La competizione sportiva non è fatta solo di muscoli e fisico ma anche di testa per non trascurare nulla, per fare attenzione a tutto, a tutto ciò che sentiamo, che sperimentiamo, è importante prevenire qualsiasi incidente, qualsiasi malore.
A volte capitano le crisi dovute ad una preparazione fisica
non accurata ma a volte è importante anche una buona preparazione mentale, che
ti faccia fare attenzione a quello che ti accade in gara, ai rischi a cui si
può incorrere, a volte è importante anche una preparazione nutrizionale per
affrontare e gestire una competizione difficile in ambiente ostile con tanto
calore ed umidità.
Il vero atleta è quello che si allena ma che si prepara anche
mentalmente, che si documenta, si informa, è un calcolatore di energie a
disposizione, è sempre posto a ricolmare i propri serbatori energetici per
evitare crisi, malori e collassi che spesso avvengono.
Importante
considerare le proprie sensazione, fare un lavoro di osservazione interna
focalizzata alle proprie sensazioni, alle proprie esigenze, per conoscersi
meglio, per scoprirsi sempre di più, ed anche un’osservazione esterna, all’ambiente
circostante agli avversari.
E’ un campione non solo la persona muscolosa che ha
fisico ma anche la persona che non trascura nulla, sa che ai ristori bisogna
integrarsi, sa che può correre quanto vuole, può andare avanti a tutti ma se ha
trascurato di integrare sufficientemente poi sarà costretto a fermarsi è come
le gare di formula uno che bisogna avere i serbatoi pieni e andare alla
giusta velocità se consumi troppo la macchina si ferma.
Pertanto
vince chi usa la giusta alchimia tra fisico, mentale e nutrizionale quindi
prepararsi da subito nelle scuole calcio, nelle scuole di triathlon ed in
qualsiasi scuola l’importanza dell’aspetto fisico, mentale e nutrizionale.
Un'episodio di crisi si è verificata al mondiale di triathlon a
Cozumel, in Messico. La persona che era al comando espertissima, Jonny Brownlee
atleta britannici argento a Rio e bronzo a Londra, quando mancavano 200 metri
al traguardo iniziava a barcollare ed ha rischiato di fermarsi, in realtà la
gara poteva finire perché sarebbero dovuto intervenire i medici per tutelarlo e
per soccorrerlo, ma in seconda posizione sopraggiungeva il fratello Alistair, due
volte oro olimpico Rio e Londra, che lo soccorreva e lo trasportava quasi di
peso al traguardo spingendolo oltre la linea dell’arrivo facendogli guadagnare
la seconda posizione ed arrivando terzo lui, entrambi superati dal sudafricano Henri
Schoeman che vince la prova. Alessandro Fabian, 11° al traguardo è il migliore
degli azzurri. Dopo il traguardo Jonny viene finalmente soccorso e trasportato in
ospedale.
Il
gesto è apprezzato in tutto il mondo, un gesto fraterno di generosità, ma lo
sport è di tutti e pertanto il gesto di generosità se da una parte ha permesso
ad un atleta di giungere al traguardo, dall’altra parte non è stato apprezzato
da diretti inseguitori che si sono visti davanti un atleta in crisi che forse
si sarebbe fermato senza aiuti.
In
diverse gare succede che l’atleta va in crisi e viene soccorso per prevenire un
male peggiore, per intervenire al più presto da punto di vista sanitario.
Ma
ognuno può valutare l’episodio in base alla propria sensibilità.
Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR
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