martedì 19 dicembre 2017

Conosci la Puglia? Il Gargano? Partecipa alla corsa del ringraziamento

Matteo SIMONE  

Conosci la Puglia? Il Gargano? San Giovanni Rotondo? Monte Sant’Angelo? Gli atleti del Gargano? 

Approfitta a prendere parte all’allenamento collettivo organizzato dalle associazioni sportive Atletica Padre Pio di San Giovanni Rotondo e il Gruppo Podistico Montanari DOC di Monte Sant'Angelo.
Da alcuni anni è diventato una tradizione di fine anno per aggregare e unire persone e paesi. Un allenamento collettivo che coinvolge tanti lungo un percorso molto panoramico di km 24 che unisce due cittadine mete di turisti e pellegrini.
Io ho partecipato qualche anno fa e lo consiglio, esperienza molto bella e panoramica in compagnia di un folto gruppo di corridori amici della società podistica “Manfredonia Corre”. 
All’arrivo a Monte Sant’Angelo dopo alcune salite per alcuni chilometri tanto freddo ed un ricco rinfresco con un pensiero per tutte le squadre partecipanti.

lunedì 18 dicembre 2017

Perché fare sport? Anche per conversare, per incontrarsi e confrontarsi

Matteo SIMONE 

Perché fare sport? Anche per conversare, per incontrarsi e confrontarsi approfondendo temi ed esperienze per esempio di endurance per andare oltre ma con attenzione, per sfidare se stessi e gli altri con elevata consapevolezza delle proprie capacità e limiti, gestendo e superando eventuali muri e barriere.

Sport all'insegna del benessere e anche performance, inclusione e aggregazione, coinvolgendo sempre più persone a fare sport con propri tempi e proprie modalità.
Sport considerato estremo, di endurance, di vita all'aperto, di altezze e lunghezze, di percorsi in salita, emozioni forti, dense e intese, viaggi a salire ma anche discese nella profondità di se stessi, vivere ora davvero, senza mostrare ma per sentire, sperimentare, mettersi in gioco, anche competere ma con meno pressioni, incontrando veramente sia amici di percorso che avversari per condividere e imparare sempre di più.
Gli atleti sperimentano sicurezza nel riuscire a portare a termine tali competizioni estenuanti, sentono di valere, di avere forza mentale, di saper prendere decisione, di sentirsi leader, aumenta autoefficacia nell’ambito sportivo, si sentono riconosciuti dagli altri, si scopre di possedere capacità insospettate.
Gli atleti sperimentano di saper soffrire, di riuscire, di superare momenti difficili, per esempio il veterano Vincenzo Luciani dichiara: “Un motivo di orgoglio e di autostima; l’acquisizione di una mentalità da ultramaratoneta nel senso di capacità di autoregolazione delle proprie energie fisiche e di autocontrollo psichico sperimentato sulla lunga durata della prestazione sportiva; una capacità di saper ‘soffrire’, tener duro e saper resistere ad uno sforzo prolungato.”

Lo sport di endurance aiuta a sviluppare la resilienza, di seguito la testimonianza di un atleta di lunghe distanze Roberto D’Uffizi: “Ho scoperto che riesco a trasformare gli aspetti negativi in positivi, o al limite, a ragionare costruttivamente per la risoluzione di un problema. Quando hai un filo di forza e ti devi ingegnare per arrivare al traguardo, puoi tranquillamente avere la resilienza necessaria per affrontare altre problematiche quando sei in condizioni di relativo equilibrio psicologico e fisico.

Chi sperimenta le lunghe distanze nello sport sa che per arrivare al traguardo bisogna essere creativi, allenati e pazienti ma anche molto resilienti, saper cercare dentro se stessi le risorse necessarie per percorrere anche gli ultimi metri e arrivare al traguardo. Le esperienze di corsa di lunga distanza poi ti danno la consapevolezza che nella vita i problemi diventano più gestibili, affrontabili, risolvibili.
Di seguito William Da Roit descrive la sua esperienza alla prima edizione del 4K Alpine Endurance Trail della Valle d’Aosta. Com’è stata l’esperienza di gara?Il 4 K è di 350 km (330 il Tor de Geants) 25.000 i metri di dislivello. È stata una gara incredibilmente intensa, le montagne che hanno fatto da cornice, Gran Paradiso, Monte Bianco, Cervino e Monte Rosa mi hanno dato un'energia che non sapevo di avere. Mi ci sono voluti 6 giorni per concludere la gara.”

Per chi è amante della montagna, per chi ha la passione della corsa, attraversare giorni e giorni di sentieri e percorsi impervi, irti, scalare montagne, diventa un’avventura stimolante ed eccitante.
Più vai avanti e più scavi dentro di te per cercare le energie necessarie fisiche e mentali per andare avanti, per arrivare, per concludere un tuo viaggio pianificato e programmato da tanto, preparato bene con allenamenti e studio di cartine, mappe, alimentazione necessaria provata e sperimentata durante lunghi allenamenti, la vista dei passaggi, delle montagne del passare dei momenti che vanno dall’alba al tramonto, l’assaporare la temperatura notturna e l’accogliere tutti i pensieri che ti passano nella testa durante il lungo viaggio ti da tante energie per continuare, per riuscire, per terminare, ti arricchisce, ti fa maturare, ti cambia, ti rimette al mondo in modo nuovo, ti fa scoprire una nuova persona, più sicura, più consapevole, più resiliente.
Dico sempre che lo sport avvicina persone, culture, popoli e mondi, ed infatti lo sport mi ha avvicinato a tante persone ed uno di questi è Gabriele Lilli durante una corsa a piedi della lunghezza di 50km dove c’erano lunghissime salite e bisognava fare attenzione al percorso per non rischiare di sbagliare strada, bisognava idratarsi perché era tanto caldo. 
Di seguito, Gabriele ci spiega il suo approccio allo sport.
In che modo lo sport ha contribuito al tuo benessere?Attraverso la fatica. Quando si fatica, la tua mente forgia nuove alternative, nuove possibilità, per cui anche nuove forme di benessere e quindi di felicità.

Lo sport di endurance permette di conoscersi, di sperimentare la fatica insieme, accomuna, c’è condivisione nella fatica e nella soddisfazione a riuscire nel portare a termine la gara, considerata un’impresa, un obiettivo da raggiungere.

Matteo SIMONE  
380-4337230 - 21163@tiscali.it   
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR 

 

domenica 17 dicembre 2017

MATTEO SIMONE RACCONTA LA SUA STAGIONE SPORTIVA 2017

A cura di Stefano Severoni

1)   Le gare ai cui hai partecipato, che cosa ti hanno rivelato? “Mi hanno confermato che lo sport è la metafora della vita, che si sperimenta benessere e vitalità, che si conosce sempre nuova gente e ognuno è diverso, quindi spazio a tutti. Mi hanno rivelato che bisogna metterci impegno, determinazione, convinzione e tanta passione. Mi hanno rivelato che bisogna fare tanta attenzione alle sensazioni corporee e non trascurare nulla, ogni minimo indizio va accolto e compreso, cercare di essere consapevoli il più possibile di se stessi, delle proprie possibilità e capacità e dei propri limiti. Inoltre bisogna fare tanta attenzione e non bisogna essere superficiali, bisogna documentarsi bene e consigliarsi su tanti aspetti quali alimentazione, abbigliamento, percorsi, soprattutto le gare più lunghe.”

Marco Antonio Zaragoza: Sarò in grado di affrontare sfide sempre più grandi

Podré estar capacitado para retos cada vez más grandes
Matteo SIMONE 
 

Marco Antonio Zaragoza, studente del dottorato in Scienze biochimiche dell' Universidad Nacional Autónoma de México (UNAM) è riuscito a realizzare un nuovo record messicano di ultra-distanza di 208,9 km per 24 ore di corsa nel Campionato del Mondo tenutosi a Belfast, in Irlanda Nord. 

Il precedente record nazionale era 203,7 km, di Sergio Vidal in una competizione tenutasi a Dallas, in Texas, nel 2015.
Di seguito, approfondiamo la conoscenza di Marco Antonio Zaragoza attraverso risposte ad alcune mie domande.

sabato 16 dicembre 2017

Maddalena Lanzilotti: La prima 24h, non pensavo di poter fare tanti km

Matteo SIMONE 

Il mondo delle ultramaratone appare bizzarro, sorprendente, fantastico e a volte meraviglioso, si incontrano persone che si mettono in gioco partecipando a gare di lunga durata, si condivide fatica e gioia, ristori e arrivi.

Di seguito. Maddalena racconta la sua prima esperienza ad una gara di corsa della durata di 24 ore a circuito, rispondendo ad alcune mie domande.
Ciao Maddalena, che sapore ti ha lasciato questa 24 ore? Avuto problemi, criticità? “Per me era la prima 24h, mi ha lasciato sicuramente una grande soddisfazione in quanto non pensavo di poter fare tanti km. Non ho avuto problemi particolari, ho gestito il tutto fin dal primo km e il mio fisico ha risposto pienamente.”

Michele Debenedictis, ultrarunner: Un sogno SPARTATHLON 2018!


Se vuoi raggiungere il tuo obiettivo, ORA è il momento di agire, di passare all’azione, non rimandare, segui l’esempio di campioni resilienti e determinati come Michele che non teme pioggia, freddo e sonno.

Di seguito, Michele racconta la sua esperienza rispondendo ad alcune mie domande riportate sul mio ultimo testo “SPORT, BENESSERE e PERFORMANCE Aspetti psicologici che influiscono sul benessere e performance dell’atleta”.
Qual è stato il tuo percorso per diventare un ultramaratoneta? “È stato appunto la curiosità di vedere cosa c’era oltre quel muro.”

Cosa ti motiva ad essere ultramaratoneta? “Misurarmi con me stesso.”

Zagara: Il mio debutto con il mio primo pettorale fu stupendo

Matteo Simone  

A volte la vita ti mette a dura prova, ti fa incontrare problemi e ostacoli, situazioni difficili da gestire, affrontare e superare, poi succede che incontri lo sport e tutto cambia, sperimenti altri modi di essere al modo, altre modalità di sperimentare benessere, fatica, gioie.

Da una parte fatica e sofferenza e dall’altra parte gioie e soddisfazioni. Così’ diventa un modo per vivere intenso e piacevole.  
Di seguito, Zagara racconta le sue esperienze di vita e di sport rispondendo ad alcune mie domande.
Ti sei sentita campionessa nello sport almeno un giorno della tua vita?Campionessa mai, né nello sport, né nella vita.
Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta?Ho iniziato con 3 amiche, ci chiamavamo quelle delle 5.50 perché le 5.50 era l'orario che ci davamo all'alba per scendere e poi incontrarci per allenarci. Poi piano piano la corsa mi ha preso sempre più. Non uscivo con il Garmin, non sapevo neanche che fosse, ma so che a volte rientravo dopo 3 ore. Più correvo e più ero felice...sicché un amico mi invitò ad iscrivermi ad una società per poi correre la mia prima gara: la Garibaldina 19km con il passaggio sui Ponti della Valle dove ad attendere c'era l'inno di Mameli. Brividi e commozione. Il mio debutto circa 6 anni fa con il mio primo pettorale fu stupendo.”

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