giovedì 29 settembre 2016

Ivano Caronti, ultrarunner: La transumanza è un’eredità lasciata da mio nonno

La transumanza è una delle cose che mi ha sempre affascinato sin da bambino 
Matteo Simone 
Psicologo, Psicoterapeuta


Ivano Caronti,
l’estate del 2015 mi ha invitato alla staffetta della transumanza con partenza da Anzio verso Jenne per rievocare una vecchia tradizione.

Esperienza unica per me e per tanti all’insegna del ricordo, dell’aggregazione, dello sport per piccoli e grandi, nel 2016 ho ripetuto l’esperienza ed è stata sempre un esperienza arricchente.
Di seguito Ivano spiega come nasce la transumanza e la sua grande passione per lo sport.
Come hai deciso di organizzare la transumanza?Quella della transumanza è una delle cose che mi ha sempre affascinato sin da bambino, sicuramente un’eredità lasciata da mio nonno, lui era un transumante. A casa se ne parlava continuamente, sicuramente questo ha contribuito a sviluppare in me e nella mia mente quella straordinaria cosa di continuare questa meravigliosa tradizioneDal momento in cui sono stato chiamato dal primo organizzatore, il vulcanico Carlo Perica, che mi ha lasciato il testimone, non me lo sono fatto ripetere due volte, ho accettato con molto piacere di diventare il leader di questo evento, insieme all'altro organizzatore della transumanza a cavallo, Antonio Volpi, con lui risolviamo in simbiosi la parte logistica e tutti i problemi che ci si presentano, compreso l'arrivo.” 
Sei soddisfatto o cambieresti qualcosa?Ci sono solo piccole cose da aggiustare, magari un arrivo più spettacolare, ma non pretendiamo di più.”
Chi contribuisce alla riuscita della stessa?Nella riuscita della manifestazione devo dare i meriti a una serie di persone, dall'assessore alla cultura Laura Nolfi, al consigliere Donatello Campa per il comune di Anzio, senza di loro credo non riuscirei, sempre il nostro Carlo Perica, che mi sprona a fare di più a qualsiasi costo, alla mia famiglia che mi segue in ogni mia avventura, ,senza sarei perso, alla famiglia Graziano Caronti, i miei bracci destri, a Giorgio Pacchiarotti Sindaco di Jenne, a Toto, nostro angelo custode senza le ali ma su quattro ruote, per ultimi, ma no per importanza tutti i podisti, che si mettono ai miei ordini, a volte con difficoltà ma lo fanno, ancora grazie a tutti.”
Prossimi obiettivi?Per il momento non ho grandi obbiettivi, sono preso nell'organizzare la Transumanza e nel gestire il settore Master su strada dell'Intesatletica, questo mi porta via tantissimo tempo e non riesco a concentrarmi su me stesso, ma sono contento ugualmente". 
Sogno nel cassetto? "Di sogni ne ho tanti che potrei scrivere un libro, su cose che vorrei organizzare un po' pazze ed ultramaratone da partecipare, ma devo fare i conti con il lavoro e il 90% di tutto rimane un sogno.”
Come invogliare adulti e bambini a fare sport?Fare sport è la cosa più bella al mondo, bisogna soltanto farlo diventare una cosa normale, partendo dalla scuola. Un'ora al giorno, pian piano diventa normale praticare uno sport. 
Poi bisogna spronare i genitori a non comprare video giochi per togliersi il piccolo/a dalle scatole per ore, ma bisogna portare i ragazzi fuori all'aria aperta, anche quando piove, il piccolo/a ne gioverà per tutta la vita, questo è un mio pensiero, magari sbaglio. Io e mia moglie lo abbiamo fatto.
Com'è avere una moglie e una figlia runner?Ho sempre praticato sport, di conseguenza mia figlia l'ho costretta a praticarne, fino al momento che non ne può farne a meno, e piano piano anche mia moglie ci ha seguito, ora siamo drogati di sport...Questo per chi non pratica uno sport non lo capisce ma è una cosa meravigliosa, state bene fisicamente e mentalmente, provare per credere.”

Una famiglia unita al servizio dello sport e sperimentando un grande benessere psicofisico, emotivo e relazionale.
Cosa dicono di te la tua famiglia e i tuoi amici?Sono fortunato ad avere una famiglia che mi asseconda, e pratica sport, ma a volte anche loro pensano che sono un pazzo da legare, specialmente quando gli racconto un mio progetto, e lo bocciano, ci rimango malissimo, ma più delle volte hanno ragione. Da gran sognatore penso che si possa fare tutto, ma non è sempre così. Di amici non né ho molti, forse proprio perché non ho molto tempo da dedicargli e si allontanano. A questo punto penso che mi considerano un malato di lebbra, da evitare assolutamente.”

A volte lo sport è contagioso, se vedi una persona che conosci che sperimenta benessere attraverso lo sport può capitare che ti fai prendere anche te da questa passione ed allora è fatta, in due è meglio, soprattutto se si tratta di una coppia affiatata.
E’ quello che succede a Giovanna ed Ivano ma anche alla loro figlia, una famiglia di sportivi che si allenano e gareggiano per mettersi alla prova, per confrontarsi con se stessi e con gli altri, per fare squadra con altri atleti che condividono la stesa passione.
L’avere vicino famigliari o amici che hanno la stessa passione, stimola progetti di gare, di allenamenti, di eventi.

Matteo SIMONE 
380-4337230 - 21163@tiscali.it 
Autore di libri di psicologia e sport 
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR 

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