Matteo Simone
Il mondo degli sport estremi è proprio affascinante, più approfondisco questo mondo sperimentando personalmente gare abbastanza estreme e conoscendo atleti che fanno delle imprese straordinarie più mi accorgo che non esistono limiti se non mentali per fare qualsiasi cosa e raggiungere mete ed obiettivi più impensabili per le persone ordinarie abituate ad una vita quotidiana che la cultura ordinaria propone.
Partecipare ad un Ironman è estremo per la
fatica distribuita lungo tanti chilometri e per la pratica di tre discipline
diverse, 3,8 km di nuoto, 180 km in bicicletta e una maratona. L’ho sperimentato
personalmente, ma qualcuno è capace di rendere l’Ironman ancora più arduo e
difficile al punto da considerarlo brutale.
A Llanberis nel nord del Galles, il 10
settembre si è svolta l’Extrem Brutal
Triathlon con la gara di nuoto lunga di 4,2 invece di 3,8 km, in acqua a 12°
C, percorso ciclistico con 3.000 metri di dislivello e maratona 1.300 metri di
dislivello.
La gara è stata vinta da Sébastien Balondrade che di seguito ci
racconta la sua passione per lo sport.
Ti sei sentito campione nello sport almeno
un giorno della tua vita? “Sì, quando ho vinto l’Ironman "Extrem Brutal Triathlon" in Llanberis 10 Set
2016.”
Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta? “Ho 37 anni. Ho iniziato a 30 anni con la Corsa in Montagna a perdere peso (io ero oltre 100 chili) ed ho trovato una vita corretta.”
Non c’è un’età per iniziare a praticare
sport, non è mai troppo tardi, si fa sempre in tempo ad iniziare, ad accorgersi
che lo sport può aiutare a sperimentare benessere, felicità, serenità ed anche
performance.
Quali fattori hanno contribuito
al tuo benessere o performance? “La natura ha svolto un ruolo
importante nel mio percorso, mi ha dato un sacco di energia. La mia famiglia
era molto di appoggio nei momenti di dubbio. Uno stile di vita sano e una
corretta alimentazione nello sport mi hanno reso il livello sportivo che ho
adesso.”
Che significa ‘la natura mi ha dato un
sacco di energia’? "L'energia della
montagna stessa ... può sembrare strano, ma posso sentire l'energia che emerge dalla
natura quando corro in montagna.”
La gara della tua vita dove
hai dato il meglio di te o dove hai sperimentato le emozioni più belle? “Ho
molti dolci ricordi delle mie prime gare perché si fanno un sacco di errori
quando si comincia. Non posso dimenticare il mio primo Ironman Embrunman!!! Il
mio ricordo più bello è la mia vittoria dell’Ironman di Llanberis in Galles.”
Una tua esperienza che ti possa
dare la convinzione che ce la puoi fare? “Credo che tutto è possibile ... quello
che serve è la volontà di andare fino in fondo ai propri sogni e mai lâcher. Tutto
ciò comporta un sacco di lavoro, sacrificio per diventare un personaggio fuori
dal comune.”
Se vuoi ottenere qualcosa nella vita o
nello sport devi volerlo veramente, devi essere convinto di quello che vuoi in
modo da impegnarti con un duro lavoro giornaliere che ti permette di arrivare
dove desideri in modo da esserne ripagato.
Cosa pensano familiari e amici
della tua attività sportiva? “Ho la fortuna di avere la mia famiglia che
praticano lo stesso sport come me.”
Un episodio curioso o
divertente della tua attività sportiva? “Mi ricordo una bella caduta in
mountain bike!”
Le cadute servono per fare esperienze, per
rialzarsi e ripartire, riprendere con il sorriso.
Cosa hai scoperto del tuo carattere nel
praticare sport? “Il Triathlon mi ha reso più saggio, imparando a incanalare la
mia energia, ma anche di essere più tolleranti con gli altri!”
Quali capacità, risorse,
caratteristiche, qualità hai dimostrato di possedere? “Ci vuole una grande
forza mentale per assorbire il carico di allenamento, ma anche una grande
tolleranza per il dolore fisico e mentale.”
Si diventa persone speciali, in grado di
conoscersi sempre meglio, di relazionarsi sempre meglio con lo sport, ma anche
con gli altri nella vita quotidiana, ti passa tutto, fatica, dolore,
sofferenze.
Che significa per te partecipare a una
gara sportiva? “Questo è il modo per convalidare gli sforzi degli allenamenti,
una lotta contro se stessi per spingere ancora di più oltre i limiti già
raggiunti.”
La gara diventa il banco di prova, si
cercano gare sempre più difficili, per cercare di andare sempre un po’ più
oltre, alzare un po’ l’asticella per provare a far meglio o di più.
Hai sperimentato l’esperienza del limite
nelle tue gare? “No, per il fatto che mi avvicino un po’ per volta al limite.”
Quali sensazioni sperimenti
facendo sport: pregara, in gara, post gara? “Prima della gara è l'eccitazione e
l’impazienza per vedere se l’allenamento pagherà. Durante la gara, il dolore
onnipresente e una sensazione di benessere mi invade, io sono solo con me
stesso, già penso alla prossima gara. Alla fine della mia gara, la sensazione
di non aver dato tutto anche quando vinco, insoddisfazione che mi spinge ad
altre sfide ed allenamenti più difficili.”
La partecipazione a gare comporta
l’esperienza di tante sensazioni ed emozioni, attorno alla gara ci sono tanti
momenti diversi, di attesa, di azione, di soddisfazione.
Quale è stata la gara più estrema o più
difficile? “Senza dubbio l’Ironman "Triathlon Estremo Brutale" a
Llanberis. Freddo, altitudine, pioggia.”
Quali sono le difficoltà e i rischi? A cosa
devi fare attenzione nel tuo sport? “La sfida più grande nel triathlon è essere
in grado di gestire una grande quantità di allenamento, pur avendo un lavoro e
famiglia da accudire. Dobbiamo essere vigili per non farsi male ed evitare
incidenti in bicicletta.”
Oltre alla mole di allenamenti duraturi e
combinati è importante esercitare la capacità dell’attenzione per cercare di
essere sempre vigili nonostante la stanchezza che comporta il praticare sport
per diverse ore.
Quali condizioni fisiche o ambientali ti hanno indotto a fare una prestazione non ottimale? “Soprattutto in un
clima molto caldo sono nei guai.”
Cosa ti ha fatto mollare o cosa ti fa
continuare a fare sport? “Quello che mi fa rinunciare in una gara è una grande
ferita o un medico.”
Come hai superato eventuali crisi,
sconfitte, infortuni? “Credo che il tempo può risolvere tutto, ho pazienza. Ho
scelto di arrivare a fare tre sport con il triathlon, i non ho mai smesso anche
se mi sono fatto male. La cosa principale è quella di rimanere positivo, ogni
problema ha una soluzione.”
Si supera tutto se sei fiducioso, se sei
positivo, se utilizzi un po’ di umorismo, se ti affidi alle persone giuste in
caso di difficoltà, insomma bisogna sviluppare la resilienza, tutto ciò lo
spiego in un mio libro dal titolo Sviluppare la Resilienza, MJM editore, 2014.
Un messaggio rivolto ai
ragazzi per avvicinarsi allo sport? “Il triathlon è una vera e propria scuola
di vita! Ciò consentirà loro di distinguersi dagli altri sport in quanto non
è comune agli altri.”
C’è stato il rischio di incorrere nel
doping nella tua carriera sportiva? “Come in tutti gli sport, esiste il rischio
di doping. Non ho mai corso il rischio di fare questo errore, anche se
inevitabilmente tutti noi vogliamo provare a vedere se funziona davvero! Io
faccio triathlon per combattere contro me stesso e contro gli altri.”
Un messaggio per
sconsigliarne l’uso? “Il messaggio principale che potrei dare
sarebbe: la vita è troppo breve, rispettate il vostro corpo per vivere più a
lungo, il doping può uccidere!”
E’ vero, tanti atleti rischiano la morte nei prossimi anni a causa dell’utilizzo di sostanze e metodi dopanti nocivi. Il doping si sta diffondendo come una malattia, come il cancro, ogni giorno si hanno notizie di atleti che ne fanno uso, il doping sta diventando il cancro dello sport e questo è il titolo di un mio testo Doping. Il cancro dello sport, editore: FerrariSinibaldi.
https://www.unilibro.it/libro/simone-matteo/doping-il-cancro-dello-sport/9788867630752
Ritieni utile lo psicologo
dello sport? Per quali aspetti e in quali fasi? “Penso
che è necessario disporre di uno psicologo dello sport per la fine della
carriera sportiva. Il cervello è programmato per un numero di ore settimanali di
sforzo e l'arresto di un tale programma senza assistenza può portare alla
depressione.”
Quali sogni hai realizzato e
quali sono da realizzare? “Ho sognato di vincere l’Ironman più difficile del
mondo e l'ho fatto quest'anno. Vorrei un giorno essere incluso tra i migliori della
gara ultra ‘Tor dei Giganti’, ma anche partecipare ad altri Ironman estremi. Io
sogno di scrivere un libro sulla mia carriera sportiva per aiutare le persone
che non credono in questo.”
Nel
libro “Triathlon e ironman. La psicologia del
triatleta", edito da Prospettiva editrice, riporto un’intervista a Sebastien.
Il libro è stato presentato venerdì 29
novembre ore 19, bar caffetteria via Olevano Romano 37, zona Prenestina
Gordiani a Roma. Moderatore: il triatleta Stefano Spina. Sono intervenuti,
oltre all'autore: Alessandra Lippa (triatleta e presidente dell'Associazione
Woman Experience) e Fabrizio Terrinoni (triatleta Ironman). Servizio
fotografico a cura di Aldo Zaino, l'atleta runner classe '35. Servizio video a
cura di Flavio Gioia. Ospite d'eccezione Beatrice Mallozzi, campionessa
mondiale triathlon juniores.
Segnalo alcuni miei libri pubblicati con
Prospettiva Editrice: DA 10 A 100 Dai primi 10 km corsi alla 100 km per Milano
(Alberto Merex Mereghetti e Matteo Simone); Triathlon e Ironman. La psicologia
del triatleta; Lo sport delle donne. Donne sempre più determinate, competitive
e resilienti; Sport, Benessere e Performance. Aspetti psicologici che
influiscono sul benessere e performance dell’atleta.
Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
Toute course peut se finir, il faut juste se
préparé physiquement et mentalement
Matteo Simone
Quels sont les mécanismes psychologiques que vous vous
sentez vous aider à prendre part à des courses extrêmes? “Je travaille beaucoup
l’aspect mental lors mes entrainements. Ces entrainements sont indispensables
pour faire une performance sur une course extrême. J’aime faire des
entrainements beaucoup plus dur que ce que je vais subir en course. Pendant
certains entrainements, je provoque certains problèmes volontairement qui
pourraient m’arriver en course comme par exemple: une hypoglycémie/ une
hypothermie/une déshydratation/etc. côté psychologique, je me suis créer une
bulle et un monde à part que je peux contrôler pendant mes courses, cela me
permet d’oublier la douleur pendant la course mais aussi de faire passer le
temps plus vite.
Pendant les entrainements, je me crée aussi
des images positives constituées de bons souvenirs avec ma famille pour les
moments de ‘moins bien » pendant la course. J’utilise aussi une méthode de respiration
10 minutes par jour pour la relaxation."
Quelle était votre course la plus extrême
et la plus difficile? “L’extrême brutal triathlon sans hésitation. Ce n’est pas
la course où j’ai le plus souffert, mais c’est la course qui comportait toutes
les conditions pour en faire une course vraiment extrême aussi bien
physiquement que mentalement : les conditions météo et les parcours très
difficiles ont mis mon corps à rude épreuve et le nombre de boucle dans chacun
des sports et la montée de 9 kms et la descente dans la nuit ont malmené mon
mental : il a fallu être très fort pour ne rien lâcher.”
Ce qui est une course extrême que vous
pensez que nous ne pouvons pas toujours être en mesure de terminer? “Toute
course peut se finir, il faut juste se préparé physiquement et mentalement aux difficultés que la course comportera.
Néanmoins quelques courses au monde sont très dures à terminer car les
barrières horaires sont très difficiles à respecter!”
Il y a une course extrême que vous ne
feriez pas cela? « Il m’est arrivé de ne pas finir de course pour des
problèmes médicaux où les médecins m’ont arrêté. Mais l’année qui suivait je me
représenté sur la course pour la finir! On peut se louper, c’est ce qui fait
la beauté de mon sport: l’imprévu; mais je refuse de renoncer à ne pas finir
ce que j’ai commencé.”
Qu'est-ce qui vous motive à déplacer de
plus en plus transférer les limites physiques? “Plusieurs raisons: la première c’est que j’ai toujours vécu
dans les extrêmes, avant le sport, je fumais, buvais, je mangeais n’importe
comment, je ne respecter pas mon corps. Aujourd’hui c’est tout le contraire. L’autre raison est que je me satisfais beaucoup dans
la douleur et la recherche de mes limites ; dans le passé j’ai fait souffrir
beaucoup de personnes et je ne pourrais jamais leur rendre cette part de
bonheur que je leur ai enlevé. C’est une manière pour moi de m’excuser en
accumulant cette douleur en moi. Le problème c’est que le corps et la tête s’habituent
à cette douleur et que je suis sans cesse à la recherche de courses encore plus
dures.”
Qu'est-ce que votre famille et vos amis de votre
participation à des courses extrêmes? “Ils sont surtout fier de moi et me
prenne parfois pour un fou. Mais ils ont moins peur pour moi en course car tout est
maitrisé et je suis entouré: le risque est minimum. Ce n’est pas le cas dans certains entrainements où je
pourrais me mettre en danger plus facilement.”
Qu'est-ce que cela signifie pour vous de participer à
une course extrême? “Ces courses me permettent de valider le travail effectué
en amont. Ces courses me permettent aussi de me retrouver avec moi-même pendant
un long moment, d’oublier cette société de surconsommation dans laquelle nous
vivons et de me surpasser physiquement et mentalement. On ressent tellement des
sensations et sentiments extrêmes pendant ces courses; tu peux être au top de
ta forme et la minute d’après complètement au fond du gouffre: j’aime jouer
avec ses sensations de l’extrême. Je sais aussi qu’en participant à ses courses, ma
famille va les vivre avec moi et vont vibrer à mes côtés; les voir heureux et
passer par toutes les émotions possibles me remplissent de bonheur.”
Comment
votre vie de famille, le travail? “J’ai la chance d’être une personne très
organisé et qui ne se laisse jamais débordé. J’ai
la chance d’avoir un travail où je ne travaille pas le matin. Par
contre ma famille passe avant tout et je veux pouvoir m’occuper de mes enfants
(j’ai 5 enfants) et de ma femme. Sans ma
famille je ne serais pas grand-chose et il est pour important de garder cet
équilibre. Cela me permet de trouver la motivation et la force nécessaire quand
les entrainements deviennent très difficiles. Je m’entraine donc très tôt le
matin et tard le soir. Un weekend sur deux, je fais de longues séances. En définitive j’arrive à concilier, famille, travail
et sport même si des fois c’est limite.”
Si je pouvais revenir en arrière que feriez-vous? Ou
pensez-vous pas? “Si je pouvais revenir en arrière, je recommencerais dans
cette voie. Le
sport avec le soutien de toute famille m’a permis de revivre, de devenir une
autre personne : une personne bien meilleure que je ne l’ai jamais été et je
continue à progresser. Pour moi il est maintenant inconcevable de faire sans
sport. Pour
la santé de mon corps mais aussi pour la tranquillité de ma famille.”
Utilise des médicaments, des suppléments? Pourquoi? “Je
n’utilise aucun médicament même en cas de douleur, je laisse mon corps récupéré
de lui-même. J’utilise
quotidiennement deux compléments alimentaires naturelles: l’huile
de foie de morue le matin pour la vitamine D qu’elle procure et la vitalité
qu’elle m’apporte. Le
magnésium marin le soir, pour la récupération musculaire et nerveuse.“
Aux
fins du certificat à l'activité concurrentielle, faire une enquête plus
approfondie? Quoi? “Chaque année je vais voir le médecin pour avoir mon
certificat médical : il me prend ma tension et les battements du cœur. Tous les deux ans, je vais chez mon cardiologue pour
un examen complet qui comprend électro cardiogramme, écographie et test
d’effort. Tous les ans, une prise de sang complète et après
chaque course extrême une prise de sang ciblée. Je vais voir aussi l’ostéopathe et j’ai un suivi
diététique.”
Quelqu'un
vous a recommandé de réduire le sport? “Oui, forcément les gens qui m’aiment
aimeraient que je réduise un peu pour ma santé. Il y a ceux aussi qui ne font
pas du tout de sport et me prenne pour un fou ou un extra-terrestre. Je suis conscient que mon corps est mis à rude épreuve
mais toujours beaucoup moins que dans l’état que mon corps était quand j’ai
commencé le sport.”
Un'intervista a Sebastien è riportata nel
libro "Triathlon e Ironman", edito da Prospettiva Editrice.
Il libro "Triathlon e ironman. La
psicologia del triatleta", edito da Prospettiva editrice, è stato
presentato a Roma, venerdì 29 novembre presso il Bar Caffetteria via Olevano
Romano 37.
Moderatore: Stefano Spina (runner e triatleta). Relatori, oltre
all'autore: Alessandra Lippa (triatleta e presidente dell'Associazione Woman
Experience), Fabrizio Terrinoni (triatleta Ironman).
Ospite d'eccezione Beatrice Mallozzi,
campionessa mondiale triathlon juniores.
Servizio fotografico a cura di Aldo Zaino,
runner classe '35. Servizio video a cura di Flavio Gioia.
Segnalo alcuni miei libri pubblicati con
Prospettiva Editrice: DA 10 A 100 Dai primi 10 km corsi alla 100 km per Milano
(Alberto Merex Mereghetti e Matteo Simone); Triathlon e Ironman. La psicologia
del triatleta; Lo sport delle donne. Donne sempre più determinate, competitive
e resilienti; Sport, Benessere e Performance. Aspetti psicologici che
influiscono sul benessere e performance dell’atleta.
Matteo SIMONE
Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR
Nessun commento:
Posta un commento