Alina
Losurdo, la sua tanta passione l’ha portata a raggiungere il suo obiettivo, il
sogno si è avverato, l’Ironman di Venezia 3,8km nuoto, 180km bici, 42,195 km
maratona, un’impresa portata a termine con entusiasmo, ecco le sue parole: “Grazie a Edith
Niederfinger io l'Ironman di Venezia l'ho preparato in soli 5 mesi. Mi sono
fermata da metà novembre 2015 fino al 7 gennaio 2016, per curare l'anemia ma
lei mi ha aiutato a afferrare il sogno senza mai scoraggiarmi, senza disperdere
energie in maratone o altro, mi sono dedicata completamente all'obiettivo delle
under 12h al primo Iron, obiettivo presuntuoso ricordando i miei tempi in
alcuni mezzi ironman e il percorso in bici si prestava bene alle mie doti
ciclistiche, sapevo che potevo osare e pretendere ed è stato così. 11h39' per firmare
il diploma da Ironwoman e la qualifica per il mondiale 2017 di 70.3 a Samorin
del circuito Challenge … direi che la mia testa, il mio fisico e il sapere di
un'atleta importante come Edith mi hanno portato molto lontano… e fatto un
buon lavoro, se pensi che per quasi 2 mesi in cui mi sono curata non ho mosso
muscolo e ho preso 10kg, ‘la depressione sportiva’ dovevo sfogarla in qualche
maniera.”
A cura di Matteo Simone, psicologo e psicoterapeuta Gestalt ed EMDR. Responsabile Nazionale Sezione Sport Corpo Italiano di Soccorso Ordine di Malta (CISOM). Atleta e dirigente dell’ASD Atletica La Sbarra. Triatleta di Podistica Solidarietà. 21163@tiscali.it - 3804337230
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lunedì 5 giugno 2017
domenica 4 giugno 2017
Alessandro Reali, Passatore 2017: Dal 1° al 99° km non ho mai pensato di mollare
Matteo SIMONE
La 100km del Passatore da Firenze a Faenza, diventa un’esperienza intima.
Racchiude delle sensazioni ed emozioni
indicibili e personali, è difficile comprendere quello che accade dentro se
stessi durante questa lunga e dura prova, quello che succede durante il lungo
percorso di preparazione e avvicinamento, tutto ciò che riguarda l’attesa,
dall’iscrizione alla preparazione all’acquisto dei biglietti alla prenotazione
dell’alloggio, è una scommessa, tutto ciò fa parte del fantastico e bizzarro
mondo delle ultramaratone.
Di seguito Alessandro racconta la sua
esperienza rispondendo ad alcune mie domande.
Gara
di 100km del Passatore, cosa significa per te? “Ho
iniziato a pensare alla 100 km del Passatore dopo qualche anno che correvo le
maratone, anche se non nascondo di averla guardata sempre con timore. Il
fattore che mi ha spinto a fare l’iscrizione è stato principalmente il fatto
che, nonostante chiedessi a tantissime persone che l’avevano già corsa cosa si
provasse, io volevo provare in prima persona le sensazioni fisiche e mentali
che si provano prima, durante e dopo. Quindi per me la 100 km ha significato
conoscere delle sensazioni così personali che nessuno sarà mai in grado di
descriverti con le sole parole.”
Nicola Ciuffreda, Passatore: Un viaggio emozionale a contatto con gli amici
Matteo Simone
Lo sport fa sperimentare tante e diverse sensazioni ed emozioni, fa incontrare tanta gente, tanti amici di città e regioni diverse.
In
particolare la 100km del passatore diventa un incontro di popoli, persone
provenienti dal sud, centro e nord Italia comprese le Isole e anche da altre
parti del mondo.
Di
seguito il mio ex amico di scuola Nicola, ora amico di corsa e camminate,
racconta la sua esperienza rispondendo ad alcune mie domande di un po’ di tempo
fa.
Cosa
significa per te la gara di 100km del Passatore? “La 100
del passatore rappresenta per me un viaggio emozionale a contatto con gli amici
e altre realtà cittadine sportive che lungo il percorso ci unisce un po’ tutti.”
Igor Toppi: La corsa mi fa stare bene e mi regala continue soddisfazioni
Matteo Simone
Il mondo della corsa diventa un mondo speciale, un mondo che accomuna nella fatica e nella gioia di arrivare, di portare a termine una gara, di fare il personal best, di portare a termine una maratona.
Di
seguito l’esperienza di Igor, un ex calciatore che risponde ad alcune mie
domande.
Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita? “Si, quando ho vinto per la prima volta
una gara.”
Qual è stato il tuo percorso nella pratica dell'attività fisica? “Dai 6 ai 27 anni ho praticato calcio,
poi successivamente mi son dedicato all'atletica leggera.”
sabato 3 giugno 2017
Giuseppe Di Gioia, 100km del Passatore: Godersela km dopo km
Un
mondo di pazzi questi ultramaraatoneti, ma sembra essere una pazzia curativa, è
un equilibrio tra pazzia e sanità, è la cosa giusta per loro in quel
particolare momento e in quel particolare periodo della loro vita, una pazzia
contagiosa, che fa sentire più vivi, più coraggiosi, più performanti, che dà un
senso alla vita in quel preciso periodo, condividendo il tutto con altri.
Di
seguito giuseppe racconta la sua esperienza della 100km da Firenze a Faenza,
rispondendo ad alcune mie domande.
Gara di 100km del Passatore, cosa significa per te? “La 100 km del passatore per me è stata
sempre un obiettivo, da novembre 2014 precisamente all'arrivo della prima
maratona fatta, ne sentii parlare da amici, poi da domenico (Martino), pensavo
fossero pazzi, poi piano piano la pulce si insinuò nel mio cervello. Fino ad
arrivare a Faenza.”
Hai avuto particolari problemi, difficoltà, momenti critici? “Nella gara a dire il vero ho avuto due
soli momenti di difficoltà, un momento nel quale ci sono stati degli stressor a
cui sono riuscito ad ovviare è stato all'inizio della salita del Passo della Colla
(circa il 38/40° km) quando si è manifestato un forte male di testa che
aumentava passo dopo passo curato al 50° km con un antinfiammatorio
dall'assistenza della Croce Rossa, e il secondo momento al 75° km con una crisi
di sonno durante la quale spesso mi è balenato il pensiero di fermarmi per
riposare, poi tra una parola e un caffè sono riuscita a superarla e arrivare
alla fine.”
Omar Atzori, Passatore 2017: La mia prima ultra a 3 cifre, il meglio deve ancora venire
I sogni si possono realizzare se veramente lo vogliamo e crediamo in noi stessi, un po’ per volta si può costruire quello che vogliamo, con buone prassi, buoni allenamenti, pensieri positivi, buone amicizie, stile di vita sana.
Omar
racconta il coronamento di un suo sogno a tre cifre rispondendo ad alcune mie
domande.
Ciao Omar, gara di 100km del
Passatore, cosa significa per te? “La realizzazione di uno dei tanti sogni. La mia prima
ultra a 3 cifre. Significa avere consapevolezza di se. Amo correre e mi pongo
obbiettivi sfidanti ma non impossibili. Vado per gradi. Era il momento giusto
per mettermi alla prova su questa distanza. È stata un'esperienza meravigliosa.”
Se
fai le cose come si deve, senza improvvisare, curando il più possibile più
aspetti possibili, non può che essere meravigliosa l’esperienza.
Hai avuto particolari problemi, difficoltà, momenti critici? “Nel finale di gara ho sofferto un po'
per i crampi muscolari, con l'esperienza acquisita so come comportarmi. Non
insisto con la corsa. Alterno momenti di camminata svelta alla corsa. Inutile
agitarsi, mi concentro per superare il momento di crisi pensando cose positive.
Siamo partiti da Firenze con un gran caldo, tramontato il sole la temperatura è
scesa rapidamente. Sono felice di non aver avuto altri problemi a parte quelli
descritti . Molti hanno sofferto di
nausea ed ipotermia. In questi casi andare avanti non è semplice.”
venerdì 2 giugno 2017
Matteo Nocera: Campionato Italiano 100 miglia 2017, spero di essere competitivo
Campionato Italiano 100 miglia, non si tratta di una gara in auto, né in moto e nemmeno in bici, ma di una gara di corsa a piedi dove è difficile prepararsi, è difficile testarsi, dove la gara è lunga e ne succedono delle belle durante tutto il corso della gara, difficile da reggere fisicamente e mentalmente. I concorrenti sono mesi a dura prova.
Matteo
Nocera, quasi neofita delle lunghe distanze avendo vinto quest’anno due gare
di 6 ore totalizzando rispettivamente 76 e 78 km ci vuol provare nella
lunghissima distanza, di seguito racconta le sue sensazioni, impressioni ed
esperienza di avvicinamento al grande giorno.
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