domenica 1 ottobre 2017

Alessio Peddis, runner: Il corpo fa quello che la mente le ordina


Lo sport non sempre ti dà cose positive ma a volte ti toglie anche salute e benessere, dipende da come ti poni con lo sport, come investi nello sport, cosa vuoi dallo sport; a tutto c’è un limite, bisogna sempre stare in contatto con i propri bisogni ed esigenze e comprendere quello che si può fare e come, bisogna sviluppare tanta consapevolezza delle proprie risorse e capacità ma anche dei propri limiti.

Di seguito l’esperienza di Alessio attraverso risposte ad alcune mie domande.
Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta?Il mio percorso è stato semplice. Ho iniziato per star bene fisicamente, poi mi ha preso la voglia di fare di più, mi sono iscritto ad una società  sportiva, ho corso per 10/anni come amatore master.”

Vito e Palas in mountain bike sul Cammino di Santiago


Vito e Palas sono abituati ad imprese sportive molto difficili multisport e anche in autonomia, si spostano in bici, di corsa, a nuoto, e soprattutto Vito partecipa a gare estremissime come l’Ultraman, una gara composta da 10km di nuoto, 420 di bici e 84km di corsa, cosa impensabile per i comuni mortali ma anche impensabili per runner, maratoneti e ultramaratoneti, così come ha portato a termine la Race Across America in meno di 12 giorni, percorrendo circa 5.000km, la media di più di 400km al giorno, cose bizzarre e straordinarie con l’assistenza della moglie e di un team preparato.

martedì 26 settembre 2017

Marco Stravato: Ritornare al nostro mondo, lasciando indietro il “sapore del Tor”


Un paio di anni feci a Marco la seguente domanda: “Hai un sogno nel cassetto?” La sua risposta fu la seguente: “La nove colli running, ma di più l’UTMB e la TDG, il trail, come dicevo lo preferisco ultimamente.” Ora toccherebbe rifare la stessa domanda a Marco per la TDG ossia il Tor Des Geants che tradotto significa il Giro Dei Giganti, Marco l’ha portato a termine e quindi, ora è il momento di riorganizzarsi, per pianificare nuovi obiettivi sfidanti e prendere la direzione per conseguirli trasformano sogni in realtà.

Di seguito Marco ci racconta la sua esperienza rispondendo ad alcune mie domande: Come hai deciso di fare questa gara?E' l'evoluzione del mio essere, non fermarsi mai e cercare sempre nuovi orizzonti, da podista di strada sono partito, come quasi tutti, con la 10 km, la ½ maratona, la maratona, e a questo punto c'è chi si ferma o torna alle origini e chi è portato mentalmente ad andare oltre, ultra come la 100 km del Passatore. Da trailer è stata un po' la stessa cosa, ecomaratona del Chianti, 100 km del Sahara, poi un bel giorno un mio amico mi spinge a partecipare alla 130 km delle vie di San Francesco, lì forse è partita la testa, ho corso per 3 anni continuativi la 100 km Tuscany Crossing oltre a partecipare a molte gare un po' più corte, nel frattempo ho saggiato il monte Bianco con la TDS 2014, l'anno scorso la UTMB e quest'anno ho provato la preiscrizione e sono stato estratto, veramente già avevo provato nel 2015 e per fortuna che non sono stato sorteggiato, visto che è stato annullata durante lo svolgimento, per mal tempo.”

domenica 24 settembre 2017

Cavalcare in modo resiliente l'onda del cambiamento

Psicologo, Psicoterapeuta

Tutto passa, tutto cambia, importante cavalcare in modo resiliente l'onda del cambiamento, individuare sempre nuove mete, nuove possibilità, nuove sfide e prendere la direzione verso dove vogliamo andare, dove vogliamo arrivare e come, cosa vogliamo raggiungere con la consapevolezza delle proprie capacità e dei propri limiti credendo sempre più in se stessi, fidandosi e affidandosi, together is much better.
Si possono fare grandi cose fino a che arriva un impedimento per qualsiasi motivo ed allora bisogna essere resilienti e pronti al cambiamento, capire cosa si può fare, non abbattersi ma cambiare solamente gli obiettivi, rimodularli in base alle proprie condizioni fisiche attuali. Per ogni problema c’è almeno una soluzione, chiuso un portone se ne possono aprire tanti altri, comunque l’esperienza fatta fa parte del bagaglio culturale ed esperienziale dell’individuo e serve nel futuro a darti sempre una mano per andare avanti con pazienza un passo alla volta con consapevolezza e rispettando i propri limiti. Il passaggio alle ultra ti fa maturare, ti fa scoprire il vero sé, ti fa contattare la tua propria essenza, essendo davvero un viaggio dentro di te introspettivo alla ricerca dei come e dei perché senza giudizio.

Scegliere la direzione e mobilitare le energie per andare dove vogliamo

Matteo SIMONE 

Possiamo scegliere la direzione e mobilitare le energie per andare dove vogliamo, verso un maggior benessere, verso mete e obiettivi difficili e sfidanti ma raggiungibili, cercando di trasformare sogni in realtà.

E se non ci riusciamo sorridiamo e riproviamo in modo diverso apprendendo dall'esperienza e non isolandoci in una zona di troppo confort, scegliamo la vita anche se comporta il mettersi in gioco, il rischiare di sbagliare.

L'esercito dello sport grazie ai selfie


Puoi scegliere se poltrire e chattare o metterti in movimento alla ricerca di persone in carne ossa, salire sul treno dello Sport, faticare in compagnia, confrontarti con gli altri, condividere albe e tramonti, parchi e ville, strade, sentieri e piste.

Allenamenti e gare e poi quanto meno porti a casa un po' di selfie che fanno parte dell'allenamento così come lo stretching, le andature, le ripetute, il fartlek, la progressione, il lento.
Grazie ai selfie riesci a rendere gradevole l'allenamento, a memorizzare momenti importanti di fatica, gesti atletici più o meno performanti, in certo qual modo allenamento e fatica vengono assorbiti e metabolizzati, ti puoi vedere e rivedere come fatichi, puoi studiare il tuo gesto atletico e quello degli altri, puoi apprendere dall'esperienza, ti puoi rivedere domani e dopodomani, puoi essere auto-ironico e umorista, puoi superare momenti difficili ridendo del passato trascorso con amici di avventura, questo è lo sport che vogliamo noi amatori, per i professionisti tutto cambia, tutto è diverso, si fa sul serio.

sabato 23 settembre 2017

Gli allenatori sono poco propensi ad allenare per le ultramaratone

Matteo SIMONE
3804337230- 21163@tiscali.it
 

Gli allenatori sono poco propensi ad allenare per le ultramaratone, si impara di più ascoltando e frequentando i più esperti, comunque è un mondo dove è importante entrarci gradualmente e non farsi  prendere dalla foga dei tanti chilometri e tante gare, meglio puntare a obiettivi di gare e fare un percorso graduale per arrivarci.

Per quanto riguarda gli allenamenti bisogna abituarsi alla fatica e a superarla; per l'alimentazione, bisogna abituarsi a mangiare sempre e poco in allenamento e in gara, bisogna capire quello che il nostro organismo ha bisogno in gara, in gare lunghe il fisico ci sorprende, ci richiede le cose più strane, anche birra e vino; importante è l'approccio mentale focalizzato sull'avanzare senza guardare il traguardo lontanissimo, vivere l'esperienza presente.

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