Matteo SIMONE
Il Tor des Géants (Giro dei giganti) è una
gara di ultra trail, con partenza ed arrivo a Courmayeur, che si svolge sui
sentieri delle Alte vie della Valle d'Aosta ed è considerata "il trail più
duro al mondo".
Il tempo limite è di 150 ore, in regime di
semi-autosufficienza e l'atleta deve portare con sé l'indispensabile e può
rifornirsi unicamente presso dei punti di assistenza prestabiliti.
Il tracciato è un anello che misura circa
330 km per un totale di 24.000 metri di dislivello positivo, compreso tra
un'altitudine di 300 metri ad una di 3300 metri. Lungo il percorso sono
previsti più di quaranta punti di ristoro, riposo e soccorso, oltre a sette
basi d'accoglienza (basi vita) che dividono il percorso in sette settori.
La Regina quest’anno è la padovana Lisa
Borzani che ha tagliato il traguardo del Tor des Géants dopo 91 ore e 9 minuti
e classificandosi 7^ nella classifica generale arrivando giovedì 15 settembre
2016 alle 5,10 del mattino.
Lisa era già salita sul podio i due
precedenti anni 2014 e 2915 con due secondi posti consecutivi.
Per quanto riguarda il Re del Tor, quest’anno
è Oliviero Bosatelli, vigile del fuoco Bergamasco di 47 anni, che già ha fatto
parlare di se con la vittoria all’Orobie Ultra Trail.
Oliviero dopo 75 ore e 10 minuti, mercoledì
alle ore 13:10, ha tagliato il traguardo da vincitore, percorrendo 339 km di
gara con un dislivello positivo di D+ 30908 ed un’andatura di 4 Km/h. Dietro di
lui, a distanza di oltre cinque ore, lo spagnolo Oscar Perez Lopez che vanta
già una vittoria nel 2012 e un secondo posto nel 2013, terzo Pablo Criado Toca che
bissa il terzo posto nel 2011
Approfondiamo la conoscenza dei due
Giganti del Tor 2016 attraverso le risposte ad un mio questionario.
Quale può essere un tuo messaggio rivolto
ai ragazzi per avvicinarsi a questo sport fatto di fatica, impegno, sudore,
sofferenze?
Lisa: “Un messaggio che secondo me è bene
passare ai ragazzi è che in questo sport, come nella vita, è importante mettere
passione, dedizione, voglia ed impegno in ciò che si fa perché la cosa
importante non è vincere (anche se ciò può far piacere ovviamente!) ma sentire
di ‘aver dato tutto’ quando si taglia il traguardo. Credo che sia importante
passare questo messaggio perché, appunto, la società di oggi è quella che
esalta solo chi appare vincente a scapito di chi invece mette impegno, fatica e
cuore in quello che fa.”
Oliviero: “
Che tutti dovrebbero cimentarsi
in qualsiasi sport nel limite del possibile, soprattutto quando si è giovani.
Riuscendo così fin da piccoli a comprendere cosa vuoi dire fare sacrifici per
degli obbiettivi ovviamente. Se si è bambini deve essere più un gioco. La
differenza è non poca tra sport di gruppo o sport singolo, con tutte le loro
caratteristiche d'allenamento e psicologiche, e il benessere fisico.”
Qual è stato il tuo percorso per diventare ultramaratoneta?
Lisa: “Sono partita dalle gare su strada e
dalla maratona corse per le prime volte per seguire le ‘orme’ di mio padre,
anche lui maratoneta. Poi con il tempo mi è venuta voglia di provare una 50km e
poi il mitico Passatore di 100km. Infine, grazie al mio compagno Paolo amante
della montagna, ho scoperto l’ultratrail.”
Oliviero: “Fino da piccolo facevo sport,
dalla pesca al tennis, alla corsa ecc. Per poi stabilizzandomi sulla corsa a
fasi alterne come impegno, per poi avere un lungo stop dalla 1998 al 2014, per
impegni famigliari e lavorativi, per poi riprendere la passione della corsa.”
Hai sperimentato l’esperienza del limite
nelle tue gare?
Lisa: “Si, credo di sì. Al Tor des Geants
quest’anno (2014) sono arrivata al “limite” non tanto dal punto di vista della
gestione della fatica bensì da quello della gestione del sonno. Le prime tre
notti di gara ho gestito la carenza di sonno con dei micro sonni ma l’ultima
notte (la quarta) è stata dura e credo di essere arrivata proprio al limite
delle mie possibilità in tal senso.” Oliviero: “Non essendomi mai ritirato fino
ad ora non saprei dire quale sia il mio limite. Che il mio corpo si rifiutasse
di proseguire per crampi o per stanchezza mi è successo solo due volte ma la
mia volontà o testardaggine ha avuto il sopravvento.”
Come la maggior parte degli
ultramaratoneti anche Lisa e Oliviero hanno sperimentato l’esperienza del
limite perché ti puoi preparare quanto vuoi, puoi avere passione,
predisposizione ma dietro l’angolo ci può essere sempre un imprevisto che ti
coglie di sorpresa, l’importante è non farsi trovare impreparato e cercare di
gestirlo nel miglior modo possibile facendo leva sull’esperienza acquisita nello
sport e nella vita e considerando che per ogni problema c’è almeno una
soluzione a disposizione e che quando sembra di non poterne proprio più, se sei
fiducioso una porticina da aprire per attingere nuove energie, nuove soluzioni
la trovi.
Quale è stata la tua gara più estrema o
più difficile?
Lisa: “Il Tor des Geants, ma è stata anche
l’esperienza più bella che abbia mai sperimentato!”
Oliviero: “La gara più difficile finora
fatta è quella che a livello fisico ti fa soffrire, crampi, energie finite e
non la lunghezza.”
Cosa pensano familiari e amici
della tua partecipazione a gare estreme?
Lisa: “Paolo, il mio compagno, condivide
tutto con me: allenamento, gare, preparazione e questo oltre ad essere stupendo
per me è anche una bellissima fonte di forza. Mia mamma dice il rosario tutte
le sere affinché il Signore mi convinca a smettere perché teme che io,
abbastanza minuta, possa consumarmi del tutto!! Mio papà però è mio segreto
complice! I miei amici che praticano anche loro le ultra mi capiscono
benissimo, Gli altri un po’ meno ma mi supportano ed incoraggiano lo stesso.”
Oliviero: “I familiari ormai si stanno
abituando a queste mie avventure anche se prima e un po’ anche adesso mi danno
del matto. Invece per quanto riguarda gli amici tanti quelli che non sono del
giro delle corse, non concepisco neppure che esistano gare di questo tipo,
distanza e difficoltà e quindi restano stupefatti.”
Chi è del settore considera veramente
Oliviero un Gigante, importante avere vicino la famiglia che fa il tifo per te.
Ti va di raccontare un aneddoto?
Lisa: “Uno che mi piace è questo. Alla
fine del mio primo tentativo di ultratrail di 50km arrivai al traguardo 3 ore
dopo il mio compagno e, quasi in lacrime per la troppa fatica provata gli
dissi: ‘mai più!! asfalto tutta la vita!!’. Poi l’anno successivo cominciai ad
allenarmi per il Tor des Geants.” Oliviero: “L'anno scorso sempre alla out
Orobie. Quando sono arrivato (2) e neppure si erano accorti che ero arrivato,
ho dovuto fare la replica dell'arrivo, perché mi aspettavano un bel p’ di
minuti dopo, o mentre facevo la gara si domandavo chi fossi, visto che prima di
allora ero un perfetto sconosciuto a livello di ultra trail.”
Ora che Oliviero ha vinto il Tor è marcato
a vista dai suoi avversari ed è sotto l’osservazione di fotografi,
organizzatori, tecnici e tanti altri.
Cosa hai scoperto del tuo carattere nel
diventare ultramaratoneta?
Lisa: “Che a volte (non sempre purtroppo!)
io (come chiunque altro) posso trovare dentro me delle risorse fisiche e
mentali che non immaginavo lontanamente di possedere.”
Oliviero: “Ho scoperto quello che sapevo
già, la tenacia e non mollare mai, il stare da solo per ore e ore. E ho
scoperto di avere tanti amici veri e virtuali. Una parte di quelli nuovi, ti
dimenticheranno quando non sarai più vincente, quelli veri ti staranno sempre
vicino.”
Passione, entusiasmo, serenità diventano
meccanismi psicologici indispensabile per continuare a far bene ed avere sempre
stimoli che ti spingono a fare di più e sempre meglio.
Usi farmaci, integratori? Per quale
motivo?
Lisa: “Integro le vitamine A, C ed E
perché sono potenti antiossidanti che servono per combattere le vagonate di
radicali liberi che produciamo con la corsa.”
Oliviero: “Facendo parecchio sport e
quindi utilizzando parecchie energie ritengo che qualche integratore vada preso
tipo quelli menzionati prima. Dopo la gara per due giorni l'appetito è scarso
ma poi recupero rimangiando di tutto.”
Hai un sogno nel cassetto?
Lisa: “Si ma non si dice senno non si
avvera!”
Oliviero: “Sogni che ho realizzato sicuramente
vincere la Orobie, e sicuramente cercherò di dare il tutto di me per il Tor de
Geants, consapevole che comunque quello che io faccio, la faccio sempre
nell'ottica del hobby.”
Un'intervista a Lisa è riportata nel libro Lo sport delle donne. Donne sempre più determinate, competitive e resilienti – 8 ottobre 2018.
Un'intervista a Oliviero è riportata nel libro "Il piacere di correre oltre" (Il piacere di correre oltre dal punto di vista di uno psicologo dello sport).
Sport & benessere 15 | ed. novembre 2022.
Leggere il testo di Matteo Simone ci permette di conoscere alcune dinamiche psicologiche che forse ignoriamo o per lo meno di cui non siamo consapevoli. L’autore nota che ciascuno di noi, se lo vuole, può riuscire a raggiungere i propri obiettivi nello sport come nella vita, e così diventano più addomesticabili e gestibili, la fatica e la paura; al contempo si rafforza la mente, si eleva l’autoefficacia personale e si sviluppa la resilienza.
Matteo SIMONE
Psicologo,
Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
Nessun commento:
Posta un commento