giovedì 23 maggio 2019

Nove Colli Running 2019: Paolo Bravi vince e il suo allievo Luca Verducci arriva 3°

Tutta ‘colpa’ del mio amico inseparabile ormai da anni Luca Verducci
Matteo SIMONE 
3804337230- 21163@tiscali.it 
                                                                                                         

Si è svolta a Cesenatico la 22^ edizione della Nove Colli Running, ultramaratona della distanza di 202,4km con partenza il 18 maggio alle ore 12.00 con tempo massimo di percorrenza di 30 ore, quindi termine gara ore 18.00 di domenica 19 maggio 2019. 

Una gara per pochi temerari, totale iscritti 172, partiti 133, arrivati 79 di cui 2 atleti fuori tempo massimo.
La gara è stata vinta da Paolo Bravi 19h42'09" che ha preceduto Matteo Grassi 20h40'19" e Luca Verducci 21h16'16" allenato dallo stesso Paolo Bravi. Tra le donne vince Maria Ilaria Fossati in 24h13'52" che precede l’italo-polacca Emilia Aleksandra Kotkowiak 26h57'35" e l’italo-albanese Mirela Hilaj 27h 51' 54".
Di seguito approfondiamo la conoscenza di Paolo Bravi attraverso risposte ad alcune domande di un po’ di tempo fa.
Come mai questa gara? “Tutta ‘colpa’ del mio amico inseparabile ormai da anni Luca Verducci. A fine gennaio gli ho chiesto per quale Maratona si voleva preparare e lui mi ha risposto … preferisco fare la 9 colli...non potevo farlo allenare da solo…quindi abbiamo intrapreso insieme un cammino o meglio tanti km di corsa insieme .

Il vero maestro è quello che scende in campo, è davvero una fortuna avere un allenatore che ti accompagna alle gare. Lo stimolo è reciproco, il maestro si diverte a gareggiare e poi l’appetito vien correndo, ci si ricorda di essere un campione e perché non cercare di fare bene anche questa volta cercando di salire sul podio? E visto che ci siamo perché non proviamo a vincere questa gara? Ogni gara è una scoperta delle proprie capacità e possibilità.
Segui gli atleti della nazionale? Ci sono giovani promettenti?Seguo alcuni atleti che hanno già fatto parte della Nazionale Italiana di 100Km e che aspirano ancora a vestire la maglia azzurra e altri più giovani che la Nazionale è un loro obbiettivo e/o un loro sogno nel cassetto. Sono orgoglioso e contento di fare questo, un confronto continuo con gli atleti è motivo di crescita ed esperienza come tecnico per me e mi fanno vivere le emozioni come se fossi io a correre.”

In effetti abbiamo a che fare con un grande campione dell’ultramaratona che oltre a indossare più volte la maglia azzurra è stato per tre volte consecutive capitano di una grande Squadra Italia di ultramaratona, pertanto ha acquisito tanta esperienza in campo internazionale come atleta, come capitano e non ultimo come allenatore.
Può meritatamente continuare a essere un riferimento per tanti atleti che vogliono portare a compimento il loro sogno perché no di entrare nel giro della nazionale impegnandosi a dovere e dimostrando di avere oltre al talento la determinazione, la grinta, le gambe ma soprattutto una mentalità vincente non solo individuale ma anche di squadra rispettando ogni componente della squadra azzurra oltre a dimostrare di valere meritatamente la convocazione.
Cosa è cambiato in te nel tempo? Diciamo che attualmente faccio fatica a raggiungere il massimo dello sforzo, e questo accade da dopo il mondiale di 100km in Spagna del novembre 2016…è come se la spina che mi collegava con quella voglia di soffrire si sia staccata (chiaramente parlo di sofferenza …ma di una sofferenza bella che non ha nulla a che vedere con le persone che soffrono realmente). Forse questa cosa non è che accade dopo del Mondiale …ma sarei quasi in grado di collocarla proprio in un momento preciso di quel Mondiale al 72°km. Ricordo perfettamente la posizione nel percorso, le sensazioni, il cielo nuvolo, quel leggero brivido in corpo, in quel mondiale, in quel momento è successo qualcosa che non so spiegare, da quel momento qualcosa in me è cambiato. Poi nei mesi successivi nella ricerca di riprendermi ho avuto problemi di ernia al disco che mi hanno portato all’intervento …poi la ripresa, ma quella situazione interiore non è più cambiata.”

L’ultramaratona è una disciplina molto faticosa e a volte può essere massacrante e usurante per il fisco, faticosa anche mentalmente, a volte può lasciare il segno ma se si è riusciti ad eccellere significa che si è sperimentati la gioia e il dolore, si è attraversato momenti di soddisfazioni e vincite e anche crisi gestite e superate, quindi l’atleta sa riconoscere quando ci sono le motivazioni e la spinta a far bene e impegnarsi per crederci ancora oppure è il momento di mollare e viver il momento presente come qualcosa diverso dalla performance ma comunque dedicandosi allo sport con passione e impegno dedicandosi agli altri e trasmettendo il meglio che si è sperimentato.
La mente dell’atleta ha bisogno di ricaricarsi con buone prestazioni che diventano test importanti e rispolverano l’autoefficacia percepita, facendo sperimentare all’atleta quelle sensazioni positive e quell’entusiasmo che diventano motore per continuare a fare bene e ripartire sempre.
Cosa dicono di te a casa, al lavoro, gli amici?A casa…mia mamma e mia moglie Lucia sono ormai rassegnate alla mia passione, anzi mia moglie ora ha iniziato a correre e non va neanche piano, il mio piccolo mi vorrebbe sempre seguire, mio babbo mi ha sempre seguito fin da quando avevo 5 anni. Al lavoro e gli amici sono curiosi e mi fanno molte domande.

Questo è lo sport che vogliamo, uno sport dove la famiglia è partecipe e si sente coinvolta, dove tutti corrono a osservare e ad applaudire le imprese del proprio caro che per i genitori resta sempre il ragazzo che procura gioia ai genitori con le sue imprese sportive, per la moglie c’è un po’ di ambivalenza, da una parte si viene criticati che in testa c’è sempre lo sport e si pensa più a quello che a fare la spesa, e per i figli c’è una trasmissione di valori, ideali, fatica che fa crescere in un ambiente fuori la zona di confort per diventare maturi e responsabili.
Come sostieni e consigli gli atleti?Cerco di seguirli dedicandogli più tempo possibile, essere sempre presente magari con un messaggino per capire come stanno e come vanno. Consiglio sempre di essere perseveranti, tenaci e di essere leali, devono divertirsi ed avere passione in quello che fanno.”

Gli atleti non hanno bisogno solo di tabelle ma di tanta presenza, di riferimenti, di feedback, di capire cosa stanno facendo, hanno bisogno di conferme, di motivazioni, di non essere giudicati, pressati.
Cosa vedi davanti a te?Anche se gli anni sono 44 e non 50 come diceva Muhammad Ali non puoi vedere il mondo a cinquant’anni come lo vedevi a venti, avresti sprecato trent’anni della tua vita … e comunque un po’ è come se non riuscissi a vedere ciò che immagino, ma la ritengo una cosa bella, una ricerca continua di stimoli una ricerca continua di cose nuove.”

L’atleta è preparato ad affrontare qualsiasi cosa, soprattutto gli atleti che eccellono sviluppano tanta consapevolezza delle proprie capacità e limiti e sono pronti e disponibile a rimodulare sempre obiettivi in base alla situazione del momento dimostrando resilienza e spirito di adattamento alle nuove situazioni scegliendo sempre percorsi stimolanti.
Ringrazio Paolo per la sua cortesia e disponibilità a raccontare e ringrazio anche il suo celebre fotografo Sandro Marconi “Scrotofoto”.
Interviste a Paolo e Luca sono riportate nel libro "Il piacere di correre oltre". Sport & benessere 15 | ed. novembre 2022. 
https://www.prospettivaeditrice.it/libro/il-piacere-di-correre-oltre-il-piacere-di-correre-oltre-dal-punto-di-vista-di-uno-psicologo-dello-sport/  
Nel nuovo libro di Matteo Simone Il piacere di correre oltre, l’autore riprende la sua consuetudine di parlarci di sport soprattutto attraverso il dialogo con gli atleti. 
Leggere il testo di Matteo Simone ci permette di conoscere alcune dinamiche psicologiche che forse ignoriamo o per lo meno di cui non siamo consapevoli.
L’autore nota che ciascuno di noi, se lo vuole, può riuscire a raggiungere i propri obiettivi nello sport come nella vita, e così diventano più addomesticabili e gestibili, la fatica e la paura; al contempo si rafforza la mente, si eleva l’autoefficacia personale e si sviluppa la resilienza. 

Paolo Bravi è menzionato nel libro  “Maratoneti e Ultrarunner. Aspetti psicologici di una sfida”, edito da Edizioni Psiconline.

Matteo SIMONE 380-4337230 - 21163@tiscali.it  
Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR 

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