La mia gara più difficile, è stata certamente la traversata dello stretto di Messina
Matteo Simone
Non c’è un'età per iniziare a fare sport e non c’è un'età per smettere di fare sport. Si fa sempre in tempo per scegliere uno sport, per farsi coinvolgere nella pratica di un’attività sportiva, insieme è molto meglio nel praticare sport in modo da poter sperimentare sia benessere che performance, apprendendo sempre dalla scuola dello sport.
Di seguito, approfondiamo la conoscenza di Aronne attraverso risposte ad alcune mie domande.
Qual è stato il tuo percorso nello sport? Il mio percorso è iniziato praticamente da quando ero ragazzino, mi è sempre piaciuto cimentarmi in performances sportive, principalmente nel nuoto, affascinato dall'elemento mare. Poi dal 1970 in poi, dopo aver subito, prima un'operazione di appendicite, (stava andando in peritonite), poi un'altra nel 1973, asportazione della colecisti, mi sentivo veramente deluso e debilitato; la mia reazione è stata proprio quella di credere nella validità dello sport come strumento efficace per rafforzare le proprie difese immunitarie e lo sviluppo e mantenimento del proprio fisico. Da allora sono stato un onesto praticante di diversi sport: in primis il nuoto, la corsa (diverse maratone all'attivo), la bici e il tennis, ma sempre in maniera amatoriale; negli ultimi 5 anni, mi hanno tentato, gli amici al triathlon, ultima partecipazione 11.09.2022 a Trani.
Domenica 11 settembre 2022, si è svolta a Trani la quarta edizione della Trani Triathlon Sprint, organizzata dalla “Atletica Tommaso Assi Triathlon Team”.
La gara è stata vinta da Alessandro D’Ambrosio della MKT Draph in 54’13” precedendo di pochi secondi i due atleti della Magma Team: Enrico Schiavino 54’23” e Riccardo Pavone 54’31”.
Tra le donne ha vinto Cristina Ventura della Magma Team in 59’43”, precedendo le due amiche di squadra Irene De Luca 59’56” e Gaia Patrinicola 1h02’06”.
La gara era valida anche come competizione nazionale Aeronautica Militare.
Tra i partecipanti anche una rappresentativa del Triathlon Manfredonia, tra i quali Aronne Del Vecchio, classe ‘43, unico della categoria M8, che ha completato la gara in 2h17’02” (nuoto 24’38”, 1^ transizione 7’10”, bici 39’14”, 2^ transizione 6’28”, corsa 59’31”), davvero un grande esempio.
Cosa pensano familiari e amici della tua attività sportiva? I familiari sono contenti, come anche gli amici, e questo è gratificante.
Aronne è un grande esempio per tutti, un esempio di persona resiliente sempre pronto a sfidare se stesso e mettersi in gioco con nuove esperienze sportive, nonostante l’età che avanza ma che non incute timore.
Quali capacità, risorse, caratteristiche, qualità hai dimostrato di possedere? Le qualità che ho sempre posseduto, sono quelle della resistenza e tenacia, tutto questo aiuta nella vita, sia a crescere, che a insegnarti a vivere.
È sempre più risaputo che attraverso lo sport si apprende a cavarsela anche in altri contesti della vita quotidiana, familiare, lavorativa, relazionale.
Che significato ha per te la partecipazione a una gara? Per me la partecipazione a una gara, è il piacere e la gioia di esserci.
È stato davvero una grande sorpresa e un grande piacere incontrare Aronne a Trani alla fine della gara di triathlon, condividendo la sua esperienza con gli amici di Manfredonia.
Quali sensazioni sperimenti prima, durante e dopo una gara? Le sensazioni che sperimento prima: una leggera tensione, non più di tanto, poiché non ho mai avuto ambizioni di primeggiare, conosco i miei limiti, per cui la tensione è appena percettibile; durante: essere concentrato nello sforzo; dopo: la bellezza di averla portato a termine.
Aronne, a quasi 80 anni, descrive la partecipazione alle gare come i ragazzi e i giovanotti, la voglia di esserci con una lieve tensione che risulta essere attivante, il piacere di mettersi n gioco in gara e poi il piacere di avercela fare condividendo con altri la propria esperienza, Questa è la dimostrazione che lo port tiene giovani, fa avere progetti e mete sfidanti da continuare a inseguire e raggiungere nonostante l’età anagrafica che non risulta esser un limite, ma anzi un vantaggio nella posatezza e serietà nell’affrontare le situazioni, che siano facili o difficili ma senza troppe preoccupazioni ma con la giusta concentrazione.
Nella pratica dei tuoi sport quali sono le difficoltà e i rischi? Per quanto riguarda le difficoltà e i rischi, sto sempre attento ai messaggi che mi invia il corpo, in altri termini, mai lasciarmi prendere dall'agonismo.
Aronne sembra essere consapevole dei suoi limiti e fa le cose fatte bene, senza fretta e senza pretese, rendendosi il tempo necessario che ci vuole, ho potuto notare il tempo delle transizioni molto lente ma è importante avere tutto sotto controllo per arrivare fino alla fine integri, felici e soddisfatti.
Quali abilità fisiche e/o mentali bisogna allenare? Quando si fanno delle gare, bisogna averle prima nella testa e poi, chiaramente, aver allenato il fisico.
Aronne sembra essere l’esempio vivente di quello che in genere si dice quando si fanno cose ritenute impossibile e cioè: Se puoi pensarlo, puoi farlo. E quindi è proprio così prima le pensiamo di fare certe cose e poi ci mettiamo all’opera con gli allenamenti per poter portare e termine nostri propostiti, mete e sogni sfidanti, difficili ma non impossibili.
Per quali aspetti e in quali fasi ritieni utile lo psicologo nel tuo sport? Per quanto riguarda lo psicologo, a dire il vero non ci avevo mai pensato, ma penso che per professionisti possa essere una figura molto importante, in certe situazioni.
La tua gara più difficile? Come hai superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni? La mia gara più difficile, è stata certamente la traversata dello stretto di Messina, mi ricordo che mi trovai, quasi a metà gara (km 5,2), ad avere problemi di stomaco, tipo quelli che si provano quando si è in barca con mare mosso; il barcaiolo che mi appoggiava, mi chiese se volessi ritirarmi, ma con forza di volontà gli dissi che volevo proseguire, feci qualche rutto e ricominciai ad andare.
La forza di volontà è un grande motore capace di spingere fino alla fine del viaggio, gara, traversata nonostante eventuali criticità lungo il percorso. Si può superare quasi tutto fermandosi, riorganizzandosi e ripartendo con consapevolezza, fiducia e resilienza.
Un messaggio rivolto ai ragazzi e ai sedentari per avvicinarli allo sport? Ai ragazzi ho rivolto sempre il seguente messaggio: il tempo che dedicate allo sport, il più delle volte lo si sottrae alla noia o al pericolo di scivolare in strade non buone.
C'è stato il rischio di incorrere nel doping? Un messaggio per sconsigliarne l'uso? Mai avuto a che fare col doping, anzi il consiglio che do ai giovani: la migliore "droga" che esista, sono le endorfine che la pratica dello sport ti procura.
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