Matteo SIMONE
Il Tor des Géants con partenza ed arrivo a Courmayeur, è considerato "il trail più duro al mondo", il tempo limite è di 150 ore, in regime di semi-autosufficienza, il tracciato misura circa 330 km per un totale di 24.000 metri di dislivello positivo, e la Regina quest’anno è la padovana Lisa Borzani che ha tagliato il traguardo dopo 91 ore e 9 minuti e classificandosi 7^ nella classifica generale arrivando giovedì 15 settembre 2016 alle 5,10 del mattino.
Approfondiamo la conoscenza della piccola Gigante
del Tor 2016 attraverso le risposte ad alcune domande.
Ciao Lisa, spero di non disturbare, finalmente ce
l'hai fatta dopo due secondi posti, come stai ora? “Ora sto bene, sto
recuperando bene sia fisicamente che mentalmente.”
In effetti le gare di endurance ti consumano sia
fisicamente che mentalmente, ti logorano, per questo è importante non solo la
preparazione fisica ma anche un sano approccio mentale ed una preparazione
nutrizionale. Vengono mobilitate tante energie fisiche e mentali durante una
gara della durata di 91 ore pertanto è indispensabile successivamente un sano
recupero, prolungato e tante coccole possibilmente.
Cosa cambia ora? “Dopo il Tor,
non credo cambierà nulla, tornerò alla vita normale fatta di ufficio e
allenamento.”
Lisa appare sempre positiva, sempre con il
sorriso, amante della natura, libera di correre e volare nei sentieri naturali
partecipando a gare sempre più ardue ed impegnative, atleta della nazionale
Italiana Ultratrail già salita sul podio il 2015 con il resto della squadra
femminile per ricevere un bronzo mondiale, corona anche il sogno di arrivare
prima donna al Tor dei Giganti della Valle da Aosta dopo essere arrivata nei
due precedenti anni sempre seconda.
Hai avuto cedimenti, rischi, malori?
“In gara non ho avuto malori, solo qualche crisi di testa che sono però
riuscita a superare.”
Le crisi come vengono così se ne vanno se
sei un atleta esperto e sai a cosa vai incontro e conosci i tuoi limiti e le
tue potenzialità.
Prossimi obiettivi e/o sogni? “Il
prossimo obiettivo sarà il campionato del mondo di ultratrail del 29 ottobre in
Portogallo.”
Dopo una tale impresa dove si esce
vincenti e vittoriosi, a parte il sano recupero, non si può già pensare ai
prossimi obiettivi ambiziosi, e Lisa è un atleta di livello Nazionale che non
può mancare a sfidanti appuntamenti internazionali, per confermare il suo stato
di forma dettato dalla grande passione che la motiva in questo sport
considerato quasi estremo.
L’anno scorso conobbi Lisa e gli chiesi di
rispondere ad un questionario le cui risposte riporto di seguito molto
interessanti che trasmettono la passione e l’amore per lo sport outdoor di
endurance.
Cosa significa per te essere
ultramaratoneta? “Per me significa amare correre su strada o per sentieri per
un periodo di tempo abbastanza lungo da far entrare in gioco variabili diverse
oltre a quelle della classica ‘gara di corsa’, variabili che riguardano
l’ambiente esterno ma anche il proprio intimo modo di vivere la lunga distanza.”
Cosa ti motiva a essere ultramaratoneta?
“La voglia di pormi degli obiettivi anche ‘importanti’ come distanza o
dislivello (nell’ultratrail) e di cercare di lavorarci su per raggiungerli.”
Quali meccanismi psicologici ritieni ti
aiutano a partecipare a gare estreme? “La voglia, l’entusiasmo, la serenità
interiore e con chi ti sta accanto sono per me elementi psicologici
fondamentali.”
Passione, entusiasmo, serenità diventano
meccanismi psicologici indispensabile per continuare a far bene ed avere sempre
stimoli che ti spingono a fare di più e sempre meglio.
Cosa ti spinge a spostare sempre più in
avanti i limiti fisici? “La curiosità e la voglia di vedere se ce la posso
fare, sempre con la consapevolezza che non sono un super eroe e che quindi
posso anche fallire perché fa parte del gioco.”
Cosa pensano familiari e amici
della tua partecipazione a gare estreme? “Paolo, il mio compagno, condivide tutto
con me: allenamento, gare, preparazione e questo oltre ad essere stupendo per
me è anche una bellissima fonte di forza. Mia mamma dice il rosario tutte le
sere affinché il Signore mi convinca a smettere perché teme che io, abbastanza
minuta, possa consumarmi del tutto!! Mio papà però è mio segreto complice! I
miei amici che praticano anche loro le ultra mi capiscono benissimo. Gli altri
un po’ meno ma mi supportano ed incoraggiano lo stesso.”
Che significa per te partecipare a una
gara estrema? “Significa mettermi in gioco, provare a raggiungere l’obiettivo
prefissato, iniziare un’avventura ‘programmata’ e preparata.”
Come è cambiata la tua vita familiare e/o lavorativa? “Devo cercare di ‘incastrare’ tutto: lavoro, famiglia e sport
perché le ultra richiedono indubbiamente tante ore da dedicare all’allenamento.
Ho però la fortuna di condividere tutto con il mio compagno perciò risulta
tutto più facile.”
Un tuo messaggio rivolto
ai ragazzi per avvicinarli a questo sport fatto di fatica e impegno? “Un messaggio che secondo me è bene passare ai ragazzi è che in
questo sport, come nella vita, è importante mettere passione, dedizione, voglia
ed impegno in ciò che si fa perché la cosa importante non è vincere (anche se
ciò può far piacere ovviamente!) ma sentire di ‘aver dato tutto’ quando si
taglia il traguardo. Credo che sia importante passare questo messaggio perché,
appunto, la società di oggi è quella che esalta solo chi appare vincente a
scapito di chi invece mette impegno, fatica e cuore in quello che fa.”
Qual è stato il tuo percorso per diventare ultramaratoneta? “Sono partita dalle gare su strada e dalla maratona corse
per le prime volte per seguire le ‘orme’ di mio padre, anche lui maratoneta.
Poi con il tempo mi è venuta voglia di provare una 50km e poi il mitico
Passatore di 100km. Infine, grazie al mio compagno Paolo amante della montagna,
ho scoperto l’ultratrail.”
Lisa scommette continuamente su se stessa,
allenandosi e preparandosi continuamente per percorrere e gareggiare su
sentieri sempre più lunghi ed impervi ponendosi obiettivi sempre più importanti
e facendo di tutto, non trascurando nulla, per portarli a termine.
La tua gara più estrema o
più difficile? “Il Tor des Geants, ma è stata anche l’esperienza più bella che
abbia mai sperimentato!”
Ti va di raccontare un aneddoto? “Uno che
mi piace è questo: alla fine del mio primo tentativo di ultratrail di 50km
arrivai al traguardo 3 ore dopo il mio compagno e, quasi in lacrime per la troppa
fatica provata gli dissi: ‘mai più!! asfalto tutta la vita!’. Poi l’anno
successivo cominciai ad allenarmi per il Tor des Geants.”
Cosa hai scoperto del tuo carattere nel
diventare ultramaratoneta? “Che a volte (non sempre purtroppo!) io (come
chiunque altro) posso trovare dentro me delle risorse fisiche e mentali che non
immaginavo lontanamente di possedere.”
Usi farmaci, integratori? Per quale
motivo? “Integro le vitamine A, C ed E perché sono potenti antiossidanti che
servono per combattere le vagonate di radicali liberi che produciamo con la
corsa.”
Hai un sogno nel cassetto? “Si ma non si
dice senno non si avvera!”
Hai sperimentato l’esperienza del limite
nelle tue gare? “Si, credo di sì. Al Tor des Geants quest’anno (2014) sono
arrivata al ‘limite’ non tanto dal punto di vista della gestione della fatica
bensì da quello della gestione del sonno. Le prime tre notti di gara ho gestito
la carenza di sonno con dei micro sonni ma l’ultima notte (la quarta) è stata
dura e credo di essere arrivata proprio al limite delle mie possibilità in tal
senso.”
Come la maggior parte degli
ultramaratoneti anche Lisa ha sperimentato l’esperienza del limite perché ti
puoi preparare quanto vuoi, puoi avere passione, predisposizione ma dietro
l’angolo ci può essere sempre un imprevisto che ti coglie di sorpresa,
l’importante è non farsi trovare impreparato e cercare di gestirlo nel miglior
modo possibile facendo leva sull’esperienza acquisita nello sport e nella vita
e considerando che per ogni problema c’è almeno una soluzione a disposizione e
che quando sembra di non poterne proprio più, se sei fiducioso una porticina da
aprire per attingere nuove energie, nuove soluzioni la trovi.
Un'intervista a Lisa è riportata nel mio libro Lo sport delle donne. Donne sempre più determinate, competitive e resilienti – 8 ottobre 2018.
Lisa è menzionata nei miei libri “Ultramaratoneti e gare estreme”, “Sport, benessere e performance”, "Maratoneti e ultrarunner", "Cosa spinge le persone a fare sport?"
Matteo SIMONE
Psicologo,
Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
CONTATTI:
380.4337230 – 21163@tiscali.it
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