli anni sono 44 e non
50 come diceva Muhammad Ali non puoi vedere il mondo a cinquant’anni come lo
vedevi a venti, avresti sprecato trent’anni della tua vita … e comunque un po’
è come se non riuscissi a vedere ciò che immagino, ma la ritengo una cosa bella,
una ricerca continua di stimoli una ricerca continua di cose nuove.”
L’atleta è preparato ad affrontare
qualsiasi cosa, soprattutto gli atleti che eccellono sviluppano tanta
consapevolezza delle proprie capacità e limiti e sono pronti e disponibile a
rimodulare sempre obiettivi in base alla situazione del momento dimostrando
resilienza e spirito di adattamento alle nuove situazioni scegliendo sempre
percorsi stimolanti.
Ringrazio Paolo per la sua cortesia e
disponibilità a raccontare e ringrazio anche il suo celebre fotografo Sandro
Marconi “Scrotofoto”.
Interviste a Paolo e Luca sono riportate nel libro "Il piacere di correre oltre". Sport & benessere 15 | ed. novembre 2022.
https://www.prospettivaeditrice.it/libro/il-piacere-di-correre-oltre-il-piacere-di-correre-oltre-dal-punto-di-vista-di-uno-psicologo-dello-sport/ Nel nuovo libro di Matteo Simone Il piacere di correre oltre, l’autore riprende la sua consuetudine di parlarci di sport soprattutto attraverso il dialogo con gli atleti.
Leggere il testo di Matteo Simone ci permette di conoscere alcune dinamiche psicologiche che forse ignoriamo o per lo meno di cui non siamo consapevoli.
L’autore nota che ciascuno di noi, se lo vuole, può riuscire a raggiungere i propri obiettivi nello sport come nella vita, e così diventano più addomesticabili e gestibili, la fatica e la paura; al contempo si rafforza la mente, si eleva l’autoefficacia personale e si sviluppa la resilienza.
Paolo Bravi è menzionato nel libro “Maratoneti e Ultrarunner. Aspetti psicologici di una sfida”,
edito da Edizioni Psiconline.
Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR
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