L’unico limite è nella tua testa
Matteo Simone
La 100km del Passatore da Firenze a Faenza diventa sempre più una gara obiettivo di tanti runner e ultrarunner, si corre ogni anno l’ultima domenica di maggio da oltre 45 anni, sempre Italiani protagonisti.
Decine di anni fa i protagonisti erano i
fratelli Gennari che arrivavano sempre a podio, altro protagonista Vito Melito
che l’ha vinta più volte, ultimamente protagonista è il Re della 100km, Giorgio
Calcaterra che l’ha vinta possiamo dire quasi tranquillamente e con il sorriso 12
edizioni consecutive, ed è anche pluricampione al mondo di 100km.
Insomma il pensiero di fare una 100km si
innesta su alcuni atleti anche se gli allenatori li scoraggiano perché dispiace
vederli rallentare i ritmi di corsa, dedicandosi a gare di 100km.
Ma l’essere
umano è strano cerca sfide interne con se stesso, cerca viaggi nell’immensità
della fatica, vuole esplorare il mondo che lo circonda ma anche il suo mondo
interno.
A volte si diventa poco razionali, poco
calcolatori e più impulsivi e istintivi e si arriva a pensare: “Mi piacerebbe,
lo vorrei fare, mi alleno, mi iscrivo e vado. Per tanti è un ingresso nel mondo
delle ultramaratone.
Di seguito, Giuseppe Di Primio (M.C. Manoppello Sogeda) racconta la sua
esperienza rispondendo ad alcune mie domande di qualche anno fa.
Qual
è stato il tuo percorso nella pratica sportiva?
“Sono un amatore evoluto, mi alleno per
sentirmi bene”.
Nello
sport, quali fattori contribuiscono al tuo benessere e/o performance?
“Serenità a livello familiare e
lavorativo”.
Chi
contribuisce al tuo benessere e/o performance?
“Ho un allenatore che mi segue”.
Cosa
pensano familiari e amici della tua attività sportiva?
“Sono contenti è un po’ curiosi.
Capiscono meno i sacrifici che comporta la pratica di un’attività sportiva”.
La pratica di uno sport richiede un
impegno costante e quotidiano per preparare gare impegnative e sfidanti.
Un
episodio curioso o divertente della tua attività sportiva?
“L’ultima 6 ore quella della maremma a
gennaio ho corso con il mal di schiena dal 53 km e ogni 4 giri del circuito mi
fermavo a fare stretching 10 minuti e gli altri partecipanti mi guardavano
preoccupati e tutti volevano per forza farmi prendere un antidolorifico, ho
continuato senza chiudendo comunque la gara”.
Cosa
hai scoperto praticando sport? “Che non sempre so gestire l’ansia pre-gara”.
Ritieni
utile lo psicologo dello sport? Per quali aspetti e in quali fasi?
“Per le gare di resistenza e gestione
dell’ansia”.
Quanto
credi in te stesso? “Spesso
ho bisogno di qualcuno che me lo ricordi”.
La gara risulta essere sempre un gran
banco di prova, un grande test per capire se si è lavorato bene, se si è in
forma, e a volte non tutto fila liscia e alla partenza bisogna cercare di
essere sereni e focalizzati per non disperdere da subito troppe energie.
Che
significato ha per te praticare il tuo sport? “Evasione dalla routine quotidiana”.
Quali
sensazioni sperimenti nello sport? “Euforia”.
La pratica dello sport procura tanti
vantaggi e benessere.
Quali
sono le difficoltà e i rischi? “Infortuni muscolari”.
Quali
condizioni, fisiche o ambientali, ti ostacolano?
“Non amo il freddo”.
Cosa
ti fa continuare a praticare sport? Hai rischiato di mollare?
“Il sentirmi bene con me stesso. Gli
infortuni muscolari mi hanno condizionato parecchio e per un periodo stavo per
mollare”.
Si mettono in conto anche situazioni
difficili, crisi e infortuni che bisogna accettare, gestire, superare e
risolvere.
Un
messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarli al tuo sport? “Ai miei figli soprattutto: mens sana in
corpore sano”.
Quali
sono le sensazioni relative a precedenti successi?
“Grande soddisfazione”.
Quale
tua esperienza ti dà la convinzione di potercela fare?
“La 6 ore di Campobasso, ho corso bene e
senza dolore”.
Il 05.10.2019 si è svolta la 3^ Sei ore di Campobasso su pista vinta da
Nocera Matteo che ha totalizzato 69,744 km, precedendo Corradi Francesco 65,240
km e Di Primio Giuseppe 65,198
km.
Hai
un modello di riferimento? Ti ispiri a qualcuno? “Di Cecco Alberico”.
Come
hai superato eventuali crisi, infortuni, sconfitte, difficoltà?
“Con l’aiuto degli amici sportivi e familiari.
Sono sempre ripartito con caparbietà. Mi sono dedicato anche ad altre
discipline per compensare.”
Bisogna sempre essere disposti a
ripartire, a rimettersi in gioco, a inseguire propri sogni rimasti in sospeso
per qualche motivo.
Prossimi
obiettivi? “100 km del Passatore
sotto le 10 ore”.
Segnalo il mio libro “La 100km del Passatore. Una gara fra
coraggio e resilienza”, Edizione Psiconline.
La 100km del Passatore. Una gara fra coraggio e resilienza: Cosa
significa correre una gara di 100km? Quali meccanismi psicologici aiutano ad
allenarsi e gareggiare con coraggio e resilienza? La 100km del Passatore è una
classica e famosa gara di corsa a piedi da Firenze a Faenza.
È un libro che
racconta di atleti di livello nazionale e internazionale ma anche di atleti che
hanno la passione della corsa di lunga distanza e la lettura delle interviste
aiuta a vedere con occhi diversi questa pratica sportiva, una pratica da
avvicinarsi con cautela, attenzione, preparazione.
Sono trattati aspetti della
psicologia dello sport quali lo sviluppo della consapevolezza delle proprie
capacità e limiti; il grande e importante lavoro della definizione oculata
degli obiettivi chiari, difficili, sfidanti ma raggiungibili; il lavoro dell'autoefficacia,
il graduale fare affidamento su se stesso.
Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
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