Matteo SIMONE
Fausto Parigi vince per la terza volta nella gara di 24 ore di corsa a piedi “24 ore No Finish Line” nel Principato di Monaco, su un percorso di 1398 metri. Di seguito la classifica dei primi uomini:
1.Parigi Fausto 1964 (Ita, Sanremo
Runners) 222,662 km
2.Da Cunha Manuel 1975 (Fra, Neuilly)
210,356
3.Costi Fabio 1972 (Ita, Reggio Emilia)
197,151
4.Spreafico Marcello 1978 (Ita, Lago
Segrino) 183,732
5.Colombo Matteo 1984 (Ita, Como) 180,697
6.Notarangelo Michele 1974 (Ita, Bari)
179,135
In gare di 24 ore, quest’anno solo tre
italiani hanno fatto meglio di lui, e precisamente Leonelli Nicola 240,741 km,
Rovera Paolo 229,458 km, Zambon Andrea 222,908 km, mentre nel mondo solo 5
atleti della sua categoria di età hanno fatto meglio di lui. Insomma Fausto,
medico di 52 anni, con questa sua prestazione, in questo sport di endurance
dove conta tanto la testa e tantissimo l’esperienza pare essersi conquistato la
convocazione in Nazionale per le competizioni di 24 ore.
Ciao
Fausto, com'è andata? Soddisfatto? Hai avuto problemi durante la gara?
“La gara è andata meglio del previsto, mi sono approcciato in maniera
differente, conscio dell’inesorabile peso dell’anagrafe con diversi problemi
fisici nell’allenamento, sono andato a Monaco per correre insieme ad un gruppo
di atleti Sanremesi con i colori di un’associazione benefica Monegasca (il
principe offre un euro ogni km fatto). Nel gruppo vi erano un paio di giovani
di cui uno in particolare promettente, pensavo avrebbe vinto lui. Invece piano
piano tenendo un ritmo di circa 6 km inferiore allo scorso anno nella prima
parte di gara, poi sono riuscito nelle ultime 12 ore, nonostante qualche
problemino muscolare, a sbaragliare la concorrenza. In questo, l’esperienza ha
contato molto. Per assurdo, meno allenamento, meno stress, meno carico emotivo,
risultati migliori. 2012 – 2013, 200km +
250 + 250 nelle 3 settimane di massimo carico. 2015 – 2016, 150km + 180 + 120.
Vincere quando non te lo aspetti, ultimo km a 4’15”.”
In gare di endurance più vai avanti con
l’età e più vivi di rendita grazie all’esperienza maturata nel corso degli
anni, piano piano si ottiene quello che si vuole senza fretta, ma esercitando
l’arte dell’agguato, osservare, attendere ed agire al momento giusto.
Alla manifestazione, della durata
complessiva di otto giorni, hanno partecipato complessivamente oltre 11700
persone, l’organizzazione ha donato un euro ogni chilometro percorso,
totalizzando la somma di 392.000 euro a favore dell’associazione “Children
& Future” a favore di bambini malati.
Avevi
ristori personalizzati, ti è mancato qualche alimento?
“Gli scorsi anni 2012, 2013, 2015 mi aveva accompagnato il Presidente della mia
società con ristoro personalizzato e pronto a soddisfare ogni mia esigenza.
Quest’anno viste le mie prospettive, ho preferito non coinvolgerlo e mi sono
adeguato al buffet comune mangiando ciò che veniva offerto, un minimo di aiuto
dagli altri atleti del team per i sali che al ristoro mancavano.”
Sensazioni,
emozioni, pensieri prima, durante, dopo la gara?
“Pensiero pre: superare 220 km avrebbe voluto dimostrare qualcosa per me. Quando
ho capito che potevo vincere ho trovato molte energie, l’ultima ora quando
ormai il vantaggio sul 2° era incolmabile ad un certo punto ho iniziato a
camminare, un altro atleta, a cui avevo confidato il proposito di andare oltre
i 220 km, mi ha detto: ‘guarda che se cammini non ce la fai’ e subito ho
ricominciato a correre per finire con l’ultimo km a 4’15”. Pensiero in gara: riuscire
a correre 24h senza motivazioni tranne il correre… possibilità? Di vincere… cercare di superare i 220 km. Pensiero
post gara: sono il passato che non vuole passare.”
Hai
scoperto qualcosa in te stesso, negli altri atleti?
“Ogni corsa scopri qualcosa di te o meglio… riscopri il senso di libertà che si
raggiunge in un’ultra attraverso la fatica e la sofferenza. Perché in
definitiva come ebbi a dire già in occasione della sei giorni… durante un’ultra
non vivi per correre… non corri per vivere… semplicemente la corsa è la tua
vita.”
La corsa è vita per Fausto, la fatica in
corsa gli permette di sperimentare la vita, ogni passo è un respiro, ogni passo
è un momento al mondo, sulla terra. Lunghe corse, lunghi viaggi libero da
stress, da vincoli, da regole, da pressioni esterne. La corsa ti fa stare al
mondo, ti fa esistere,
Organizzata bene la gara? Premiazioni, tifo,
amici, percorso, com'era? “Il percorso era pieno di curve, 2 inversioni a U, sali
e scendi, traffico notevole… anche 1000 persone sul circuito nelle ore di
punta… ma io già lo sapevo. Deludente la premiazione, ma il tifo e
l’incitamento degli amici e degli altri atleti vale molto più che una foto
ricordo con il Principe.”
Il tifo e gli amici diventano la spinta
per andare avanti, per continuare ad allenarti e fare bene.
Prossime
gare, obiettivi? “Io posso fare poche gare per motivi di
allenamento e recupero. Stavolta chiederò in anticipo le intenzioni dei
selezionatori azzurri, una 24h in primavera (Cesano Boscone o Torino)
se convocato, Passatore se non convocato, 6 giorni al Pantano se il Signore ci
dà la salute perché poi basta poco.”
Interviste a Fausto sono riportate nei libri:
“Maratoneti e Ultrarunner. Aspetti psicologici di una sfida”, edito da Edizioni Psiconline.
“Il piacere di correre oltre (Il piacere di correre oltre dal punto di vista di uno psicologo dello sport)” di Matteo Simone. Editore: Prospettiva Editrice.
Collana: Sport & Benessere.
Matteo SIMONE
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