Ognuno di noi sa quando è il momento
giusto per vivere certe sfide
Il 27 Aprile 2019 ha avuto inizio la “Milano
a Sanremo 285 km”, gara podistica più lunga d’Europa che è stata vinta da Matteo
Ceroni, primo atleta a toccare l’acqua del mare di San Remo dopo 31h13’ di gara
precedendo Petr Valek, atleta della Repubblica Ceca 32h 18’, completa il podio,
con un distacco dal secondo di soli 12 secondi, l’ungherese Peter Toldi 32h
30’.
Tra le donne la vincitrice è Elena
Fabiani, atleta della nazionale italiana di 24h, che impiega 44h41’ e precede
la siciliana Alisia Calderone 45h26’.
44 atleti finisher su 62 partenti tra i quali anche Jean-Louis Valderrama che ha corso con i sandali per il terzo anno consecutivo impiegando quest’anno 47h57’.
44 atleti finisher su 62 partenti tra i quali anche Jean-Louis Valderrama che ha corso con i sandali per il terzo anno consecutivo impiegando quest’anno 47h57’.
Ottima la prestazione di Romualdo Pisano
che si classifica al 6° posto in 40h54’, di seguito le sue impressioni
attraverso risposte ad alcune mie domande: Allora
come definisci questa gara un incubo? “La
Ultra Milano Sanremo (UMS) non è una semplice ultramaratona bensì un viaggio, è
un viaggio dentro di te con i tuoi pensieri e le tue emozioni e se vuoi
arrivare in fondo non devi pensare ai km da percorrere.”
In effetti si tratta di una lunga gara
prima di tutti con se stessi con tanta attenzioni a non perdersi dentro se
stessi, a stare sempre focalizzati e concentrati sulla gara, con qualche
distrazione dalla fatica ma sempre consapevoli dello sforzo che può considerato
quasi disumano perché se non si è consapevoli abbastanza si rischia di
trascurare aspetti importanti come l’idratazione adeguata e i giusti nutrimenti
che compensano le energie consumate e gli sforzi enormi fino alla fine
attraversando salite, città, temperature atmosferiche: La consigli a chi e la sconsigli a chi? “Non mi sento né di consigliarla né di sconsigliarla, ognuno di noi sa
quando è il momento giusto per vivere certe sfide.”
Sembra che Romualdo ne sia uscito
abbastanza bene nonostante la prova dura, in effetti gli ultramaratoneti
mettono in conto che si può fare tutto ma con l’opportuna preparazione e nel
momento in cui si sentono pronti mentalmente e fisicamente per affrontare certe
prove ai limiti dell’impossibile: Cosa
hai lasciato lungo il percorso? Cosa hai notato in tante ore di sport? “Lungo il percorso ho lasciato l'emozione
trasmessa da tutti coloro che mi hanno salutato, hanno corso con me, mi hanno
fatto trovare anche una semplice bottiglia di acqua ma che porterò con me per
sempre, tutto sommato attraverso i social sono riuscito a dimostrare che sono
una persona umile.”
In effetti lungo il percorso si possono
lasciare tante situazioni, tante persone incontrate, ma nel cuore si porta via
tutto, grandi ricordi di esperienze vissute dense di sensazioni ed emozioni
positive da rivivere ogni tanto e ricordarsi di quello che si è riusciti a
fare: Ha funzionato tutto in te stesso e
nel tuo team? “Durante la gara, come
in tutte le gare, le crisi arrivano e se ne vanno ma su 285km una piccola crisi
equivale ad uno zaino riempito di mattoni che ti impedisce di andare avanti, la
crew è stata fondamentale e non ha sbagliato nulla.”
Certo, in gare della durata di decine di
ora qualsiasi minimo problema portato a lungo può davvero compromettere non
solo la prestazione ma anche la salute quindi è fondamentale che tutto vada non
dico alla perfezione ma nel miglior modo possibile anche con il contributo del
proprio team sempre pronto a intervenire, consigliare, suggerire, coccolare se
necessario: Quante ti serve per
ritornare alla quotidianità? “In
realtà non mi sono mai staccato dalla vita di tutti i giorni perché passata la
gara si ritorna a lavorare come sempre.”
E’ importante coltivare una grande e
impegnativa passione con la consapevolezza che si tratta non dico di un gioco
ma qualcosa che aiuta a trovare un senso altro nella propria vita lavorativa e
familiare, qualcosa che permette di essere capace di fare qualcosa di
difficile, di sfidante, sfide continue con se stessi e con gli altri per
mettersi alla prova e apprendere dall’esperienza ma senza allontanarsi troppo
dalla realtà quotidiana fatta di lavoro, relazioni, famiglia: Cosa ti ha aiutato ad andare avanti e non
mollare? “Ho diviso il percorso in
piccoli tratti da percorrere ma è anche vero che ad un certo punto del percorso
avrei incontrato mia moglie e i miei figli, da lì, ricaricate le batterie, ho
focalizzato la mia forza verso il traguardo.”
Quella di Romualdo sembra una strategia
vincente, piazzare lungo il percorso i propri cari per fare il pieno di coccole
e affetto e lanciarsi poi nella corsa agli ultimi lunghissimi chilometri verso
il mare di San Remo, un traguardo che si vuole arrivare per chiudere una gara
nel miglior modo possibile.
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