Matteo SIMONE
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Un atleta lavoratore che dedica tempo allo sport con impegno e con risultati eccezionali. L’amico Riccardo Baraldi di Intesa Atletica sempre più performante conquista splendidamente la medaglia di Bronzo agli Europei Master dei 3.000 metri in pista ad Ancona.
Conosciamolo meglio attraverso le
sue risposte ad un questionario di psicologia e
sport per il benessere e la performance.
Ti
sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita? “Quando ho incominciato a praticare sport,
già da bambino, mi sono sempre fissato degli obiettivi piuttosto ambiziosi. Quando
ho conquistato il mio primo titolo italiano nelle categorie Master in atletica
leggera nel 2010 allo Stadio Olimpico di Roma, tuttavia, mi sono sentito un
vero ‘Campione’ in quanto ho smentito tutti quelli che non credevano potessi
raggiungere un livello di preparazione atletica così ragguardevole in
brevissimo tempo (circa 8 mesi da quando ho cominciato ad allenarmi seriamente).”
Per essere campioni bisogna credere prima di tutto a se
stessi in modo da continuare ad impegnarsi per raggiungere
propri obiettivi senza considerare coloro che remano contro.
Quali fattori hanno
contribuito al tuo benessere o performance? “E’ risaputo, anche in
ambito scientifico che praticare sport, a tutti i livelli, possa portare
giovamento al fisico e alla mente.
L’aspetto motivazionale, nel mio caso, ha
contribuito esponenzialmente al raggiungimento di quei traguardi prefissati.
Tali risultati infondono in un agonista come me un benessere interiore
(motivazioni intrinseche), impareggiabili oltre che di totale appagamento
emotivo.”
Come
hai scelto il tuo sport? “L’atletica leggera, e nello specifico il mezzofondo,
è sempre stato nel mio immaginario lo sport che desideravo praticare fin da
ragazzo… Vicissitudini professionali, condizionarono la mia passione per questo
sport inducendomi ad interromperne la pratica prematuramente a 16 anni. In
tarda età (39 anni), decisi che avrei dedicato del tempo a questa mia viscerale
passione traendone quanto più beneficio possibile sia fisico e morale.”
Non c’è un’età per diventare campioni, tanti iniziano
da piccoli, ma poi per demotivazioni o diversi motivi abbandonano la pratica
sportiva, alcuni incontrano lo sport in età più avanzata, altri interrompono da
ragazzi per poi riprendere quando sono più maturi, più consapevoli, e se c’è
motivazione, impegno, talento, allora la strada verso il successo diventa
percorribile.
Nella
tua disciplina quali difficoltà si incontrano? “Principalmente ci sono problemi
legati alla tenuta fisico/atletica. Spesso si incappa in infortuni di vario
genere che impongono soste.”
Quale
alimentazione segui prima, durante e dopo una gara? “Nelle ore più prossime ad
una gara, prediligo cibi leggeri. Se al mattino, colazione a base di the al
limone e fette biscottate con marmellata o miele. Se nel pomeriggio o sera, 4
ore circa prima, pasta in bianco o al pomodoro, bresaola e grana. Durante,
vista la brevità delle distanze sulle quali mi cimento, non mi alimento.
Immediatamente dopo, cerco di reintegrare con alimenti ad alto contenuto
proteico e vitamine, oltre ad usare integratori salini e aminoacidi ramificati.”
Quali condizioni fisiche o ambientali ti hanno indotto a non
concludere la gara o a fare una prestazione non ottimale? “Gli infortuni,
soprattutto muscolari, in passato mi hanno obbligato a dare forfait. Tuttavia,
non è mia abitudine mollare anche se le condizioni atmosferiche e fisiche, non
sono perfette.”
Cosa
ti ha fatto mollare o cosa ti fa continuare a fare sport? “All’età di 16 anni,
ero un giovane atleta dalle buone speranze, a detta di alcuni… A seguito,
ahimè, ho dovuto mollare a causa della mancanza di tempo per allenarmi. Solo in
tarda età ho potuto ritrovare quella tranquillità necessaria ad un ‘atleta’ per
fissare ed ottenere degli obbiettivi anche proibitivi agli occhi di taluni.”
Chi
ha contribuito al tuo benessere nello sport o alla tua performance? “Certamente
il fatto di lavorare in un centro di eccellenza quale quello sportivo
dell’Aeronautica Militare di Vigna di Valle, ha contribuito molto. Correre
fianco a fianco di atleti top dell’atletica leggera italiana, mi ha dato e mi
da stimoli straordinari. Un grazie particolare lo devo rivolgere a Giuseppe
Carella che per primo, nel 2009, ha creduto nelle mie potenzialità come atleta
amatore d’élite.”
Importante la persuasione verbale da parte di altre persone
di riferimento, è una delle quattro fonti dell’autoefficacia e
contribuisce ad aumentare l’autoefficacia nella persona.
Avere autoefficacia elevata è
un ottimo fattore predisponente al successo, a far bene impegnandosi e
credendoci, lo spiego nel mio libro O.R.A. Obiettivi, Risorse, Autoefficacia. Modello di
intervento per raggiungere obiettivi nella vita e nello sport
La gara della tua vita dove hai dato il meglio di te o hai sperimentato
le emozioni più belle? “Di gare che mi hanno emozionato tanto, ce ne sono
molte… Quella che ricordo con maggio enfasi, tuttavia, è stata quella sui 5000m
in pista allo stadio della Farnesina a Roma, dove ho conquistato il mio primo
titolo italiano master nella categoria SM40. Era una delle primissime gare su
pista che correvo nella mia seconda vita sportiva, e vinsi contro atleti ben
più quotati di me grazie ad una tattica di gara pressoché perfetta.”
Quale esperienza ti da la convinzione che ce la puoi fare nello sport o
nella vita? “Lo sport è una metafora perfetta della nostra vita: i nostri
risultati nello sport stanno ai sacrifici che facciamo quotidianamente, come il
successo nella vita sta all’impegno che mettiamo nel tentativo di raggiungerlo.”
Quali capacità, risorse, caratteristiche, qualità hai dimostrato di
possedere? “La costanza, la lungimiranza, lo spirito di sacrificio e la
testardaggine. Quando decisi di ricominciare a correre, palesando quali fossero
le mie ambizioni, molti mi presero per malato di mente. Ora, all’età di 46 anni,
con 6 titoli italiani di categoria già conquistati e qualche decina di medaglie
e trofei conquistati un po’ in tutta l’Italia, quelle persone hanno dovuto, per
forza di cose, cambiare opinione sulla mia integrità psichica.”
Quali meccanismi psicologici ti aiutano nello sport? “Il raggiungimento dell’obbiettivo mediante le
motivazioni intrinseche prima che quelle estrinseche.”
Ha le idee chiare Riccardo, il piacere nel
fare sport e nell’ottenere eccellenti performance lo nutre ogni giorno.
Cosa pensano familiari e amici della tua attività sportiva? “La mia famiglia di
origine, fratelli madre, sono propensi alla mia attività e, pertanto, mi
incitano a proseguire con la stessa solerzia ed intensità. Anche mia figlia di
9 anni è felice di vedermi gareggiare… Mia moglie e i suoi parenti, invece,
ritengono che sia ora di smettere e di pensare a ‘cose più serie’ della corsa.
Ovviamente, io non sono di questa idea, anzi.”
Cosa hai scoperto del tuo carattere
nel praticare attività fisica? “Di
avere una grande testa ed una forza d’animo che mi hanno aiutato molto anche in
situazioni complicate della vita quotidiana.”
Come è cambiata la tua vita
familiare e lavorativa nell’aver intrapreso un’attività sportiva? “E’ indubbio che
praticare atletica come la intendo io, presuppone un impegno quotidiano e
costante. Mollare anche solo per pochi giorni significa vanificare il lavoro di
settimane.
Ed è per questo che mia moglie, soprattutto, in virtù della prole
che nel frattempo è raddoppiata, desidererebbe che io smettessi di allenarmi e
gareggiare per dedicarmi di più alla famiglia. Tuttavia, non riesco ad
immaginare la mia vita senza la corsa… Per ora voglio continuare, poi si vedrà.”
Quali sono le
tue sensazioni pre-gara, in gara, post gara? “Solitamente
non sono una persona particolarmente emotiva, pertanto, non soffro la pressione
dell’evento. In passato, forse, sentivo molto di più il peso della gara
nell’immediata vigilia, anche sulla linea di partenza. Oggi sono molto più
consapevole delle mie capacità, quindi so gestire al meglio le emozioni legate
alla prestazione.”
Hai dovuto scegliere nella tua vita
di prendere o lasciare uno sport? “Direi di si. Dovetti smettere di
praticare atletica a causa dell’arruolamento volontario in Aeronautica. Qualche
rimpianto legato a quella scelta, ancora mi pervade, ma sono certo di aver
fatto la scelta giusta. Di certo non saprò mai quali sono i miei limiti, o cosa
avrei potuto fare ad un’età adeguata.”
Che
consiglio daresti a coloro che devono fare scelte
importanti nello sport? “Lo
sport è una scuola di vita fondamentale. Non praticarne alcuno, significa
vedere il mondo che ci circonda con i paraocchi. A tutti i livelli, su
qualunque campo o ambiente dedicato alla sana attività fisica, ogni persona
deve praticare sport e farlo praticare alle persone più care che ha, costi quel
che costi. Il resto delle cose, si possono fare a tempo debito.”
E’ vero l’esperienza che ti da lo
sport diventa un investimento, un arricchimento, una formazione che
resta utile poi per affrontare, gestire e superare la vita quotidiana ricca di
ostacoli.
C’è stato il rischio di incorrere
nel doping nella tua carriera sportiva? “Assolutamente no! Sono
uno dei pochissimi atleti al mio livello, ad aver subito già due volte
controlli antidoping a sorpresa, senza tuttavia esiti spiacevoli.”
Un messaggio per sconsigliare l’uso del doping? “L’unico consiglio che
mi sento di dare è che si può essere i migliori anche senza barare. Se si ha il
talento, la perseveranza e si ha la fortuna di incontrare le persone giuste, i
risultati prima o poi arriveranno. Qualora questo non accadesse, dobbiamo avere
l’umiltà di riconoscere i nostri limiti e praticare sport al livello che ci
compete.”
Riesci ad immaginare una vita senza sport? “Assolutamente
no. Mai rinuncerò a praticarne o a farne praticare ai miei figli.”
Come hai superato eventuali crisi,
sconfitte, infortuni? “Grazie
alla consapevolezza che prima o poi quelle disavventure sarebbero divenute solo
un brutto e spiacevole ricordo. Il tempo cancella tutto, o quasi.”
Ritieni utile lo
psicologo dello sport? “Prima di
tutto dobbiamo essere psicologi di noi stessi. Nel caso questo non bastasse,
l’aiuto di un ‘amico’ in grado di
darci degli utili consigli nelle fasi più critiche della propria carriera
sportiva, potrebbe essere molto utile.”
Quale può essere un tuo messaggio
rivolto ai ragazzi per avvicinarsi a questo sport? “L’atletica è la migliore scuola di vita che possa
esserci. Praticare questo sport può arricchire lo spirito, l’anima e la mente e
come dicevano gli antichi romani: ‘Mens sana in corpore sano’. Questo valeva più di 2000 anni fa e vale ancora di
più oggi.”
Quali sogni hai
realizzato e quali sono da realizzare? “Già l’aver ricominciato
a correre è stato un grande trionfo per me. Farlo conquistando in breve tempo
la leadership nella mia categoria di età, ha reso questo rientro ancor più
affascinante e motivante.
Tuttavia vorrei essere cauto nell’esprimere sogni o desideri,
altrimenti sarei costretto a realizzarli… I miei sogni non sono mai semplici da
realizzare, ne tanto meno casuali.”
Riccardo continua a sognare ma
anche continua a trasformare i sogni in realtà, continuando a
vincere titoli ambiti.
Un’intervista
a Riccardo è riportata nel libro ““Sport, benessere e performance. Aspetti
psicologici che influiscono sul benessere e performance dell’atleti” (15
novembre 2017) di Matteo Simone (Autore).
Psicologo,
Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR
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