martedì 6 dicembre 2016

Omar Atzori: Maratone e ultra, un viaggio introspettivo meraviglioso

Dott. Matteo Simone
 

La passione e la pratica per lo sport e la psicologia mi portano sempre più a conoscere atleti e ad approfondire gli aspetti che gli procurano benessere e che conducono anche alla performance. 

Ora sono focalizzato su un libro dal titolo Sport, benessere e performance, pertanto attraverso questionari ricevo risposte da atleti che trasmettono il loro mondo di intendere lo sport.
Di seguito il vissuto sportivo di Omar Atzori (ASD Podistica Valmisa) attraverso risposte ad alcune mie domande..
Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita?Sì, quando mio figlio per la prima volta mi ha aspettato al traguardo di una maratona ed ha tagliato il traguardo con me mano nella mano. Lo sport è vita.”
 
Lo sport è vita, ti fa sentire l’intensità e l’essenza della vita, soprattutto quando è partecipato anche da persone a cui si vuole bene.
Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta?Il mio Prof. di Educazione fisica Carlo Sansone ha visto in me delle qualità, oltre a farmi partecipare alle gare scolastiche mi portò al campo sportivo. La mia passione per il salto in lungo è durata per anni, ma amavo sperimentarmi e mettermi in gioco su più specialità, cimentandomi spesso in gara di decathlon. Poi un’operazione al ginocchio mi ha costretto ad abbandonarlo. Ho chiuso la mia carriera in pista con i 400hs. Ora pian piano sto adattando corpo e mente alle maratone e alle ultra. E’ un viaggio introspettivo meraviglioso.”

C’è sempre qualcuno che ti vede, che ti scopre, poi il resto viene da solo, basta dedicarsi con cura ed attenzione, sperimentarsi e comprendere in cosa si è più portati. 
Si possono fare grandi cose fino a che  arriva un impedimento per qualsiasi motivo ed allora bisogna essere resilienti e pronti al cambiamento, capire cosa si può fare, non abbattersi ma cambiare solamente gli obiettivi, rimodularli in base alle proprie condizioni fisiche attuali. 
Per ogni problema c’è almeno una soluzione, chiuso un portone se ne possono aprire tanti altri, comunque l’esperienza fatta fa parte del bagaglio culturale ed esperienziale dell’individuo e serve nel futuro a darti sempre una mano per andare avanti con pazienza un passo alla volta con consapevolezza e rispettando i propri limiti. 
Il passaggio alle ultra ti fa maturare, ti fa scoprire il vero sé, ti fa contattare la tua propria essenza, essendo davvero un viaggio dentro di te introspettivo alla ricerca dei come e dei perché senza giudizio.
Hai dovuto scegliere nella tua vita di lasciare uno sport a causa di scuola o lavoro?Per un periodo il lavoro mi ha messo ai box. Poi ho fatto chiarezza in me stesso e ho capito che uno non doveva escludere l’altro, ed eccomi qui più motivato che mai. Ho 40 anni e faccio sport da più di 30.”
 
A volte è importante fermarsi, respirare, notare e fare chiarezza, lo dicevo anche nelle scuole ai ragazzi delle zone del sisma, fermarsi per ripartire, capire come ci si può organizzare, da dove ripartire e come, decidere il da farsi da questo momento.
Quali fattori hanno contribuito al tuo benessere e performance?
Una famiglia serena che mi ha dato sempre fiducia e la consapevolezza che lo sport pulito insegna i più alti valori della vita di un uomo.
 

Si cresce e si cresce bene attraverso lo sport confrontandoti con te stesso, con gli altri e con la vita, cadendo e rialzandosi, infortunandoti e ripartendo ogni volta con nuove aspettative, nuovi sogni ed obiettivi che saprai come trasformare in realtà, felicemente e resilientemente.
La tua alimentazione prima, durante e dopo gara? Usi farmaci, integratori? Per quale motivo?La mia è un’alimentazione semplice e completa, mangio di tutto concentrandomi sulla qualità e la composizione degli alimenti. Nei periodi di maggior stress uso del magnesio supremo e i classici integratori di Sali minerali multivitaminici.”
Nello sport chi ha contribuito al tuo benessere e performance?La  mia famiglia, i miei allenatori, i gruppi in cui ho militato. Ora faccio parte di gruppo di amici maratoneti, siamo affiatati.

Il gruppo aiuta, diventa una rete sociale di riferimento, ci si confronta, ci si aiuta, si traggono consigli utili per affrontare allenamenti, gare e la vita quotidiana. Diventa una risorsa importante.
La gara della tua vita, dove hai sperimentato le emozioni più belle?Ce ne sono diverse, ricordo ancora oggi gare di salti e velocità dove ho raggiunto il top della felicità, ricordo la mia prima maratona che mi ha lanciato in un uovo mondo. Lo sport per me è emozione continua. 

Lo sport ti rimette al mondo, le sensazioni ed emozioni che si sperimentano sono uniche e forti, non si dimentica di quello che si riesce a fare che serve per ricordarti cosa hai fatto in  passato per focalizzarti su prossimi obiettivi restando autoefficace e sicuro.
Cosa pensano familiari e amici della tua attività?Sei un matto ma ti ammiriamo.”
Un episodio curioso o divertente della tua attività sportiva? Avevo una gara a Roma, viaggio in treno come al solito. Come al solito treno in ritardo. Riscaldamento in metro, cambiato al volo per strada sempre di corsa, blocchi di partenza: viaaaa 100 metri tutti d’un fiato.”
Cosa hai scoperto del tuo carattere praticando sport?Che di fronte alle difficoltà alla fine riesco a trovare la soluzione per non gettare la spugna.”
Quali capacità, risorse, caratteristiche, qualità  hai dimostrato di possedere?Perseveranza, dedizione, passione, capacità di motivare gli altri, onestà morale.
 
Solo con il talento non si va da nessuna parte, ci vuole tanta passione, impegno, determinazione, voglia di fare e di fare bene, trasmettere agli altri l’entusiasmo nello sport e nella vita ed essere onesti con se stessi prima e poi con gli altri, tutto ciò serve per durare a lungo e per arrivare lontano. 
Che significa per te partecipare a una gara?Adoro gareggiare, mi piace mettermi alla prova e cercare i miei limiti. Contestualmente mi piace la condivisione del momento. Non sono un top runner, per me la gara è anche un modo per evadere dalla quotidianità.

Gara non solo per la performance ma per vivere l’atmosfera e la condivisione con gli altri. 
Quali sensazioni sperimenti facendo sport: allenamento, pre gara, gara, post gara?Gli allenamenti li affronto sempre serenamente e positivamente, nel pre gara mi distraggo un po’ con gli amici per poi concentrarmi prima della partenza se ho un obiettivo da raggiungere, faccio gare anche solo per divertirmi. Nel dopo gara raccolgo i frutti e faccio l punto della situazione. Qualsiasi sia il risultato anche se negativo".
 
Non si butta niente, ci si mette tutto l’impegno per fare bene e se qualcosa non va come previsto, serve comunque per imparare ed apprendere e far bene la prossima volta.
Quali sono i tuoi pensieri in allenamento e in gara?Costruisco mentalmente i miei progetti, li visualizzo per poi cercare di riprodurli nella realtà.” 

Per fare qualcosa, meglio immaginarlo prima, sentirsi realmente in quel momento in quell’azione e poi prepararsi per arrivare pronti in quel momento.
La tua gara più estrema o più difficile e quale ritieni non poter riuscire a portare a termine?Ho sempre portato a termine una gara. Se ci provo vuol dire che posso riuscirci. Domenica scorsa la mia ultra più lunga ‘scorrendo con il Liri’ 65,7 km portata a termine con la media migliore delle ultra più corte fatte.”

L’11 settembre 2016 Omar ha portato a termine la “Scorrendo con il Liri 65,7km, corsa su strada, in 6h0808”. Il vincitore fu Andrea Zambelli in 4h0715”, precedendo Hermann Achmüller 4h1414”, Giorgio Calcaterra 4h2656, Silvano Beatrici 4h2927”. Tra le donne vinse Paola Di Tillo 5h2018”, precedendo Eleonora Rachele Corradini 6h1148” e Maria Loreta Bellobuono 6h2835”. 
Nella tua disciplina sportiva quali sono le difficoltà e i rischi? A cosa devi fare attenzione?Non credo ci siano rischi particolari, basta rispettare i ritmi del corpo, quindi devo cercare di non strafare concedendo i giusti tempi di recupero. Sono un amatore con una grande passione, meglio non farmi male.
 
Importante l’autoprotezione e le coccole, rispettare se stesso, il proprio fisico, non stressarlo troppo, giungere a compromessi con i propri muscoli, tendini, articolazioni, coccolarli un po’ con massaggi, oli, sano recupero e nutrimento.
Quali condizioni fisiche o ambientali ti hanno indotto a fare una prestazione non ottimale?Ho partecipato ad una maratona con il mal di gola in una giornata fredda e umida…che stupido. Sono arrivato al traguardo con grande sofferenza. L’esperienza insegna. Da non ripetersi.”
Cosa ti ha fatto mollare o cosa ti fa continuare a fare sport?Per un periodo il lavoro, ora non lo mollo più, è troppo importante per la mia salute psico fisica.”
Come hai superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni?Con la solita pazienza e tenacia. La sconfitta per me non esiste. Ci può essere una cattiva prestazione, ma finisce lì.
Hai mai pensato di smettere di essere atleta?No se sei atleta nella testa non puoi smettere.”
Un tuo messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarli allo sport?Fate della vostra vita un capolavoro. Utilizzate lo sport come mezzo di crescita personale. Farei degli esempi di vita vissuta, la mia.”
C’è stato il rischio di incorrere nel doping nella tua carriera sportiva?Mai, lo schifo dal profondo del cuore.”
Un messaggio per sconsigliare l’uso del doping?Se ti dopi volti le spalle alla persona per te più importante, te stesso. Amati, scegli la vita e lo sport.
Ritieni utile lo psicologo nello sport? Per quali aspetti e in quali fasi?Chi ha forte pressioni come un top runner potrebbe averne bisogno dopo la consacrazione, non è facile rimanere concentrati quando hai gli occhi puntati addosso. Per tutti gli altri non vedo la necessità, se non per sistemare eventuali insicurezze che non riescono a superare.
Sogni realizzati e da realizzare? Prossimi obiettivi? “Ho realizzato tutto quello che volevo, nella consapevolezza dei miei limiti. Ora voglio arrivare a disputare una 100 km. Appuntamento maggio 2017".

Un’intervista a Omar è riportata nel libro La 100km del Passatore. Una gara fra coraggio e resilienza 
La 100km del Passatore. Una gara fra coraggio e resilienza: Cosa significa correre una gara di 100km? Quali meccanismi psicologici aiutano ad allenarsi e gareggiare con coraggio e resilienza? La 100km del Passatore è una classica e famosa gara di corsa a piedi da Firenze a Faenza.
Lo stesso autore ha partecipato a questa gara sperimentandosi e comprendendo cosa significa fare sport per tante ore, andando incontro a crisi da superare, mettendo in atto strategie per andare avanti e portare
a termine la competizione. È un libro che racconta di atleti di livello nazionale e internazionale ma anche di atleti che hanno la passione della corsa di lunga distanza e la lettura delle interviste aiuta a vedere con occhi diversi questa pratica sportiva, una pratica da avvicinarsi con cautela, attenzione, preparazione. Sono trattati aspetti della psicologia dello sport quali lo sviluppo della consapevolezza delle proprie capacità e limiti; il grande e importante lavoro della definizione oculata degli obiettivi chiari, difficili, sfidanti ma raggiungibili; il lavoro dell'autoefficacia, il graduale fare affidamento su se stesso.
 

Dott. Matteo Simone  
380-4337230 - 21163@tiscali.it 
Psicologo, Psicoterapeuta 
Autore di libri psicologia e sport 

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