domenica 14 agosto 2022

Eraldo Loi, ultrarunner: Sogni realizzati questi 50 anni di carriera sportiva

 Il vero successo è non mollare mai e amare ciò che si fa 
Matteo Simone  


Eraldo Loi (Pol Atletica Santadi), classe 1948, negli anni ‘70-80, ha partecipato a diverse edizioni della 100 km della Brianza; ha corso la “4^ Cagliari-Sassari
Supermaratona dei Nuraghi”, 254km corsa su strada; ha partecipato a diverse edizioni della 100 km del Passatore.
 

Di seguito, approfondiamo la conoscenza di Eraldo, attraverso risposte ad alcune mie domande. 
Qual è stato il tuo percorso nello sport? Il mio percorso è iniziato con una gara amatoriale tra amici, da lì in poi ho cominciato un percorso continuativo senza smettere nonostante certe difficoltà, tanto che oggi mi dedico principalmente a insegnare ai ragazzi l'attività. 

Il tempo passa, la vita è un ciclo che si ripete, si può iniziare a fare sport con amici e poi si può scoprire di avere una grande passione fino a essere competitivi cercando di arrivare a podio o vincere gare aumentando sempre l’asticella delle difficoltà e cercando di sfidare se stessi e altri avversari partecipando a gare sempre più difficili come la 100km o ultramaratone più lunghe. 
Chi ha contribuito al tuo benessere e/o performance? Ho tratto i miei insegnamenti soprattutto da conoscenti esperti in quel campo, ho usufruito dei loro consigli anche per quanto riguarda il mio benessere. 
La gara dove hai sperimentato le emozioni più belle? La gara che ricordo con più piacere è probabilmente la 100 km ai campionati mondiali del 1991, classificandomi terzo italiano, la cosa più soddisfacente è stato il concludere la gara senza alcuna complicazione fisica (che siano stanchezza o infortuni). 

Il 25-26 maggio 1991, si sono svolti i Campionati Mondiali 100km a Firenze (19^ 100 km del Passatore) e il vincitore è stato Valmir Nunes in 6h35’39” che ha preceduto Roland Vuillemenot  6h39’14” e Jean-Marc Bellocq  6h52’55”. 
Tra gli italiani il primo classificato è stato Tazio Tamburini, 15° in 7h25’18”, precedendo Francesco Tecce, 20° in 7h40’49” ed Eraldo Loi, 21° in 7h40’55”. 
Hai sperimentato il limite nelle tue gare? La tua gara più estrema? Sono sempre riuscito a non arrendermi, tuttavia ci sono state gare molto faticose come la "Cagliari-Sassari" di 254km del 1986 che ha messo a dura prova la mia resistenza; infatti, è stata la gara più difficile che abbia mai fatto per la lunga durata di 29 ore. 

Il 17 ottobre 1987, Eraldo ha corso la “4^ Cagliari-Sassari Supermaratona dei Nuraghi”, 254km corsa su strada, classificandosi al 9° posto in 29h37’56”. 
Cosa pensano familiari e amici della tua attività sportiva? I miei amici e familiari mi hanno sempre sostenuto in ciò che facevo con forza e aiutandomi anche nelle preparazioni e negli allenamenti di lunga distanza, alcuni hanno anche intrapreso la mia stessa passione ed è grazie a questo che abbiamo fondato la società di 'Atletica Santadi' dove attualmente formiamo bambini e ragazzi dai 5 anni in su cercando di trasmettergli questa passione.  
Cosa ti fa continuare a fare sport? Sicuramente oltre alla costanza nel correre regolarmente sempre con lo stesso spirito, determinato a non lasciare questa passione, c'è l'Atletica Santadi dove dedico tutto il mio tempo libero ai ragazzi che vogliono imparare questa disciplina, intraprendendo un percorso che spero gli possa portare tanta gioia e successo quanta ne porta a me, infatti abbiamo anche aggiunto un progetto grazie al quale i ragazzi dell'associazione possono assistere a tre lezioni a settimana di inglese prima degli allenamenti, per un totale di 3 ore, poiché al giorno d'oggi potrebbe essergli d'aiuto nel loro futuro. 
Prossimi obiettivi? Come prossimi obiettivi ho intenzione di andare avanti con i ragazzi e i bambini dell'Atletica Santadi che ormai sono la mia maggiore occupazione. 

La cosa bella ed encomiabile è proseguire a coltivare la passione per lo sport mettendo a disposizione dei più giovani esperienze e insegnamenti appresi, trasmettendo alle nuove leve buone prassi per continuare a praticare sport in modo sano e performante.
 
Come hai superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni? Per gli infortuni ho sempre cercato di rispettare i tempi di riposo prescritti dai medici specialisti, per quanto riguarda le sconfitte, non ho mai creduto di essere sconfitto anche in gare in cui non mi classificavo tra le prime posizioni, perché ho sempre ritenuto successi tutte le esperienze che ho avuto e tutto ciò che sono riuscito a fare senza arrendermi. 

Eraldo ha conquistato diversi podi in gare di ultramaratona.
Il 22 settembre 1979, alla 2^ 100 km della Brianza, Eraldo si classifica al 2° posto in 8h42’, preceduto da Luigi Citterio 7h51’.
Il 21 ottobre 1989, alla VII^ 100 km dei Gladiatori, Eraldo si classifica al 2° posto in 8h05’ diventando Campione Italiano FIDAL Amatori AM/40. La gara è stata vinta da Vito Lenato 7h39’36”, completa il podio Andrea Santonastaso 8h06’18”.
Il 27 settembre 1992, alla X^ 100km dei Gladiatori, Eraldo si classifica al 3° posto in 8h16’30” diventando Campione Italiano FIDAL Amatori M40. La gara è stata vinta da Marco Duroni 7h55’50”, completa il podio Boris Bakmaz 8h00’53”.
Il 22 settembre 2001, alla 7^ Lupatotissima 100 km, Eraldo si classifica al 2° posto in 8h32’3’”. La gara è stata vinta da Salvatore Naccari 7h54’12”, completa il podio Daniele Camoni 8h32’30”.
La sua ultima partecipazione alla 100km del Passatore risale al 30 maggio 2004 (56 anni) con il crono di 9h46’23”.
Un tuo messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarli allo sport? Ho sempre incentivato i miei ragazzi convincendoli a fare ciò che gli piace, incoraggiandoli ad avere pazienza per poi raggiungere i loro obiettivi che con impegno si realizzeranno e a credere in quello che fanno. 
Ritieni utile lo psicologo nello sport? Certo, ritengo utile uno psicologo nello sport per aiutarli sempre a superare gli ostacoli più difficili che troveranno sul loro percorso anche nella carriera sportiva, considerando la competizione e la rivalità che spesso si trova in questo ambiente. 
Sogni realizzati? I sogni realizzati sono tutti questi 50 anni di carriera sportiva cercando di raggiungere sempre il massimo e ottenendo un successo personale. 

Non si finisce mai di sognare, che siano grandi o piccoli sogni, aiutano a pianificare e programmare giornate, settimane e mesi di impegno e allenamenti per star bene e cercare di fare del proprio meglio volendosi bene e apprezzando la vita ogni giorno. 
Una frase o parola che ti aiuta nelle difficoltà? Sicuramente un pensiero che mi aiuta sempre è che il vero successo è non mollare mai e amare ciò che si fa. 
Ti ispiri a qualcuno?
Non ho avuto particolari punti di riferimento nell'ambito sportivo, ho sempre provato a diventare ciò che avrei voluto.
Cosa diresti a te stesso quando avevi 25 anni? Mi sarei spronato di più a cercare di realizzare ancora più successi e sogni, ma amo il mio percorso così com'è. Grazie per avermi dato l'opportunità di esprimere tutta la mia passione per l'atletica. 

Ringrazio Eraldo per la sua gentilezza, cortesia e disponibilità nel rispondere alle mie domande e complimenti per tutta la sua passione che continua a metterci nello sport e soprattutto per l’importante, delicato ed encomiabile lavoro con i ragazzi che segue. 

Matteo SIMONE 380-4337230 - 21163@tiscali.it  
Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR 

sabato 13 agosto 2022

Antonello Landi: Sogni realizzati aver indossato la maglia azzurra della nazionale

 Matteo SIMONE  
  

Dai paesini, per caso, vengono fuori tanti campioni, che iniziano con pochi mezzi a disposizione, poche strutture, ma tanta voglia di far bene, di impegnarsi, di eccellere.
 
 

Di seguito, approfondiamo la conoscenza di Antonello, classe ‘75, attraverso risposte ad alcune mie domande di un po’ di tempo fa. 
Come hai scelto il tuo sport?Quasi per caso da ragazzino, con le gare scolastiche, poi in seguito con una piccola società di atletica in un piccolo paesino.” 
Hai dovuto scegliere di prendere o lasciare uno sport a causa di studio o lavoro? “No, anzi l’atletica mi ha aperto le porte del lavoro: mediante le ‘Fiamme Azzurre’ ho ottenuto la possibilità di avere un futuro e, soprattutto, la possibilità di praticare atletica a tempo pieno da professionista in un determinato periodo.” 
In che modo lo sport ha contribuito al tuo benessere?Per fare sport a un certo livello bisogna seguire uno stile di vita che contribuisce al benessere fisico, psicologico. A volte si devono fare delle rinunce non fare tardi la sera, riposarsi bene specie prima delle gare, seguire un'alimentazione adeguata. 

Se davvero vuoi fare bene, bisogna mettercela tutta, fare tanta attenzione agli ingredienti del successo, a tutto ciò che contribuisce alla performance e questo Antonello ha ben chiaro. 

La bici è un buon strumento della palestra dello sport

Matteo Simone 
 

Bisogna diventare sempre più resiliente e la bici è un buon strumento della palestra dello sport.

Nello sport bisogna fare sempre più rete e sapere su chi contare, fidarsi e affidarsi così come nella vita. Dopo uno stop, un passo alla volta, con coraggio e attenzione, si può decidere di ripartire in modo diverso con le risorse residue. 
Lo sport è un’opportunità per approfondire la conoscenza di se stessi durante le prove dove si fatica, dove le salite sembrano non finire mai, dove si può mollare se non si usa la testa. 

venerdì 12 agosto 2022

Matteo Simone, Sogni olimpici: Presentazione di Isabel Fernandez

Le olimpiadi di Tokyo 2020/2021 hanno portato i nostri atleti Italiani sul podio per aver eccelso tra le più importanti discipline Olimpiche del mondo.  
Matteo Simone è l’autore che racconta i diversi aspetti e strumenti di competenza dello psicologo che hanno permesso a molti atleti di diventare dei campioni realizzando il loro sogno e molte volte anche i sogni degli Italiani che, orgogliosi, anche quest’anno hanno potuto esultare per questi successi. 
Il lavoro dello psicologo in queste circostanze è tutt’altro che marginale. L’ EMDR è stato l’approccio terapeutico più risolutivo, grazie alle proprietà scientifiche di questa terapia è riuscita a desensibilizzare problematiche disturbanti che avrebbero potuto influire sulla performance, lavorando molto sull’installazione dei punti di forza e dando la sicurezza necessaria all’atleta per agevolare momenti di crisi e pressione psicologica, permettendo ai partecipanti, chi ci ha provato e chi c’è riuscito, di avere una performance che non pregiudicasse o minasse la loro autostima.  
In questo volume sono contenute molte testimonianze di questi atleti che hanno vinto prima di tutto la pace con sé stessi, permettendo poi la vittoria e promuovendo lo sport come un valore incentrato sulla creazione del proprio io e una resilienza adattiva che questo contesto spinge i ragazzi fin da piccoli ad essere concentrati a vivere l’”adesso” senza focalizzarsi sul passato e nemmeno senza essere eccessivamente preoccupati per un futuro non ancora arrivato. Il qui et ora, è ciò su cui anche l’EMDR lavora molto, un cammino verso la consapevolezza. 

SIMONE M., Sviluppare la resilienza, Prospettivaeditrice, Roma 2021

 Recensione di STEFANO SEVERONI
 

Sviluppare la resilienza è il nuovo libro di Matteo Simone, psicologo e psicoterapeuta Gestalt, che ha già pubblicato diversi testi soprattutto attinenti all’attività sportiva, di cui lui è appassionato praticante. Il testo si compone di cinque capitoli.

Dapprima l’Autore tratta del Trauma e del Disturbo Post-Traumatico da Stress (Cap. 1). Egli sottolinea come per i soggetti affetti con disabilità, l’handicap risieda nella propria testa più che nel corpo. L’atleta allora dovrà essere anzitutto “campione” nella vita e poi nello sport.

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