Ogni volta che vengo, rimango
rapito dal vostro meraviglioso territorio
Matteo Simone
Si è svolta a Corato la 3^ edizione della "6 Ore - memorial Bice Fino e Giacomo Gravina" su un percorso di 1213 metri, tale manifestazione era valida anche quale Campionato Italiano 30 miglia.
Il vincitore assoluto della 6 ore e della 30 miglia è stato Marco
Lombardi SM35 di Atl. Libetas Runners Livorno con il crono di 03h28’57” e
quindi Campione Italiano 30 miglia.
Completano il podio della 30 miglia due
atleti di Barletta Sportiva: Giuseppe Mangione che vince il titolo italiano
categoria SM55 in 03h55’36” e Giuseppe Zaza SM40 che vince il titolo italiano
categoria SM40 in 03h57’26” ma al termine della 6 ore si invertono le posizioni
sul podio.
Per quanto riguarda la gara femminile, Addolorata
Trisolino SF40, Runcard, ha vinto il titolo assoluto con il crono di 04h35’33”
precedendo Luisa Zecchino SF50 di Team Pianeta Sport Massafra 04h41’00” e Teresa
Chieppa SF50 di A.S.D. Andria Runs 05h06’31”.
Di seguito, approfondiamo la conoscenza di Marco attraverso alcune domande.
Di seguito, approfondiamo la conoscenza di Marco attraverso alcune domande.
Ciao carissimo com'è andata l'avventura in Puglia? “Ciao caro Matteo, è un vero piacere essere intervistato da te. Era dal Luglio 2016, da quando partecipai per la seconda volta alla ‘6 ore della Disfida’ a Barletta, che non tornavo in Puglia. Ogni volta che vengo, rimango rapito dal vostro meraviglioso territorio, ma soprattutto dall'accoglienza che voi, gente del sud, riservate ai vostri ospiti.”
In Puglia c’è un grande movimento di
ultramaratoneti e aumentano le gare organizzate da loro che conoscono le
esigenze e i bisogni dei corridori e di eventuali accompagnatori.
Soddisfatto per la vittoria? “Sono molto soddisfatto per la vittoria, e
sinceramente non credevo di farcela, poiché al via c'erano molti forti atleti,
tra cui spiccava il nome di Carmine Buccilli, una forza della natura, che da
qualche anno si sta cimentando nelle ultramaratone ed a mio avviso, è uno dei
più forti nel panorama mondiale.”
Vincere una gara di ultramaratona è una
vera prova di forza e resistenza fisica e mentale che ripaga degli allenamenti
duri e impegnativi.
Hai trovato buona
accoglienza? “Vorrei veramente
ringraziare il patron Riccardo Blasi, l'amico e forte atleta Giuseppe Mangione
e tutto lo staff organizzativo della "6 ore Coratina" per la
splendida accoglienza e ospitalità che mi hanno riservato. Erano 2 anni che a
malincuore, a causa di problematiche legate al lavoro, dovevo rinunciare
all'invito che Riccardo e lo staff mi avevano fatto. Ma quest'anno volevo essere
presente, perché mi ero promesso di partecipare a questo splendido evento e
dimostrare la mia riconoscenza.”
Riccardo e Giuseppe ci sanno veramente
fare nell’organizzare una gara di ultramaratona e nel trattare le persone dal
più forte all’ultimo arrivato non tralasciando niente, perché loro sanno cosa
significa faticare per tante ore.
Sei
andato con famiglia o amici? “Sono
andato a Corato da solo, arrivando il Sabato sera e ripartendo la Domenica dopo
la gara.”
Dedichi a qualcuno questa
vittoria? “Dedico questa vittoria a
mia moglie, ai miei 4 figli, a mio padre Gino ed al grande Riccardo Blasi.”
Cosa hai raccontato al lavoro, in
famiglia, agli amici? “In famiglia ed
agli amici ho raccontato che sono stato davvero onorato e fortunato ad aver
partecipato a questa fantastica gara e che vedere molte persone gioire per la
mia vittoria, mi ripaga di ogni sacrificio e rinuncia.”
Una gara studiata dagli organizzatori
meticolosamente e partorita 3 anni fa con il grande contributo Riccardo Blasi e
dell’ultramaratoneta di Corato, il grandissimo Giuseppe Mangione entrambi
supportati dalla squadra “Barletta Sportiva” che recluta tante persone per
istradarle all’attività fisica.
Ti è
piaciuto il percorso e la gente del posto? “Il percorso, di circa 1 km e 200 metri, che si snoda lungo le
caratteristiche vie del centro storico di Corato, mi è piaciuto moltissimo,
relegandosi a mio parere, tra le più belle gare di 6 ore in Italia e all'estero.”
Un grande impegno e sacrificio per gli
atleti partecipare a gare lontano da casa, soprattutto se si ha una famiglia
numerosa, ma si torna a casa con tante sensazioni ed emozioni da condividere
con i propri cari.
Cosa hai portato a
casa? “A casa ho portato i ricordi di
una fantastica giornata di sport, e conservo gelosamente nel cuore i sorrisi, gli
applausi, e la gioia di tutti i presenti. Torno felice di aver potuto
riabbracciare cari amici e di averne conosciuti di nuovi altrettanto
meravigliosi.”
Ora cosa vedi davanti
a te? “Davanti a me, spero di
ritrovare il miglior Marco Lombardi; sarà molto dura, perché il tempo passa e
le condizioni ottimali per allenarsi al top purtroppo non ci sono, tuttavia, tu
che mi conosci saprai che non mollo e ci proverò contro ogni avversità.”
Il Passatore è una gara di prova per
tanti, per tanti che ambiscono alla maglia azzurra, per tanti che si mettono in
gioco affrontando gli atleti più forti a livello nazionale e internazionali e
per tanti come me per incontrare tanti amici e fare una grande esperienza di
gara della lunga distanza di 100km da Firenze a Faenza.
Al Passatore riuscirai ad essere tra i primi 10 e sotto le 8 ore? “L'obiettivo di questa prima parte dell'anno,
è proprio quello di rientrare nella top 10 del Passatore con un tempo inferiore
alle 8 ore. Non so se ci riuscirò, anche perché ogni anno la concorrenza è
sempre più agguerrita, ma ce la metterò tutta per centrare l'obiettivo.”
Sotto le 8 ore e nei primi 10 sarebbe
una bella conferma per Marco e un’ottima prestazione anche se non si va in
Nazionale ma importante è anche la sfida con se stessi e vivere lo sport con la
consapevolezza dei propri mezzi e capacità cercando di continuare a far bene e
star bene in salute.
Un messaggio ai
ragazzi del mondo? “Il messaggio che
voglio dare ai giovani del mondo in generale, è quello di lottare onestamente
per realizzare i propri sogni, rimanendo sempre con i piedi per terra,
lavorando duro ogni giorno con dedizione e spirito di sacrificio. Solo in
questo modo potranno materializzare quelli che prima erano solo pensieri e
desideri.”
Concordo con Marco, qualsiasi cosa si
voglia fare è bene impegnarsi da subito perché la strada può essere lunga e
insidiosa ma non infinita, e sempre senza scorciatoie accentando ii propri
limiti.
Un messaggio agli atleti che si
approcciano alle ultra? “Ai giovani
che si cimentano nel mondo delle ultramaratone consiglio di seguire il loro
istinto, ma con razionalità, senza fare il passo più lungo della gamba. Dico
loro, di non aver paura e che inevitabilmente dopo il buio viene sempre la
luce, quindi anche se inizialmente i risultati non sono quelli sperati,
perseverare è l'arma migliore per centrare l'obiettivo.”
Vero, sarebbe consigliabile non volere
tutto e subito ma rispettare i tempi e soprattutto se stessi, senza violentarsi
troppo, senza pretendere troppo da se stessi, avendo fiducia e pazienza e
confrontandosi con i più esperti come lo è lo stesso Marco.
Hai ancora sogni? “Certo che ho dei sogni, sono loro che ci spingono ad agire, a provarci,
a metterci alla prova, senza i sogni l'esistenza perde senso e si atrofizza. I
sogni e la fantasia sono la linfa della vita e per quanto mi riguarda, il mio
nutrimento. Anche il mito indiscusso Pietro Mennea riguardo ai sogni diceva:
<<La fatica non è mai sprecata. Soffri ma... Sogni>>. Ti mando un grosso abbraccio e ti ringrazio
per la splendida intervista. Ci vediamo al Passatore e complimenti per tutto
quello che fai, a presto.”
E’ chiaro che bisogna avere sempre una direzione,
una meta, un obiettivo da raggiungere, un sogno da trasformare in realtà più o
meno grande che ci faccia mettere in moto e mobilitare energie e forze fisiche
e mentale per placare i nostri desideri e renderci soddisfatti. Un grande grazie
a Marco per la sua cortesia e per le sue parole utili a molti di noi dell’ambiente
ma anche per chi è al di fuori.
Un’intervista a Marco è riportata nel mio libro “La 100km del Passatore. Una gara fra coraggio e resilienza”, Edizione Psiconline.
La 100km del Passatore. Una gara fra coraggio e resilienza: Cosa significa correre una gara di 100km? Quali meccanismi psicologici aiutano ad allenarsi e gareggiare con coraggio e resilienza?
Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
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