Matteo Simone
Non c’è un’età per diventare Campioni, a 47 anni Oliviero Bosatelli, vigile del fuoco di Gandino, a 25km da Bergamo, vince non solo l’Orobie Ultra Trail 2016 percorrendo i 140 chilometri della gara in 24h8’47” ma anche la gara dei Giganti, il Tor des Geants, dimostrandosi un gigante persistente e resiliente, percorrendo 330 km ed arrivando vincitore al traguardo.
Oltre
800 atleti a Courmayeur sono partiti domenica mattina alle 10:00 e Oliviero con
il pettorale 1076 dopo 75 ore e 10 minuti, mercoledì alle ore 13:10, ha
tagliato il traguardo da vincitore, percorrendo 339 km di gara con un
dislivello positivo di D+ 30908 ed un’andatura di 4 Km/h. Dietro di lui, a
distanza di oltre cinque ore, lo spagnolo Oscar Perez Lopez che vanta già una
vittoria e un secondo posto, terzo Pablo Criado Toca.
La
vincitrice femminile del Tor des Geants, è Lisa Borzani, atleta veneta giunta
al traguardo dopo 91 ore, classificandosi al settimo posto assoluto.
Poche
giorni prima della partenza e dopo aver vinto l’Orobie Ultra trail, Oliviero ci
racconta la sua passione per lo sport che considera semplicemente un hobby ma
che gli permette di sperimentare sensazioni ed emozioni piacevolissime.
Sogni realizzati e da realizzare? Prossimi
obiettivi? “Sogni che ho realizzato sicuramente vincere la Orobie, e
sicuramente cercherò di dare il tutto di me per il Tor de Giants, consapevole
che comunque quello che io faccio, la faccio sempre nell'ottica del hobby.”
Ti
sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita? “Non esiste
un campione assoluto, ma tanti campioni. E quando vinci una competizone, quel
giorno li e per qualche altro giorno ti senti un campione.”
Qual
è stato il tuo percorso per diventare atleta? Fin da piccolo facevo sport, dalla pesca al tennis,
alla corsa, ecc., per poi stabilizzandomi sulla corsa, a fasi alterne come
impegno, per poi avere un lungo stop dal 1998 al 2014 per impegni familiari
e lavorativi, per poi riprendere la passione della corsa.”
Hai
dovuto scegliere nella tua vita di lasciare uno sport a causa di una carriera
scolastica o lavorativa? “Per questioni lavorative e pure fisiche si, ma dato
che lo facevo e lo faccio per hobby mi era pesato relativamente.”
Quali fattori hanno contribuito al tuo benessere e/o performance?
“I fattori sono stati vari, uno di questi è stato quando un cliente mi ha
guardato, io avevo indossato una maglietta abbastanza aderente, e mi disse: ‘vedo
che ti stanno venendo anche a te le maniglie della amore’, non pesavo poi tanto,
sui 80 kg, e mi sono reso conto che mi piace mangiare e il metabolismo non era
più quello di una volta e quindi ho ripreso a fare delle camminate in montagna
con la moglie, perché la corsa mi era stata sconsigliata dal dottore per
problemi di schiena.”
Mi sa che Oliviero dovrebbe ringraziare quel cliente che con una semplice affermazione gli ha permesso di essere consapevole maggiormente rispetto al suo aspetto fisico e tale consapevolezza gli ha permesso di passare da una fase precontemplativa a quella dell’azione e poi al mantenimento, iniziando e continuando a fare attività fisica per il suo benessere e poi, perché no, per la performance forse inaspettata.
Quale
alimentazione segui prima, durante e dopo una gara? Usi farmaci, integratori?
Per quale motivo? “L'alimentazione
che seguo una settimana prima di un gara lunga prevista è normalissimo mangio
di tutto e bevo di tutto cercando comunque di assumere dei sali magnesio e
potassio dopo gli allenamenti. Nell'ultima settimana elimino caffè, e limito al
minimo alcolici (vino) ma non la birra, elimino quasi tutto i carboidrati e
mangio proteine e nei ultimi tre giorni inverto. Facendo parecchio sport e
quindi utilizzando parecchie energie ritengo che qualche integratore vada preso
tipo quelli menzionati prima. Dopo
la gara per due giorni l'appetito è scarso ma poi recupero rimangiando di
tutto.”
Nello sport chi
ha contribuito al tuo benessere e/o performance? “Ha
contribuito al mio benessere sicuramente me stesso e alla performance in parte
la moglie, dato che servono parecchi sacrifici anche di tempo e quindi a volte
sacrifichi un po' la moglie col benestare...mentre i figli sono già grandi e
quindi il problema non sussiste.”
Lo sport per passione e hobby diventa performante se sei sereno, ti impegni ed hai talento, i famigliari possono contribuire al benessere ed alla performance con i sostegno ed apprezzando i tuoi sforzi.
La gara della tua vita dove hai sperimentato le emozioni più belle?
“Quando vinci le emozioni sono sempre belle e tante. La gara della mia vita? Per
ora la Orobie Ultra Trail 2016, se verranno altre meglio ancora ma avranno lo stesso
valore, vincere in casa non ha prezzo perché ti conoscono in tanti e hai un
buon riscontro mediatico anche se non sei un fuori classe.”
Questa risposta l’ha data prima del la vittoria del Tor des Geants, partecipare al Tor è il sogno di tanti ultrarunner, figuriamoci vincerla.
Cosa
pensano familiari e amici della tua attività sportiva? “I familiari ormai si
stanno abituando a queste mie avventure anche se prima mi danno del matto e un po’ anche adesso. Invece per quanto riguarda gli amici, quelli che non sono
del giro delle corse non concepisco neppure che esistano gare di questo tipo,
distanza e difficoltà e quindi restano stupefatti.”
Chi è del settore considera veramente Oliviero un Gigante, importante avere vicino la famiglia che fa il tifo per te.
Un episodio curioso o divertente della tua attività sportiva?
“Un episodi curioso e divertente uno dei tanti. L'anno scorso sempre alla out
Orobie. Quando sono arrivato (2) e neppure si erano accorti che ero arrivato,
ho dovuto fare la replica dell'arrivo, perché mi aspettavano un bel po di
minuti dopo, o mentre facevo la gara si domandavo chi fossi, visto che prima di
allora ero un perfetto sconosciuto a livello di ultra trail.”
Ora che Oliviero ha vinto il Tor è marcato a vista dai suoi avversari ed è sotto l’osservazione di fotografi, organizzatori, tecnici e tanti altri.
Cosa
hai scoperto del tuo carattere praticando sport? “Ho scoperto quello che sapevo
già, la tenacia e non mollare mai, il stare da solo per ore e ore. E ho
scoperto di avere tanti amici veri e virtuali. Una parte di quelli nuovi, ti
dimenticheranno quando non sarai più vincente, quelli veri ti staranno sempre
vicino.”
Quali capacità, risorse, caratteristiche, qualità hai dimostrato di
possedere? “Concludendo le ultra Trail, mi sono reso conto di avete una buona
resistenza sia fisica che morale, rinforzando in me la convinzione che con la
determinazione si possono ottenere degli obbiettivi insperati. E da parte della
gente il fatto che mi considerino umile e timido.”
Che
significa per te partecipare a una gara sportiva? “La partecipazione a una
gara sportiva dipende che gara è, se devo difendere un titolo se è solo per la
presenza o se è goliardica. In base a queste situazioni le gare le faccio in
modo competitivo o no.”
Hai
sperimentato l’esperienza del limite nelle tue gare? “Non essendomi mai
ritirato fino a ora non saprei dire quale sia il mio limite. Che il mio corpo
si rifiutasse di proseguire per crampi o per stanchezza mi è successo solo due
volte ma la mia volontà o testardaggine ha avuto il sopravvento.”
Quali
sensazioni sperimenti facendo sport: allenamento, raduni, pre-gara, gara, post-gara? “Se il fisico non risponde in modo positivo a determinati allenamenti e
se sei ancora lontano da una competizione non mi influisce emotivamente, al
contrario se manca poco ciò mi mette in apprensione. Per i raduni (il giorno
prima della gara) quei pochi che ho fatto è un modo per stare in compagnia, durante
la gara dipende che tipo di gare e come si evolve, si può essere contenti anche
se non si arriva prima, sapendo che comunque sei stato bene e hai dato ciò che
potevi dare, consapevole che lo fai per il piacere di divertirsi e non come
professione. Dopo gara se sono gare estreme, ovviamente si cerca di recuperare
in modo veloce la fatica e i vari acciacchi senza diventare matti. A livello
emotivo se si ottiene un risultato come la out Orobie ti lascia una ricarica e
uno stimolo altissimo che serve per proseguire nei obbiettivi che uno ha
prefissato, uno di questi è anche solo di riuscire a finire una gara di lunga
distanza, perché si sa che finire è già una vittoria.”
Quali
sono i tuoi pensieri in allenamento, in gara? “Pensieri durante un’allenamento
un po’ di tutto, e anche nulla perché sono talmente lunghe le uscite. In gara
se sono da podio penso a cosa dire all'arrivo.”
La tua gara più estrema o più difficile e quale ritieni non poter
riuscire a portare a termine? “La gara più difficile finora fatta è quella che
a livello fisico ti fa soffrire, crampi, energie finite ecc. ecc. e non la
lunghezza. La mia gara limite non saprei, finora quelle che volevo fare e che
ho fatto le ho sempre portate a temine.”
Quali
sono le difficoltà e i rischi? A cosa devi fare attenzione nella tua disciplina
sportiva? “Le difficoltà e i rischi nella mia disciplina, trovare il tempo per
allenarsi e essendo un sport di usura, si spera sempre di non incorrere a
eventuali traumi cercando di prevenire nel limite del possibile.”
Quali condizioni fisiche e/o ambientali ti hanno indotto a fare una
prestazione non ottimale? “Soffro parecchio il freddo che mi induce a non aver voglia
di fare allenamenti e i problemi cronici del mio fisico mal di schiena e
crociato laterale interno.”
Cosa
ti ha fatto mollare o cosa ti fa continuare a fare sport? “Ci sono stati
momenti della mia vita dove veniva prima la famiglia, e quindi lo sport veniva
messo in parte, e in altri momenti mi allenavo quasi tutti i giorni dalla serie
stacchiamo un po' la spina. Mi fa continuare questo sport le gratificazione
personali e quelle che vengo dall'esterno e il benessere fisico salvo
acciacchi.”
Come
hai superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni? “Crisi vanno e vengono,
sconfitte fan parte dello sport, infortuni rallentamento attività fisica, e
fisioterapisti e prevenzione.”
Ti
hanno consigliato di ridurre la tua attività sportiva? Hai mai pensato di
smettere di essere atleta? “Sì mi hanno consigliato di smettere di correre
qualche anno fa, per discopatia degenerativa 4 5 6 anello. Domanda, e con la
corsa? Risposta, attacchi pure le scarpe da corsa al chiodo. E così ho fatto
per qualche anno dato che avevo anche altri impegni. Familiari, ho cercato di mantenermi
in forma e rinforzare la parte debole con ginnastica specifica alla schiena
risolvendo per ora il problema.”
Un tuo messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarli allo sport? “Che
tutti dovrebbero cimentarsi in qualsiasi sport nel limite del possibile, soprattutto
quando si è giovani. Riuscendo così fin da piccoli a comprendere cosa vuol dire
fare sacrifici per degli obbiettivi ovviamente. Se si è bambini deve essere più
un gioco. La differenza è non poca tra sport di gruppo o sport singolo, con
tutte le loro caratteristiche d'allenamento e psicologiche, e il benessere
fisico.”
C’è
stato il rischio di incorrere nel doping nella tua carriera sportiva? “No mai
perché se arrivano i risultati bene altrimenti pace. Non me ne faccio una
malattia esistenziale.”
Un messaggio per sconsigliare l’uso del doping? “Doping è
barare con noi stessi e con gli altri. Penso che a lungo andare ci siano anche
conseguenze negative per il nostro fisico. E il rischio di essere scoperti, con
la conseguenza di passare dalle stelle alle stalle, tutto ciò che ne consegue a
livello psicologico, qui si che poi servirebbe lo psicologo.”
Ritieni
utile la figura dello psicologo nello sport? Per quali aspetti e in
quali fasi? “La figura del psicologo è sicuramente utile, per tutte quelle
persone che non rendendosi conto o non riuscendo a farne a meno, mettono la
loro passione al di sopra di tutto il resto, con conseguenze gravi, sia fisiche
che sentimentali, ed equilibrio mentale.”
Se
potessi tornare indietro cosa faresti o non faresti? “Attualmente mi trovo bene così. Non ho nulla
da recriminare. Anche perché lo sport che io faccio, sicuramente non potrei
farlo da professionista ma solo come hobby e non deve prevalere troppo su altre
soddisfazioni della mia vita.”
Sport & benessere 15 | ed. novembre 2022.
In
linea di massima, la passione della corsa permette alle persone di mettersi
alla prova, di condurre un sano stile di vita, di salire su un treno fatto di
fatica e gioie, di relazioni, di mete e obiettivi da costruire, di situazioni
da sperimentare. Bisogna sviluppare consapevolezza delle proprie risorse e
capacità, ma anche dei propri limiti: è necessario consolidare questi concetti
per mantenere un buon equilibrio. Nel nuovo libro di Matteo Simone Il piacere
di correre oltre, l’autore riprende la sua consuetudine di parlarci di sport
soprattutto attraverso il dialogo con gli atleti. Leggere
il testo di Matteo Simone ci permette di conoscere alcune dinamiche
psicologiche che forse ignoriamo o per lo meno di cui non siamo consapevoli.
L’autore nota che ciascuno di noi, se lo vuole, può riuscire a raggiungere i
propri obiettivi nello sport come nella vita, e così diventano più
addomesticabili e gestibili, la fatica e la paura; al contempo si rafforza la
mente, si eleva l’autoefficacia personale e si sviluppa la resilienza.
Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta
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