lunedì 26 settembre 2016

Tagliare il traguardo con il fisico e con la testa

 Matteo SIMONE 21163@tiscali.it 

La competizione sportiva non è fatta solo di muscoli e fisico ma anche di testa per non trascurare nulla, per fare attenzione a tutto, a tutto ciò che sentiamo, che sperimentiamo, è importante prevenire qualsiasi incidente, qualsiasi malore. 

A volte capitano le crisi dovute ad una preparazione fisica non accurata ma a volte è importante anche una buona preparazione mentale, che ti faccia fare attenzione a quello che ti accade in gara, ai rischi a cui si può incorrere, a volte è importante anche una preparazione nutrizionale per affrontare e gestire una competizione difficile in ambiente ostile con tanto calore ed umidità.
Il vero atleta è quello che si allena ma che si prepara anche mentalmente, che si documenta, si informa, è un calcolatore di energie a disposizione, è sempre posto a ricolmare i propri serbatori energetici per evitare crisi, malori e collassi che spesso avvengono.
Importante considerare le proprie sensazione, fare un lavoro di osservazione interna focalizzata alle proprie sensazioni, alle proprie esigenze, per conoscersi meglio, per scoprirsi sempre di più, ed anche un’osservazione esterna, all’ambiente circostante agli avversari. 
E’ un campione non solo la persona muscolosa che ha fisico ma anche la persona che non trascura nulla, sa che ai ristori bisogna integrarsi, sa che può correre quanto vuole, può andare avanti a tutti ma se ha trascurato di integrare sufficientemente poi sarà costretto a fermarsi è come le gare di formula uno che bisogna avere i serbatoi pieni e andare alla giusta velocità se consumi troppo la macchina si ferma.
Pertanto vince chi usa la giusta alchimia tra fisico, mentale e nutrizionale quindi prepararsi da subito nelle scuole calcio, nelle scuole di triathlon ed in qualsiasi scuola l’importanza dell’aspetto fisico, mentale e nutrizionale.
Un'episodio di crisi si è verificata al mondiale di triathlon a Cozumel, in Messico. La persona che era al comando espertissima, Jonny Brownlee atleta britannici argento a Rio e bronzo a Londra, quando mancavano 200 metri al traguardo iniziava a barcollare ed ha rischiato di fermarsi, in realtà la gara poteva finire perché sarebbero dovuto intervenire i medici per tutelarlo e per soccorrerlo, ma in seconda posizione sopraggiungeva il fratello Alistair, due volte oro olimpico Rio e Londra, che lo soccorreva e lo trasportava quasi di peso al traguardo spingendolo oltre la linea dell’arrivo facendogli guadagnare la seconda posizione ed arrivando terzo lui, entrambi superati dal sudafricano Henri Schoeman che vince la prova. Alessandro Fabian, 11° al traguardo è il migliore degli azzurri. Dopo il traguardo Jonny viene finalmente soccorso e trasportato in ospedale.
Il gesto è apprezzato in tutto il mondo, un gesto fraterno di generosità, ma lo sport è di tutti e pertanto il gesto di generosità se da una parte ha permesso ad un atleta di giungere al traguardo, dall’altra parte non è stato apprezzato da diretti inseguitori che si sono visti davanti un atleta in crisi che forse si sarebbe fermato senza aiuti.
In diverse gare succede che l’atleta va in crisi e viene soccorso per prevenire un male peggiore, per intervenire al più presto da punto di vista sanitario.
Ma ognuno può valutare l’episodio in base alla propria sensibilità.

Matteo SIMONE 
380-4337230 - 21163@tiscali.it 
Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR 

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