17 arrivi sono tantissimi, mi guardo
indietro e dico: ma come ho fatto?
Matteo SIMONE
Le salite diventano amiche degli atleti perché quando si superano ci si sente meglio, aumenta la fiducia in sé, ci si sente più resilienti e capaci di andare oltre non solo tali salite ma anche altre situazioni che possono sembrare difficili.
Impegnandosi e credendoci si riesce a superare
tutto e così succede per atleti di ultramaratona che percorrono distanze
superiori alla maratona e a volte anche di centinaia di chilometro, tali atleti
arrivano a considerare percorsi difficoltosi e salite lunghe e stancanti quasi
come amanti, dichiarano di amare gare che comprendono tali salite.
La Nove
Colli Running di 202,4km è una gara che suscita interesse e passione da
parte di diversi atleti che vogliono percorrerla e ripercorrerla per andare
incontro a tale fatica e le numerose lunghe salite per arrivare a destinazione
contenti e soddisfatti, di seguito Antonio Mammoli racconta le sue impressioni
relative a questa gara durissima, rispettata e aspettata ogni anno da diversi
ultrarunner.
Ciao Antonio, che è
successo all'arrivo della Nove Colli? “Ciao
Simone, anche quest’anno sono riuscito a cambiare il numero e nel 2020' sarò
‘maggiorenne’!”
Antonio è uno dei fedelissimi di questa gara, è arrivato al traguardo di questa gara 17^ edizioni e non ha intenzione di mollare, l’arrivo dell’anno prossimo sarà il 18° e ogni anno per lui è un grande stimolo per continuare a correre e allenarsi per portare a compimento il suo grande obiettivo annuale.
Chi ti aspettava all'arrivo? “A differenza degli anni scorsi, al mio arrivo sono ad aspettarmi tanti amici che vengono appositamente per festeggiarmi! Immensa felicità condividere quel momento!”
La particolarità di Antonio è che non usa
strumenti social per esprimere la sua felicità e le sue emozioni ma riesce a
scomodare tanta gente in carne e ossa che lo aspettano al traguardo per
commuoversi ed esultare per lui e con lui, un umile eroe per tanti che lo
seguono.
Ora come stai? “Mi sono ripreso benino, sai la carrozzeria
è un po’ stanca ma reggerà ancora per un po’ di tempo.”
La dedichi a qualcuno? “La dedico alle persone che mi sono state
vicino, che mi hanno sostenuto e mi sostengono sempre.”
L’arrivo dopo una fatica estrema di più di
20 ore attraversando 9 irti colli è davvero una liberazione e una esultazione
per chi è il diretto protagonista in qualsiasi posizione di classifica si
arriva e avere delle persone che aspettano, accolgono e coccolano non può che
far piacere e ripagare degli sforzi conseguiti.
Come è andata? “Se ripercorro
all’indietro tutte le edizioni mi accorgo che ogni volta è differente il mio
approccio alla gara relativo alla gestione, alle crisi e a tutto ciò che
comportano tante ore sulle gambe.”
Criticità?
“Quest’anno temevo i tratti più
fastidiosi, salite del 6° e 7° colle, discesa dall’8° colle sino all’inizio del
9°, ma così non è stato, anzi proprio in quei tratti mi sono stupito riuscendo
a correre, cosa che non facevo da molte edizioni.”
Non si finisce mai di apprendere
dall’esperienza, ogni anno c’è un mattoncino di insegnamento che serve per
conoscersi meglio e per capire come far meglio la volta successiva.
Che significa per te questo ennesimo
arrivo? “17 arrivi sono tantissimi,
mi guardo indietro e dico: ma come ho fatto? Credo che sia solo ‘Amore’ per
questa gara che mi ha restituito più di quello che ho dato nel farla.”
Per chi è al di fuori dal mondo
dell’ultramaratona non comprende il senso di tanta fatica, sacrifici, spese, ma
dalle testimonianze di tanti atleti che dedicano se stessi e gran parte della
loro vita in questo sport, emerge un ritorno in termini di soddisfazioni che
basta e avanza.
Hai corso con qualcuno?
“Ho corso per i primi 60 km con Amedeo
Ciarlelli, amico conosciuto in una delle tante che poi ho spinto a provarci e
riuscirci! Infine Luciano Bolzacchi, anche lui sa cosa si prova a stringere
nelle mani il piatto delle 10 edizioni finite, i miei complimenti! Già penso a
quel numero 18 che mi aspetta.”
Sono tanti gli incontri che si fanno anche
se i partecipanti e soprattutto coloro che arrivano fino alla fine sono davvero
pochi, una bella storia di uno sport duro e faticoso ma che affascina.
Antonio è menzionato nei libri:
“Maratoneti e Ultrarunner. Aspetti psicologici di una sfida”, edito
da Edizioni Psiconline.
“Correre con la mente. Perché correre? Come iniziare? Superare le avversità, raggiungere obiettivi, realizzare sogni”, Matteo Simone, pubblicato da Progetto Cultura.
Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
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