Psicologo dello Sport, Psicoterapeuta
Francesco Fagnani, amico, runner, professionista
nutrizionista, sa quali sono le chiavi del successo e soprattutto del benessere.
Qualche anno fa Francesco ha presenziato con interesse alla presentazione del
mio primo libro Psicologia dello sport e non solo, partecipando attivamente,
ora racconta la sua passione per lo sport, per il suo lavoro, ma soprattutto
per la sua donna: Come hai scelto il tuo sport? “Diciamo che è lui che ha scelto me… nel corso della mia vita ho
praticato diversi sport dal nuoto a livello agonistico, alla pallacanestro,
arbitro di calcio ma avevo sempre la necessità di farmi una bella ‘corsetta’
nei momenti liberi. Ed è stato poi il mio primo allenatore Massimo a spronarmi
a fare i primi allenamenti mirati.”
La corsetta è la base di tutti gli sport ma anche della vita, è come il
respiro, per star bene e per far bene, tutti dovrebbero correre un po', dagli
artisti agli impiegati, la corsetta aiuta a smuovere, a mettere in moto, a
progettare, ad elaborare: Nella tua disciplina quali difficoltà si incontrano? “Penso che la paura sia l’ostacolo principale, paura di osare, paura di
non farcela, paura di non essere in grado, paura di soffrire o non riuscire a
sopportare la fatica, paura di crollare di fermarsi davanti al ‘muro’. Ma sono
sempre riuscito a superare questo ostacolo, non esiste paura nel divertimento!”
La paura come viene così se ne va e così sei sempre più pronto ad
affrontarla, a non temerla.
Quale alimentazione segui prima, durante e dopo una gara? “Facendo di
professione il nutrizionista, adotto una alimentazione specifica nei giorni
precedenti la gara e durante tutta la preparazione, sicuramente non può mancare
un bel dolce! E la sera una bella cena per festeggiare!”
Festeggiare sempre, perché o sport deve essere una festa da condividere
con amici ed avversari.
Quali condizioni fisiche o ambientali ti hanno indotto a
fare una prestazione non ottimale? “Soffro particolarmente la pioggia nei periodi freddi dell’anno,
soprattutto con giornate ventose, queste sono le uniche condizioni che sono
fortemente limitanti per me. Quelle fisiche, tendine d’achille!”
Cosa ti ha fatto mollare o cosa ti fa continuare a fare sport? “Gli impegni lavorativi mi hanno fatto abbandonare la pallacanestro,
giocavo in serie C. Mentre continuo a correre, nonostante lavoro, famiglia e
impegni sempre legati al mio lavoro, grazie alla passione che ho per quello che
reputo lo sport più bello, l’atletica.”
Nello sport chi ha contribuito al tuo benessere o performance? “Sicuramente la figura dell’allenatore conta moltissimo, più la donna
che ho accanto che mi supporta e ‘sopporta’ in tutto e per tutto.”
Qual è stata la gara della tua vita dove hai
sperimentato le emozioni più belle? “Maratona di Valencia 2015, è stato stupendo,
indescrivibili le emozioni all’arrivo.”
Qual è una esperienza che ti possa dare la convinzione,
che ce la puoi fare nello sport o nella vita? “Quattro anni fa in un ambulatorio di ospedale, un
medico mi disse che nel mio futuro non avrei potuto più fare sport a livello
agonistico e che addirittura mi sarei dovuto “limitare a camminare”, la mia
riposta? Correre la maratona in 2h34’41.”
Quali capacità e qualità hai dimostrato di possedere? “Mi reputo tenacie, non mi scoraggio.”
Quali meccanismi psicologici ti aiutano nello sport? “Ogni volta che
ho una gara nell’oretta che precede lo sparo, mi concentro e rivivo tutti i
momenti positivi della mia vita sportiva e non, cerco di visualizzare gli
arrivi delle gare che mi hanno regalato soddisfazioni o cerco di rivivere le
sensazioni positive di una gara o un allenamento andato alla grande. Mi aiuta
moltissimo!”
Questo è un lavoro sull’autoefficacia che descrivo
nel mio libro dal titolo O.R.A. Obiettivi Risorse
Autoefficacia, Modello di intervento per raggiungere obiettivi nella vita e
nello sport
http://www.arasedizioni.com/catalogo/o-r-a-obiettivi-risorse-e-autoefficacia-modello-di-intervento-per-raggiungere-obiettivi-nella-vita-e-nello-sport/
http://www.arasedizioni.com/catalogo/o-r-a-obiettivi-risorse-e-autoefficacia-modello-di-intervento-per-raggiungere-obiettivi-nella-vita-e-nello-sport/
Cosa pensano familiari e amici della tua
attività sportiva? “I miei amici
condividono la mia stessa passione e chi non corre ad ogni modo apprezza la
tenacia e l’impegno che metto negli allenamenti e la mia costanza nel seguire
la ‘tabella’, ma come dico sempre per me non è un sacrificio ma un
divertimento.”
Ti va di descrivere un episodio curioso o divertente
della tua attività sportiva? “Il più simpatico è stato in occasione della mia
prima maratona, quella di Valencia del 2015, corsa a digiuno e senza assumere
nessun integratore energetico o idro salino durante la gara. Vi domandate come
è possibile fare un errore cosi grossolano considerando anche la mia
professione di nutrizionista vero? Semplice! Mi sono ‘nutrito’ di amore! Mi
sono svegliato troppo tardi per fare colazione e avendo fatto una buona cena
per massimizzare le scorte energetiche, mi sentivo comunque bene e senza il
minimo cenno di fame, in più essendo sempre abituato a correre a digiuno non ne
sono rimasto turbato minimamente. Quella mattina poi avevo una scelta da fare, mettere
i due pack di maltodestrine nella tasca dal pantaloncino oppure lasciarli in
stanza e fare posto ad un pacchetto speciale da recapitare al traguardo alla
mia compagna. Secondo voi? Naturalmente ho optato per l’anello e al traguardo
sono arrivato grazie a questa forte spinta motivazionale, mettere l’anello al
dito della mia donna. Ci sono riuscito, assumendo solo un sorso di acqua ad
ogni ristoro. Una sola cosa non sono riuscito a fare… inginocchiarmi davanti a
lei… non credo che sarei riuscito a rialzarmi!”
Cosa hai scoperto del tuo carattere nel praticare
attività fisica? “Che so essere
riflessivo. La maratona nello specifico mi ha insegnato a non essere impulsivo,
ma pacato e riflessivo.”
Come è cambiata la tua vita familiare e lavorativa
nell’aver intrapreso un’attività sportiva costante e impegnativa? “Non tolgo nulla alla mia famiglia e imposto il mio
lavoro in base agli orari di allenamento o viceversa.”
Quali sono le sensazioni pregara, in gara, post
gara? “Prima della
gara, le solite ‘farfalle nello stomaco’, sensazione che dura un attimo ma è
inconfondibile, poi calma e serenità prima dello sparo. In gara sono
concentrato, difficilmente distolgo lo sguardo che rimane fisso sulla strada
che si apre di fronte a me, ma quando sono in difficoltà, tendo a ‘sdrammatizzare’
distogliendo il pensiero della fatica ad altro, spesso persone che sono sul percorso
per fare il tifo: do il ‘cinque’ ad un bambino o faccio una battuta al
gruppetto con cui sto conducendo la gara, aiuta. Alla fine? Bhe…
indescrivibile… è un’esplosione di gioia! che però sinceramente solo la
maratona a saputo regalarmi. Nemmeno gare di 10 km o mezze maratone in cui sono
riuscito ad ottenere i miei personali hanno scatenato in me all’arrivo tanta
soddisfazione, commozione, voglia estrema di ricorrere al più presto un altro
viaggio fantastico. La maratona è una gara incredibile!”
Hai dovuto scegliere nella tua vita di prendere o
lasciare uno sport a causa di una carriera scolastica o lavorativa? “Si, ho dovuto per motivi di lavoro, scegliere tra
due passioni, quella che nutro per il mio lavoro appunto, che mi porta ad
essere spesso fuori città e all’estero e l’arbitraggio. Ho chiesto un congedo
dall’attività arbitrale e spero di poter in futuro far collimare gli impegni.”
Che consiglio ti andrebbe di dare a coloro che si
trovano a dover fare scelte importanti nello sport? “Lavorando con atleti di élite, e spesso trovandomi
con loro nei vari raduni, vivo la loro passione e dedizione ed esorto chiunque
debba fare una scelta, qualunque essa sia, durante la sua carriera sportiva, di
basarla sui Valori etici che si trovano alla base dello Sport, quello Vero e
Puro.”
C’è stato il rischio di incorrere nel doping? “Fortunatamente ho sempre avuto le idee chiare.
Nella mia vita sono stato educato al sacrificio e all’impegno per ottenere ciò
che voglio. Lavorando con i settori giovanili dei vari gruppi sportivi che ho
il piacere di seguire, spesso viene posta una domanda: COSA POSSO DARE A MIO
FIGLIO? E a tal proposito cerco sempre di avere contatti con le famiglie degli
atleti, per far capire ai genitori di non commettere mai l’errore di instillare
nei propri figli la convinzione di dover necessariamente ricorrere a qualcosa
di esterno per ottenere un risultato, perché tutto ciò di cui i ragazzi hanno
bisogno è dentro loro stessi. Inoltre sono attivo, grazie al coinvolgimento di
Massimiliano Monteforte, nel progetto Purosangue, per cercare di combattere il
Doping. Cito uno slogan ideato da grandi atleti che ho la fortuna di conoscere,
come Fabrizio Donato, Emanuele Formichetti, Apolloni Federico e altri ragazzi
stupendi che hanno preso parte al video che invito a vedere su YouTube: ‘chi si
dopa, non ha il tempo per divertirsi’. “
Riesci a immaginare una vita senza lo sport? “No non riuscirei, lo sport è vita e almeno per
quanto mi riguarda non riuscirei a farne a meno.”
Come hai superato eventuali crisi, sconfitte,
infortuni? “Bhe ho avuto
periodi bui, per problemi di salute, durante i quali buttarsi giù sarebbe stato
facile e ci stavo per cadere … ma bisogna prendere in mano la situazione e
rialzarsi, essere sempre positivi, via negatività, non esistono ‘non posso’ o ‘non
ce la farò’, esiste solo il ‘posso’!”
Ritieni utile lo psicologo dello sport? “Non utile, fondamentale! Nei gruppi sportivi
militari con cui ho il piacere di collaborare come Nutrizionista, si sta da
tempo valorizzando il lavoro di equipe. La figura del Medico, il
Fisioterapista, il Nutrizionista, lo Psicologo costituiscono una vera e propria
squadra che lavora insieme per supportare al meglio l’atleta.”
Un tuo messaggio rivolto ai ragazzi
per avvicinarsi a questo sport? “Il mio messaggio è una domanda che rivolgo a
tutti i giovani che si affacciano a questo sport magnifico, l’atletica leggera,
con tutte le sue discipline: ‘Hai voglia di diventare un Campione? Insegui il
tuo sogno applicandoti ogni giorno con passione, non perdendo mai la dimensione
del divertimento anche quando vincerai le Olimpiadi’.”
Quali sogni hai realizzato e quali sono da realizzare? “In quella che è la mia dimensione amatoriale nel
praticare questo sport, sono fiero dei risultati raggiunti, ma di sicuro la
voglia di migliorare è viva. Vivo poi indirettamente i successi dei miei
pazienti e a tal proposito ringrazio di cuore tutti gli atleti che ho la
fortuna e il piacere di seguire, dall’amatore all’olimpionico, perché ogni loro
risultato è per me fonte di gioia e soddisfazione.”
Tanta passione e impegno da parte di Francesco sia nella pratica del suo
sport che nel suo lavoro: Come ha contribuito lo sport al tuo benessere? “Lo sport per me è una medicina, è una vacanza che mi concedo ogni
giorno, un momento tutto mio che mi godo instante dopo istante e contribuisce
ad alleviare le tensioni che si possono creare nella vita quotidiana dalle
varie fonti di stress che possono presentarsi.”
Se c’è passione non esiste la fatica, è solo un’opportunità per
sperimentare benessere: Quali fattori hanno contribuito alle tue performance? “Sicuramente la determinazione e il sapermi rialzare dopo lunghi periodi
di stop forzato per problematiche di salute, ma soprattutto il divertimento e
la gioia che provo ogni volta che indosso le mie scarpe e gonfio i polmoni con
bel respiro per fare il primo passo all’inizio di un allenamento o gara.”
Il segreto è il primo passo, è partire e ripartire, il resto viene da sé.
Francesco è menzionato nel mio libro “Sport, benessere e performance.
Aspetti psicologici che influiscono sul benessere e performance
dell’atleta”, edito da Prospettiva Editrice.
Un’intervista a Francesco è riportata nel mio libro libro “Maratoneti e Ultrarunner. Aspetti psicologici di una sfida”, edito
da Edizioni Psiconline.
+393804337230 Psicologo, Psicoterapeuta
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