Il libro Carlos Castaneda incontra don Juan, uno
sciamano divenuto suo maestro sarà presentato a Manfredonia venerdì 30 dicembre alle ore 18.30, presso la Sala
Polivalente delle Civiche Bibiblioteche Unificate, Corso Manfredi 22..
La moderatrice sarà Mariantonietta di
Sabato, Vice Direttore manfredonianews.it
Si tratta di un
libro in cui descrivo le esperienze raccontate da Castaneda nei suoi scritti,
attraverso i quali si può comprendere come alcune esperienze riescono ad elevare la
consapevolezza, soprattutto affidandosi a maestri, guide, persone che ti
possano indicare delle strade, ti possano far conoscere delle opportunità, nel
caso di Castaneda, il suo maestro è stato Don Juan che ha utilizzato metodi
stravaganti per demolire le rigide barriere mentali di Carlos, uomo accademico.
A volte è importante
uscire fuori dalla zona di comfort per scoprire, per conoscersi meglio, a volte
la persona ha delle doti particolari che non sa di possedere.
A volte la cultura
di impone delle strade da percorrere quasi come se fossimo bendati, e poi
capita di scoprire qualcosa che ci interessa, qualcosa che ci permette di
vivere più intensamente.
A volte può essere
uno sport che praticandolo ci fa accorgere di sperimentare benessere, per
esempio a Manfredonia succede che qualcuno inizi a seguire Michele Spagnuolo
nelle sue uscite mattutine, serali, nei week end, sperimentando piacere e
benessere.
Insomma si tratta di
un libro che fa scoprire sensazioni, percezione, emozioni, è un contattare la
propria persona prestando preziosa attenzione ed osservazione in modo da
relazionarsi meglio con se stesso e gli altri.
“Il lavoro
affrontato con acume d’ingegno, con sottile perspicacia e con intento
didattico-sperimentale-filosofico, dà adito ad approfondimenti e a percorsi
culturali di grande caratura, poiché fa conoscere il mondo degli sciamani e le
loro concezioni filosofiche e terapeutiche della vita.
Lo stile è
lineare, anche se in alcuni punti diviene articolato poiché si tratta di
argomenti psicologici e poco accessibili ai lettori di livello culturale non
elevato.
I concetti, se
approfonditi con una certa imperturbabilità, hanno un valore dottrinario,
incommensurabile perché sono stilati con compostezza e con ragionevolezza.”
Riporto anche uno Stralcio della Prefazione
a cura di Sergio Mazzei, Gestalt body Therapy
Un fatto ben
riconosciuto da svariati studi psicologici sulla percezione viene anche
sostenuto dal Maestro di Castaneda e cioè che la percezione che le persone
hanno della propria vita, di sé e del mondo, è fortemente condizionata dal modo
in cui ognuno ha vissuto, fatto esperienza di sé stesso e soprattutto dal modo
in cui ci si è descritti e raccontati.
In conclusione
voglio ringraziare Matteo per avermi invitato a presentare il suo nuovo libro (Carlos
Castaneda incontra don Juan, uno sciamano divenuto suo maestro, Arduino Sacco
Editore, Roma,), intanto per la stima che egli ancora una volta mi dimostra ed
anche per il fatto di avermi offerto questa opportunità di esprimere il mio
punto di vista di decisa “apertura” a potenzialità umane che vanno al di là del
pensiero logico e razionale.
Nella mia
personale esperienza ho avuto molte conferme del valore delle pratiche
estatiche: dalle danze dervisce del Maghreb e di Konya, agli stati di profondo
assorbimento meditativo e di contemplazione nelle pratiche cristiane e
buddhiste, agli insights illuminanti delle peak experiences, alle percezioni
extrasensoriali sciamaniche e non ultimo alle riflessioni sulla morte
attraverso antichi Insegnamenti tradizionali quali l’ Ars Moriendi, il Bardo
Thodol (il libro Tibetano dei morti), il Per Hem Ru (il libro dei morti degli
antichi Egizi), ecc. dai quali risulta
evidente come un buon lavoro fatto in vita di meditazione e presa di contatto
con la dimensione del Nagual, realtà che peraltro oltre che da Don Juan è stata
ampiamente descritta in modi diversi da molti altri Maestri e Insegnamenti sia
religiosi che spirituali, l’essersi confrontati con il mondo della forza quale
manifestazione trans-egoica della natura della propria mente, aiuta davvero
fortemente a realizzare e ad aprire una via per la propria liberazione dalle
trappole della visione ordinaria per realizzare una migliore condizione di
esistenza in vita oltre che a prepararsi a morire meglio. Mirando più in basso
peraltro, voglio sottolineare che anche nella pratica psicoterapeutica in fondo
l’obiettivo riconosciuto dagli svariati approcci è quello di aiutare il
paziente a disidentificarsi dalla visione cronicamente negativa e frustrante
che ha di sé e della vita per restituirgli una manifestazione della propria
essenza ed energia meno condizionata dalle insidie dei suoi costrutti personali
e dunque senz’altro più vitale.
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