domenica 11 settembre 2016

Ruggiero Graniero: Prossimi obiettivi? "Organizzare un raduno, un WALKING DAY."

 Matteo SIMONE

A Barletta il giovedì sera si cammina, così come si cammina il giovedì sera a Manfredonia, le due città Pugliesi hanno deciso di gemellarsi, come dico io spesso “togheter is much better”, infatti insieme è molto meglio, si ha più forza, si ha più capacità di coinvolgere altri sulle strade del cammino.

Ho avuto modo di conoscere Ruggiero Graniero in un’occasione di una camminata da lui organizzata a Barletta, invitato assieme ad un gruppo di camminatori di Manfredonia. Di seguito Ruggiero racconta la sua esperienza di atleta ed in particolare di camminatore.
Qual è stato il tuo percorso nella pratica dell'attività fisica?Ho iniziato a giocare a calcio poi ho smesso causa lavoro e ho iniziato un po’ di anni dopo a correre.”

sabato 10 settembre 2016

Riccardo Baraldi: Mi sono sempre fissato degli obiettivi piuttosto ambiziosi

Matteo SIMONE
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Un atleta lavoratore che dedica tempo allo sport con impegno e con risultati eccezionali. L’amico Riccardo Baraldi di Intesa Atletica sempre più performante conquista splendidamente la medaglia di Bronzo agli Europei Master dei 3.000 metri in pista ad Ancona. 

Conosciamolo meglio attraverso le sue risposte ad un questionario di psicologia e sport per il benessere e la performance.
Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita?  Quando ho incominciato a praticare sport, già da bambino, mi sono sempre fissato degli obiettivi piuttosto ambiziosi. Quando ho conquistato il mio primo titolo italiano nelle categorie Master in atletica leggera nel 2010 allo Stadio Olimpico di Roma, tuttavia, mi sono sentito un vero ‘Campione’ in quanto ho smentito tutti quelli che non credevano potessi raggiungere un livello di preparazione atletica così ragguardevole in brevissimo tempo (circa 8 mesi da quando ho cominciato ad allenarmi seriamente).

Per essere campioni bisogna credere prima di tutto a se stessi in modo da continuare ad impegnarsi per raggiungere propri obiettivi senza considerare coloro che remano contro.

Federico Borlenghi: Per me l'ultramaratona è passione, gioia di correre


Matteo SIMONE

 

Qualche tempo fa feci alcune domande a Federico, interessandomi al mondo delle gare considerate estreme soprattutto per i profani o i neofiti della corsa. Successivamente ho avuto mondo di incontrarlo e conoscerlo di persone in alcune gare di ultramaratona.

Cosa significa per te essere ultramaratoneta? “Ultramaratoneta è un termine per definire chi corre più di 42 km. Per me l'ultramaratona è passione gioia di correre.”

Per chi ama correre come Federico, non esiste estremo ma puro godimento nel correre le lunghe distanze, importante è prepararsi da tutti i punti di vista, muscolare, alimentare, abbigliamento, mentalmente.

Qual è stato il tuo percorso per diventare un ultramaratoneta? “Diciamo che mi sono avvicinato quasi subito all'ultra questo mondo l'ho scoperto grazie ad un amico che mi raccontava di queste fantastiche gare, ho fatto una follia prima della maratona ho corso la pistoia abetone.”

 

Si scopre attraverso amici, l’esistenza di gare di lunga durate ed a volte si accorciano i tempo e ci si arriva senza rispettare la gradualità, ci si fionda iin queste lunghe e dure avventure.

Angela Gargano: La fatica non esiste, quando corro mi sento libera

Matteo SIMONE

Angela corre e cammina sia nelle gare lunghissime e soprattutto in salita, ma anche nella sua città di Barletta e con gli amici di Manfredonia del Team Frizzi e Lazzi walk e run, per sensibilizzare le persone a fare attività fisica a costo zero come se fossero pillole di esercizio fisico.

Una donna straordinaria, la si incontra a tante maratone e tante ultramaratone, alle gare più impensabili e difficili quali la 202,4km Nove Colli Running, a gare di 24 ore di corsa, 6 giorni di corsa e perfino 10 giorni di corsa, una vita a correre. Solare ed amichevole sempre con il sorriso e pronta ad aiutarti.
Di seguito si presenta e racconta attraverso le risposte ad un questionario che mi ha permesso di acquisire informazioni importanti relativi alla pratica dello sport ed in particolare dello sport di endurance come le ultramaratone.
Ti sei sentita campionessa nello sport almeno un giorno della tua vita?Ho vinto qualche maratona ed ultra, nel 2002 ho corso 100 maratone in un anno solare ed inscritta nel Guinness World Record, ad Antibes ho stabilito la migliore prestazione femminile italiana della 6 giorni (564,220 km) e ad Atene la migliore prestazione femminile italiana della 10 giorni (826,00 km), ma non mi sono mai sentita una campionessa. Però, una sola volta mi sono sentita tale, e non per aver vinto, semplicemente per aver tagliato il traguardo della Nove Colli (202 km).

10 Settembre 1960 ABEBE BIKILA vince la Maratona Olimpica di Roma


STEFANO SEVERONI

 

 

  Tra le prime maratone e quelle dei nostri giorni, quasi a metà di questo periodo di tempo, fu di rilievo la gara di Abebe Bikila alle Olimpiadi di Roma 1960. Qui l’atleta africano nato il 7 agosto 1932 a Mout, sulle montagne della Shoa, tagliò il traguardo vincitore, dopo aver percorso il tracciato capitolino senza scarpe ai piedi. L’etiope Bikila fino all’età di diciannove anni aveva lavorato la terra; poi, dopo essersi arruolato nell’esercito etiopico, divenendo soldato semplice della guardia del Corpo dell’imperatore, all’età di ventiquattro anni cominciò a correre.
Bikila, alto 1,75 m per 60 kg di peso, aveva iniziato a correre nel 1956, mostrandosi il più ricco di talento del gruppo. Il suo allenatore, l’istruttore sportivo Onni Niskanen, non aveva lasciato nulla d’intentato nella preparazione dei suoi atleti, creando un campo d’allenamento a quasi 2˙000 m di altitudine, ove Abebe si forgiò, sino a raggiungere il calibro olimpico. Niskanen fece costruire una sauna, al fine di ritemprare gli atleti al termine delle loro sedute di allenamento. Ricostruzioni approfondite ci conducono a ritenere che quella a cui prese parte a Roma, era la terza maratona ch’egli correva nella sua ancora breve carriera sportiva. Il test finale eseguito da Niskanen in quota, non rivelava un gran che, ma chiarì al tecnico finlandese su quale cavallo puntare per la spedizione romana.

 

venerdì 9 settembre 2016

Leon: L'armonia la trovo sfidando la natura, per me è come una poesia

Ho pedalato dal Libano a Gaza, ed è stato una cosa veramente interessante

Il movimento soprattutto nella natura a volte ti prende a livello di sensazioni corporee e di apertura mentale, aiuta a sentirsi vivi e ad avere un senso nella vita, aiuta ad essere creativi ed a sviluppare un senso di appartenenza al mondo, di seguito l’esperienza di Leon: Qual è stato il tuo percorso per diventare un atleta? "Sono sempre stato un ragazzo con un sacco di energia. Ero bravo in due cose musica e sport. Quindi, in pratica gli sport mi hanno reso più tranquillo da quando ho potuto scaricare la mia energia su di essi."

Sport e musica due attività interessanti che a volte non sono remunerative ma a livello personale ti danno tanta serenità, ti permettono di star bene, di scaricare tensioni, di eseguire atti creativi, di sperimentare, a volte sport e musica diventano remunerativi attraverso performance e lavori creativi: Quali fattori hanno contribuito al tuo benessere o performance? "Sono molto testardo e se mi propongo di fare qualcosa mi impegno al 100%. Non che io vinco sempre, principalmente no, ma per me è la strada per arrivarci che mi sprona."
Importante è impegnarsi in quello a cui piace e poi quello che viene viene, il percorso ha il suo senso ed è valido a livello esperienziale: Come ti senti prima, durante e dopo una gara? "Prima un po' nervoso. Nelle vicinanze della gara fondamentalmente non sento nulla oltre un rumore bianco. Quando ho finito e guardo indietro quello che ho fatto, sento una sorta di armonia, il rumore bianco nella mia testa che avevo prima è andato. Io di solito finisco con un sorriso, mi sento guarito."
Chi ha contribuito al tuo benessere nello sport o alla tua performance? "I miei genitori non sono stati di supporto purtroppo. Hanno lavorato molto e si sono presi cura dei più giovani. Credo sia stato più io che ho utilizzato lo sport per allontanarmi dai guai."

giovedì 8 settembre 2016

Il Trail è per me amore incondizionato, il mio posto è tra le montagne


Tante le donne che amano correre libere nella natura, tra le tante ho avuto modo di conoscere personalmente la campionessa Maria Chiara Parigi in occasione del raduno premondiale 2016 della nazionale italiana ultratrail presso la splendida località di Badia Prataglia nei pressi di Bagno di Romagna. Successivamente ho rivisto la Maria Chiara in occasione del grande trail dei Monti Simbruini 2016 dove ha vinto la lunghissima gara femminile di 84 km.
Maria Chiara Parigi vanta una medaglia di bronzo al Campionato del Mondo Trail - IAU del Galles 2013. Di recente, Maria Chiara Parigi arriva terza assoluta e prima delle donne percorrendo 67 km e 606 metri sul circuito di 1475 metri con un dislivello di 51 metri.
Gentilissima Maria Chiara nel rispondere al mio questionario volto ad approfondire il mondo degli ultrarunner per la stesura del libro Ultramaratoneti e gare estreme di prossima uscita. Di seguito le testimonianze della fortissima e simpaticissima atleta Aretina.
Cosa significa per te essere ultramaratoneta? “Penso di essere una Runner incallita che a volte ama correre per tanto tempo e vedere quanto riesco a resistere. Se questo vuol dire essere un ultra maratoneta, allora lo sono!”
Qual è stato il tuo percorso per diventare un ultramaratoneta? “Non ho avuto un percorso, ho semplicemente provato a sfidare me stessa allungando sempre più i tempi di sforzo!”
Cosa ti motiva ad essere ultramaratoneta? “Amo pensare di poter fare di più anche se a volte il fisico ti dà segnali di cedimento e lì sono le volte in cui penso di ridimensionarmi!”
Hai mai pensato di smettere di essere ultramaratoneta? “Vorrei correre ancora per tanto tempo quindi devo imparare a gestire le risorse rimaste!”
Hai mai rischiato per infortuni o altri problemi di smettere di essere ultramaratoneta? “Purtroppo i Rischi ci sono stati e mi sono fatta male più volte. Da allora cerco di stare più attenta anche se vuol dire andare più piano!”

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