venerdì 7 giugno 2019

Luciano Alves de Souza vince la 24h - Ultramaraton Termas de Río Hondo (ARG)

DIA 17 DE MAIO ULTRA MARATONA 24HS DA ARGENTINA 240km

Luciano Alves de Souza, della Società: Brf Brasil Foods Batavo, data di nascita: 27.03.1983, ha vinto la 24h - Ultramaraton Termas de Río Hondo (ARG) nei giorni 18-19.05.2019 totalizzando 240.009km, oltre a vincere nei giorni 31.03-01.04.2019 l’Ultramaratona de 12 Horas de Macaé (BRA) totalizzando 137.600 km.

Luciano ha ottenuto i seguenti risultati dal 2016 al 2018. Prove dai 5km a 235km. 5km: 15’47” il 2017; 10km: 33’22”; 21km: campione Serra do Japi 2016; 21km: vice campione strada del mare vecchia strada di Santos 2017; 21km: vice campione strada del mare vecchia strada di Santos 2018; 32km: vice campione di montagna 2018; campione 77 km di montagna Guararema 2017; campione 100km pista club esperia SP 2016; campione 24h di Campinas 2017; vice ultra internazionale campione of the Angels 235km tempo 32h 2016; vice campione del Brasile 135 miglia coppa del mondo di ultra maratona 217km Serra Mantiqueira 2018 tempo 25h. Mondiali di 24h Irlanda del Nord 2017; Spartathlon 246km Grecia 2018.

Gloria Giudici tra gli atleti convocati ai Campionati Mondiali di Trail 2019

Il team che ci accompagna è davvero disponibile e preparato
Matteo SIMONE

I Campionati Mondiali 2019 di Trail si svolgeranno domani 8 Giugno a Miranda do Corvo in Portogallo e l’Italia si presenta con 12 atleti di cui 6 donne (Silvia Rampazzo, Gloria Giudici, Barbara Bani, Lidia Mongelli, Sara Palfrader, Emma Quaglia) e 6 uomini (Marco De Gasperi, Alessandro Rambaldini, Francesco Puppi, Luca Cagnati, Davide Cheraz e Andreas Reiterer).

Tra i convocati anche Gloria Giudici, tesserata FIDAL con Free-Zone, che è nel giro della nazionale da alcuni anni avendo indossato la maglia azzurro già il 4 Luglio 2015 in occasione dei Campionati del Mondo di corsa in montagna lunga distanza, inoltre nel 2017 ha fatto parte della Nazionale  ai Campionati Mondiali Trail a Badia Prataglia (AR), nel 2018 ha partecipato ai Campionati Europei Corsa in Montagna a Skopje e ai Campionati Mondiali di corsa in montagna a Canillo.

Barbara Bani tra i convocati ai prossimi Campionati Mondiali di Trail

Ho cercato di curare ogni aspetto insieme al mio allenatore Tito Tiberti

I prossimi Campionati Mondiali di Trail si svolgeranno domani 8 Giugno a Miranda do Corvo in Portogallo e l’Italia è rappresentata da dodici atleti, 6 donne: Silvia Rampazzo, Gloria Giudici, Barbara Bani, Lidia Mongelli, Sara Palfrader, Emma Quaglia, e 6 uomini: Marco De Gasperi, Alessandro Rambaldini, Francesco Puppi, Luca Cagnati, Davide Cheraz e Andreas Reiterer.
Tra i convocati anche la filosofa ex calciatrice Barbara Bani, tesserata FIDAL con Free-Zone, che ha già indossato la maglia azzurra nel 2016, in occasione dei Campionati Mondiali lunghe distanze a Podbdro in Slovenia e nel 2017 in occasione dei Campionati Mondiali di trail a Badia Prataglia dove, arrivando 15^, ha contribuito all’argento della squadra azzurra.
Di seguito, le impressioni di Barbara prima del suo impegno ai Mondiali attraverso risposte ad alcune mie domande: Sensazioni, emozioni, pensieri prima del grande giorno? Il sogno di vestire la maglia azzurra, anche se magari non è la prima volta, comunque è un’emozione sempre nuova e non diminuisce di intensità, anzi si accresce di consapevolezza, c’è il privilegio di rappresentare un paese e tutte le persone che a ogni livello si appassionano a questo sport che ha tanti valori da insegnare.”

giovedì 6 giugno 2019

Luca Cagnati convocato per i Campionati Mondiali di Trail 2019

Quante gare o anche stagioni ho buttato a causa della testa e non delle gambe

Sono programma a Miranda do Corvo (Portogallo) il prossimo 8 Giugno i Campionati Mondiali di Trail e l’Italia partecipa con 12 azzurri, 6 donne:

Silvia Rampazzo, Gloria Giudici, Barbara Bani, Lidia Mongelli, Sara Palfrader, Emma Quaglia, e 6 uomini: Marco De Gasperi, Alessandro Rambaldini, Francesco Puppi, Luca Cagnati, Davide Cheraz e Andreas Reiterer.
Tra i convocati Luca Cagnati, tesserato FIDAL con l’Atl. Valli Bergamesche Leffe e che il prossimo 8 Giugno festeggerà il suo 29° compleanno indossando la maglia azzurra per rappresentare l’Italia ai Mondiali di Trail.
Di seguito, approfondiamo la conoscenza di Luca attraverso risposte ad alcune mie domande di un po’ di tempo fa.

Davide Cheraz convocato per i Campionati Mondiali di Trail


E’ il mio primo mondiale, cercherò di fare del mio meglio

Il prossimo 8 giugno sono programma a Miranda do Corvo (Portogallo) i Campionati Mondiali di Trail, dodici gli azzurri convocati, 6 donne: Silvia Rampazzo, Gloria Giudici, Barbara Bani, Lidia Mongelli, Sara Palfrader, Emma Quaglia, e 6 uomini: Marco De Gasperi, Alessandro Rambaldini, Francesco Puppi, Luca Cagnati, Davide Cheraz e Andreas Reiterer.
Tra i convocati interessante la carriera sportiva di Davide Cheraz che da ragazzino gareggiava in mtb, poi è passato al Winter Triathlon conquistando agli Europei e Mondiali a Jamijarvi il quarto posto. Dal 2012 ha iniziato a fare gare di trail e dal 2013 è un atleta del Team Salomon Italia. E’ tesserato FIDAL con l’Atletica Sandro Calvesi e vanta sulla mezza maratona un personale di 1h09’59” ad Abbiategrasso il 22 ottobre 2017 e in maratona di 2h26’51” a Valencia il 19 novembre 2017.
Di seguito, Davide racconta alcune impressioni pre gara rispondendo ad alcune mie domande: Rispetto ai mondiali ti senti pronto?Mi sento pronto perché mi sono riuscito ad allenare bene in questi mesi senza alcun intoppo.” Quali sono tue aspettative e consapevolezze?E’ il mio primo mondiale e non ho un’aspettativa, cercherò di fare del mio meglio per me e per la squadra.”

Davide ha tante esperienze nello sport non solo di forza e resistenza ma anche di agilità e scaltrezza avendo praticato mtb e triathlon sport che richiedono scaltrezza e velocità nei cambi di ritmo e nelle transizioni per perdere il meno tempo possibile e per ripartire sempre alla grande: Avete con voi medici, fisioterapisti, tecnici, nutrizionista, psicologo?Si come staff qua per aiutarci c'è Tito, Fulvio Massa, Paolo Germanetto e Stefano Punzo.”

In una gara internazionale come un mondiale trail in Portogallo è bene che ci sia personale professionista a disposizione degli atleti per supportare, consigliare, provvedere e rendere il più agevole possibile il loro periodo di impiego per la gara che va dalla partenza dall’Italia al ritorno a casa gestendo tutte le fasi, dal pre gara, gara e post gara: Senti che c'è la squadra Italia?Credo siamo un bella squadra che possiamo dire la nostra, sicuramente daremo il massimo.”

Si tratta di una prestazione di atleti italiani sia individuale che di squadra quindi tanto meglio se si respira un buon clima che permette di essere sereni e concentrati per fare del proprio meglio sia livello individuale che di squadra.

https://www.facebook.com/theheartofkenyanrunning/

mercoledì 5 giugno 2019

Nanda Bianconi: Il Passatore è un viaggio bellissimo, un sogno ricco di emozioni

Matteo Simone  

La 47^ edizione della 100 km del Passatore è stata vinta da Marco Menegardi che ha preceduto l'ucraino Serhii Popov e il croato Dejan Radanac 7h23’37”. 

Al 6° posto e prima delle donne si classifica la croata Nikolina Sustic precedendo Federica Moroni la croata Veronika Jurisic e Sara Trevisan. Di seguito, le impressioni di Nanda Bianconi attraverso risposte ad alcune mie domande.
Come ti è sembrato il Passatore? La parte più critica?Il Passatore è un viaggio bellissimo, un sogno ricco di emozioni. La parte più critica, la discesa della Colla, quando mi ha abbandonato la lampada frontale e mi sono ritrovata sola ho avuto un po' paura del buio poi ho pensato che potevo usare la luce del telefonino.”

Riuscire a portare a termine una 100km è davvero un sogno soprattutto per una ragazza che si è inoltrata nel mondo delle ultramaratone passando dalla maratona alla 6 ore e poi al grande salto della 100km, un sogno che si avvera ma dopo una proficua preparazione e convinzione di potercela fare.

Magdalena Agata Jedrusik: Il Passatore, ne andrò orgogliosa finché vivo

Un'esperienza che dovrebbero provare tutti, introspettiva e mistica

Lo sport prima o poi lo si incontra nella vita, in famiglia, a scuola, con amici, da grande, individuale, in squadra, e a volte si è portati per una disciplina sportiva al punto da sperimentare tanto benessere fisico e mentale da voler fare cose straordinarie come una lunga corsa di 100km attraversando paesi e città prati e valle, odori e rumori, esperienza che per tanti è mistica, in contatto con se stessi. 

Di seguito l’esperienza di Magdalena attraverso risposte ad alcune mie domande.
Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta?La mia ‘storia sportiva’ sembra ispirata ad un fotoromanzo strappalacrime di terz'ordine. Da piccola ero molto in carne e sgraziata, occhialuta e piuttosto assoggettata dai coetanei. Di certo, oltre all'aspetto fisico, non aiutava nemmeno il carattere, poco espansivo, e un certo isolamento. Sono figlia unica e da bambina non scendevo quasi mai a giocare nel cortile, perché i miei genitori avevano scelto per me altri passatempi, quali lo studio, il violino e il pianoforte. Di sport nemmeno una traccia. In fondo, in famiglia tutti si erano convinti che non fossi portata per lo sport. Gli anni passavano, china sui libri di scuola e qualche sprazzo di educazione fisica, che era sommaria e marginale, anche se me la cavavo. Una volta al liceo, si iniziò a fare sul serio. Partecipavo alle sedute di allenamento sui 60, 100, 300, 600 metri, faticando come una bestia, senza raggiungere mai il tempo minimo per prendere la sufficienza. Solo in un caso sono andata bene, quando abbiamo fatto 3500 metri, ma nessuno, né la professoressa, né io, e tantomeno i miei, ha colto il significato di quel risultato. Il tempo continuava a passare con inerzia (fisica), fra università, lavoro, casa, quotidianità. Fino a quando, superati i 30 anni, a conclusione di un rocambolesco periodo di ristrutturazione, trasloco e simili tormenti psicofisici, mi sono sentita di avere in corpo un eccesso di energia. Insospettabile, insolita, una forma di esuberanza da incanalare in qualche direzione. Ho deciso di provare con la palestra. Ricordo che nella scheda preparata dall’istruttore c’era il tapis roulant. Avrei potuto camminare, ma ho provato a corricchiare. Allenamento dopo allenamento, 20’ di corsa, poi 30’. Mio marito, che invece ha sempre corso nella sua vita, anche con discreti successi, mi ha spronato a correre fuori dalla palestra, mi ha portato a superare un’ora, e grazie ai suoi preziosi consigli, il salto è stato breve. Ora corro da 8 anni: con alti e bassi, qualche infortunio, tante nuove grandi amicizie ed affetti sinceri. Ho avuto molte soddisfazioni e anche qualche inevitabile delusione. Ho terminato 15 maratone, 15 mezze e una gran quantità di gare più corte.”

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