martedì 28 maggio 2019

Gian Paolo Sobrino: Chiudere la 9CR è sempre una grande esperienza e un successo

Lottare contro me stesso e soffrire per poter conquistare tutti quei 202,4 km
Matteo SIMONE
                                                                                                         

La Nove Colli Running, ultramaratona della distanza di 202,4km, si è svolta a Cesenatico con partenza sabato 18 maggio 2019 alle ore 12.00 e tempo massimo per portarla a termine di 30 ore, quindi entro le ore 18.00 di domenica 19 maggio.

Il vincitore è Paolo Bravi 19h42'09" che ha preceduto Matteo Grassi 20h40'19" e Luca Verducci 21h16'16" mentre la vincitrice è Maria Ilaria Fossati in 24h13'52" che ha preceduto l’italo-polacca Emilia Aleksandra Kotkowiak 26h57'35" e l’italo-albanese Mirela Hilaj 27h 51' 54".
Tra gli atleti che l’hanno portata a termine entro il tempo massimo vi è anche Gian Paolo Sobrino e di seguito approfondiamo la sua conoscenza attraverso risposte ad alcune mie domande.
Come è andata? Criticità, difficoltà, crisi? “E’ andata bene, anzi benissimo, perché ho tagliato il traguardo in 27h42’, ampiamente entro il tempo limite di 30 ore. Questo ricompensa gli intensi allenamenti dei mesi precedenti e il mio percorso di avvicinamento alla gara. A parte qualche lieve difficoltà meteo dovuta alla pioggia, che comunque non è durata più di tanto, ho sofferto tantissimo già dai primi chilometri, per un problema cutaneo ad un piede e di sfregamento all’inguine. 
Insomma, già dall’inizio mi sono reso conto che sarebbe stata una “giornata (e anche nottata!) no” e che avrei dovuto lottare contro me stesso e soffrire per poter conquistare tutti quei 202,4 km.
Chiudere la 9CR è sempre una grande esperienza e un successo, quindi posso ritenermi più che soddisfatto; di contro devo però ammettere che avevo in testa obiettivi cronometrici molto più sfidanti di quello che è stato poi il risultato finale. All’incirca dal km 70 ero in crisi così nera che ormai pensavo di non riuscire ad arrivare in tempo al cancello delle 100 miglia. Non ho voluto assolutamente rinunciare al Sogno e con tutto me stesso, pur soffrendo enormemente, ho stretto i denti, sono riuscito a farmi coraggio e a reagire allungando di nuovo il passo.”

La mentalità degli ultrarunner è proprio questa, quando stai per mollare è proprio lì che si tirano fuori risorse nascoste che permettono di andare avanti fino alla fine superando, gestendo, affrontando crisi e difficoltà.
Che sapore ti ha lasciato questa gara? "Finalmente, dopo 3 lunghi anni e un intervento al tendine d’Achille, sono tornato ad essere finisher della 9CR, e questa è stata un’emozione immensa. Sono tuttavia convinto che il risultato non è lo specchio fedele degli allenamenti che ho sempre seguito anche con qualsiasi condizione meteo (sempre con entusiasmo e con il sorriso!); questo mi motiva a voler essere di nuovo a Cesenatico nel 2020, e spero che la salute mi assista.

Qualcuno potrebbe pensare che le ultramaratone sono come un gioco d’azzardo, si vuole sempre riprovare perché si è sicuri di fare meglio, ma non si tratta di fortuna ma di impegno costante e cura meticolosa del dettaglio che permette di fare miglioramenti importanti.
Che significato ha per te? “E’ una gara che mi piace veramente tanto, il percorso così fortemente ondulato, il paesaggio, i luoghi, la natura, le luci e il buio della notte, la cortesia delle persone che incontri, dai ristori ai ciclisti, dai semplici passanti agli abitanti che si affacciano e ti incitano dalle proprie case.”

Alcune gare diventano poesia per gli ultramaratoneti, la Nove Colli Running incanta tanti atleti ultrarunner, si arriva perfino ad amare tale gara come alcuni dichiarano, ha un fascino segreto con sensazioni che catturano l’interesse degli atleti al punto che si distraggono dalla fatica seguendo le stelle, i colori e sperimentando anche allucinazioni visive e uditive.
Come è stato il pre-gara, la condotta di gara, il finale, il post gara? “Il pre-gara come sempre: alimentazione estremamente moderata nelle 24 ore precedenti e riposo. I piccoli problemi, che in 202km si amplificano a dismisura, mi hanno portato a seguire una condotta di gara inizialmente attendista/aggressiva volta ad inseguire un crono che mi potesse soddisfare, per poi rimodulare gli obiettivi e trasformare la strategia di gara “in difesa”. Il finale, tuttavia, è stato un crescendo entusiasmante di emozioni: l’obiettivo di arrivare entro le 29 ore lo consideravo percorribile: poi mi sono reso conto che stavo meglio e avevo ritrovato energie e dal ristoro del km 187 sono ripartito più deciso nel tentativo di chiudere nelle 28 ore, obiettivo che fino a poco prima mi sembrava irraggiungibile. Sono arrivato al traguardo in 27 ore e 42 minuti. 
Nell’’immediato post-gara ho subito chiamato la mia compagna che da casa mi ha seguito passo passo, per raccontarle il mio arrivo e brevemente il susseguirsi dei km e delle emozioni. Poi il confronto con gli amici incontrati in prossimità del traguardo e, finalmente, è arrivato il momento del recupero, di rilassarsi e sdraiarsi. In contrapposizione alla mia soddisfazione però ho avvertito tanta amarezza per il susseguirsi di polemiche su tagli, classifiche, passaggi, ecc…Per il bene dello sport e di questa gara fantastica, che noi ultra amiamo veramente, dovremmo essere propositivi cercando di supportare attivamente gli organizzatori per rendere la Nove Colli Running un evento sportivo unico e sempre più grande, come veramente merita di essere.”

Bella testimonianza di una gara difficile da affrontare con strategie adeguate e in condivisione con complici anche da casa e poi tutto passa e cambia, dalla fatica estrema si passa al recupero meritato e apprezzato.
Cosa hai imparato dall'esperienza o dagli altri atleti?Mai sottovalutare nulla, tutti gli aspetti sono importanti: allenamento, alimentazione, integrazione, riposo, abbigliamento, strategia, analisi delle condizioni meteo, cura personale, recuperi, ecc.

Sono tanti gli aspetti da curare, concordo con Gian Paolo che è un atleta con tanta esperienza in merito, tante gare difficili di notevole chilometraggio in diverse e avverse condizioni atmosferiche.
Cosa porti a casa?2 belle medaglie, di cui una ‘pesante’ ben 700 grammi! Un’esperienza sempre bellissima, fatta di contatti umani con i soliti compagni ultra e nuove amicizie, e anche, perché negarlo, un po’ di autostima, la voglia di essere ancora lì, a Cesenatico, il prossimo anno. Infine, ultima ma non meno importante, l’abilitazione per potermi di nuovo iscrivere al sorteggio per la partecipazione alla Spartathlon, gara ultra per eccellenza.

Nella mente degli ultrarunner ci sono sempre le gare più dure e ambite da tanti per la cui partecipazione bisogna aver dimostrato di avere le capacità di affrontarle avendo superato altre gare di impegno notevole.
Cosa o chi ti ha aiutato oppure ostacolato? “Ostacolato i tanti problemi di una ‘giornata no’; aiutato la tanta testardaggine a volerli superare, la presenza di un amico-assistente molto premuroso ed attentissimo, sebbene al suo primo contatto con il mondo dell’ultramaratona; infine una compagna-moglie che conosce bene e comprende questo mondo e mi ascolta, aiuta e supporta quotidianamente; vorrei anche menzionare i runner-amici del parco con cui ogni giorno condivido gli allenamenti alle 5 del mattino.

Nel mondo di un atleta ultrarunner ci sono oltre a tanti pensieri e dubbi anche tante persone a cui si vuol bene, si ama, si è riconoscenti e tanti amici di allenamento negli orari più disperatati.
Quali sono ora tue mete, direzioni, obiettivi? “Solo una soddisfazione in più; nell’immediato sono pronto per ‘divertirmi’ alla 100km del Passatore e poi a proseguire il mio percorso sportivo amatoriale sempre e comunque con una visione positiva, come la corsa mi ha insegnato.”

La 100km del Passatore è un raduno degli ultrarunner, si partecipa per incontrarsi, per gareggiare, per fare un lungo viaggio.
Cosa hai raccontato a casa, al lavoro, agli amici dopo la gara di ultramaratona?
A casa sanno già tutto, solo qualche piccolo dettaglio o episodio curioso in più; al lavoro poco o niente perché purtroppo molti, non avendo esperienza di sport, hanno difficoltà a capire che allenarsi perseguendo un obiettivo non vuol dire sottrarre energie all’attività lavorativa ma, anzi, restituisce motivazione, resilienza e capacità organizzative (e qui apriremmo un tema lunghissimo da approfondire, magari un’idea per un libro di Matteo Simone), con gli amici sono comunque me stesso.”

Ringrazio Gian Paolo per questa testimonianza e per questi stimoli e argomenti utili e interessanti da approfondire per trarne insegnamenti non solo nello sport ma anche per la vita quotidiana familiare e lavorativa.
Vuoi più bene a Iolanda o alla Nove Colli? A Iolanda! Ma soltanto perché mi ha fatto scoprire la Nove Colli spedendomici a calci e contro la mia volontà (era il 2014).

Grande coppia di ultrarunner con propri obiettivi, interessi, orti da coltivare da soli o insieme.
Il 17-18 maggio 2014, Gian Paolo si classificò 5° assoluto e 4° uomo alla "17^ Nove Colli Running 202.4km, con il crono di 23h30'45'. Il vincitore assoluto fu Marco Bonfiglio 20h24'41", precedendo la statunitense Brenda Carawan 21h40'11" e Nicolangelo D'Avanzo 22h50'10". 
Gian Paolo è menzionato nel libro "Maratoneti e ultrarunner. Aspetti psicologici di una sfida" – 13 giugno 2019 di Matteo Simone (Autore).
https://www.amazon.it/Maratoneti-ultrarunner-Aspetti-psicologici-sfida/dp/889956616X   

Matteo SIMONE  
380-4337230 - 21163@tiscali.it   
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR 

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