Matteo SIMONE
Da alcuni anni, si è potuto notare la
partecipazione alla Corri per il Verde anche di atleti con disabilità visiva, tra i
quali l’atleta non vedente Ada Ammirata che nonostante le difficoltà tecniche
del percorso, con il supporto della sua guida, si lancia nella sua corsa libera
superando concorrenti e riuscendo ad evitare radici e buche e seguendo stretti
solchi lungo il percorso.
Ho guidato Ada standole accanto e correndogli
vicino uniti con un laccetto, è successo anche di cadere un paio di volte ma
prontamente si è rialzata ed è ripartita per la sua corsa, nello stretto
sentiero scivoloso c’erano anche un paio di atlete che correvano lentamente ma
appena avuta l’occasione propizia abbiamo prontamente superato le concorrenti e
volati verso il traguardo.
Ho sperimentato la sensazione del flow, uno stato
di trance, non mi sembrava di poter correre in quelle condizioni di difficoltà
del terreno pieno di radici, buche, saliscendi scivolosi ed erbosi con stretti
sentieri dove bisognava correre in fila indiana.
Ma se ci credi e sei
determinato tutto è possibile, ci siamo affidati e fidati l’uno dell’altro,
eravamo un tutt’uno. Sembrava una cosa impossibile.
L’esperienza del flow corrisponde ad uno stato
psicofisico ottimale: uno “stato di grazia” che rappresenta un elemento
predisponente importante per il verificarsi delle cosiddette “peak
performances” (prestazioni eccellenti).
Mihaly Csikszentmihalyi è stato il primo ad
occuparsi di flow, professore presso il dipartimento di psicologia
dell’Università di Boston, osserva come alcuni individui in certe particolari
condizioni vengano completamente assorbiti dalla pratica di un’attività fino ad
entrare in uno stato di leggera trance, ovvero in flow.
Chi è nel flow sente di essere completamente
coinvolto, focalizzato, concentrato; sa che l’attività è fattibile e che le
abilità che possiede sono adeguate allo scopo e saranno utilizzate al massimo;
è assolutamente focalizzato sul presente; avverte un senso di “serenità”; ha la
sensazione di muoversi in armonia con l’attività intrapresa, come dentro una
corrente, un flusso.
Achilles International, sorto negli Stati Uniti, è
il programma che in tutto il mondo consente di correre e camminare insieme,
guida e non vedente/ipovedente. Tali
atleti ‒ per poter partecipare a diverse attività agonistiche e amatoriali ‒
necessitano di allenarsi e quindi essere accompagnati in queste attività da
“guide sportive” ossia persone, disponibili a indicargli il percorso, a
porgergli un braccio, a fargli evitare buche e ostacoli. La promotrice è stata
Ada Nardin, la presidente romana è Ada Ammirata. Per info:
achillesinternationalroma@gmail.com – ada.ammirata@gmail.com o 393/1053915.
Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
Nessun commento:
Posta un commento