giovedì 20 ottobre 2016

Gianluca Taverna: A 25 anni ho battuto gente molto più in forma di me usando la testa



A volte è la testa che spinge il fisico, puoi essere fisicamente aitante e forte quanto vuoi ma se non ci metti la testa non vai da nessuna parte, il corpo si rifiuta. La testa può convincere te stesso ed il corpo che se vuoi puoi, la testa può far credere te stesso delle tue capacità e quindi farti impegnarti per raggiungere gli obiettivi prefissati in modo da trasformare i sogni in realtà.

Per essere performanti e sperimentare successo non basta il fisico ma anche una grande forza mentale, di seguito Gianluca ci racconta la sua esperienza di atleta.
Qual è stato il tuo percorso per diventare un Atleta? “Mi è sempre piaciuto lo sport e ne faccio molto da oltre 15 anni, ma 5 anni fa ho deciso di provare a spingere un po’ di più di quanto avessi fatto fino a quel momento è ho iniziato a praticare sport a livello agonistico.”
Hai dovuto scegliere nella tua vita di lasciare uno sport a causa di una carriera scolastica o lavorativa? “No, ma ho dovuto rallentare molto, ed in alcuni momenti anche abbandonare, per la nascita delle mie figlie e i loro primi anni.”
Quali sono i fattori che hanno contribuito al tuo benessere o alla tua performance? “I fattori che contribuiscono maggiormente sono quelli psicologici, cioè il pormi degli obiettivi e raggiungerli. La motivazione nasce da questo e spinge il fisico.”

mercoledì 19 ottobre 2016

Flora Alicino: La mia prima maratona, la prima sfida che ho vinto con me stessa


Lo sport aggrega, rende felici, ti permette di prenderti cura di te stesso, di sperimentare benessere, e di raggiungere gradualmente obiettivi importanti come portare a termine una maratona di corsa a piedi.
Di seguito, Flora racconta la sua esperienza di atleta: Ti sei sentita campionessa nello sport almeno un giorno della tua vita?Sì, per il solo fatto di essere riuscita a concludere una gara, a prescindere dal risultato."

martedì 18 ottobre 2016

Meccanismi psicologici che aiutano nello sport

Matteo SIMONE

Non si inventa niente, per riuscire bisogna applicarsi, impegnarsi, essere costanti, determinati, credere in se stessi, affidarsi ad un bravo allenatore e nel caso anche nutrizionista o psicologo dello sport. 

In gare estreme non si inventa niente. Importante la preparazione comprensiva di tutti gli aspetti, non solo fisica. Sulla linea di partenza devi avere la coscienza a posto, lo spiega anche Dean Karnazes nel suo libro Ultramarathon Man"...quando sei alla linea di partenza di una qualche gara estrema, psicologicamente aiuta sapere di non aver trascurato la preparazione".

Molti atleti riportano l’utilità dello psicologo in caso di infortuni

Matteo SIMONE

Lo psicologo dello sport a volte diventa una figura di riferimento per il singolo atleta, per l’intera squadra, per lo staff, tecnici, dirigenti.
Lo sport non è tutto rose e fiori, si fatica tanto, possono capitare infortuni, sconfitte, risultati che non vengono, incomprensioni con altri atleti della stessa squadra, con l’allenatore, con i dirigenti. 
Lo psicologo dello sport può lavorare non solo sulle criticità ma anche sulle risorse, sull’autoefficacia, sulla resilienza. 
Lo stato di forma va e viene; con l’impegno, la passione e la determinazione si riesce a stare in forma il più a lungo possibile cercando di durare fino all’obiettivo ambito, così come anche le crisi vanno e vengono e si può cercare di essere pazienti, fiduciosi, rimodulare lievemente gli obiettivi per rifarsi in momenti migliori.
Di seguito alcune testimonianze.

Pensi che potrebbe essere utile lo psicologo dello sport? In che modo e in quali fasi? Ecco la risposta di un maratoneta: “Lo psicologo può avere un effetto importante sull'atleta. Subiamo carichi di lavoro enormi e spesso viviamo momenti difficili. Può farci vedere sempre la luce in fondo al tunnel e darci messaggi positivi.”

Alessandra Penna, oltre a essere valida ingegnere, è anche ed è sempre stata un’atleta competitiva, prima forte nuotatrice ed ora notevoli sono i suoi risultati nell’atletica leggera, anche lei intravede la figura dello psicologo dello sport utile per diversi motivi

venerdì 14 ottobre 2016

Carlos Castaneda incontra don Juan, uno sciamano divenuto suo maestro

Matteo Simone 

Recensione critica Prof. Isa Magli
Il lavoro affrontato con acume d’ingegno, con sottile perspicacia e con intento didattico-sperimentale-filosofico, dà adito ad approfondimenti e a percorsi culturali di grande caratura, poiché fa conoscere il mondo degli sciamani e le loro concezioni filosofiche e terapeutiche della vita.
Attraverso la descrizione dell’apprendistato di CASTANEDA al cospetto di don Juan per la realizzazione della sua tesi in antropologia, l’autore rivela come i saperi prendono vita a seconda delle potenzialità e delle valenze di chi li comprende al di là del TONAL, isola felice ma limitatamente dal momento che non è evidente il NAGUAL, spazio irrazionale.
Sono spiegati i metodi, non quelli accademici occidentali, ma quelli che gli hanno aperto strade non usuali nell’esperienza e nella consapevolezza su se stesso e sull’universo intorno.
Lo stile è lineare, anche se in alcuni punti diviene articolato poiché si tratta di argomenti psicologici e poco accessibili ai lettori di livello culturale non elevato.
I concetti, se approfonditi con una certa imperturbabilità, hanno un valore dottrinario, incommensurabile perché sono stilati con compostezza e con ragionevolezza.

giovedì 13 ottobre 2016

Massimo Guidobaldi: Sogni realizzati? Tutte le gare a cui ho preso parte e anche organizzate

Matteo SIMONE


Massimo Guidobaldi, ultrarunner nonché organizzatore di gare, naturalistici gli obiettivi da raggiungere e i sogni realizzati, ecco cosa risponde alla domanda:

Quali sono i tuoi prossimi obiettivi a breve, medio e lungo termine e quali i sogni realizzati e da realizzareUltra fiord, gara ultratrail in Patagonia Cilena, mi piacerebbe ridiscendere il fiume Tevere con una lunga galoppata dal monte fumaiolo a Roma. I sogni realizzati, sono tutte le gare a cui ho preso parte e anche organizzate. Da realizzare, un bel progetto per una città Smart, con un percorso ciclo pedonale che possa collegare in un unico corridoio biologico il Parco Regionale dell'Appia antica e i parchi di Tor Fiscale e Acquedotti.

Di seguito ci parla di se.
Ti sei sentito campione nello sport almeno un giorno della tua vita? “Non mi sono mai sentito un campione, ma ti rispondo con una frase fatta...aver qualcuno che ti pensa, ti fa pensare di essere qualcuno.

mercoledì 12 ottobre 2016

Alessandra Penna: Le amicizie più grandi sono tutte quelle nate con lo sport

Matteo SIMONE 

A volte lo sport diventa quasi una droga, non se ne può fare a meno, sono notevoli i benefici che ne derivano ed allora perché farne a meno, l’importante è scegliere quello che fa per te, cosa che non è tanto semplice, bisogna provare e riprovare fino a che si scopre in quale sport si può sperimentare benessere e performance. 

Di seguito Alessandra racconta la sua storia sportiva, sogni ed obiettivi.
Ti sei sentita campionessa nello sport almeno un giorno della tua vita?Mi sono sentita una campionessa ogni volta che sono riuscita a raggiungere un obiettivo che mi ero prefissata. Ho dei momenti che mi sono rimasti impressi nella memoria ad esempio quando nuotavo ed ho fatto per la prima volta i tempi per i Campionati Italiani giovanili oppure ogni volta che nell’atletica ho raggiunto un personale.”
Qual è stato il tuo percorso per diventare atleta?Tutto è iniziato con il nuoto a livello agonistico a 6 anni, era un impegno quasi a tempo pieno, poi alle scuole medie il professore mi iniziò a portare alle corse campestri ed ai i giochi della gioventù riconoscendo in me delle qualità da mezzofondista. 

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