venerdì 20 gennaio 2017

Sara Valdo, runner: Con impegno, sacrificio e divertimento nulla è impossibile

Matteo Simone 

Lo sport avvicina persone, culture e mondi e rende felici. Lo sport per approfondire la conoscenza di se stessi, sport per sperimentarsi, mettersi in gioco, uscire fuori dalla zona di comfort, per apprendere. 

Sara Valdo ha tanto da raccontare della sua vita di gare ardue ed impegnative, di lunga durata, 24 ore ed anche di più come la nove colli running di 202,400 km che prevede un tempo massimo di 30 ore.
Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta? C’è un altro sport che vorresti praticare?Da giovane ho praticato sci, nuoto e pallavolo, non a livelli competitivi, ma per il benessere di fare sport. Poi un giorno alcuni amici mi hanno proposto le non-competitive della domenica e da lì ho iniziato a correre. Mi piacerebbe fare un po’ di Triathlon, insieme alla corsa.”

Dovrebbero aumentare le gare non competitive per far avvicinare gente alla corsa e scoprire nuovi talenti. 

Lo psicologo dello sport per il benessere e la performance



Lo sport è da promuovere nelle scuole, negli ambienti di lavoro, negli ospedali, nelle istituzioni, è importante fare rete con le diverse figure professionali soprattutto professionisti dell’educazione come insegnanti ed educatori, ma è anche importante allearsi con i medici di famiglia, che invoglino i propri assistiti a fare prevenzione attraverso la pratica dell’attività fisica per sperimentare benessere.
Il benessere comprende quello fisico ed organismico, cioè l’attività fisica che permette di mettere in moto i diversi apparati circolatori, cardiaco, respiratorio; benessere a livello ormonale, di smaltimento di tossine.
Il benessere riguarda anche quello mentale, il permettere di scaricare tensione e stress che possono derivare da una giornata lavorativa o da altri impegni quotidiani di disbrigo faccende domestiche o burocratiche, lo sport ti permette di trovare un tempo tutto tuo dedicato a te stesso da solo o in compagnia per fare qualcosa che diventa piacevole, ti fa sperimentare sensazioni ed emozioni, anche fatica ed impegno con determinazione per raggiungere obiettivi e trasformare sogni in realtà.
Benessere relazionale oltre quello fisico e mentale facendo sport insieme ad altri, condividere esperienze di allenamento, di gara, fare qualcosa in gruppo, far parte di una squadra, di un esercito di sportivi che si iscrivono a competizioni da portare a termine confrontandosi tra di loro e dandosi consigli sui miglior allenamenti, su come aumentare al performance.
Benessere emotivo, a volte lo sport ti fa sperimentare di riuscire in qualcosa, ti eleva l’autoefficacia, e tutto ciò si trasferisce nella quotidianità, nell’ambiente famigliare e lavorativo, senti di riuscire in qualcosa, di avere delle capacità, risorse, caratteristiche che ti permettono di fare sport in modo continuativo con passione.

mercoledì 18 gennaio 2017

Il fantastico mondo dell'Ultramaratona



Sto continuando ad approfondire e sperimentare il mondo degli ultrarunner fatto di fatica e soddisfazioni, di programmi, di obiettivi, di percorsi, di viaggi interiori. L’esperienza continua sia in modo diretto partecipando ad alcune gare sia attraverso interviste, racconti e testimonianze da parte di atleti di queste discipline di sport di endurance e di ricerca personale.
Ciò mi ha permesso di scrivere già un libro con il recordman Daniele Baranzini dal titolo  Ultramaratoneta: analisi interminabile” ed un mio libro dal titolo "Ultramaratoneti e gare estreme".

Tanti sono i messaggi di apprezzamento e gratitudine da parte dei tanti atleti che fanno parte del mondo degli ultrarunner, un grazie a Nico Leonelli  per la sua gentilezza e le sue cortesi parole che riporto di seguito: “Matteo è veramente uno dei pochi che ha dato voce al mondo dell'Ultramaratona.”

Di seguito un breve stralcio della prefazione della Prof.  ISA MAGLI, del libro Ultramaratoneta: analisi interminabile http://www.arasedizioni.com/files/catalogo/popup.php?cID=1&pID=854
 
Visioni peculiari dell’ultramaratoneta sono strade, percorsi, sudore, fatica, amici ed avversari di gare che lo aiutano ad andare avanti e ad affrontare situazioni sempre più difficili. Sebbene abbia sopportato momenti di panico, paura, incertezze con rischi, pericoli e problemi di salute, tuttavia, apprezzando ancor di più la vita e rafforzandosi nella resilienza è pronto a rialzarsi e a ricominciare consapevole del suo passato, l’avventura con la corsa, perché in tal modo si sente vivo, attivo e con approccio meditativo.

Ultramaratoneti ‘matti’ motivati, resilienti con tanta voglia di mettersi in gioco


 

I famigliari inizialmente non approvano la passione di un ultramaratoneta che percorre tanti chilometri su strade o sentieri in condizioni atmosferiche difficili, a volte ai limiti della sopravvivenza, ma con il tempo comprendono che l’atleta si dedica ad una passione che lo coinvolge e che gli permette di sperimentare benessere.

Ecco la testimonianza di un anonimo ultrarunner: “Ho appena letto il tuo post e guardato le foto della tormenta di neve, dopo la mia ultra di ieri ho conosciuto una parte di me che probabilmente ancora non conoscevo..il mio post di ieri è la prova, freddo ghiaccio e neve, una persona normale non farebbe mai una cosa del genere ma chissà perché noi ‘matti’ ultramaratoneti siamo spinti chissà da cosa, ieri personalmente avevo in mente di finire la mia gara in maniera diversa ed in meno tempo ma date le avverse condizioni meteo solo oggi dico a me stesso di essere più forte di ieri.. dopo ieri la motivazione e la resilienza hanno aumentato in me la voglia di continuare a mettermi in gioco.”

Gli amici inizialmente considerano l’atleta fuori di se, ai limiti della pazzia, ma con il tempo apprezzano gli aspetti del carattere che gli permettono di sostenere allenamenti e competizioni di lunghissima durata e di difficoltà elevatissima, diventando quasi fieri di essere amici e raccontando in giro le gesta, così a volte sono considerate, dei propri amici atleti, quasi a vantarsi di conoscere gente che fa l’impossibile, extraterrestri.

lunedì 16 gennaio 2017

Carolina Monaci, ultrarunner: Amo sfidare il deserto e la montagna

 

Sempre più donne vogliono osare nello sport, piace tanto sperimentare attraverso lo sport le condizioni più avverse, altitudine, montagne, deserto, ultracamminate con o senza bastoncini e si copre tanto di se stessi attraverso il superamento di momenti difficili, attraverso il raggiungere obiettivi difficili e sfidanti, di seguito l’esperienza di Carolina Monaci.

Ti sei sentita campionessa nello sport almeno un giorno della tua vita?Si, quando sono stata premiata dal Sindaco del paese con un diploma per i miei meriti sportivi anche a livello internazionale (anno 2015).”

Per fare sport bisogna avere tanta motivazione intrinseca, tanta passione, tanto piacere nel farlo, ma se poi c’è qualcuno che te lo riconosce è ancora meglio, è importante anche la gratificazione che viene dagli altri, ed è bello essere accolti dalla propria cittadina, dal proprio sindaco con un riconoscimento per meriti sportivi.

mercoledì 11 gennaio 2017

Francesco Longo, running: Questo sport ha cambiato il mio modo di vivere

La corsa aiuta a far superare anche le piccole difficoltà quotidiane della nostra vita
Matteo Simone 
 

Lo sport fa incontrare persone, culture e mondi.

Così è successo con Francesco Longo, l’ho conosciuto al parco di Tor Tre Teste, correndo all’alba o di sera, a inizio o a fine giornata lavorativa, sempre veloce e contento.
Di seguito, ci racconta la sua passione per la corsa, attraverso risposte ad alcune mie domande.
Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita?Sono circa 5 anni solo che pratico running a livello agonistico, campione mai, però estremamente felice se riesco a migliorarmi in gara. Questo mi da una forte carica emotiva.”
Qual è stato il tuo percorso nella pratica dello sport?Pesavo 80 kg e avevo la pressione un po' alta, il mio cardiologo mi disse di fare attività fisica. Grazie a delle eccezionali persone che effettuavano running, conosciute al parco, che mi hanno aiutato ad amare e praticare questo sport. Posso affermare che questo sport ha cambiato il mio modo di vivere e le mie abitudini.”

martedì 10 gennaio 2017

“Ultramaratoneti e gare estreme” presso l’Associazione Culturale Auximon


Sabato 14 gennaio, presso L’Associazione Culturale Auximon, Via Giuseppe Tuccimei 1 (Piazza Euclide), continuo a presentare il mio nuovo libro "Ultramaratoneti e gare estreme" http://www.prospettivaeditrice.it/index.php?id_product=357&controller=product
Interverranno: Dr.ssa Silvia Bartocci – psicologa - psicoterapeuta – runner; Mauro Vicini – alpinista - ultrarunner.
Approfondiamo la conoscenza di Mauro Vicini attraverso risposte ad un mio questionario.
Ti sei sentito campione nello sport? “Sì, mi è capitato di vivere la sensazione di avere fatto una cosa grande, forse anche al di là di quello che erano le mie intenzioni, una cosa eroica, da campioni. Questo è avvenuto nelle solitarie in arrampicata e alpinismo.”
Per Mauro essere campioni significa fare qualcosa di straordinario per se stessi, significa uscire fuori dalla zona di comfort per apprendere, conoscere e superare. Condividiamo la passione per l’ultracorsa ma anche l’associazione onlus Sport Senza Frontiere a favore dei ragazzi in condizioni svantaggiate promuovendo buone prassi attraverso lo sport quale riabilitazione ed inclusione sociale.
Come ha contribuito lo sport al tuo benessere? “Fare attività sportiva è il modo in cui imparo a ‘conoscere’ e ‘gestire’. Gestire la paura, l’incertezza, l’ignoto, il pericolo. Lo sport è la “palestra” in cui mi alleno per affrontare la vita.”
Come hai scelto il tuo sport? “Ho fatto moltissimi sport diversi nella mia vita, cambiando da uno all’altro per curiosità, per non rimanere nel ‘conosciuto’, per uscire dalla mia zona di confort, per volontà di sperimentare e scoprire. Il mio sport, cioè quello che mi rappresenta al 100% è l’alpinismo, praticato da sempre, nelle varie declinazioni invernali ed estive, cioè arrampicata sportiva, alpinismo classico, ghiaccio, scialpinismo. Il mio secondo sport, che per motivi logistici e di praticità è quello che alleno di più, è la corsa. In particolare la corsa in montagna (trail), nelle percorrenze più lunghe (endurance) e poi la corsa su strada, anche qui preferibilmente nelle ultramaratone.“
Quale alimentazione segui prima, durante e dopo una gara? “La mia alimentazione è molto semplice, minimalista, così come molti altri aspetti del mio carattere. Cerco di non mangiare troppo ma neanche troppo poco, studio e sperimento su di me vari tipi di alimentazione. La cottura è per la maggior parte a vapore e in ogni caso il più semplice possibile. In questo momento la mia dieta è basata su verdura e frutta in quantità generose, carboidrati e proteine animali quanto basta. Purtroppo sono anche molto goloso di dolci quindi ogni tanto uno sgarro più o meno grave può capitare. Nella settimana pre-gara mangio normalmente, con l’unica accortezza di essere sicuro di aver mangiato abbastanza. Prima della gara 100 gr di pasta. Durante la gara niente solidi, tranne nelle gare più lunghe di 24 ore, e integrazione classica. Dopo la gara, la cosiddetta integrazione di recupero, cioè integratori a base proteica.”

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