Matteo SIMONE 21163@tiscali.it
Domenica 27 novembre 2016 alle 09.30 io partecipavo ad una gara di 6km mentre a Los Alcazares, in Spagna, era prevista alle 07.00 la partenza del Campionato Mondiale IAU della 100 km, su un circuito di 10 km da ripetere 10 volte.
La
squadra maschile difendeva l’argento a squadre conquistato al precedente Campionato
Mondiale svoltosi il 12 settembre 2015 a Winschoten in Olanda, dove Giorgio
Calcaterra vinse la medaglia di Bronzo individuale.
Quest’anno alla partenza c’erano Giorgio Calcaterra, Hermann Achmuller, Andrea Zambelli, Silvano Beatrici, Marco Ferrari e Paolo
Bravi.
Approfondiamo
la conoscenza di Paolo Bravi attraverso alcune sue risposte a mie domande prima
dello start.
Come
ti senti alla vigilia di questo campionato? “Bene...nel percorso di
avvicinamento all'evento non ho avuto inconvenienti che delle volte possono
capitare, quindi mi ritengo soddisfatto.”
Quali
sono le tue aspettative? “Darò il meglio di me come faccio sempre, il risultato
cronometrico e in classifica dovrà essere il migliore possibile per quello che
oggi posso dare.”
Com'è
il clima di squadra? “Ottimo, mai visto così, per la terza volta consecutiva
capitano di una grande Squadra.”
Hai
fatto un percorso in preparazione di questo evento? “Si, con il coach Riccitelli
abbiamo programmato l'evento considerando che avevo già corso il passatore
pochi mesi prima ...e abbiamo cercato di migliorare e lavorare per sviluppare
degli aspetti che in passato per diversi motivi avevo dovuto tralasciare.”
Che
significa per te indossare la maglia azzurra e rappresentare l'Italia? “Credo
sia il sogno di ogni ragazzino che ami lo sport e la propria nazione, nonostante
i 42 anni mi piace ed è bello sognare, speriamo la sveglia non suoni!”
Cosa
racconti alla tua famiglia ed ai tuoi amici? “Racconto tutto e sanno tutto, mi
seguono mi stanno vicino mi aiutano mi sopportano, sia nei momenti migliori sia
in quelli meno che a volte capita di avere".
Come ti possono aiutare, famiglia, amici, fan? “Il loro affetto, la loro presenza anche nelle piccole cose possono darti tanta tranquillità che è fondamentale avere.”
In queste gare internazionali dove rappresenti l’Italia ci può essere tanta tensione, tanta pressione negli atleti, si sentono nell’obbligo, nel dovere di dover far bene a tutti i costi ed è importante un sostegno, avere una figura vicina che ti rassicuri, che ti dica: comunque fai, fai bene, hai fatto tanta strada per arrivare qui, ora è il tuo momento senza dover dimostrare niente a nessuno.
In queste gare internazionali dove rappresenti l’Italia ci può essere tanta tensione, tanta pressione negli atleti, si sentono nell’obbligo, nel dovere di dover far bene a tutti i costi ed è importante un sostegno, avere una figura vicina che ti rassicuri, che ti dica: comunque fai, fai bene, hai fatto tanta strada per arrivare qui, ora è il tuo momento senza dover dimostrare niente a nessuno.
Cos'è
più importante per te tra allenamento fisico, mentale, nutrizione, recuperi,
clima, abbigliamento? “La persona che mi ha trasmesso molto in questo sport e con
il quale sono cresciuto, Graziano Morelli mi ha sempre detto: Paolo come in
tutte le cose della vita ....è la somma che fa il totale!”
E’
vero è l’insieme degli ingredienti che fa di una persona il campione, non solo
talento, tanto duro lavoro senza trascurare nessuno aspetto e nessuno
dettaglio, allenamento fisico, mentale, nutrizione, e tanta autoprotezione e
coccole che consistono nei recuperi, massaggi, fisioterapia e l’affetto di
persone care che fanno il tifo per te in ogni caso senza pretese, senza
pressioni.
Quali
sono le tue emozioni e pensieri relativi al mondiale? “Credo che sia la massima
competizione che uno può fare dopo le olimpiadi, quindi le emozioni sono
indescrivibili.”
Sogni
realizzati e da realizzare? “Ancora programmo e guardo avanti …con il
cassetto ancora con un po’ di cose da fare …credo di essermi prefissato degli
obbiettivi che sono riuscito a raggiungere con passione. …mi è sempre
piaciuto quello che ho fatto quindi qualche rinuncia fa parte del gioco e non
mi è pesata.”
Ti
puoi definire ultramaratoneta? “Si in quanto alla data odierna ho portato a
termine diverse gare superiore alla distanza di 42,195km e mi alleno con la
passione per questo tipo di gare!”
Cosa
significa per te essere ultramaratoneta? “Significa appunto dedicarsi a gare la
cui distanza è superiore ai fatidici 42km 195 mt, significa avere amore e
passione per la corsa e avere la voglia ogni volta di affrontare un lungo
viaggio.”
Quale
è una gara estrema che ritieni non poterci mai riuscire a portarla a termine? “Ritengo
che portare a termine un ironman per me sarebbe difficile visto i problemi o il
poco allenamento che potrei avere con bici e nuoto ma la cosa mi affascina
chissà, ma anche qui non credo sia estrema e non parto sicuramente con l’idea
di non riuscire!.....Magari soffrire tanto si!”
C’è
una gara estremi che non faresti mai? “Sono affascinato dal Tor, ma la montagna
come il mare se sbagli non perdona……quello si che lo ritengo estremo per me!”
Cosa
ti spinge a spostare sempre più in avanti i limiti fisici? “La voglia di fare
sempre meglio…e non accontentarsi.”
Cosa
pensano i tuoi famigliari ed amici della tua partecipazione a gare estreme? “Chissà
devo chiedere! Ma chi mi conosce sa che sono appassionato per la corsa…e sa che
senza non ci so stare!”
Che
significa per te partecipare ad una gara estrema? “Fare qualche cosa al limite
delle proprie possibilità e del proprio controllo.”
Ti
va di raccontare un aneddoto? “Nel 2014 al mio secondo Passatore… subito dopo
lo sparo, dopo i primi metri di corsa, mi sono accorto che nella scarpa
sinistra avevo un piccolo sassolino che inavvertitamente si era attaccato sotto
al calzino quando mi vestivo. Ho cercato di farlo posizionare tra le dita del
piede in modo di non sentire il fastidio per poi fermarmi alla prima salita per
toglierlo. Alla prima salita verso Fiesole guadagnavo posizioni, mi sono detto
mi fermo più avanti, poi l’idea di stare attento a non fare muovere il sasso,
mi teneva distratto dalla gara e mi sono detto mi fermo lungo la salita del
Passo della Colla che mi serve anche per riposare. Quando mi sono trovato al
dunque stavo recuperando sui primi tanto che in cima alla salita sono transitato
in 5^ posizione e non era il caso di fermarsi. A Faenza c’era mio figlio
Edoardo di 3 anni che mi aspettava, ed in quel periodo mi diceva sempre ‘babbo
voglio giocare con i sassi’, bene superato il
Passo della Colla pochi chilometri dopo la posizione era diventata la 4^.
A quel punto mi sono detto ‘Edo babbo ti porta un sasso oggi! E così quel
sassolino mi ha tenuto compagnia per 100km!”
Cosa
hai scoperto del tuo carattere nel diventare ultramaratoneta? “Cose che tutto
sommato sapevo e che magari non ho voluto mai approfondire, sia belle che meno
belle… cose belle del mio carattere ma anche dei punti deboli che in gara di
ultramaratona vengono a galla.”
L’esperienza
di gare impegnative, considerate quasi estreme ti mettono allo scoperto, lì
devi mostrare a te stesso di saperci fare, di saper affrontare e gestire la
situazione per apprendere e trarre insegnamento dall’esperienza per far meglio
una prossima volta nello sport o nella vita.
Come
è cambiata la tua vita famigliare, lavorativa? “Non ho visto cambiamenti, ho
sempre corso durante la mia vita. Ho cercato sempre di conciliare la mia vita
di sportivo con la famiglia, lo studio prima ed il lavoro ora. Con un po' di
organizzazione, un po' di sacrifici e tanta pazienza da parte di chi ti sta
vicino si riesce a fare tutto.”
Se
vuoi puoi, basta organizzarsi.
Se
potessi tornare indietro cosa faresti o non faresti? “Se potessi tornare
indietro forse mi cimenterei prima nelle ultramaratone …negli anni 2003-2008
quando correvo le maratone sotto le 2h30’ e se potessi tornare negli anni 98/99
correrei più maratone e farei meno km in allenamento. Ma i se e i ma non hanno
mai fatto la storia!”
Foto di Scotrofo |
E’
successo che ti abbiano consigliato di ridurre la tua attività sportiva? “No, però
la mamma quando esco mi dice sempre ‘…stai attento non sudare’.”
Hai
un sogno nel cassetto? “Si sì …ma è un sogno ed è nel cassetto!”.
Un’intervista a Paolo è riportata nel libro
“Il piacere di correre oltre”.
Sport & benessere 15 | ed. novembre 2022.
Paolo Bravi è menzionato nel libro
“Maratoneti e Ultrarunner. Aspetti psicologici di una sfida”, Edizioni
Psiconline.
Matteo
SIMONE
380-4337230
- 21163@tiscali.it
Psicologo,
Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR
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