Matteo Simone
La 100km del Passatore, gara di corsa a piedi da
Firenze a Faenza diventa sempre più una sfida e obiettivo di tanti runner.
Da oltre 40 anni, sempre Italiani protagonisti,
decine di anni fa i protagonisti erano i fratelli Gennari che arrivavano sempre
a podio e Vito Melito che l’ha vinta, ultimamente protagonista è il Re della
100km, Giorgio Calcaterra.
Di seguito Cinzia racconta le sue sensazioni prima
della gara.
Quale ritieni sia la
tua prossima gara importante? “La mia prossima gara importante… La gara: Il
Passatore".
Il Passatore è diventata una gara simbolo di tanti ultrarunner, un raduno da tutta Italia di atleti che durante l’anno comunicano via social e alcuni si incontrano a gare in gira per l’Italia e per il mondo ma al Passatore moltissimi sono presenti per incontrarsi di persona, per conoscersi, per scambiarsi complimenti e consigli.
Ti senti pronta? “Sì, ho fatto un lungo avvicinamento, utilizzando altre gare come lunghi in funzione di questa. Ho iniziato il 17 febbraio con la Maratona di San Valentino, il 17 marzo con la 58 km alla Strasimeno, il 7 aprile con la Maratona di Milano, il 25 aprile con la 50 km di Romagna ed infine, il 4 maggio ultimo lungo alla 6 Ore del Donatore a Foiano della Chiana. Logicamente oltre a tutti i km in allenamento fatti da sola. Potevo fare di più? Forse… Potevo fare meglio? Probabilmente… Si può sempre fare meglio, ma quello che ho fatto è il meglio che potevo fare in quel momento e sicuramente mi dà una certa sicurezza.”
Cinzia ha fatto i compiti a casa e ora è pronta e preparata per
questa grande impresa e così avviene per tanti, ci si allena con lunghissimi
allenamenti da soli o in compagnia cercando di trovare spazi e tempo di giorno
o di notte, all’alba o al tramonto.
Si partecipa a gare impegnative e quando si presentano allo
start c’è la consapevolezza che quello che è fatto è fatto ora si tratta di
concentrarsi per il grande impegno con attenzione e voglia di arrivare fino
alla fine.
Sensazioni, emozioni, pensieri prima, della prossima gara importante? “Fino al 4 maggio con i vari ‘bonus gare intermedie’ di avvicinamento,
non ho avuto modo di pensare all’obiettivo finale ed affrontavo ognuna di
queste gare abbastanza a cuor leggero nonostante in meno di 4 mesi avessi
infilato una serie di due maratone e 3 ultra, per me che fino a poco tempo
prima avevo fatto qualche sporadica maratona spalmata nel corso di un anno.
Finiti i bonus, la mente si è focalizzata alla 100, da una parte mi sembra
ancora lontana… nonostante manchi giusto una settimana, dall’altra vorrei fosse
già domani. Mi trovo a dover affrontare per la prima volta una distanza che non
ho mai fatto, so che mi sono allenata molto e questo mi infonde fiducia, so che
comunque le crisi ci saranno, dovrò gestire il sonno, i dolori, provo a capire
dove e quando potrò averle e come eventualmente affrontarle.”
Cinzia è all’esordio della 100km ma con la consapevolezza che
tutto passa e tutto si affronta, passano i giorni così come passano le crisi,
importante è essere preparati e motivati per gestire ogni cosa che avviene
proprio nel momento presente senza stress o ansia.
Quali saranno le strategie di gara? “Non ho fatto strategie, non mi sono fatta idea, nemmeno ipotetica, del
tempo che potrò impiegare. E’ la mia prima, sarà il mio viaggio e me lo voglio
godere senza condizionamenti di tempi e tabelle da rispettare.”
Cinzia sembra avere l’approccio giusto, vivere l’esperienza
senza pretese godendo l’intero viaggio con curiosità e voglia di mettersi in
gioco.
Ti consigli con un team? Figure professionali? “Non ho un team, né figure professionali con cui mi consiglio. Ho la
persona che mi segue e con lui abbiamo gestito tutta la mia preparazione da
quando ho iniziato a correre cinque anni fa ed essendo anche il mio migliore
amico non si parla solo di tabelle, tempi e km, ma è un supporto anche per
quanto riguarda il mio stato emozionale. Poi ci sono gli scambi di opinioni con
i vari amici, ma questa… è tutta un’altra storia!”
E’ importante avere figure di riferimento che possano supportare
e indirizzare, cogliere aspetti da migliorare, così come è importante
confrontarsi con altri che vivono le stesse esperienze con dubbi e perplessità
e tanta voglia di far bene.
Utilizzi una preparazione mentale pre-gara? “Mai fatto, anche se ho visto che quando parto per una gara solo per
divertirmi, senza pensare di fare un risultato… sono quelle in cui arrivano
risultati buoni e soddisfacenti.”
C’è una parola o una frase detta che ti aiuta ad affrontare la prossima
gara? “Un piede avanti l’altro… un passo alla volta
ovunque arriverai.”
Fondamentale avere un approccio pacato e sereno nell’affrontare
una maratona, non sono 100 metri, non si tratta di esplodere o attivarsi
troppo, ogni energia serve e bisogna diluirla un po’ per volte fino all’arrivo.
Quale aspetto del tuo carattere
ti aiuta nell’affrontare gare importanti? “Il fatto di non essere un atleta top in qualche modo mi è di aiuto, nel
senso che non devo mai dimostrare a nessuno un certo risultato. Ogni gara per
me è un’esperienza di vita, specialmente le gare lunghe che amo particolarmente.
Il fatto di essere una persona positiva e solare, di riuscire a sorridere, di
trovare sempre il lato positivo anche se qualche volta una gara potrebbe non
andare come sperato e preparato, mi fa andare serena.”
Cogliere sempre qualcosa di positivo da ogni esperienze, avere
sempre a disposizione un sorriso per se stessi e per chi ci circonda aiuta ad
affrontare la vita che è ciclica e complessa, non è tutto spianato ma ci sono
salite e discese, quindi si gode e si soffre e tutto ha un senso, non si butta
niente.
Quali capacità, caratteristiche, qualità ti aiutano
in gare importanti? “Forse la mia
capacità maggiore… è il non prendermi troppo sul serio, considerare ogni gara
come un gioco ed in effetti questo è per me… è il mio gioco, il mio hobby, quello
che mi fa stare bene, è un divertimento. Quando e se questa situazione dovesse
modificarsi, quando non sarà più una cosa che mi fa stare bene, mi troverei in
condizione di chiedermi se ancora ne vale la pena. Sono in quell’età che lo
sport deve essere un qualcosa che ti fa stare bene, con te stesso, con gli
altri, che ti deve far divertire… è una parte importante e fondamentale della
mia vita e come tale non deve diventare una ‘malattia’ e guardare solo ed
esclusivamente la parte agonistica e competitiva.”
La pratica dell’ultramaratona così come gli altri sport diventa un orto che l’atleta può coltivare che produce buone sensazioni, fa star bene, è auto terapeutico e quindi è importante continuare a far sì che non diventi uno stress o un obbligo ma poter prendere quello che c’è in quel momento.
In che modo la mente ti aiuta a superare i momenti difficili? “In diverse gare ho dovuto superare momenti difficili a livello fisico,
da slogature a crampi e tenere un ritmo corsa era quanto mai difficile. In questi
casi, però, alternando corsa e camminata sono riuscita a ritrovare un certo
equilibrio. La mente è in questi casi che entra in gioco trovando tutti i suoi
giri per portarti fuori dalla crisi… dai pensieri positivi a ‘staccarsi’
proprio dal tuo io fisico, come a non farti più sentire nemmeno il dolore.”
Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
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